𝐗𝐗𝐕

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Mi ripresi, erano quasi le 2:00 di notte, asciugai le lacrime che ancora scendevano senza sosta.
Avevo gli occhi bagnati, ero rimasta lì ferma per più di un'ora, non volevo tornare a casa, non avevo le forze per fare nulla. Avevo preso la decisione giusta? Non lo so.

Forse sarei dovuta restare, godermi quel momento e invece sono scappata come una codarda per la paura di amare.

Girai la chiave della macchina, sarei tornata a casa sperando che Ashley non fosse già lì, non avevo voglia di darle spiegazioni, non volevo parlare con nessuno.
L'unica cosa che avrei fatto era andare a dormire, togliere tutti i pensieri dalla mia testa.

Arrivai ad un incrocio, avevo ancora gli occhi offuscati, guardai a sinistra e a destra, andai dritta, arrivò una macchina ad alta velocità e io per non andarle contro svoltai a destra andando a schiantarmi, buio.

.

Mi svegliai, erano quasi le 6:00 per colpa di una telefonata da mia sorella Ashley, "Tom, Elle ha-ha fatto" mi alzai velocemente dal letto, la sua voce iniziò a preoccuparmi, "Ashley, calmati, cosa è successo a Elle?" gli chiesi mantenendo la calma, "Elle ha fa-fatto un incidente, t-ti spiego tu-tutto, raggiungimi in os-ospedale, st-sto andando lì" disse singhiozzando e senza rispondere misi giù il telefono e mi preparai, presi le chiavi della macchina e mi diressi nel punto in cui Ashley mi aveva detto di andare.

Arrivai e chiesi ai medici dove si potesse trovare Eleonora Bianchi, mi dissero di andare al quarto piano, l'ascensore si aprì e vidi mia sorella con le mani sul viso, era distrutta, appena si accorse di me, si alzò e mi abbracciò, stava piangendo.

"Come è successo?" gli chiesi stringendola, aveva bisogno di me, "Ie-ieri dopo essere to-tornata, non la trovai da nessuna pa-parte, provai a chiamarla e richiamarla m-ma non rispondeva, al momento pe-pensai che magari po-poteva avere il silenzioso ma poi d-dopo qualche ora mi chiamò l'os-ospedale" aveva la voce tremante, si staccò leggermente da me, fece qualche respiro per continuare.

P"Poi mi dissero che Eleonora aveva fatto un incidente, la prima persona che mi è venuta in mente sei tu, io-io non so cos-cosa fare non pos-so perderla" si mise di nuovo tra le mie braccia e pianse.

Non potevo farmi vedere triste, almeno io potevo essere la sua forza, "Stai tranquilla sorellina" gli dissi, "Guardami Ashley, noi non la perderemo" continuai lasciandole un bacio sulla testa.
Mi strinse ancora più forte.

"Si è svegliata?" le chiesi, "No, l'hanno operata appena l'hanno portata qui, dicono che vedendo le telecamere di sorveglianza è stata colpa di un'altra macchina che arrivava e lei per non schiantarsi si è spostata" disse lei asciugandosi le lacrime e soffaindosi il naso.

"Voi chi siete per la signorina?" si avvicinò il dottore, "Siamo am.." stava per dire Ashley ma sapevo che non ci avrebbero fatto vedere Elle, "Parenti, siamo suoi parenti" risposi io, "Possiamo vederla?" continuai chiedendo.

"Ora dobbiamo lasciarla riposare, tra qualche ora potrete entrare" ci rispose il medico, "Per qualsiasi cosa chiedete" andando poi in un'altra stanza.
"Perché non gli hai detto che siamo amici?" mi chiese Ash senza alzare troppo il tono di voce, "Perché non avremmo potuto vederla" gli sorrisi tranquillizzandola.

"Forse è meglio se vai a casa a riposarti, questa notte non hai dormito nulla, sto qui io, se ci sono aggiornamenti, ti chiamo" le dissi e lei dopo qualche incertezza accettò, era davvero stanca e si vedeva.
Mi diede un bacio sulla guancia e andò in ascensore, "Appena hai notizie chiamami!" annuii e poi le porte si chiusero, lasciandomi solo in quel lungo corridoio d'ospedale.

In quel momento aspettai, volevo davvero bene ad Elle, non avrei mai potuto perderla, cosa avrei fatto senza di lei, mi ha reso felice quando nessuno ci riusciva, ha trovare in me qualcosa di speciale, non so per quale motivo si sia comportata in quel modo la sera prima ma quel bacio, è stato qualcosa di unico, le mie labbra al contatto con le sue mi mandavano in un altro spazio, io e lei.

