È bello tornare a casa dopo tanto tempo. La nostra piccola casetta. Scendo dalla macchina vedendo la sua facciata principale. I muri rivestiti di pesante legno chiaro, il tetto con tegole scure, la porta che sembrava invitarmi ad entrare. '' papà apri il cofano '' dico chiudendo la portiera. Ron scende dall'altra parte '' certo tesoro '' grida la voce di mio padre, prima di scendere dall'auto. Mi rivolge un entusiasmante sorriso. Mentre io comincio a prendere i miei bagagli anche la mamma scende e guarda con nostalgia l'edificio davanti a se '' che bello essere di nuovo a casa '' dice con un respiro profondo. '' dopo tutto ce lo siamo meritato '' Ron mi spintona e prende le sue valigie '' ehi! '' dico ridendo. Mentre lui prende il suo pallone di calcio lo spintono, ed esso sfugge dalle sue mani, rotolando per strada. '' vado a prenderlo io! '' esclama mio padre. Mi rivolgo a Ron '' te lo sei meritato '' lui mi fa la linguaccia che mi fa ridacchiare. '' Thomas! '' urla mia madre con voce carica di terrore. Rivolgo lo sguardo a mio padre, chino sul pallone in mezzo alla strada, proprio mentre un camion si avvicina veloce verso di lui. Mio padre alza lo sguardo '' papà! '' urlo in preda al panico. Ma non riesco a raggiungerlo, non riesce a salvarsi. Viene investito dal camion, e questo trascina il suo corpo. Grido terrorizzata. Mia madre si inginocchia con il viso bianco e terrorizzato. Mi guardo intorno. La nostra casa non ha più quell'aspetto accogliente di poco fa, la porta è sbarrata da strisce di spesso scotch giallo, i muri sembrano più scuri. Mi giro ancora. Ron non è più accanto a me, la mamma è scomparsa, il mio papà è morto. Sono sola. Completamente sola '' no! '' urlo mentre le gambe non riescono più a reggere il mio peso. Crollo a terra '' no! ''. Il mondo comincia a vorticare, come se qualcuno mi stesse scuotendo. Stringo gli occhi '' svegliati! '' grida una voce '' Taylor, svegliati! '' spalanco gli occhi di scatto e la luce del sole mi acceca, costringendomi a socchiudere le palpebre. Quando mi abituo alla luce riconosco i lineamenti del vis di Kim chino su di me, le sue mani che mi stringevano le braccia. Ansimavo e avevo le guance umide '' mi hai spaventato '' dice Kim con un misto di sollievo, lasciando la presa sulle mie braccia e allontanandosi. Con le braccia mi aiuto a mettermi seduta '' mi dispiace. Ho fatto un incubo ''. Mi ritrovo avvolta dal suo profumo e dal calore della sua giacca. Devo essermi addormentata prima di lui e deve aver capito che avevo freddo. Lo osservo. Ha gli occhi chiusi e le mani dietro la testa '' non fa niente. Tanto mi ero appena svegliato '' fa uno sbadiglio '' sai che ore sono? '' senza dire una parola prende il cellulare dalla tasca dei jeans e me lo porge. Lo prendo e cerco il tasto hai lati del telefono per accenderlo, quando lo trovo lo schermo si accende e vedo l'orario. Le 5.50. '' wow è prestissimo '' '' abbiamo fatto le ore piccole ieri notte. O è meglio dire che ci siamo addormentati qualche ora fa. Cioè non si può dire che ... '' '' Kim, ho capito '' lui tiene ancora gli occhi chiusi '' vuoi raccontarmi l'incubo? '' chino lo sguardo sul cellulare nelle mie mani e giocherello un po' '' eravamo tornati a casa, io e la mia famiglia. La mia casa, mio padre ... era come se tutto non fosse successo. Poi ho spinto Ron, la palla che teneva in mano è caduta in strada e papà è andato a prenderla. Un camion è sfrecciato nella sua direzione e lo ha ... trasportato con se. Poi è come se la realtà piombasse all'improvviso. La mia casa messa all'asta, mia madre e mio fratello scomparsi. Ero sola ... e terrorizzata '' lo guardo di nuovo. Lui era nella stessa posizione di prima, solo che adesso gli occhi erano aperti e diretti