Capitolo 4

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Restammo stretti l'uno nell'altro sul divano, mentre io continuavo ad accarezzargli le labbra e lui continuava a stringermi il bacino con le braccia, fin quando quei quattro matti si svegliarono e scesero le scale di corsa.
Nonostante le loro voci alte io e Lele restammo in quella posizione come niente fosse, e come avevo già immaginato Diego se ne uscì con una delle sue solite stupide battute
"Com'è andata la prima notte di matrimonio piccioncini?" Prima che potessi rispondergli qualcosa, Diego gemette di dolore mentre Zoe sbucava dalle sue spalla con un'espressione soddisfatta "Per stavolta ti ho colpito in testa. La prossima volta sarà sotto la cintura. Idiota" Gli disse poi con tono da superiore, e quando lo spilungone si allontanò verso la cucina lei ci mostró uno dei suoi migliori sorrisi "Vi va una tazza di latte con i cereali?" Ci chiese poi dolcemente, e sia io che Lele annuimmo, e pochi istanti dopo anche lei scomparve diretta in cucina "Forse è arrivata l'ora di alzarsi" dissi al mio amico steso al mio fianco, e quando lui annuì la nana mora sbucó fuori con un vassoio in mano "Ecco a voi: latte e cereali, più due brioche calde. Buona colazione" appoggió tutto sul tavolino, ma prima che potesse tornare dagli altri, Lele la tiró per un braccio e la abbracció "Grazie" le disse poi lasciandole un bacio in testa, e poco dopo lei abbracció anche me "Grazie mille Zozzi" quell'abbraccio che speravo durasse meno dell'Aurora boreale, si trasformò in un abbraccio di gruppo che ci vedeva coinvolti tutti e tre e finì con una frase tipica di Zoe detta, ovviamente, con la sua vocina da bimba "Vi amo tantissimo" così le lasciai un bacio sulla fronte, e finalmente iniziai a mangiare il mio latte con i cereali che mi aveva portato.

Dopo colazione io e Lele sistemammo un po' il salotto, e dopo di che salimmo insieme nelle nostre stanze "Hai già sistemato tutto?"mi chiese quando arrivammo davanti alla porta di camera sua, ed io negai leggermente "Solo i vestiti. Le scarpe non ancora, tu invece?" Si mise a ridere e abbassó di poco lo sguardo "Solo le maglie, ma se vuoi ti aiuto con le scarpe e magari..." lo bloccai subito sorridendo "Va bene. Ti aiuterò" lui mi abbracció, e con le sue braccia intorno al mio collo ci avviammo fino alla mia camera.

Appena aprì la porta il profumo di muschio bianco che avevo spruzzato il giorno prima mi inondó le narici "Wow. Che. Spettacolo" disse Lele scandendo le parole, e cominciando a ispezionare centimetro per centimetro la mia camera "Come hai fatto? È tutta pronta" mi avvicinai ad uno scatolone di scarpe, ed estrassi le prime Jordan che comprai qualche anno fa "Ieri mentre voi giocavate a fare Dora l'esploratrice and friends, io ho iniziato a mettere in ordine" gli spiegai ridacchiando, e lui si accarezzó i capelli "Ok. Hai ragione" posai anche il secondo paio di scarpe sulla mensola, e annuii "Come sempre del resto"

In due c'era bastata solo un'ora per sistemare con cura tutte le mie scarpe, e poi c'eravamo catapultati in camera di Lele, che era un vero e proprio casino.
C'erano vestiti sparsi per il pavimento, e anche valigie sottosopra vuote "Diego" mi disse solamente lui, raccogliendo dei pantaloni da terra "Ok Lè. È tutta roba tua?" Lui negó e mi indicò due scatole accanto all'armadio "Quella è roba mia. Questa è di Diego" mi fece segno di guardarmi intorno ed io mi coprii gli occhi con le mani quasi esasperato.
Ma quanto era disordinato quello spilungone?

"Dove le mettiamo le camicie?" Gli chiesi entrando nella grande cabina armadio, e subito lui mi indicò una piccola rientranza, dove cominciai ad incastrare le stampelle.
Erano passati già dieci minuti, ma ancora non aveva osato parlare, così decisi di aprire un discorso molto a caso "Come va con Aurora?" Si voltò nella mia direzione e si grattò i capelli "Sono sempre confuso." Abbassai lo sguardo e sistemai anche l'ultima camicia, mentre lui si rigirava una maglietta tra le mani "Che c'è Lele? Parlamene dai" mi sedetti per terra, e gli feci cenno di imitarmi, così ci ritrovammo entrambi seduti in quella cabina armadio.
Che situazione esilarante.

"Perché mai sei confuso cucciolo?" Gli chiesi accarezzandogli i capelli, e lo vidi sorridere probabilmente per quello stupido nomignolo che avevo usato "Tanche: che si prova quando si sta con la persona che ci piace?" Rimasi con le labbra schiuse per qualche istante.
Io non ne avevo la più pallida idea.
Voglio dire: ero stato con delle ragazze, tante ragazze, ma non avevo mai provato chissà quali sensazioni.
Le mie relazioni si svolgevano sempre allo stesso modo:
-cena fuori
-bacio al primo appuntamento
-nottati passate a scopare senza nemmeno sentire nulla.
Quella era la mia routine, quindi che avrei dovuto dirgli?

Io non ero proprio il tipo che poteva dare consigli sulle relazioni amorose.

"Io non lo so Le.." vidi comparire sul suo viso un espressione delusa, così gli dissi la prima cosa che mi venne in mente "Però mi hanno sempre detto che di solito si sentono le farfalle allo stomaco...o che ti senti ansioso prima di vederla" Rimase in silenzio per un po' ed io temetti di aver detto qualche puttanata delle mie, ma quando lui annuì mi sentii sollevato "Tu le senti queste cose?" Gli chiesi, per provare a cambiare discorso, e lui portò lo sguardo sul muro alle mie spalle "Sento un fastidio allo stomaco quando sto con lei. Sono quelle le farfalle?" Arridaje.
E io che cazzo ne so Le?

"Suppongo di sì" mi passai una mano tra i capelli e mi misi in piedi "Che ne pensi se continuiamo a sistemare la tua roba?" Gli proposi poi, porgendogli la mano che subito strinse tra la sua.

Restammo in silenzio per un altro bel po' ma quando finii di sistemare anche i suoi jeans Lele parlò "Comunque stavo pensando che stasera per sdebitarmi potrei offrirti il sushi" gli sorrisi e negai con la testa "Non accetto un no. E poi stasera c'è titanic. Non vorrai mica vederlo?" Mi portai due dita vicino alla bocca simulando un conato di vomito, e lui si mise a ridere "Allora che sushi sia" mi disse poi sorridendo.

"It will be our secret"~ Tancredi Galli Où les histoires vivent. Découvrez maintenant