𝐋𝐕𝐈𝐈𝐈

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"So che vi potrà sembrare strano ma credo che siamo una grande famiglia, si vede, anzi lo dimostriamo, guardate semplicemente Elle ed io, abbiamo creato un legame così forte che resisterà per non so quanto tempo, infinito? Lo spero" si voltò per guardarmi e con le lacrime agli occhi le sorrisi.

"Vi conosco da qualche ora e posso dire di sentirmi a casa, in quel posto dove le risate ti fanno stare bene e non hai motivo per cui sentirti di troppo, non so se anche per voi è così ma per me lo è" prese un respiro e si asciugò la lacrima che rigava la sua guancia, "Intendo condividere anche con voi come ho già fatto la settimana scorsa con la mia famiglia una grande notizia, beh, ecco, aspetto un bambino" disse tutta d'un fiato.

Alzai il mio bicchiere e di conseguenza anche gli altri, "Cara è una bellissima cosa, vieni qui" disse mia madre sul punto di piangere, era parecchio emotiva, tra qualche chiacchiera e l'altra, domandarono molte cose riguardo al piccolo, Ash rimase molto vaga, non sapeva ancora molto.

Una volta finito il pranzo i miei fratelli, uscirono per andare in centro, mentre i miei genitori andarono a fare qualche passo, rimanemmo così solo io ed Ashley.

"Allora amica mia, che cosa vogliamo fare in questi giorni?" chiesi abbracciandola, "Vediamo, tu dove vorresti portarmi?" domandò, "Beh allora, c'è Roma che è molto bella, potremmo andare in treno" dissi io, "Perfetto, ora andiamo, ti porto io in un posto" rispose prendendomi la mano tutta felice.

Io confusa cercai di seguirla, "Willow vieni" dissi alla cagnolina che dalla cuccia corse subito fuori seguendoci, "Forza, dai, tieni il passo" continuò, chiusi la porta di casa e dopo avermi lanciato le chiavi della macchina, salimmo e mi diede della indicazioni, "Ashley mi dici dove stiamo andando?" le domandai più volte ma non rispose.

Finalmente dopo qualche minuto arrivammo davanti ad una piccola casa su due piani, "Parcheggia qui davanti" disse facendomi spegnere la macchina, "Ma Ash perché siamo davanti a questa casa?" chiesi guardandomi intorno per capire se non era quella la destinazione ma magari qualcos'altro che non avevo visto.

"Rimani qui o scendi?" continuò senza prestare la minima attenzione alle mie innumerevoli domande.
Si diresse proprio davanti all'ingresso e io incuriosita la seguii, iniziò a cercare qualcosa in borsa e tirò fuori delle chiavi, le inserì nella serratura e girò la maniglia mostrando l'interno, Willow iniziò a perlustrare ogni angolo della casa.

Iniziai a capire, "Quando avevi intenzione di dirmi che avevi comprato una casa in Italia?" dissi entrando, "Certo che alcune volte faccio fatica a credere se sei ironica" si mise le mani in testa e io ero ancora più confusa di prima.

"Allora mi spieghi questa" aspettai un secondo per cercare la parola giusta per la situazione ma non mi veniva, "Cosa" continuai facendo un gesto per indicare tutta la casa.

"Ti consideravo più intelligente" disse, "Ashley, continui a fare giri di parole non rispondendo alle mie domande, cosa ci facciamo qui? È tua questa casa? Mi rispondi?" stavo iniziando ad avere caldo perciò mi legai i capelli e aspettai una risposta che finalmente non tardò ad arrivare.

"Certo che non è mia" certo che si era proprio sprecata con cinque parole in croce, "E allora di chi è?" chiesi cercando di mantenere la calma, "TUA STUPIDINA, BUON COMPLEANNO!" in quel momento salutarono fuori tutti, i miei genitori, Matteo e Leonardo, la mia amica mi venne incontro abbracciandomi e rimasi senza parole.

"M-ma come m-mia? Il mio compleanno è passato da tanto ormai" continuai, "Consideralo un regalo in ritardo, aspettavamo che tornassi per farti questa sorpresa tutti insieme" disse mio padre e io con le lacrime agli occhi mi gettai tra le sue braccia, "Ashley ha voluto contribuire, quindi è anche e soprattutto merito suo" continuò mia madre, ringraziai tutti e ancora non potevo crederci. Avevo una casa tutta per me.

"Ti Basta Sapere Che Ti Amo" ᴇᴍ Where stories live. Discover now