[LOG 11 - DATA FRAGMENT 04/04]

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» Kisama!

Il ragazzino grida, maledicendomi, e balza in avanti.

Veloce, ma...

La spada alzata sopra la testa, il suo intero corpo teso e pronto, come una molla pronta a rilasciare il colpo. Il volto contratto per lo sforzo e la concentrazione.

Peccato che non sia abbastanza!

Con un suono metallico la sua spada va in frantumi a contatto con la mia. Traccio una mezzaluna verticale, incrociando la sua katana in alto, scendendo verso destra e poi richiudendo al centro per mozzargli la gamba avanzata su cui si era sbilanciato. Lascia la presa sull'elsa e crolla in terra gridando come una bestia impazzita. Sbatto le palpebre quando la gamba resta al suo posto, la lama ha tranciato in profondità il muscolo senza raggiungere l'osso.

Nel momento in cui ho spezzato la sua spada, ha spinto il suo corpo all'indietro per evitare in parte il colpo?

Oltre i fusuma un esercito di otturatori scatta in sincronia, raccolgo la spada spezzata del ragazzino per poi sfondare la sottile e fragile parete divisoria mentre i proiettili mi investono come una pioggia incessante. Atterro in mezzo all'ultima linea di difesa piroettando per evitare un fendente che mi avrebbe mozzato il capo. Ciò che segue è una terrificante danza di morte. Passeggio tra di loro, le spade volteggiano in aria come le bacchette di un folle direttore d'orchestra. Il filo delle lame bacia le loro gole e carezza i loro ventri, trasformandoli in viventi fontane di sangue. L'icore vermiglio che inzuppa e rende scivolosa la paglia dei tatami.

Resto l'unica a essere ancora in piedi, tutti gli altri sono morti o si contorcono al suolo, reggendosi le ferite e i moncherini. I loro gemiti mi carezzano sensuali i timpani. Dall'ultima rampa di scale sopraggiunge una voce imperiosa, che cerca di mascherare il dubbio e l'esitazione. Zoppicando scalo gli ultimi gradini.

» M-M-Masaka!

A parlare è l'oyabun, un elegante giapponese di mezza età, seduto all'estremità di un lungo tavolo nero, che stona con lo stile della stanza washitsu.

» Oh, oh, oh! Non hai neanche provato a evitarli i proiettili, vero? Tu sì che sei una folle e fottutissima macchina di morte!

L'adrenalina mi scorre così forte nelle vene che mi rendo conto soltanto ora di aver perso la spada spezzata, mi mancano tre dita e un pezzo del palmo della mano sinistra. Un paio di fori sanguinolenti nel torace mi fanno capire che qualche colpo fortunato ha passato sia lo shock-gel sia l'armatura sub-dermale. Devo essere stata presa anche alla gamba destra, da come sono costretta a tirarmela dietro. Sputo un grumo di sangue e saliva, prima di alzare gli occhi sull'ometto che ha aperto la bocca.

» Sapevo di trovarti qui, Bipple.

A un cenno del capo, la sua immancabile guardia del corpo pelosa si avvicina al capo del clan Hōnoki e gli taglia la gola. Schizza in piedi spalancando gli occhi, ma inciampa e si schianta con la faccia sul tavolo, per poi scivolare a terra, in preda alle convulsioni. Con uno schiocco improvviso la sua mascella esplode, quando Mr. Bipple gli calpesta la guancia con la punta del suo bastone, appoggiandovisi contro.

» Dalla tua presenza qui, deduco che tutti i suoi uomini siano morti. Era diventato inutile.

Non sento dolore, soltanto euforia, voglia di farli a pezzi e squartarli. Voglia di scuoiarli vivi. Voglia di macellarli. Voglia di distruggere ogni cosa. Gioia. I polmoni come mantici furiosi.

» È... tempo di... morire!

» Non vuoi sapere il perché, stupida bestia?

» Voglio soltanto... la tua vita.

