𝐗𝐋𝐕𝐈𝐈𝐈

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Mi svegliai nel cuore della notte, mi appoggiai con la schiena contro al letto, non avevo avuto incubi ma per quale motivo? Mi chiesi.

Presi il telefono sul comodino, d'istinto aprii la galleria, la foto di Tom e Willow era lì, una delle più recenti, perché è così forte questo sentimento che provo?

La guardai molto attentamente, senza accorgermi di niente, le mie guance sono bagnate, ritornare a quei momenti, felici, innamorati, almeno io provavo queste emozioni; anche lui ha una foto di me insieme alla cagnolina, l'avrà cancellata?

Troppe domande, nessuna risposta concreta.
Misi le mani sul viso e rimasi lì ferma, il silenzio, quasi faceva paura.
Mi arrivò una notifica, lo capii grazie alla vibrazione che non avevo tolto, "Tom è in diretta?" controllai bene l'ora erano le 3:41 di mattina, forse anche lui aveva qualcosa che lo teneva sveglio.

Con tutte le persone che ci saranno, spero non si accorga di me.
Aprii la notifica, era lì, suonava la sua chitarra e cantava, rimanendo con lui a casa sua, lo avevo sentito poche volte.

Ovviamente le lacrime non smettevano di uscire, mi mancava così tanto.
Lo vedo controllare il telefono, presa dall'ansia chiusi il telefono e lo riappoggiai, constatando che era scarico, mi alzai dal letto e lo attaccai il caricatore.

Presi poi il computer e dopo essermi messa un paio di pantaloni della tuta, andai al piano di sotto, con molta leggerezza per non svegliare Ash, andai in cucina e accesi la luce, iniziai a farmi una tisana calda.

Quando fu pronta mi misi comoda sul divano, aprii il computer e iniziai a cercare corsi, oltre all'inglese volevo imparare altre lingue, in quella scuola che facevo io, potevo scegliere anche tra lo spagnolo, il tedesco e il francese.

Optai per quello più apparentemente semplice, anche se qualche dubbio c'era, spagnolo.
Le iscrizioni erano ancora aperte per quel giorno e mancavano 2 posti, perciò dopo aver inserito il mio nominativo e tutto il resto che richiedevano, mi indicarono che le lezioni iniziavano i primi di Aprile e mi avrebbero inviato una mail con tutti gli orari.

Pian piano il mio sogno si stava realizzando, pensai nel mentre di fare qualche altro lavoro, nel pomeriggio o quando avevo del tempo libero per potermi pagare gli studi e tenermi occupata, non mi piaceva stare sempre a casa a non fare nulla, cercai anche qui dei siti che offrivano lavoro, trovai diverse scelte tra cui la babysitter, dogsitter, cameriera, barista e tanti altri.

Mi iscrissi ad un sito affidabile per cercare qualche famiglia che aveva bisogno di una persona che si occupasse dei bambini, lasciai il mio numero e una volta completata l'iscrizione, c'era scritto che mi avrebbero chiamato loro per un qualsiasi appuntamento richiesto dalla famiglia stessa.

Aprii poi Instagram sul computer, la diretta era ancora lì, lui che cantava, le sue dita che facevano procurare dei suoni alle corde della chitarra.
Starei qui ore ed ore, sentii dei passi e senza togliere nulla chiusi velocemente il computer.

"Ei, scusami ti ho svegliata?" chiesi rivolgendomi ad una Ashley assonnata, "No, il bambino ha deciso di farmi venire mal di testa" rispose, "Vuoi venire qui un po' con me?" dissi facendole spazio tra le coperte ma poco prima che si accomodasse, corse verso il piano di sopra, la guardai confusa e poi andai anche io.

Trovai la porta del bagno aperta e lei in ginocchio che vomitava, le tevenvo i capelli in una coda, facevo dei movimenti lenti e circolari sulla schiena, finché non smetteva.
Tirò lo sciacquone e si lavò la faccia, tamponandosi la bocca, "Grazie" disse e gli bastò un mio sorriso per stare più tranquilla.

Tornammo al piano di sotto e mentre lei stava sul divano per rilassarsi, io andai in cucina e preparai anche a lei una bevanda calda con poco zucchero.
Quando arrivai con in mano la tazza, lei guardava il mio computer e puntualmente la diretta di suo fratello, "Dovrei metterci la password" dissi ridendo e porgendogli la tazza dalla quale usciva il vapore.

