18. Take me to church

115 10 0
                                    

Every Sunday's getting more bleak

A fresh poison each week

"We were born sick" you heard them say it [...]

The only Heaven I'll be sent to

Is when I'm alone with you

I was born sick, but I love it

Command me to be well

[Hozier]

***

Oltre la graticola rugginosa del confessionale, che altro non era che la proiezione fisica della cella in un cui si era voluta inutilmente costringere, le lusinghe del desiderio divenivano sempre più prepotenti. Camila la vellicò con i polpastrelli, tentando di sfiorare la fronte di Lauren che vi si appoggiava.

Se quella chiesa offriva un vantaggio, in mezzo alla diffusa ipocrisia di cui era impregnata, esso coincideva con una frescura pressoché inattaccabile.

- Se ci fossi sempre tu, confesserei anche peccati che non mi sognerei di commettere -.

- Ad esempio? -.

- Ad esempio uccidere un uomo -.

Quelle parole non erano state precedute da alcuna esitazione, alcuna incertezza. Erano emerse dal silenzio come una spada estratta dalla guaina; come una Beretta dalla fondina. E dire che non si confessava mai: era come contrarre una pestilenza!

- E costui sarebbe? -.

Sospirando gravemente, Lauren si allontanò dalla graticola. Quel nome maledetto cui pensava le avvelenava il sangue e la bile senza possibilità di essere espulso. Per quanto volesse cavarlo fuori da se stessa, anche con la forza, il silenzio che lo contornava era denso come mercurio. Lo doveva a Christopher, in fondo.

Quando Camila non riuscì nemmeno a immaginare di toccarla, data la penombra garantita dalla tenda, si trovò costretta a invaderla, irrompendo nella sua sezione di confessionale. Montò a cavalcioni del suo grembo, passandole le braccia dietro al collo per godere di un certo equilibrio. Sorrise nervosamente al cospetto di quella audacia, ma poi si lasciò sopraffare dalla tempestosa calma che il contatto fisico sapeva scatenare in lei.

Remote erano le possibilità di venire sorprese: a quell'ora del sabato estivo, se le spiagge si riempivano, il paese si svuotava. Non esisteva occasione migliore.

- Non importa - svicolò Lauren, deglutendo a vuoto. I suoi occhi dardeggiavano, rianimati nel desiderio. Solo un'altra volta aveva esperito un affare simile. Ma era durato troppo poco perché potesse divenire amore al livello che invece viveva ora. - Non importa più -.

Accolse Camila tra le braccia nella maniera più avvolgente che le riuscì; come se avesse appena tramutato gli arti superiori in robuste liane; e sebbene potesse perpetrare quella contemplazione per ore e ore, preferì calare le palpebre e cedere ai baci che le pervenivano a cascata, in un primo momento scoordinati su tutto il viso, poi famelici sulle labbra.

Pacifico che stessero imparando a cavalcare quelle ondate di passione senza venirne ustionate. Ma d'altronde cosa mai poteva importare loro, se era pari a dissetarsi dopo una lunga agonia nel deserto?

Poiché in ciò diveniva assai euforica, come se perdesse la sanità all'improvviso, assaggiando l'ambrosia degli dei, Camila sciolse la presa con cui Lauren la teneva in equilibrio e le inchiodò i polsi ai lati della testa, sul legno ben levigato del confessionale. Successivamente arrangiò un tenero intreccio tra le loro mani accaldate; e se in precedenza aveva percepito un sussulto di sorpresa, sulle proprie labbra, ora testimoniava un largo sorriso.

- Amore bello - mugolò Lauren, lasciando che ella disponesse di lei come più le garbava.

Non si avvide tuttavia, di come il suo cuore accelerò, a sentirsi chiamare così. Ma certo era che gliel'avrebbe cantato almeno un'altra volta.

