Laced - Capitolo 48 (Fratelli Ribelli e Lunghi Viaggi)

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Mi strinse la coscia per rassicurarmi, e sorrise. "Non preoccuparti, ci fermeremo in un supermercato prima di arrivare. Possiamo prendere anche i tuoi...i tuoi assorbenti."

Forzai un sorriso sulle mie labbra, ma dentro, ero mortificata dalla facilità con cui parlava di una cosa del genere, quindi cambiai facilmente argomento. "Stai andando veloce, Signore."

Diede un'occhiata al contachilometri, poi si rigirò verso di me. "Nah, non è di molto."

"Ma comunque." Obiettai. "È comunque un bel po' sopra il limite di velocità."

"Se ti stai preoccupando delle forze dell'ordine che potrebbero fermarci, non farlo. Possono essere manipolati facilmente, senza menzionare che ho molte connessioni nel governo e posso usarle quando voglio." Si vantò.

Non dissi niente, perché non aveva senso contraddirlo - aveva sempre ragione in qualsiasi cosa di cui discutevamo. Ed ero riuscita a distrarlo dall'argomento di prima, così lasciai perdere.

Quando un altro sbadiglio mi scappò dalle labbra, parlò. "Nei sedili posteriori ci sono un cuscino ed una coperta. Li ho presi per te. Reclina il sedile, dovresti riposarti."

Il suo piccolo ma gentile gesto mi fece piacere, così mi girai. Il cuscino si trovava sopra la coperta sul sedile dietro, quindi li afferrai entrambi e reclinai il sedile.

Dopo aver aggiustato il sedile sotto di me così che fossi messa bene, mi stesi sulle gambe la coperta. "Grazie."

Mi girai così che fossi in grado di guardarlo dalla mia postazione sul sedile reclinato, ed intrecciai la dita con le sue oltre la barriera tra di noi. "Quanto abbiamo ancora?"

Rimase in silenzio prima di parlare. "Arriveremo questa sera sul tardi."

Sospirai, ancora irritata dal fatto che non volesse dirmi dove stavamo andando. Se saremmo arrivati questa sera tardi, ed ora erano solo le una del pomeriggio, ci mancavano ancora sei o sette ore. "Okay."

E poi chiusi gli occhi, stringendogli di nuovo la mano e sospirando stancamente.

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POV di Caleb

Mi alzai dal letto nella grande stanza che Zayn mi aveva dato finché non avessimo attuato il resto dei nostri piani. Sbuffai irritato, ed alzai gli occhi al cielo. Ovviamente mi avrebbe messo in carica di una cosa che non volevo fare, mentre lui ed il suo piccolo giocattolino andavano in vacanza per il weekend.

Aveva detto qualcosa a proposito di quel Niall o qualcosa del genere che sapeva tutte le cose, quindi decisi di prenderne vantaggio. Sapevo dove si trovasse la sua stanza - era nell'ala degli schiavi di alto livello, ma il mio problema era che non sapevo esattamente dove fosse.

Decisi velocemente di fare un salto nella sala da pranzo, forse lì qualcuno lo sapeva.

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Dopo aver trovato Niall, gli chiesi di riunire chiunque vivesse nel palazzo nella sala da pranzo - pensano che fosse la maniera più semplice per parlare con tutti in una sola volta.

"Ecco, Signore." Niall mi raggiunse, porgendomi un microfono senza filo. "Ho impostato questo così che tu non debba perdere la voce per palare."

"Oh, grazie." Dissi, sorpreso dalla suo aiuto. "Ma veramente, chiamami Caleb. 'Signore' mi fa sentire vecchio, ho solo diciannove anni porca puttana."

"Si, Signor- scusa, intendevo Caleb." Rise, notando il suo errore. "Caleb." Ripeté a sé stesso.

"Bene, come si accende questo affare...?" Mormorai a me stesso, cercando il bottone sul collo del microfono. "Ahh, eccolo." Lo accesi, e ci diedi un paio di colpetti sopra per assicurarmi che funzionasse e per attirare l'attenzione di tutti.

Laced (Italian Translation)Όπου ζουν οι ιστορίες. Ανακάλυψε τώρα