Capitolo 45

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La mia ultima settimana in Chillhouse era passata velocemente. Lele aveva deciso di tornare a Roma per qualche giorno, e Peia si era praticamente trasferita perché non se la sentiva di lasciarmi solo, nonostante Valerio e Zoe le avessero promesso di starmi accanto.

Quella mattina mi svegliai e mi guardai bene intorno, consapevole che quello sarebbe stato il mio ultimo giorno li.
Mi presi un attimo per riflettere, e mi misi seduto sul letto per riformulare attentamente tutto quello che mi era successo in quei mesi.

Mi passai le mani tra i capelli e sbadigliai.
Non ero certo di sentirmi pronto, ma sapevo che quella era la cosa giusta da fare, così mi alzai e subito andai a farmi una doccia veloce.

Appena fui al piano di sotto, sentii due braccia stringermi la vita, e lasciai che Peia mi abbracciasse "Buongiorno, come stai?" Io sollevai le spalle e sorrisi "Va tutto bene." Detto ciò lei si offrì di fare colazione insieme a me, ed io le proposi di accompagnarmi in stazione a prendere Fede e Luca, e di fare colazione insieme a loro in un bar.

Naturalmente lei accettò e subito ci dirigemmo in stazione parlando del più e del meno, quasi come se quella non fosse una delle ultime volte che ci saremmo visti.

Quando arrivammo Peia si appoggiò al muro ed io mi voltai a guardarla, dando le spalle alle persone che scendevano dai treni "Quindi domani mattina si va?" Mi chiese lei ed io annuii sincero "É la cosa giusta P. Mi mancherete, soprattutto tu e Zoe. Ma sono sicuro che questa sia la scelta migliore" Lei annuì e subito mi abbracciò "Ti voglio bene" le lasciai un bacio sulla guancia e sentii una voce conosciuta arrivare alle mie spalle "Oddio che belli!"

Mi voltai di scatto verso Luca e arrossii violentemente "Belli? Ma belli de che?" Gli dissi con tono scherzoso per poi abbracciarlo, e subito alle sue spalle vidi spuntare Federico che però sembrava cercare qualcuno in mezzo alla folla, e appena si accorse di me e Peia ci salutò calorosamente, per poi riportare lo sguardo in mezzo alle persone.

"Fede posso sapere cosa cerchi?" Lui mi guardò con un sorriso "Lui" mi fece segno con le dita mostrandomi un ragazzo alto, moro e tatuato.
Bastardo.

Bellissimo. Davvero bellissimo.

E io lo conoscevo quel bastardo bellissimo.
E lo odiavo ancora di più, perché cazzo: poteva starsene a Roma finché non sarei partito per la Spagna.. E invece no.

"ci siamo incontrati sul treno e ci siamo fatti compagnia a vicenda" mi disse Luca risvegliandomi dai miei pensieri, ed io feci spallucce voltandomi per prendere Peia per mano, e trascinandomi tutti dietro verso il bar più vicino.

Quella colazione era stata veramente uno strazio. A tratti divertente, ma comunque uno strazio.

Avevo dovuto ripetere a Luca che tra me e Peia non ci fosse nulla almeno una ventina di volte, ma nonostante ciò lui sembrava non capacitarsene e continuava ad insistere sul fatto che io e lei fossimo anime gemelle.

Alla fine ci avevo rinunciato e lo avevo lasciato continuare con le sue assurde teorie, finché arrivati in Chillhouse portai sia lui che il suo sposo nella mia camera, perchè quella sera io avrei dormito in camera di Zoe con lei e Peia per l'ultima volta.

Dopo aver sistemato le valigie in camera mia, entrambi scesero e iniziarono a parlare con Gian e Diego del viaggio che di lì a poco avremmo affrontato.

La conversazione fu poi trasferita in giardino, e sia io che Peia decidemmo di unirci a loro "Noi siamo molto fieri di lui." Sentii dire da Gian avvicinandomi a loro, e istintivamente sorrisi "L'unica cosa che posso chiedervi come suo amico è di trattarlo bene. Tancredi merita il mondo"lasciai una pacca sulla spalla di Diego, e mi sedetti di fronte a loro, lasciando che Peia si appoggiasse sulle mie ginocchia.

"It will be our secret"~ Tancredi Galli Where stories live. Discover now