***

Poiché aveva edificato di persona il quartier generale sottoterra, scavando ininterrottamente per mesi, insieme ai picciotti che esercitavano la professione di minatori, Vito La Rosa apprezzava necessariamente il buio. Esiste forse padrone che di notte non sappia muoversi in casa propria come se fosse pieno giorno?

Egli, stravaccato in una spumeggiante poltrona rococò, emetteva un'unica luce: il crine infiammato della sigaretta da cui costantemente aspirava nuova aria. Le sue dita apparivano tanto ossute che si distinguevano dal filtro che reggevano soltanto per la lunghezza.

A un certo punto, il silenzio che lo circondava si fece meno tagliente: lo stesso ragazzino che aveva ispezionato la merce rinvenuta da quel povero diavolo di Christopher comparve sulla soglia aperta della stanza. Dietro di lui si stagliava un'altra figura, assai più corpulenta e spavalda, che non credeva, in verità, di dover temere la tana del lupo come tutti, ma che se ne sarebbe pentita amaramente.

Con la punta del piede, Vito premette l'interruttore che giaceva a terra e che comandava il principale bulbo luminoso, pendente dalle crepe del soffitto. Fu subito evidente come a quel luogo mancassero ancora le rifiniture degli interni, a vantaggio della sua sicurezza.

- E luce fu – sghignazzò, congedando Ciro (così si chiamava lo scugnizzo) con un cenno del capo. Poi, rivolto all'uomo che in parte permaneva ancora nell'ombra: - Piglia posto, ho fretta -.

Da allora la porta dell'ufficio del capo, se così vogliamo chiamarlo, rimase chiusa e inaccessibile a chiunque altro. Non ci è dato sapere della conversazione che ebbe luogo, né dell'identità dell'uomo che la condusse. Ma dalle voci che ce ne pervennero nei giorni seguenti, abbiamo appreso che ira più funesta non si manifestava da millenni (Achille non ce ne voglia).

***

"Santa Ana, California

Agosto 1, 1984


[...] In questo apparente delirio emotivo troverai presto la pace. Se la faccenda ti intriga, impedendoti il sonno, then give it a try. Non avere mai paura di questo desiderio che dolcemente si insinua dentro di te, anche se ti appare folle. È ciò che vorrei esperire un'altra volta anch'io, lasciando che mi travolga senza rimedio.

Verga (non ricordo se tu abbia o meno letto quest'altra opera) difatti scrive: «Qualche volta, quando penso a quest'amore sì ardente e sì immenso, che non avrei saputo immaginare se non l'avessi ispirato, io che ho sorriso e folleggiato fra le ancor più folli proteste di mille galanti, io stordita da quest'incenso d'adulazioni e di corteggio che gli uomini più eleganti, più ricchi e nobili si affollano a bruciarmi ai piedi... io ho un movimento d'incerto terrore; ...mi pare che debba essere terribile, divorante, questa passione, quando è giunta a tal grado; ...mi pare ch'essa debba assorbire la via in un bacio di fuoco... ma in un bacio di tale ebbrezza da sembrare troppo piccolo compenso la vita, e troppo corti i giorni per avvelenarsene...».

Non è peccato, my dear. Mai sarà peccato se è un moto sincero del cuore. Ne discutevo con Ritchie giusto l'altro giorno. Ha detto di salutarti calorosamente, quando la sorte ci concederà un incontro. È tornato a Londra per terminare il dottorato, te l'avevo detto? [...]

Da come me la descrivi, e per quel poco che l'ho indovinata, osservandola le estati passate, Lauren non sembra possedere alcuna cattiva intenzione. Indaga sulle sue sensazioni, perché di certo sono meno volubili delle tue. Incrocio le dita per te.


Con affetto e mancanza, tua Dinah


p.s.: se credi sia una situazione ingestibile o malsicura in una maniera perniciosa, posso ospitarti presso di me per tutto il tempo che ti occorre a liberartene. Fammi sapere"

FieldsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora