15. Strawberries and cigarettes

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So I lied to my mum and dad

I jumped the fence and ran [...]

So you sat and stared at my lips

And I could already feel your kiss

[Troye Sivan]

***

La mattina che Camila non poté godere della compagnia di Dorado, poiché Rodrigo l'aveva portato con sé al pascolo, sui monti Picentini, (e anche finalmente, diremmo!) Lauren ebbe meno timore di avvicinarsi. Prima di oltrepassare il confine con un panierino rosseggiante al braccio studiò attentamente i dintorni. Ignorò ogni occhiata d'allerta che le venne rivolta, e che aveva origine dai fianchi di un sentiero di spighe acerbe, e ivi s'inserì. Le memorie che aveva acquistato al cinema cittadino ancora ardevano, sospese in una materia irrisolta.

- Cosa ci fai qui? Tornatene di là -.

- Ma chi vuoi che ci veda? E poi siamo in società, che diamine! -.

Camila le si avvicinò, fulminea. La scrutò di traverso, assai indisposta dalla sua presenza imprevista. Improvvisamente, per la prima volta in quell'innocente frequentazione segreta che condividevano, si percepì vulnerabile, e molle in ogni giuntura e muscolo del corpo. Che fosse un monito funesto? Insomma, non sono le perturbazioni corporee un'anticipazione del futuro maltempo?

Nervosamente, sfarfallò lo sguardo lungo le immediate vicinanze. Poi cominciò ad ansare, timorosa anche di quell'anima discreta di Alfonso. Oh, ma dove diavolo erano finiti all'improvviso tutti gli operai? Era già ora di pranzo?

- Per favore, va' via – impetrò, accompagnando le parole a un gesto eloquente. Si voltò, raggomitolandosi nelle spalle come per proteggersi; proteggersi da quell'incognita che induceva un festoso subbuglio nel suo stomaco e al contempo, una calma piatta.

- Non ho cattive intenzioni, te lo giuro -.

- Diceva così anche quello strunz -.

Pur riavvicinandosi, Lauren impietrì. Rodrigo-chiavica-Álvarez. Poiché avrebbe voluto investirlo di improperi poco cortesi, si azzittì con le fragole che aveva appena raccolto. A chi mai sarebbe importato, se erano frutto di una maturazione tardiva?

- Diceva così, ah? – si schermì. – E poi che ha fatto quella bestia? – proseguì, mal controllando la prima fiammata di collera. Nonostante serrasse i pugni lungo i fianchi, inevitabile fu che vagheggiasse con vibrante concupiscenza la schiena minuta e spigolosa che aveva innanzi.

Setacciò la destra e la manca in una sola occhiata gelida: anche volendo, al momento non esisteva compagnia che esulasse da loro due. Inspirò profondamente, tentando di quietare la miccia sul nascere.

Oltre al caldo afoso della campagna, calando le palpebre, alle narici accolse un odore fresco, e al contempo dolce, che probabilmente derivava da qualche shampoo fruttato che...

Camila inclinò il capo di lato, affrettandosi a raccogliere i capelli con un elastico: di tutte le volte che si era esposta, quella era l'unica in cui la relativa possibilità di essere offesa non la tangeva minimamente; non più, da qualche istante. Era pari a percepire una remota, ma solida sicurezza.

- Non ha importanza - ribatté. - Tanto gli hai già spaccato la faccia -.

Lauren schiuse lo sguardo in tempo per vederla ritrarsi. Più che continuare a indagare, sedotta dal suo sentore meridionale, urgeva un contatto. Mosse un passo in avanti, seguendola specularmente fino ai fusti verdi e biondi delle spighe, impedendole di sottrarsi. Avrebbe voluto saper proporre qualsiasi attività alternativa, invece disse: - Deponiamo l'ascia -.

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