A pensare e pensare mi addormentai, "Scusi" mi svegliai, era il dottore, "Se vuole ora può entrare, non è ancora sveglia però magari sentire la voce di qualcuno la potrebbe aiutare" mi disse, "Cosa ha Elle, cioè Eleonora?" chiesi prima di varcare la soglia che mi separava da lei.

"Ha battuto forte la testa contro al vetro della macchina, rompendolo, è caduta fuori e si è fratturata il gomito.
L'abbiamo operata d'urgenza però l'ambulanza l'ha trovata già con gli occhi chiusi" spiegò il dottore, "Purtroppo la polizia non ha ancora rintracciato da chi è stata fatta la chiamata" continuò lui e ringraziai.

La mia mano era sulla maniglia della porta, non avevo il coraggio di aprirla, mi sentivo in colpa, avrei dovuto seguirla, il pensiero di rivederla era più forte di qualunque altra cosa.
Entrai, era lì davanti a me, sdraiata su un lettino che dormiva, non so se mi avrebbe sentito, non so nemmeno se le avrebbe fatto piacere che io fossi lì.
Mi misi sulla sedia vicino a lei, le presi la mano e da quel momento iniziarono a formarsi delle piccole lacrime sul mio viso.

Era incredibile quanto fosse forte il solo pensiero di perdere la persona che ami.
Lei a differenza di altre, era diventata mia amica non per la fama che avevo ma per come ero veramente, ha visto la parte migliore e peggiore di me e mi ha accettato.

Tenevo la stretta non molto forte per la paura di farle del male, iniziai a parlare, da un lato speravo che mi sentisse mentre da un altro avevo paura di ammettere ciò che provavo veramente, ciò che mi è successo dopo l'ultima relazione non volevo capitasse ancora, ero stato davvero male, mi sono chiuso in me stesso per molto tempo.

"Spero che sia significato qualcosa anche per te il bacio di ieri sera, non ho mai trovato una persona unica come te, mi rendi felice ogni volta che vedo il tuo sorriso, da quel nostro incontro sull'aereo, sapevo che tu eri speciale" feci una pausa

"Piccola Elle, ti prego non lasciarmi da solo, torna da me, io ho bisogno della tua felicità perché mi aiuta ad andare avanti, non lasciare morire anche me" appoggiai la testa alla sua mano che era ancora connessa alla mia, non volevo andarmene.

Sarei rimasto lì minuti, ore, giorni, il tempo necessario ma non avrei permesso a nessuno di togliermela di vista.
Sentii una mano sulla spalla, alzai lo sguardo, era mia madre, senza dire nulla la abbracciai, senza staccare la mano da Elle, "Ci tieni tanto a lei non è vero?" non risposi ma annuii e a lei bastò questo, la vidi avvicinarsi e lasciarle un bacio sulla fronte.

"Ti va di venire a casa?" mi chiese sempre lei, scossi la testa, non volevo parlare con nessuno.
Non volevo lasciarla da sola, se nel caso si fosse svegliata, non avrebbe trovato nessuno e invece ci sarei stato io, ad aspettarla, tutto il tempo della mia vita.

Circa 10 minuti dopo mia madre andò via, lasciandomi di nuovo con lei, da soli.
"Ti prego svegliati, ho bisogno di te" dissi mentre cercavo di contenermi dal piangere.

Con la mano libera mi avvicinai al suo viso era così chiaro, le lasciai una carezza lieve, "Apri gli occhi Elle, ho bisogno di vedere quell'azzurro oceano che guardo sempre, mi trasmettono tranquillità" dopo tutte le mie parole non si era ancora svegliata.

Iniziai poi a sentire degli strani rumori provenire dal macchinario, che cosa stava succedendo? Senza perdere tempo mi staccai per chiamare aiuto, arrivarono dei medici e delle infermiere.

"Deve lasciare la stanza, la chiameremo noi appena possibile" chiuse la porta e abbassò le tendine che c'erano oltre un enorme finestra in cui un attimo prima potevo vedere i medici che cercavano di rianimare la ragazza di cui mi ero perdutamente innamorato.

"Don't leave me Eleonor"

"Ti Basta Sapere Che Ti Amo" ᴇᴍ जहाँ कहानियाँ रहती हैं। अभी खोजें