𝐗

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Dopo essermi addormentata mi svegliai andando verso camera di Ashley, bussai alla porta, non sentendo risposta entrai lentamente. Trovai il letto vuoto, così scesi in salotto e la cercai, era fuori seduta su un lettino vicino alla piscina.

Gli andai incontro ma lei non fece caso alla mia presenza, era ancora immersa nei suoi pensieri, "Ei Ash, come mai qui fuori? Non fa molto caldo" dissi io sedendomi vicino a lei.
Non parlava, era fissa con gli occhi nell'acqua limpida, nonostante la poca aria che faceva venire i brividi in tutto il corpo.

"Ashley, tutto bene è successo qualcosa?" mi strinsi a lei e finalmente girò lo sguardo verso di me, in quel momento compresi che non stava bene, in quell'espressione che molti non capirebbero, vidi rancore e tristezza.

Senza dire una parola mi abbracciò e iniziò a piangere, cercai di tranquillizzarla ma non volevo che fosse obbligata a dirmi ciò che le accadeva, l'unica cosa che feci era starle accanto.

"Ho combinato un casino Elle e ora non so che cosa fare" disse piangendo senza togliere il viso dalla mia spalla, "Ti va di parlarne?" domandai in maniere molto calma, "Ieri dopo la festa, tu stavi dormendo in camera tua, è arrivato mio fratello Thomas, non l'ho lasciato nemmeno entrare, si è scusato perché non era potuto venire per impegni di lavoro" finalmente alzò lo sguardo, guardandomi negli occhi.

"Io gli ho urlato contro, dicendogli che la famiglia era più importante e gli ho chiuso la porta in faccia" continuò a dire piangendo, "Ora sono sicura che mi odia, non vorrà più parlarmi, ho esagerato davvero tanto, è mio fratello e dovrei accettare le sue scelte, invece non faccio altro che voltargli le spalle" senza prendere fiato continuava a parlare senza fermarsi, si sentiva davvero in colpa per ciò che aveva fatto.

"Tranquilla Ashley, vedrai che tornerà e ti perdonerà, sa bene che essendo sua sorella non le pensi veramente le cose che hai detto" le diedi un bacio sulla fronte e finalmente dopo dieci minuti interminabili riuscì a calmarsi. Si asciugò le lacrime iniziando a barbottare qualcosa che però non capivo bene "Io e lui eravamo tanto legati fin da piccoli, quando poi ha iniziato il suo lavoro, le nostre strade hanno preso diverse vie, incontrandosi solo qualche volta" alzò di poco la voce, vedendo la mia faccia concentrata a capire ciò che diceva.

"Avevamo un bellissimo rapporto, rispetto a Chris e Jonathan, lui mi stava sempre vicino, facevamo tutto insieme, eravamo inseparabili" si fermò un secondo per soffiarsi il naso.

"Poi con il tempo, crescendo non si ha più voglia di stare con i propri fratelli o sorelle, hai voglia di esplorare il mondo da solo, essere indipendente ed è così che è andata, più diventavamo grandi più quella colla che ci teneva uniti iniziava a sciogliersi e non ho fatto nulla per impedirlo" era come un freno rotto di una macchina, non potevi più fermarla ma la capivo, in un certo senso era come se stesse parlando di me.

"Ciò di cui ora mi pento è di aver passato tutti questi anni senza mio fratello, solo perché il mio stupido orgoglio mi diceva che sarebbe cambiato, odio me stessa per questo, per non aver capito prima che in realtà gli voglio un mondo di bene, per l'uomo che è e che diventerà, perché nel bene o nel male rimarrà sempre mio fratello" era distrutta, aveva appena ammesso di aver sbagliato ma non sapeva come poter rimediare al suo errore.

Non sapevo cosa dire, era una situazione delicata anche una sola parola, un gesto o un'espressione sbagliata e tutto sarebbe crollato, "Cosa devo fare Elle? Ti prego aiutami" mi guardò dritta negli occhi aspettando una mia risposta.

Entrai in panico, cosa avrei potuto dirle?
Anche io come i miei fratelli ci siamo separati, ognuno ha intrapreso percorsi di vita differenti, facendo le proprie scelte, senza guardarsi indietro.

Come avrei potuto consolarla se anche io in prima persona non avevo un bel rapporto con i miei fratelli ma qualcosa dovevo inventarmi, non potevo lasciarla scivolare tra le sue lacrime.

"Tra poco sarà il mio compleanno, che ne dici di fare una festa qui a casa? Sarà un'ottima scusa per invitarlo e chiarire" la vidi sorridere leggermente "Dovrai digli tutto ciò che hai detto a me, sul fatto che gli vuoi bene, che non pensavi veramente alle parole che hai detto ma lo facevi per la paura di perderlo" continuai io e una volta finito il mio piccolo discorso sorrisi.

Mi abbracciò, non era solo un semplice abbraccio ma racchiudeva amore, felicità, tranquillità, una sensazione bellissima, un abbraccio vero, "Sarà il compleanno migliore che tu abbia mai festeggiato d'accordo?" disse per poi ridere e alzarsi, feci lo stesso "Se lo dici tu" continuai ironicamente.

Dopo esser rientrate in casa Ashley si mise a guardare nel frigorifero per cercare qualcosa da mangiare di cena, "Come mai eri scesa a cercarmi, avevi bisogno di qualcosa?" disse lei sgranocchiando un pezzo di carota, "Sì, in realtà non ho molta fame, perciò credo di finire di studiare e andare a dormire, se non ti dispiace" sorrisi, sperando che non mi chieda cosa sia successo.

"Nessun problema, io ordino del sushi, se vuoi venire giù più tardi, ti posso fare una cioccolata calda o del tè, ho letto che rilassa la mente" sorrise e prese il telefono per chiamare il ristorante per ordinare la sua cena senza mai lasciare il mio sguardo.
Non capisco cosa ci trovi di così gustoso nel mangiare sempre il sushi ma non aprii bocca mi limitai a sorridere e annuire, andando poi verso le scale.

Entrai in stanza, Willow era rimasta a riposare sul mio letto, credo che anche lei abbia capito che è davvero comodo. Presi nuovamente a studiare ma la concentrazione non era dalla mia parte, così mi distesi accanto alla cagnolina e di conseguenza dopo aver poggiato la testa sul cuscino mi addormentai.

Fui poi svegliata da Ashley "Ho visto che non sei più scesa così sono venuta a portarti una bevanda che ti potrebbe riscaldare" la presi tra le mani e lei si mise vicino a me con le gambe incrociate.
Voleva parlarmi e io già sapevo cosa mi avrebbe detto.

"Ti Basta Sapere Che Ti Amo" ᴇᴍ Where stories live. Discover now