𝐗𝐋𝐕

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Ci svegliammo entrambe di soprassalto, disturbate dal campanello che non cessava di fare rumore.
La luce passava attraverso la tenda e illuminava la stanza, mi girai per vedere se Ashley, era ancora con me.

Con mia sorpresa alzò il viso dal cuscino, "Era il campanello?" disse con la voce impastata ancora dal sonno, "Lo hai sentito anche te?" chiesi, "Ti prego non farmi alzare" continuò e poi si nascose sotto al cuscino per evitare i raggi del sole.

Alzai gli occhi al cielo e senza fare altro cercai di arrivare il prima possibile alla porta correndo.
Ero all'ultimo scalino quando suonò per la quinta volta, almeno credo, "Arrivo" dissi urlando.

Finalmente aprii, "Noah" sorrisi, ero sorpresa, cavolo dovevo aspettarmelo, "Elle, che piacere rivederti.." prima che potesse finire, parlaii io, "Accomodati" gli feci spazio chiudendo la porta alle mie spalle.

"Stavo dicendo prima che mi interrompessi che Ashley mi ha invitato per andare a mangiare a casa dei suoi genitori, perciò sono passato per darvi un passaggio" che gentile, entrai in panico, "Aspetta ma se sei già qui, che ore sono!?" cercai con lo sguardo un orologio, "Quasi le 11:30, stavate ancora dormendo non è così?" rispose lui.

Iniziai a correre su per le scale, mi fermai e scesi un pezzo, "Siediti pure, fai come se fossi a casa tua" dissi per poi tornare in camera.
"Ash, forza alzati, siamo in ritardo, sono undici e mezza, c'è qui sotto Noah che ci sta aspettando" si alzò velocemente dal letto, "Vado a farmi una doccia e vestirmi ci vediamo direttamente giù" mi manda un bacio e scappa in bagno.

Feci la stessa cosa, mi guardai allo specchio, dei capelli non ne parliamo, ero conciata malissimo, chissà che cosa avrà pensato il fidanzato di Ash, immancabile come sempre la tipica figuraccia.

Dopo essermi lavata di fretta mi asciugai i capelli mettendo della schiuma per farli diventare ricci, Aprii l'armadio e presi un vestito semplice, nulla di eccessivo, nemmeno troppo elegante.

Guardai l'ora, 11:45, come avevo fatto tutto in quindici minuti, vabbé poco importa, mi truccai e misi del profumo, guardai un'ultima volta il mio riflesso allo specchio e andai in camera di Ash, non c'era più.

Scesi le scale e li trovai ad aspettarmi sul divano, "Odio il ritardo" imitò la mia vocina Ashley per prendermi in giro, Noah rise e io mi limitai a scuotere la testa, "Andiamo o faremo peggio di un ritardo" lanciai un occhiataccia alla mia amica che chiuse la porta di casa.

Nel tragitto mi sistemai nei sedili posteriori, presi coraggio e parlai, "Ci sono tutti a pranzo?" la mia domanda non era specifica ma generica, ovviamente.
"Se ti riferisci a mio fratello, sì credo ci sia anche lui" si girò con un sorrisino e io guardai fuori dal finestrino, senza incrociare il suo sguardo, mi conosceva meglio di quanto conoscessi me stessa.

"Bene" beccata, annuii da sola per autoconvincermi di stare tranquilla, sì va bene lo ammetto, volevo sapere se veniva anche Tom, dovevo essere pronta psicologicamente.

Arrivammo davanti al cancello, io scesi dalla macchina mentre Noah aprì la portiera alla sua ragazza porgendole la mano, che carini.

Perché ogni volta che vedevo loro, mi passavano per la testa i momenti tra me e Tom, sembravano così belli ma altrettanto tristi, ormai la loro era una famiglia, uniti da quella piccola creatura che la mia amica teneva in grembo.

Avanzai e aprii la porta venendo subito accolta da Sharon, "Cara" mi abbracciò vedendo poi la figlia fece la stessa cosa, "Noah, Chris è in salotto" disse al ragazzo, "Andate anche voi, il pranzo è pronto fra circa dieci minuti" ci sorrise e tornò in cucina.

"Credo che l'ansia stia prendendo il potere dentro di me" sussurrò al mio orecchio, "Tranquilla Ash, saranno tutti felici" in realtà anche io ero un poco titubante, certo era una bella notizia ma l'avrebbero presa tutti allo stesso modo?

"Vieni?" domandò prima di cambiare stanza, "Resto qui a controllare se serve una mano" sorrise e andò seguita dal suo ragazzo che la stava aspettando poco più avanti.
Non volevo e non ero ancora pronta per incontrarlo.

