𝐗𝐕𝐈𝐈𝐈

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Andarono tutti nuovamente verso la tavola alla quale erano stati aggiunti due posti, poco prima di entrare, Tom mi prese la mano facendomi fare una giravolta su me stessa. Eravamo più vicini di quanto pensassi, potevo sentire il suo respiro e il suo battito cardiaco andare in sincronia con i miei.
"Ragazzo eh" mi disse con un mezzo sorriso, era divertito da ciò che era appena successo, la cosa non l'ha imbarazzato per niente.

"Scusa mia mamma è.." stavo per concludere "adorabile" proseguì lui, "invasiva, non so come le sia saltato in mente" misi una mano sulla fronte mentre l'altra era ancora intrecciata alla sua sul mio fianco.

"Direi che forse dobbiamo.." indicai la stanza accanto e senza spostare la mano mi accompagnò.
C'era una luce soffusa, illuminata solo dalle candeline sopra la torta.

Era a dir poco stupenda, appena arrivata al mio posto iniziarono in coro a cantarmi la solita canzoncina del compleanno, come potrei dimenticare un momento così bello, tutti insieme, le persone che amo. Da una parte potevo sentire "Tanti auguri a te, tanti auguri a te" e dall'altra "Happy birthday to you, happy birthday to you" così incomprensibile quanto emozionante.

Guardai ogni persona presente nella stanza, i miei genitori felici e orgogliosi di me, Ashley che rideva per la mia faccia tutta rossa seguita da Chris mentre Jonathan si limitava a cantare e sorridermi, Peter stringeva a sé Sharon con le lacrime agli occhi.

Io ero davvero contenta, per un istante nella mia testa c'erano solo loro, i loro visi erano scolpiti nel mio cuore, colmo di felicità. Mi soffermai su Tom che non smettava di togliermi gli occhi di dosso, gli sorrisi e una lacrima rigó il mio viso, quella ero sicura che non era tristezza ma al contrario tanta gioia.

Una volta finito l'imbarazzo della canzone, chiusi gli occhi e decisi che era arrivato il momento di esprimere il mio desiderio, sperando che un giorno, il più presto possibile si sarebbe avverato e con un soffio solo spensi tutte le candeline.

Applausi, abbracci e baci, eravamo di nuovo lì a gustarci una fetta di torta, ognuno parlava con qualcuno, io e Tom ci scambiavamo i soliti sguardi, un po' come se ci stessimo cercando a vicenda senza mai arrivare ad una conclusione.

"Sei contenta che siamo venuti qui?sai è stato tutto così difficile, soprattutto farci spiegare dalle persone come arrivare in Hotel" distolsi lo sguardo per rivolgere una risata a mia mamma, "Scusa tesoro potresti dirmi cosa ha detto tua mamma" questa era Sharon, avrei dovuto fare da interprete, così le dissi ciò per cui avevo riso.

Continuai così per più di mezz'ora, Tom si divertiva a vedermi così, diciamo che alcune volte cambiavo le parole, mia mamma parlava di me, quando ero piccolina, ho evitato tante figuraccie. Ashley invece che capiva perfettamente mi guardava scuotendo la testa.

Finalmente erano quasi le 15:00 mi sembrava passata un'eternità, Sharon e mia mamma sono parecchio chiacchierone mentre Peter e mio padre cercavano di comunicare a gesti, alquanto bizzarro e divertente devo dire.

Ashley cercava di spiegare a mio papà l'inglese e tradurre un pochino ciò che diceva Peter. Inutile dire che non la smetteva di ridere e di conseguenza anche loro.
Vedere quella scena mi fece scaldare il cuore, girandomi per tornare ad ascoltare la conversazione, trovai Tom ancora una volta guardarmi, sorrise e io abbassai lo sguardo.
Per quanto io lo volessi, non ci riuscivo, era più forte di me.

Iniziarono ad alzarsi da tavola e con un abbraccio salutai i miei genitori, "Domani mattina alle 10:00 abbiamo il volo, torniamo a casa, però ti aspettiamo a casa nostra con Ash" disse più a bassa voce per non farsi sentire da Ashley, non le avevo ancora detto che sarebbe venuta in Italia con me.

"Ti Basta Sapere Che Ti Amo" ᴇᴍ Donde viven las historias. Descúbrelo ahora