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Da quella porta non uscì più nessuno, poggiai le mani sul volante e poi anche la testa, mi sentivo più leggera, come se avessi tolto tutti i pesi che mi tenevano a terra.

Ripartii per tornare a casa, la mia faccia non aveva più nessuna espressione, rimase seria, normale, come se non fosse successo nulla.

In realtà avevo perso la persona che amavo.
Probabilmente non era lo stesso per lui, altrimenti avrebbe fatto qualcosa per fermarmi, dirmi che mi sbagliavo.

Che anche lui provava lo stesso per me.
Che non è stato tutto inutile.
Che il nostro incontro era segno del destino, le nostre strade si sono incontrate per un motivo preciso, ma non è così.

Chiunque può sbagliarsi e in quel momento, tutto ciò che ho vissuto insieme a lui non era altro che un errore, un niente.

Feci dei respiri profondi per togliere tutta la tensione nel mio corpo ed evitare un incidente come era già successo, arrivai sana e salva a casa.

Aprii la porta e dopo aver tolto la felpa andai verso le scale, salii per andare dritta in camera e poi in bagno, mi guardai allo specchio, odiavo vedermi così, sembravo, quasi un mostro.

Tolsi l'elastico dallo chignon tutto spettinato, i vestiti e andai sotto l'acqua calda della doccia, mi appoggiai con la schiena contro al muro che in confronto era freddo, lasciai scorrere il mio corpo fino a toccare terra.

Cosa ne sto facendo della mia vita?
Perché mi sembra tutto sbagliato? Perché ogni cosa che faccio è sbagliata?
Perché ho mille domande e problemi nella testa e non riesco a darmi una risposta o trovare una soluzione?

Mi accorsi che sul viso oltre all'acqua che veniva dalla doccia avevo anche le lacrime che erano inziate ad uscire da sole come se mi capissero.
Non volevo tornare indietro, non volevo che mi succedesse la stessa cosa, avevo passato momenti difficili e nessuno poteva capire come mi sentivo, ero così sola, nonostante fossi in mezzo a persone che mi volessero bene.

Nonostante avessi Ashley, stavo malissimo, gli incubi, il non mangiare, i pianti e le urla.
Nessuno mai potrà capire ciò che ho passato.
Ma una cosa è certa, non farò lo stesso sbaglio, non mi lascerò andare e non ritornerò sugli stessi passi.
Devo essere forte, combattere la guerra e sconfiggere quel mostro che vedo dentro di me.

Mi rialzai e finii di lavarmi, uscii dalla doccia, asciugai il corpo e i capelli, erano quasi le 8:40 ed ero nuovamente in ritardo, dovevo andare a lavorare.
Mi pettinai i capelli in una coda alta e mi vestii comoda.

Con molta calma e senza fare rumore aprii la porta di Ashley, mi avvicinai al suo letto e le lasciai un bacio sulla fronte, "Vado a lavoro, torno per l'ora di pranzo, tu riposati" sussurrai e poi scesi le scale, presi le chiavi della macchina e iniziai ad andare verso la pasticceria.

Mentre aspettavo che il semaforo diventasse verde, cercai il telefono nella borsa, fortunatamente l'ultima volta Noah mi aveva lasciato il suo numero di telefono, lo chiamai, "Pronto Elle, è successo qualcosa?" mi chiese riferendosi alla sua fidanzata, "No, il fatto è che io sto andando a lavorare ed Ashley è a casa" gli dissi ma poi mi ricordai che anche lui aveva un lavoro.

"Tranquilla ci penso io, se non te l'aveva detto Ash, lavoro da casa, con il computer e magari mi posso spostare lì da voi, così per qualsiasi problema ci sono" continuò lui, "Sì mi faresti un grande favore, ho paura a lasciarla da sola, per il pranzo ci penso io, passo a fare la spesa prima di tornare, grazie ancora" dissi, "Figurati per Ashley questo ed altro" ci salutammo e riattaccai.

Arrivai nel parcheggio e poco prima di entrare vidi che c'erano Chris e Tom che stavano salutando la madre, senza farmi vedere cercai di tornare indietro, "Buongiorno tesoro" disse Sharon, non ero poi così invisibile, "Buongiorno" mi abbracciò e gli altri due mi guardarono.

"Ti Basta Sapere Che Ti Amo" ᴇᴍ Where stories live. Discover now