Dirigendomi in cucina si sentiva piano piano che avanzavo un buonissimo profumo, "Elle che ci fai qui, non sei rimasta di là con loro?" scossi la testa, "Magari ti serviva aiuto con qualcosa" abbassai lo sguardo, "Deve finire di cuocere la carne, due chiacchiere?" mi indicò le sedie vicino ad un piccolo tavolo con un vaso di fiori posto al centro.

"Mi dispiace per quello che è successo" le voci girano, "Tutti sapevamo che non sarebbe stata una cosa semplice da spiegare, non volevamo che lo scoprissi così" mi strinse le mani nelle sue e io capii che era veramente dispiaciuta per non avermelo detto ma non era di certo colpa sua, né mia e nemmeno di Tom, doveva succedere prima o poi anche se io non ne ero al corrente.

"Fa niente, non sei tu a doverti scusare, capisco la sua reazione, lo avrebbe fatto chiunque ma a me dispiace aver perso la sua fiducia" i miei occhi erano lucidi e quasi anche i suoi.

"In questo caso non concordo con te, siete due persone totalmente diverse, credo di aver sentito una frase italiana a proposito di questo, gli opposti si attraggono non è così?" disse sorridendo, "Penso che ci voglia solo del tempo affinché le cose tornino come prima e di questo ne sono tanto sicura" mi lasciò una carezza aspettando un mio sorriso e glielo feci.

"Ora mi potresti dare una mano a portare questa pentola mentre io porterò i piatti" ovviamente la solita stupidità, presi la pentola senza le presine e mi scottai.

"Oh cielo, stai più attenta tesoro" disse ridendo e contagiando anche me, "arrivo intanto vai pure" misi la mano sotto l'acqua fredda per far passare il dolore, "Sei sicura?" annuii, cavolo che scottatura, avevo la mano tutta rossa.

Non ho nulla da dire, sempre la solita sono.
Questa volta senza scottarmi presi la pentola dirigendomi nella sala da pranzo, la poggiai sopra al tavolo e alzai gli occhi, erano tutti seduti.

Ognuno al proprio posto, con la differenza che al mio c'era Noah, seduto accanto ad Ashley e quindi a me toccava andare proprio vicino a Tom.
Presi un bel respiro e andai al mio posto.
Non lo guardai, "È maleducazione non salutare" presi un colpo pensando fosse lui in realtà era Chris, seduto accanto alla sinistra di Ashley che in quel momento mi guardava cercando aiuto.

"Tutto bene? Ti fa male?" chiese Sharon rivolgendosi a me e salvandomi da quella situazione per poco, perché tutti si votarono guardandomi, "Tranquilla" risposi cercando di essere più naturale possibile, le mie guance sicuramente stavano andando a fuoco.

Il pranzo proseguì normalmente tra una chiacchierata e l'altra, saltò fuori il discorso di Ash in cui era andata dalla zia per qualche giorno e poi venne spontaneo chiedere dove fossi stata io nel mentre.
Rimasi vaga, senza specificare che ho passato quei giorni con la persona accanto a me.

Arrivò il momento del dolce, non lo aveva fatto preparare a me, bensì aveva ricreato la torta per cui avevo lasciato la ricetta nel suo quaderno, proprio quella con creme, Pan di Spagna, frutta e cioccolato bianco.

Mangiarono tutti la loro fetta di torta, "È davvero buonissima" disse tra un boccone e l'altro Chris, "Concordo" continuò Jonathan e i restanti annuirono.

"Tutto grazie a Elle" rispose Sharon sorridendomi, "In realtà io ho messo solo la ricetta, per il gusto è merito tuo" dissi a mia volta, "Non ribattiamo il discorso solo perché ti conosciamo e sappiamo quanto sei testarda" disse Chris beccandosi una gomitata dalla sorella.

"Faccio finta di non aver sentito" alzai le sopracciglia e finii la mia fetta di torta, sentii qualcosa toccarmi la gamba, non gli diedi importanza, magari qualcuno doveva essersi sbagliato.

Successe ancora ma in modo più esplicito, come un calcio, "Ahia" alzai di scatto lo sguardo, accorgendomi che tutti mi stavano fissando, tossii cercando di far finta di nulla.
Vidi Ash difronte a me che mi mandava dei messaggi con lo sguardo, capii che era il momento di fare qualcosa, ma cosa? Perché io?

Feci segno con la testa di essere confusa, presa dall'istinto mi alzai dalla sedia con in mano il bicchiere, rimanendo bloccata e ora che cosa mi sarei inventata?

"Ti Basta Sapere Che Ti Amo" ᴇᴍ Where stories live. Discover now