''Addirittura?! Dai, magari lavora prima con me e poi decidi se accollarti un guaio del genere'' dissi ridendo e lei mi seguì, anche Dom sorrise. Non vedevo i fratelli Cabello da troppo tempo: Dom era visibilmente maturato, i suoi tratti erano più marcati ed ora portava la barba folta ma curata, l'avevo lasciato ragazzino e me l'ero ritrovato uomo; Sofi invece era diventata totalmente un'altra persona, i suoi diciassette anni sembravano i miei ventiquattro, aveva i lineamenti di una ragazza molto più grande della sua età e la sua intelligenza e maturità erano il triplo della soglia comune dei ragazzini di quell'anno, inoltre la sua somiglianza a Camila era diventata ancora più evidente, soprattutto fisicamente. Quando si dice che parlando – o pensando, nel mio caso – del diavolo, spuntano le corna, ecco che Camila Cabello nella sua totale e completa bellezza ed eleganza fece ingresso nella sala seguita da una moltitudine di applausi e qualche fischietto scemo di Harry. Era magnifica, portava un vestito bianco per niente coprente che lasciava ben poco all'immaginazione e delle spillo dodici dello stesso colore, i capelli erano leggermente ondulati ed il viso poco truccato. Una dea in terra, praticamente. Si avvicinò al tavolo salutando e ringraziando tutti, così iniziarono a scherzare e chiacchierare del più e del meno non prima però di aver posato un dolce bacio sulla testa della baby-cubana. Ordinammo le nostre portate e brindammo più e più volte al suo nubilato che sarebbe volato via tra qualche ora, ormai quelle parole le avevo imparate a memoria: ''a Camila e al suo principe'', ''alla nubile che a breve bacerà il ranocchio per trasformarlo'' e tante, tante, tante altre cazzate del genere.

''Oh, ti vedo persa... tutt'okay?'' bisbigliò Dinah dopo avermi dato un colpetto col gomito.

''Mh-mh'' risposi continuando a sorseggiare il mio champagne senza spostare però lo sguardo da Camila che ora conversava con Normani insieme a Sofi. Dopo aver mangiato e parlato un po' con i presenti, Louis mi domandò se volessi fargli compagnia a fumare, così chiedendo permesso ci alzammo ed andammo all'esterno. Mentre chiacchieravamo della proposta e di come fosse rimasto esterrefatto dal tutto, Harry gli fece cenno dall'interno di rientrare per non so quale motivo così lui spense la sigaretta e seguì il fidanzato dopo essersi congedato. Rimasi lì a guardare la notte calare, il cielo era di un blu leggero e le stelle iniziavano a splendere, la luna era piena e non c'era minima traccia di nuvole mentre una leggera aria fresca si alzava per le strade di Manatthan.

''Ti ammiro, sai?'' una voce maschile alle mie spalle mi fece sorridere. Era abbastanza scontato fosse lui, così non mi girai e parlai direttamente espirando il fumo.

''E perché mai, Dom?'' chiesi, lui venne accanto a me e voltai lo sguardo verso la sua silhouette sorridendo.

''Io non mi sarei mai presentato, davvero... non so come tu faccia in questa situazione'' disse sincero, io gli porsi la sigaretta che avevo tra le dita ricordando che fumasse e lui la prese facendo un tiro.

''Le cose sono cambiate... va bene così, il mondo continua a girare e la vita va avanti'' dissi vagamente riprendendomi la cicca che mi stava passando. Sorrise.

''Lauren'' disse a mo' di richiamo scherzoso alzando le sopracciglia.

''Che c'è? Lo penso davvero, e poi John è un amico... almeno so che è tra braccia sicure'' dissi sinceramente, ero certa che lui fosse un brav'uomo e che l'avrebbe sempre trattata con i guanti d'oro.

''Papà ha sempre avuto ragione su di te, sei una persona unica'' confessò prima di sorridere e tornare verso l'interno, lasciandomi interdetta. Cosa c'entrava Alejandro? Questa rientrava nei misteri della famiglia Cabello che non ci erano dati sapere.

''Entri?'' chiese sull'uscio della portiera in vetro, io annuì gettando la sigaretta espirando l'ultima nuvola di fumo prima di seguirlo. Ritornammo dentro, ero qualche passo dietro di lui intenta ad abbassarmi il vestito che non ne voleva sapere di rimanere al posto suo. Sentì il suo sguardo bruciarmi addosso così alzai gli occhi verso di lei facendole un cenno con le sopracciglia per poi tirare indietro la mia sedia e sedermi. Passata qualche ora ci alzammo ed inesplicabilmente le cose sembravano ancora calme, pagammo il conto ed uscimmo dal ristorante – Dinah e Mani non avevano fatto accenno a nessun post-serata ed ero stupendamente colpita da questo, voleva dire che la tortura stava finendo proprio in quel momento. Ma mentre stavo per tirare un sospiro di sollievo, un uomo vestito di nero incappucciò Camila prendendola in braccio e caricandola su un furgone nero lucido che ci era appena frenato davanti. Immediatamente mi allarmai iniziando ad imprecare ma quando ricevemmo tutti lo stesso trattamento mi resi conto che stava per iniziare la follia organizzata dalle due complici. Eravamo tutti sul retro di questo furgone, chi rideva e chi parlava dello spavento. Avevamo le mani legate, perciò non potevamo nemmeno toglierci i cappucci e qualcosa mi diceva che le uniche libere fossero proprio DJ e Mani. Maledizione, pensai, c'era bisogno del rapimento per andare in una stupida discoteca? Sapevo andarci anche con i miei piedi, ahh! Sbuffai rassegnata.

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