19 - Dichiararsi?

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"Ehi..." risposi semplicemente, cercando a fatica di alzare un braccio per avvolgerla. Tremava mentre mi stringeva, il suo respiro era tremolante e sentii alcune lacrime cadere sulla mia maglia. Amity si staccò da me, le lacrime le scendevano sulle guance mentre sorrideva.

Portò entrambe le sue mani a coprire le mie guance, staccando la mano da una guancia quando trasalii al contatto. "Com'è possibile? I curatori hanno detto che non ti saresti svegliata per giorni! Come puoi essere sveglia?". Feci un'alzata di spalle, trasalendo quando il braccio mi sfiorò il fianco.

"Magia Disney?" suggerii raucamente, facendo alzare un sopracciglio ad Amity.

"Magia che?" chiese, asciugandosi gli occhi, anche se le lacrime furono rapidamente sostituite da altre. Rimasi in silenzio per un attimo, sbattendo le palpebre un paio di volte.

"Giusto... Dovrò mostrarti alcuni di quei film, è un crimine non guardare La Sirenetta almeno una volta nella vita." Feci una mezza risatina, che fu subito interrotta da una fitta di dolore al fianco.

Prima che potessi dire altro, Amity mi strinse in un altro abbraccio, facendomi tacere mentre ridacchiava. Lentamente cercai di rimettermi a sedere, notando che le mie braccia non erano più rigide come prima. Amity mi spinse ancora una volta giù, assicurandosi che rimanessi a terra.

"Stai giù" mi disse con fermezza, tirandomi di nuovo in un abbraccio. "Non avevi un piano quando ti sei precipitata lì dentro, vero?" La sua voce assunse un tono più morbido. Le avvicinai un braccio, tirandola un po' più vicino a me.

"Non proprio" ammisi. "Ma non potevo stare lì impalata. Pensavo che avrei potuto improvvisare e che, se alla fine tu fossi stata bene, avrei detto che il mio piano aveva funzionato." La spinsi leggermente indietro, studiando il suo viso per un momento. Le borse scure sotto gli occhi risaltavano sulla sua pelle chiara, facendomi preoccupare. "Non ti ha fatto del male, vero?"

Si staccò da me, portandosi la mano al polso. Prima che lo coprisse, potevo vedere la pelle livida, facendomi fare una smorfia. "Non ha importanza in questo momento."

"Invece sì" le dissi, socchiudendo leggermente le labbra. Lei se ne accorse, poi sospirò, tracciando un rapido incantesimo con una mano mentre con l'altra si asciugava le lacrime.

"Non dovrei darti l'acqua, ma ecco." Portò la bevanda alle mie labbra e me ne fece bere un piccolo sorso. Poi fece sparire l'acqua e mi strinse ancora una volta in un caldo abbraccio. "Ma non mi interessa quello che ha fatto a me, mi interessa quello che ha fatto a te."

La mia mano si spostò con cautela sul mio fianco, le mie dita si posarono appena sulla pelle tenera. "A me importa..." borbottai, sentendo il suo tocco sul mio collo. Il suo gesto mi fece sentire il respiro leggermente affannato, mentre lei iniziò a ridacchiare.

"So che ti importa, idiota. Altrimenti perché ti saresti buttata in un combattimento senza un piano? Per divertimento?" Ci fu un'altra risatina, con le orecchie che sbattevano dolcemente. Sentii la sua stretta sulla mia maglia e il suo respiro farsi più veloce.

"No, ma probabilmente Eda lo farebbe." Sorrisi, volendo ridere al pensiero, ma non lo feci per non soffrire. "Ma lo rifarei sai, per essere sicura che tu sia salva." Amity si staccò, facendosi sfuggire un piccolo sbuffo mentre si asciugava le lacrime.

"Che cliché" ridacchiò, facendomi sgranare gli occhi.

"Che c'è di male se è un po' un cliché?" le chiesi, facendole scuotere la testa. Lei portò di nuovo le mani sul mio viso e mi prese con cura entrambe le guance.

"Non c'è niente di male" mi disse dolcemente, con il viso che si tingeva di rosa. "Ma farò in modo che nel nostro piccolo lieto fine tu non ti faccia più male in questo modo." Sentii il mio viso scaldarsi alle sue parole, la sua frase mi suonava stranamente familiare.

Music Under The Spotlight - Lumity [TRADUZIONE ITA]Where stories live. Discover now