𝐗𝐗𝐗𝐕𝐈𝐈

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Anche se aveva risposto in modo molto serio, lasciai perdere, non volevo litigare, avrei scoperto da sola che cosa nascondeva, ero più che certa che ci fosse qualcosa.

"Andiamo a farci un giro?" chiesi rompendo quel silenzio che si era creato, "Sì, vieni" mi prese la mano e uscimmo dalla caffetteria.
Noi due, con le dita intrecciate e Willow al guinzaglio nell'altra mano. Mi sembrava di vivere un sogno. Pace e tranquillità.

Passammo un pomeriggio stupendo, girando fra vari negozi, arrivammo davanti ad un museo di cui avevo tanto sentito parlare, Madame Tussauds, dove erano presenti le statue dei personaggi famosi o persone importanti.
Volevo assolutamente entrarci e dopo aver insistito con Tom, finalmente decise di accompagnarmi.

"Non so cosa tu ci trova di bello in un museo" disse sbuffando, gli tirai un leggero pugno sul braccio, "Sinceramente non mi sono mai piaciuti in generale, li trovo noiosi ma questo non credo lo sia" sorrisi e allora lui si lasciò andare, ormai non poteva più tirarsi indietro.

Iniziò a scattarmi varie foto e dopo aver fatto il tour completo pieno di risate ci dirigiamo fuori ormai sera.
"Mangiamo qualcosa?" annuii.
Concentrati a guardare difronte a noi per dirigerci verso un fast food, "McDonald's" dicemmo all'unisono, i nostri sguardi si collegarono e rimasimo fermi per qualche secondo.

Eccoci arrivati, finalmente dopo una lunga camminata, andammo a sederci ad un tavolino per due.
"Vado io" gli dissi, inclinò la testa, "Che c'è da guardarmi così?" domandai, "Magari ti serve una mano" rispose, "Sai nel parlare" continuò, "So parlare perfettamente inglese, non ho bisogno del traduttore" iniziò a ridere e io andai alla cassa per ordinare.

Ci portarono i nostri panini e bibite, si divertiva a mettersi le patatine ai lati della bocca, facendo delle facce buffe, scattai delle foto per non dimenticare questi momenti felici, si divertiva anche lui a farne a me, mentre ridevo o mangiavo.
Diedi un pezzo di pollo a Willow che sicuramente gli piaceva e appena saremmo arrivati a casa gli avrei dato le sue crocchette.

Finimmo di mangiare e dopo essere usciti dal fast food mi prese per mano iniziando a correre, "Tom ma che fai?" gli dissi iniziando ad avere il fiatone dopo parecchi metri, "Ti porto in un posto bellissimo" rispose, "Ti piacerà vedrai" mi guardò un istante per poi girarsi e continuare.

Svoltammo l'angolo ed eccola lì, un'enorme ruota panoramica, ero a dir poco sconvolta nel vedere quel bellissimo posto, pieno di colori e molto illuminato nonostante il cielo era già completamente scuro.

Dalla mia bocca uscì solo un leggero "Wow", non trovavo le parole per dire altro, per esprimere il mio entusiasmo.
"Saliamo?" mi domandò ma prima che potessi ribattere mi prese in braccio e mi portò davanti all'ingresso, aprì lo sportellino ed entrammo nella cabina.

Mi misi seduta con gli occhi chiusi.
Sì, avevo una terribile paura dell'altezza però questo lui non lo sapeva, non volevo darglielo così da rovinare la sorpresa perciò rimasi calma. Contavo 1...2...3...4
"Ei piccola Elle" mi tolse dai miei pensieri, sentivo la sua presenza vicina, mise una mano sulla mia gamba, passando poi alle mie mani rigide.

Riusciva a percepire la mia tensione, "Prendi il mio braccio come l'ultima volta" in quel momento aprii finalmente gli occhi, "Cosa?" istintivamente feci come ha detto, "Non ti ricordi in aereo quel giorno?" mi disse.

Non ci posso credere, su 7 miliardi di persone nel mondo, su quel volo, accanto al mio posto, c'era lui.
Sorrisi, "Non me lo aspettavo" e in quel momento mi prese il viso tra le mani e azzerò tutte le distanze che ci separavano, le nostre labbra erano collegate, i nostri corpi così vicini da poter diventare un'unica cosa.

"Ti Basta Sapere Che Ti Amo" ᴇᴍ Where stories live. Discover now