verso di me '' da piccola avevo sempre questo genere di incubi, quindi ormai sono abituata '' sorrido incerta '' anche se nessuno si prendeva la briga di svegliarmi e ascoltarmi ... '' concludo con una risata amara. Kim si mette a sedere di botto '' voglio che quando hai questo genere di incubi mi chiami. Non mi importa l'ora, o il luogo. Voglio che mi chiami. Okay? '' ridacchio '' non c'è bisogno di ... '' '' sul serio. Altrimenti ti chiamo io ogni notte per capire se hai avuto un incubo o meno '' sorrido '' sei ... '' '' Taylor! '' Gus. Aggrotto le sopracciglia '' hai sentito anche tu? '' dico rivolta a Kim. Lui annuisce e mi aiuta ad alzarmi. Gli porgo la giacca '' no, tienila tu. Domani me la dai '' non insisto. Infilo le braccia nella giacca e mi riscaldo dentro di essa '' Taylor! '' la voce di Gus era sempre più vicina '' Gus! '' chiamo quando vedo una sagoma lontana. Essa si ferma e si gira verso la nostra direzione. Gus ha il viso arrossato e i capelli scompigliati, il fiatone e una scarpa slacciata. Quando viene verso di me, non esita ad abbracciarmi. Mi stringe forse e io ricambio l'abbraccio ''quando Dolores mi ha avvisato che eri sparita mi sono preoccupato tantissimo '' gli do qualche pacca sulla schiena '' sono qui '' si stacca e mi prende le braccia scuotendomi '' mi spieghi perché non sei tornata a casa? Dolores non mi ha voluto dire niente. Restare qui, di notte, sola ... sei pazza? '' '' non ero sola '' dico senza pensarci. Rivolgo lo sguardo a Kim, a pochi metri da noi '' c'era Kim con me ''. Gus sembra solo ora accorgersi della sua presenza '' avresti dovuto portarla a casa '' dice severo guardando Kim. Lui apre la bocca per rispondere ma lo precedo '' io non sono voluta tornare a casa '' Gus mi guarda di nuovo, lasciando cadere le braccia '' perché? '' '' non ho voglia di parlarne ora '' '' tu sai che potrebbe fare Greta '' so bene a cosa sta alludendo. Un'altra gira dalla psicologa '' lei non può farmi proprio niente. Dolores è addetta a questo genere di cose '' lui sospira '' chiamo tutti per dire che ti abbiamo trovata. Poi torniamo a casa '' dice severo. Mentre Gus si allontana, Kim si avvicina '' non capisco perché mi tratti male '' dico continuando a osservare Gus parlare al telefono '' forse si aspettava che andassi da lui '' mi volto verso Kim '' cosa vuoi dire? '' '' di solito le persone quando sono scosse scappano dove si sentono più al sicuro. Da quello che ho capito, lui è il tuo migliore amico, una persona di cui ti fidi '' '' sono andata nel primo luogo che mi è venuto in mente '' continuo a fissarlo e lui sbatte le palpebre '' che c'è? '' dice alla fine '' nella tua scuola insegnavano psicologia, per caso? Una cosa che vi aiutasse a comprendere il complesso cervello umano? '' lui scoppia a ridere. Gus si avvicina '' ti consiglio di metterti un casco per quando torniamo a casa. Annabel ti aspetta con una mazza da baseball '' annuncia Gus '' mentre Sam ti ustionerà con un caffè a prima mattina '' '' mi preparerò '' Gus mi guarda con aria supplicante '' torniamo a casa Taylor '' alza un braccio e mi toglie un filo di erba dai capelli '' per favore '' '' okay '' Gus sorride '' bene, andiamo. Ciao Baston e grazie per il tuo aiuto '' dice ironico. Kim gli lancia un'occhiataccia e mi saluta con un sorriso. Gus va a destra mentre Kim a sinistra, ma io lo fermo prendendolo per un braccio '' ti accompagniamo noi a casa. E poi l'uscita è dall'altra parte '' gli sorrido '' il castello non è lontano da qui. Può benissimo andare a piedi '' esclama Gus, ma io scuoto la testa '' potrebbe perdersi in un piccolo paesino '' '' dubiti delle mie capacità di orientamento '' '' si. E faccio bene ''.

La Ragazza Yo-YoWhere stories live. Discover now