"So che non ne vorresti parlare ma" si fermò bevendo un sorso e controllando se trovava approvazione da parte mia, le accennai un sì con la testa, "Quando te ne sei andata, ne abbiamo parlato, ci ha raccontato che non voleva avere quella reazione e che era molto dispiaciuto per averti urlato contro" disse provai a cancellare quelle sue parole di quel giorno, quel "vattene" mi ha fatto male.

"Volevo solo che quel giorno fosse perfetto, non volevo darti preoccupazioni, perché eri già in tensione per la notizia che dovevi dare, sono andata a cercarlo per consolarlo per dargli un aiuto, sapere che poteva contare su di me" guardai verso il basso, presi la coperta e gliela misi, "Evidentemente mi sbagliavo" continuai.

"Credo che stiate sbagliando entrambi" disse lei, "E in cosa Ash?" domandai, "Vi ignorate, quando in realtà dovreste chiarire i vostri problemi, Elle io non voglio litigare, sei la mia migliore amica e io ho bisogno di te" rispose lei prendendomi le mani, "Ma io ti conosco troppo bene, so che cosa ti dice il tuo cuore, non restare qui, prenditi ciò che è tuo, lotta per ottenerlo, cerca di non usare la testa per una volta e ascolta ciò che ti dice il tuo cuore" continuò.

"So che puoi farcela, sei la persona più forte che io conosca, in qualsiasi cosa, perciò fallo, non pensare al momento sbagliato, rischia e non far diventare tutto questo un rimpianto di non averci provato" mi alzò il mento e sorrise.

Sapevo ciò che dovevo fare ora, guardai il computer sul tavolino, sullo sfondo lui che parlava con altre migliaia di persone.
Si alzò dal divano e prima di salire il primo gradino si fermò, "Io vado a dormire, spero che tu possa ricevere le risposte alle tue innumerevoli domande, ti voglio bene Elle" mi guardò intensamente e poi sparì salendo e andando in camera sua.

Presi una felpa che stranamente avevo lasciato abbandonata sulla sedia, misi le scarpe, cercai le chiavi della macchina e uscii di casa.
Ero pronta a qualsiasi cosa, mi sarei promessa di non piangere almeno stavolta, no questo sarebbe stato un chiarimento, per il bene di Ashley, Sharon e tutta la famiglia.

Guidai fino ad arrivare a casa sua.
L'orario non era uno dei migliori, chiunque mi avrebbe preso per pazza, se mi sarei presentata sotto casa di qualcuno alle 4:20 di mattina.

Scesi dalla macchina e mi avviai davanti alla porta d'ingresso, presi un bel respiro e bussai, non rispose nessuno, i secondi che passavano mi portavano a creare ancora più paranoie di quante non ne avessi già.

Pensai ai miei capelli, tutti scompigliati e avvolti in una specie di chignon, la maglietta bianca tutta stropicciata e di tre taglie in più, per non parlare della mia faccia, delle occhiaie che per fortuna spero siano ancora leggermente coperte dal trucco di questa mattina che prontamente non avevo tolto.

Passarono diversi minuti, sapevo che era a casa ma allora non voleva aprirmi?
E se non volesse parlarmi perché l'ho lasciato oggi?
E se avessi perso tutto?

No Elle, pensa alle parole di Ashley, bussai una seconda volta, leggermente più forte della prima per assicurarmi che potesse sentire.

Il cuore mi batteva forte, non potevo decifrarne la velocità, la testa mi scoppiava, mi ero promessa che se mai avessi avuto modo di parlare con lui, avrei preparato un discorso ma ora non ho pensato a nulla, alle parole che avrei detto, alle motivazioni, alle domande, a niente.

Panico.
Nessun rimpianto, pensa Elle, ci vuole solo coraggio e affrontare la realtà.
Ancora una volta nessuna risposta.
Non c'è due senza tre giusto?

Andiamo Elle non essere stupida ora, anche se vuoi sdrammatizzare questo non è il momento più adatto per scherzare.
Bussai la terza e ultima volta, mi rifiutai di aspettare altro tempo lì ferma al freddo.

Mi girai e camminai di nuovo verso la macchina.
Non posso non farlo, l'ho promesso a me stessa, mi blocco e torno davanti alla porta sedendomi sui gradini, avrei aspettato fino all'alba o finché non sarebbe uscito.

"Ti Basta Sapere Che Ti Amo" ᴇᴍ Where stories live. Discover now