27 - Campanello d'allarme

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"Ripeto, cosa dovremmo fare esattamente?!" chiese Edric, questa volta più disperato della prima volta. Poi lanciò un'occhiata a me, prima di abbassare la voce al punto che riuscivo a malapena a sentirlo. "Non siamo esattamente dei curatori, Em..."

"No davvero Ed? Non ne avevo idea!" La voce di Emira grondava sarcasmo e un pizzico di panico. Cercai di allontanarmi di nuovo da Boscha, lottando per tornare al fianco di Luz. Boscha fece in modo di stringere la presa.

"Allora dobbiamo portarla da qualcuno! I curatori, la donna gufo, cazzo, potremmo anche riportarla nel regno umano, se necessario!" Edric sibilò, facendo aggrottare le sopracciglia di Emira.

"Ed, i curatori qui non sanno praticamente nulla degli umani..." Gli occhi di Emira si diressero verso di me per un attimo, poi abbassò la voce, quasi a sufficienza per non farsi notare. "È fortunata a essere sopravvissuta l'ultima volta all'ospedale."

"Allora la portiamo nel regno umano!" disse, facendo un movimento verso Luz. "Almeno lì i loro curatori sapranno cosa fare per prendersi cura di lei! È meglio che perdere tempo cercando di capire cosa fare!"

Emira emise un sospiro frustrato, strofinandosi le tempie. "Non solo non abbiamo modo di riportarla nel regno umano, ma come potremmo spiegarglielo se lo facessimo? Sembrerebbe che siamo noi la causa di tutto questo!"

Vedevo Edric aggrottare le sopracciglia, cercando di pensare a qualsiasi altra cosa che potesse funzionare, schioccando le dita un paio di volte nel tentativo di distrarsi. "Ok, forse non loro...... noi... potremmo portarla da sua madre, magari? Sua madre se ne intende di streghe, giusto?" La sua voce si alzò un po' per l'emozione.

Mia sorella emise un basso ringhio e le sue mani si strinsero in pugni stretti. "Non. Possiamo. Andare. Nel. Regno. Umano. Stupido." Emira si assicurò di enfatizzare ogni parola, mentre le sopracciglia di mio fratello si aggrottavano ad ognuna. "E stiamo solo perdendo tempo a discutere in questo modo!"

"E allora perché lo facciamo?" chiese lui infine, a denti stretti, in un misto di rabbia e panico. I suoi occhi erano lucidi di frustrazione, una lacrima gli scivolò lungo la guancia che fu veloce ad asciugare. "Conoscendo la nostra fortuna, abbiamo passato troppo tempo a discutere e Luz potrebbe essere..." Emira gli diede un pugno secco sul braccio, facendolo tacere.

Il panico continuava a salire nel mio petto, facendomi contorcere e cercando di liberarmi di nuovo dalla presa di Boscha. Skara si mise davanti a me, bloccandomi la vista dei miei fratelli e di Luz. Tenne le mani alzate, dicendomi qualcosa nel tentativo di calmarmi, ma io non lo capii.

In realtà, tutte le loro voci erano ormai solo farfugli ovattati, oscurati da quanto forte mi batteva il cuore nelle orecchie. Riuscivo a concentrarmi solo su Luz, sul modo in cui il suo corpo giaceva floscio, sul suo respiro corto e sul suo viso pallido. Era tutto troppo simile all'ultima volta e questo non aiutava minimamente i miei nervi.

Avevo bisogno di stare al suo fianco, non potevo restare qui a guardare che tutto scivolasse via così. Sollevando una mano, iniziai a tracciare un cerchio incantato, qualcosa che allontanasse Boscha da me abbastanza a lungo da poter fare ciò di cui avevo bisogno. Ma, a causa di quanto mi tremava la mano, non riuscii a completare il cerchio.

"Non può..." cominciai, con una voce così debole e vulnerabile che faticai a renderla più forte di un sussurro. "Non può essere di nuovo così. Ti prego, non posso guardarla fare di nuovo così, Boscha!" urlai, sentendo le lacrime aggrapparsi alle mie guance mentre mi colavano gelidamente sul collo.

"Ma tu che dai di matto al suo fianco non la aiuterà affatto Am!" mi disse, stringendo leggermente la presa intorno alle mie braccia. La sentii mormorare un'espressione di scusa, il suo sguardo si concentrò maggiormente su Skara, mentre la strega dai capelli d'argento si rivolgeva ai miei fratelli.

Music Under The Spotlight - Lumity [TRADUZIONE ITA]حيث تعيش القصص. اكتشف الآن