[LOG 12 - DATA FRAGMENT 01/03]

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04.09 PM
25.01.2067

Non riesco a togliermi dalla mente la storia della vecchia, ma soprattutto non riesco a scacciare le sue ultime parole; "non voglio Crediti per quanto le ho detto, ma un giorno quando la sua fortuna sarà sul punto di esaurirsi, le verrà chiesto di saldare il debito... e chi lo sa? Magari, così facendo potrà ristabilire le sorti di entrambi..."

I miei pensieri vengono spazzati via quando, alla fine del vicolo, raggiungo la mia destinazione. Le indicazioni della chiromante mi portano all'ennesimo condominio, così anonimo da essere indistinguibile da quello di Yae. Il pesante portone è soltanto accostato, la serratura elettronica non sembra funzionante. All'interno ignoro l'ascensore, e mi avvio su per le scale. Meglio salire fin all'ultimo piano a piedi piuttosto che farmi sorprendere da una di quelle vibro-lame nello stretto vano di un ascensore.

Per fortuna non devo arrivare tanto in alto, al quarto livello mi fermo. Il mio ingresso nel corridoio scatena una strana reazione. Il basso borbottio che prima si udiva attraverso le pareti cessa al rintocco dei miei stivali sul pavimento. La mano corre al calcio della pistola mentre ho l'impressione che ogni spioncino, o telecamera esterna, abbia alle sue spalle un occhio, puntato su di me. Lo scricchiolio della superficie plastica di una porta o un soffocato colpo di tosse oltre un'altra lo confermano. C'è qualcosa di opprimente nell'aria; paura.

Quando raggiungo l'appartamento in fondo e afferro la maniglia non incontro alcuna resistenza, la porta scivola sui cardini rivelando una serratura tagliata, come solo una vibro-lama potrebbe fare.

Sono arrivato tardi? È già morto?

Inspiro, gonfio i polmoni, e mi getto dentro estraendo il pesante autorevolver. La vista offertami nel minuscolo monolocale mi fa abbassare subito l'arma. È lì, ed è proprio lui; l'uomo dell'olo-proiettore. Legato a una sedia geme, confabulando e sussurrando senza sosta. Ha una mano mozzata, ma è una vecchia ferita, l'altra invece si agita febbrile, dimenandosi contro la corda di nylon che la blocca alla coscia.

» Tutto... ok?

Mormora qualcosa che non capisco, ma un suono lo riconosco. Quello che vuol dire "demone".

» Ma che...

Rimetto al suo posto la pistola e mi avvicino. È come se non mi vedesse, è come se non vedesse nulla. I suoi occhi puntano fissi davanti a sé, senza registrare la mia presenza. Le sue labbra si agitano veloci, la sua voce flebile e rauca. Continua a ripetere quella parola, in modo ossessivo e confuso. Il terrore dipinto su quegli occhi immobili, congelati.

Per un istante una sensazione di freddo glaciale mi colpisce, come una molla che scatta, mi volto verso l'ingresso. Quasi raggiungo l'arma, certo di un pericolo incombente. Ma la porta solitaria domina la vista sul corridoio esterno, agitata dal vento proveniente da una piccola finestra aperta. Non accade nulla e nessuno viene a reclamare la mia pellaccia.

Cosa? Niente? Sto diventando vecchio?

Torno a guardare il vecchio, sospirando.

» Questo qui invece è bello che andat-...

Da fuori viene una cacofonia di suoni acuti, facendomi sobbalzare e ribaltando le mie priorità. Sirene in rapido avvicinamento.

La polizia? Che tempismo del cazzo.

Fisso il vecchio, poi la stanza e infine la porta. Non ho potuto controllare nulla.

Merda!


[FINE DATA FRAGMENT 01/03]

Silicium Souls II: AratareWhere stories live. Discover now