Laced - Capitolo 47 (Flirt ed Errori da Ubriachi)

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Buttai i piedi fuori dal materasso. Sedendomi, alzai le braccia, stiracchiandomi. La mia mano si abbassò sulla mia bocca mentre sbadigliavo, ed aggrottai le sopracciglia quando mi accorsi di avere un leggero mal di testa. Forse un bagno caldo mi avrebbe aiutata a rilassarmi.

Alzai la canottiera oltre la testa e mi tolsi i pantaloncini, andando velocemente verso il bagno con addosso solo le mutandine.

Un attimo prima che riuscissi ad aprire la porta chiusa del bagno, questa scricchiolò e si aprì, facendomi fare un salto indietro per la sorpresa.

Ansimai, alzando un braccio per coprirmi il petto nudo quando realizzai che era il Signor Zayn, e l'unica cosa che copriva il suo corpo era un piccolo, bianco asciugamano, aggrappato pericolosamente in basso sui suoi fianchi.

"S-Signore..." Balbettai, arrossendo e spostando lo sguardo. Riuscii a sentire le mie guance riscaldarsi per l'imbarazzo. "Mi hai spaventata." Dissi accusatamene.

Indossava un'espressione divertita in faccia, con gli occhi che scendevano sul mio corpo. Girai il mio torso dall'altra parte, con le mani sopra ad ogni seno. Non poteva essere più imbarazzante di così.

Dopo quello che sembro un arco di tempo infinito, respirò velocemente. "Mi stavo facendo la doccia."

Nel mio bagno? Ero leggermente sorpresa. "Si, vedo."

"Suppongo che ti piaccia quello che vedi?" Ridacchiò sornione, e realizzai che lo stavo fissando.

"Umm..." Mi agitai, ed abbassai la testa per l'imbarazzo. "Allora mi faccio il bagno dopo." Dissi con voce piccola.

"No, no. Vai pure." Mi stuzzicò, con gli occhi fissi sulle braccia che mi coprivano il petto esposto.

"Non posso." Mi lamentai. "Non con te...sai, con te qui." Spiegai, sembrando solo ancora più stupida.

Rise, alzando le mani in aria in segno di resa. "A me non dispiace, fa solo finta che non ci sia, allora."

Scossi la testa di nuovo, facendo una smorfia. "Signore..."

"Va bene, va bene! Me ne vado." Si arrese, poi uscì dalla porta del bagno.

Lo guardai con attenzione, poi gli passai di fianco andando lentamente verso l'entrata del bagno.

Strillai e corsi più veloce quando le sue dita si infilarono sotto l'elastico sulla mia vita delle mutandine, tirandolo indietro e facendolo schioccare sulla mia pelle.

Fece una risata di gusto, scherzosa e gutturale, ed allungai un braccio per chiudermi dietro la porta così che non potesse continuare con la sua tortura giocosa.

Con mio orrore, fermò la porta con un piede, e strillai. "Spostati." Lo pregai, sentendo il mio viso arrossarsi ancora di più.

Alla fine, sospirò, e poi ridacchiò tra sé e sé di nuovo.

"Beh, fa veloce, e prepara un paio di cose per il weekend. Devo fare alcune cose, poi partiamo." Ordinò, guardandomi un'ultima volta per poi togliere il piede dalla porta e lasciarmi a me stessa.

"Aspetta!" Dissi, con il corpo premuto alla porta che avevo appena smesso di chiudere a chiave.

"Cosa c'è, Abigail?" La sua voce arrivò dall'altra parte della porta.

"Dove andiamo?"

Riuscii a sentire il sorriso nella sua voce quando rispose. "Da qualche parte. Ora muoviti prima che entri lì dentro e ti tiri fuori, vestita o no."

Laced (Italian Translation)Where stories live. Discover now