17 - Il prossimo spettacolo

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Amity POV:

Ero seduta nella mia stanza buia, da sola.

Gli occhi mi facevano male a forza di strofinarli, sapevo senza dubbio che erano ancora gonfi e rossi. Con la coda dell'occhio potevo vedere la sagoma dei miei vestiti che avevo buttato a casaccio sul pavimento, perché Emira si era rifiutata di lasciarmeli bruciare nel momento in cui mi ero cambiata.

Li avrei bruciati più tardi, stasera.

Con un sospiro, mi alzai lentamente in piedi, di fronte ai vestiti insanguinati. Non volevo toccarli, non riuscivo nemmeno ad avvicinarmi a loro. Con un sospiro tremante, evocai un piccolo abominio, che mi arrivava forse alle spalle.

"Abominio muoviti" riuscii a dirgli, facendo un movimento verso i vestiti. Emise un basso gemito, poi si avvicinò lentamente alla pila. Raccogliendo i vestiti tra le braccia, li spostò vicino alla porta, mettendoli in un punto in cui sarebbero stati coperti se la porta si fosse aperta. "Abominio, nasconditi."

L'abominio scomparve, lasciando dietro di sé solo i vestiti insanguinati e ormai appiccicosi. Mi allontanai dalla porta e tornai a sedermi sul letto, di fronte alla testiera. Inspirai un respiro tremante, sentendo le lacrime che mi pungevano gli occhi mentre gli eventi si ripetevano nella mia testa.

Luz che arrivava.

I due che litigavano.

Luz che cercava di sottrarre l'arma al verme.

Quel bang.

Io che la porto dai curatori.

Il suo svenimento tra le mie braccia.

La reazione di tutti.

Strinsi gli occhi e abbassai le orecchie, cercando di impedire che i pensieri si abbattessero su di me. Tutto questo doveva essere una specie di incubo, tra poco mi sarei svegliata il giorno dopo lo spettacolo e nulla di tutto questo sarebbe mai accaduto. "Mi sveglierò e tutto passerà. Andrò al mercato per incontrare Luz e non andrò al negozio della band. Potremo semplicemente uscire insieme... proprio come stavamo facendo."

Mordendomi il labbro, mi concentrai su un graffio sulla testiera del letto, cercando di distrarmi. C'era silenzio, il che mi lasciò sola con i miei pensieri. Alzando lo sguardo verso la finestra, notai un po' di luce solare che faceva capolino attraverso le tende.

Era il tramonto, i raggi arancioni si infrangevano sul mio pavimento. Ho sempre trovato il tramonto rilassante, e in questo momento ne avevo bisogno. Mi alzai lentamente e mi diressi verso il davanzale della finestra.

Non mi preoccupai di tirare le tende, le scostai e mi sedetti sul davanzale, lasciando che mi coprissero dal resto della stanza buia. Dovetti socchiudere gli occhi per un attimo, perché i miei occhi faticavano ad adattarsi alla luce.

Appoggiando la schiena al muro, osservai il sole che scendeva lentamente nel cielo, che diventava di una tonalità più scura di arancione. Portando le ginocchia al petto, mi strinsi le braccia intorno alle gambe e appoggiai la testa sulle ginocchia, con gli occhi aperti a metà. La mia mano avvolse il polso color porpora, strofinando dolcemente la tenera pelle.

"Posso svegliarmi adesso?" chiesi dolcemente, mentre altre lacrime mi pungevano gli occhi. Alcune lacrime mi scivolarono sulle ginocchia, lasciando puntini scuri sul tessuto. Poi, una serie di bussate sommesse alla mia porta.

Chiunque fosse dall'altra parte della porta si fermò, aspettando una mia risposta. Tuttavia, rimasi in silenzio, limitandomi a fissare la finestra con la vista annebbiata. Bussarono di nuovo, questa volta un po' più forte dell'altra volta.

Ci fu un'altra pausa, poi sentii la mia porta aprirsi lentamente scricchiolando. "Ehi, sorellina?" Edric chiamò dolcemente. Pensai che fosse rimasto accanto alla porta perché non sentivo i suoi passi.

Music Under The Spotlight - Lumity [TRADUZIONE ITA]Where stories live. Discover now