-Li tenga aperti.- Si raccomandò mentre gli versava nuove gocce, Jake strizzò gli occhi e la donna gli passò dei fazzoletti.

-Deve prendersene cura, anche se il danno è irreparabile, sono comunque i suoi occhi e scommetto che la signorina Hooper non sarebbe felice di vederla farsi del male da solo.- Continuò imperterrita la donna.

Il ragazzo sospirò rumorosamente, con la coda dell'occhio lo vidi sfiorarsi i polsi.
-Sono venuto per una visita o per una ramanzina?-

La donna non sembrò rimanere turbata dal comportamento di quest'ultimo, sfoderò un sorriso emozionato. -Pensavo ve lo avessero detto che c'era altro, la visita era solo per sicurezza.- Esclamò.

-E di cosa si tratta?- Domandai sporgendomi leggermente, lei fece un profondo sospiro allungando l'attesa. Trattenni il fiato, la tensione nelle vene.

-Abbiamo trovato un donatore.-
Annunciò pimpante tornando dietro la scrivania.

Per un attimo rimasi immobile, cercando di realizzare il tutto.
-Lo sapevo...- Mormorai.

Chiusi gli occhi che si erano fatti lucidi cercando di controllarmi.
La dottoressa guardò di sottecchi il modello impassibile.

-Nessuna reazione, caro?-
-Non mi voglio illudere.- Disse solo.

-Le altre volte la banca degli occhi ha sempre trovato complicazioni.- Spiegò poi, calmo.

Lo abbracciai forte, la felicità che non riuscivo a contenere. -Quanto ci vorrà per sapere se quelle cornee vanno bene?- Domandai, la voce stridula.

-Qualche giorno.- Jake sembrava talmente tanto esperto in quel campo che provai pena, la donna lo guardò condolcezza.

-Oh, ma è già passato qualche giorno, caro il mio modello.- Esordì tutta pimpante.
-È confermato che le cornee sono adeguate per un trapianto.-

Mi sentii mancare l'aria e probabilmente feci una faccia indescrivibile perché la donna rise.
-Questo ingrato signorino sarà finalmente in grado di guardare in faccia la dottoressa che lo ha assistito tutti questi anni.-

Saltellò verso il ragazzo scompigliandogli i capelli con fare affettuoso, se in quel momento non fosse stato sotto shock probabilmente le avrebbe detto qualcosa.

Con gli occhi spalancati, fissi sul nulla, e le labbra socchiuse sembrava non essere veramente lì.

Repressi le lacrime, era un momento troppo importante per sprecarlo a piangere.

Lui sarebbe tornato a vedere, avrebbe potuto osservare i tramonti, i cielistellati, le onde del mare, i visi delle persone con i suoi occhi.

Le mie descrizioni, che fino a quel momento gli avevano permesso di immaginare, sarebbero state sostituite da una vista vera e propria.
E non c'era cosa che poteva rendermi più felice.

Presi per le spalle lo scorbutico dio greco obbligandolo a voltarsi. -Hai sentito? Jake Lee Hale, dimmi che hai sentito!- Urlai e con due dita gli accarezzai il viso.

Lentamente il ragazzo annuì, un'espressione indecifrabile in viso.
Mi fiondai tra le sue braccia stringendolo a me talmente forte che se la fisica lo avesse consentito ci saremmo fusi.

Hannah ci osservava appoggiata allo stipite della porta senza mai smettere di sorridere. -Potrò seriamente tornare avedere?- Mormorò, la voce spezzata dal pianto imminente.

-All'80% sì.- Lo rassicurò a suo modo lei.

-L'80% mi basta per illudermi.- Sussurrò e sentii il suo sospiro sul collo.

Un brivido mi attraversò la spina dorsale, era tornato a sperare.

Le sue labbra mi baciarono la fronte, senza mai allontanarmi da lui mi fece sedere sulle sue ginocchia. Hannah aprì la porta scivolando fuori dalla stanza.

-Potrò vedere il tuo viso.- Bisbigliò il ragazzo immergendo le lunghe dita snelle fra i miei capelli, accarezzandomi la cute.

Mi si scaldò il cuore nell' immaginare lo sguardo di Jake posarsi su di me, i suoi occhi scuri, come quelli che aveva da bambino, che si guardavano intorno e un sorriso genuino sulle labbra.

Sarebbe successo, doveva. Lui se lo meritava, meritava di tornare a vedere. Meritava di osservare le meraviglie del mondo, di viaggiare su un aereo e osservare l'oceano sottostante, di seguire con lo sguardo la linea dell'orizzonte colorata dal sole d'orato che si riflette sul mare.

Meritava di ricominciare a vivere.

E fu lì che mi lasciai andare, strinsi la sua maglia con le mani, la felicità che mi stritolava le viscere.

-Potrai osservare il mondo, non solo me.- Lui annuì, potevo sentire il suo cuore.

-Sì... sì, Mocciosa.- Sospirò allontanandomi di poco, le guance fradice e gli occhi arrossati.

-Ti porterò avedere il mondo e tutti i paesi che vorrai.- Nonostante non stesse sorridendo isuoi occhi brillavano. Si prese il volto fra le mani e rise.

Rise piano, rise incredulo e sereno lasciando che tutte le sue preoccupazioni scivolassero via.

Un sorriso solcò il mio viso mentre le lacrime calde mi ricadevano sulle labbra, alzai gli occhi al cielo ringraziando chiunque avesse permesso tale meraviglia.

Grazie. Grazie. Grazie.

Presi il ragazzo per un braccio tirandolo contro il mio petto.

La Lucciolaحيث تعيش القصص. اكتشف الآن