44. Sixteen

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Let's take the love that we found

And give it back to ourselves

Sometimes, these things don't work out

Sometimes, there'll be no one else

They said we'd never even make it this far

But here we are

[Ellie Goulding]

***

Uscendo dal piccolo supermercato che avevano scoperto, esplorando la cittadina di lago che le aveva accolte da qualche settimana con la benevolenza della natura rigogliosa e il sottile sospetto dei locali innanzi al riconoscibile accento melodioso con cui declinavano le parole, Camila affidò a Lauren anche le proprie borse.

- Tengo un'idea - spiegò, prima di infilarsi nella cabina telefonica in cui si imbatterono, girando l'angolo. Frugando in ambo le tasche del giubbetto discinto recuperò alcuni gettoni utili.

Nel cogliere il loro scintillio metallico, la corvina si allarmò.

- Camz - intervenne. - Che stai facendo? -.

Se aveva intenzione di contattare una persona qualsiasi di loro conoscenza evidentemente non aveva ancora compreso la drasticità di quella fuga. Per quanto egoistico, crudele e impietoso poteva risultare ai suoi occhi animati da un'intenzione pura e genuina, acconsentire sarebbe stata certo la scelta più rischiosa del caso. Insomma, la probabilità di aver scatenato una furia sanguinaria, specie in Christopher e in Alejandro, era quantomai concreta. Perché dunque, rinvigorirne la miccia o correggere il moto della scintilla di modo che cominciasse a mordere loro la suola delle scarpe?

Notando la sua espressione apprensiva e severa, Camila dissolse il timido sorriso di cui riluceva. Incosciente, si ammonì, mentre tra sé e sé sperava ancora di poter udire la voce di sua madre, di Sofia, o di Ecuba, perché no!

- Per favore, mi amor – insistette, con la parte più irrazionale e manchevole di sé. - Che danno può mai fare? -.

Non attese replica, ben consapevole che non avrebbe saputo proseguire, e compose rapidamente il numero di casa propria. Sperò con tutto il cuore di udire la governante, quando gli squilli cessarono, invece a rispondere fu Sinuhé.

- Pronto? - udì, testimoniando la rottura di un silenzio ormai di pietra. - Camila, a mamma, sei tu? -.

Il suo tono trasudava di una speranza ineluttabilmente materna, quasi di cieca disperazione; e per poco non ne venne persuasa. L'attimo in cui il terrore si sostituì alla colpa, e trovò senno negli occhi penetranti di Lauren, attaccò bruscamente.

- Scusa - sussurrò, una volta che, rientrate, poté coricare la testa sul suo torace. - Non so davvero che mi sia preso -.

Ella, che ricalcava il calore dei suoi fianchi al di sotto del Jersey del suo maglioncino beige, la rassicurò con un tenero pizzico: non v'era nulla per cui valesse la pena scomporsi.

- Non è successo niente - ribatté. - Se avessi avuto mia madre da chiamare, avrei fatto altrettanto -.

- Ti manca tanto, sì? -.

- Ogni giorno come l'aria -.

Sporgendosi verso di lei, Camila infossò la fronte nell'incavo del suo collo. L'odore più che familiare in cui si immerse possedeva un ascendente notevole, un che di rilassante.

- Se potessimo sposarci, io e te, - sospirò, senza curarsi che fosse un pensiero declamato ad alta voce, e non una suggestione mentale, - mia madre potrebbe essere benissimo anche la tua; ed Ecuba pure -.

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