Storce il naso zittito, mi sfugge un ghigno e proprio in quell'istante la donna leopardo mi è addosso. È così veloce che soltanto con i riflessi amplificati riesco a seguire i suoi movimenti. In una frazione di secondo mi rendo conto che è troppo tardi per sollevare la spada. Il mio corpo reagisce d'istinto, sposto tutto il peso sulla gamba sinistra, ruotando e sollevando la destra in un devastante calcio rotante. Il mio piede connette con il suo fianco non appena mi arriva a portata, un gemito le sfugge dalle labbra serrate mentre la proietto contro la parete.

Poi perdo l'appoggio e scivolo su un ginocchio, sul sangue, sul mio sangue. Tre squarci paralleli mi rigano il ventre.

Quando...?

Qualcosa mi risale su per la gola, cerco di rimandarlo giù ma mi ritrovo a vomitare sangue. Ora neppure l'adrenalina riesce a sopprimere il bruciante dolore al ventre.

Se non mi ha sbudellato è solo per la tuta.

Si rimette in piedi ripulendosi gli artigli tinti di vermiglio, da professionista fa finta di nulla ma dal respiro irregolare capisco di averle incrinato, se non spezzato, un paio di costole.

» Posso divertirmi con lei, Mr. Bipple?

» Come vuoi, piccolina, basta che mi porti la sua testa.

Ghigno ancora, passandomi la lingua sulle labbra sporche di rosso, intensificando il già forte sapore metallico che mi riempie la bocca. Intossicante, più intossicante dell'alcol o di qualsiasi droga io abbia mai provato. Mi rialzo a fatica, con le gambe che tremanti non mi reggono. Ma prima che ci riesca mi è di nuovo addosso, prendendosi pezzi della spalla e della coscia destra, con i suoi artigli affilati che tagliano il metallo quasi fosse carta. Scoppio in una grassa risata.

» Che hai da ridere? Nervosa?

Secondo dopo secondo, istante dopo istante, il lago di sangue ai miei piedi va allargandosi. Piccoli ma inesorabili rivoli scarlatti sgorgano dal mio ventre squarciato. Le gambe resistono, ma soltanto perché resto ferma, senza muovermi.

Devo chiuderla qui e ora.

» No, sei brava... davvero, ma non sei al... mio livello.

La mia provocazione la raggiunge come a un gatto a cui pestano la coda. Balza in avanti, gli artigli sguainati. Questa volta però la Yawaraka-te reagisce ancor prima che lei possa muoversi. La sottile spada danza nell'aria incontrando il suo braccio teso e puntato contro la mia gola. L'innesto mi spara una nuova scarica di adrenalina in circolo, ogni cosa rallenta come se fosse immersa nella gelatina. La sua corta pelliccia ondeggia per il momentum del balzo, mentre la lama bacia il suo avambraccio. Gocce di sangue vengono sparate nell'aria, come tanti piccoli proiettili congelati nel tempo, poi la spada incontra l'ossatura dell'arto in titanio rinforzato. Il frinire diventa assordate, la lama si incrina e poi si spezza.

Il tempo accelera sempre di più, mentre l'apporto di adrenalina si esaurisce. Tutto torna a scorrere alla normale velocità, mentre mi rendo conto di aver mangiato l'esca.

Mi ha dato in pasto il suo braccio sinistro per squarciarmi la gola con l'altro!?

Non posso evitarlo.

Mi getto in avanti, contro la morte, contro la mia morte.

Gli artigli mi raggiungono, li sento sfiorarmi la carne mentre addento al volo la lama spezzata della vibro-lama. La pelle si lacera, l'armatura sub-dermale viene strappata via. La raggiungo, il suo ghigno di vittoria si incrina, i suoi occhi si spalancano, mentre con una violenta torsione del collo gli pianto la punta nella tempia. Un occhio le esplode mentre si accascia a terra, i suoi artigli mi grattano il torace, scivolando giù, lontano dalla mia trachea.

Bipple si lascia sfuggire un gemito, arretra quasi inciampando nel suo stesso bastone. Alzo lo sguardo su di lui, ferina. Ghigno.

» È tempo di morire!

[FINE DATA FRAGMENT 04/04]

[FINE LOG 11]

Silicium Souls II: AratareWhere stories live. Discover now