Capitolo 1

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"Daje regá, finalmente realizzeremo un sogno" guardai Diego, che con un espressione felice non riusciva a smettere di sorridere.

Due giorni.

Mancavano solo due giorni al trasferimento in Chillhouse, nonché letteralmente una delle case più belle che io avessi mai visto. E se una casa colpiva me gli altri ne rimanevano così stupiti, che subito cercavano di prenderla.

Ad ogni modo eravamo tutti e quattro insieme a Zoe e Valerio, mentre raccoglievamo le ultime cose da riporre negli scatoloni "Mamma, regà non sto più nella pelle" mi voltai ancora una volta verso Diego, che intanto stava sistemando i suoi ultimi vestiti "Cavolo é vero. Sarà bellissimo" gli rispose Gian mentre anche lui sistemava delle scarpe.
Quando portai i miei occhi su Lele lo trovai con uno sguardo triste, e subito mi avvicinai a lui "Che c'è Lello? Va tutto bene?" Lui annuì lievemente e mi abbracciò "Mi mancherà questa casetta, abbiamo fatto tante di quelle cose qui dentro" gli accarezzai una spalla e gli lasciai un bacio leggero sulla parte posteriore del collo "É vero, ma faremo tante altre cose in chill. Ci prenderemo tutto Le" gli spiegai con un sorriso, che subito ricambiò "Hai già sistemato tutto?" Gli chiesi poi, appena ci staccammo dall'abbraccio, e quando abbassò lo sguardo con un sorrisino colpevole capí che aveva ancora tante cose da mettere via "Vabbè ti aiuto io" gli dissi sbuffando, e trattenendo un leggero sorriso.

Gli appoggiai una mano sulla spalla, e insieme ci incamminano verso quella che in questi mesi era stata camera sua e di Diego "Ah infame! A me non m'hai aiutato però" mi urlò dietro Gian, e mi voltai nella sua direzione con un sorrisino bastardo "Fatti aiutare dalla tua pischella. Coglione" gli mostrai la bellezza del mio dito medio, e mi allontanai insieme a Lele "L'hai distrutto bro!" Mi disse, mentre con calma entrambi cominciammo a sistemare le sue amate camicie a quadri dentro ad uno scatolone.

D'un tratto il suo telefono cominciò a squillare e lui mi fece cenno con un dito di rimanere in silenzio "Si? Sono con Tanche. Stiamo sistemando le ultime cose" intuii dal tono che utilizzava, che molto probabilmente stesse parlando con Aurora, una ragazza che aveva conosciuto in estate e che stava cercando di conoscere meglio. Era una tipa abbastanza bellina che cercava di essere carina con tutti.
Insomma: era una brava ragazza.
"No. Si. Stiamo sistemando le camicie" lo vidi alzare gli occhi al cielo, ma continuai a piegare i vestiti davanti a me senza dargli troppo peso, e quando pochi istanti dopo attaccó subito si sedette su quello che era stato il suo letto per tutto questo tempo.

"Che hai Le?" Gli chiesi vedendolo, ancora una volta, triste "Non ci capisco più nulla" sigillai anche l'ultimo scatolone e mi sedetti al suo fianco "Qual è il problema?" Gli chiesi accarezzandogli una spalla, mentre continuava a rigirarsi i pollici nervosamente "Non capisco se lei mi piace o no" Lo guardai confuso:
E cosa potevo saperne io?

Doveva saperlo lui cosa provava quando stavano insieme, no?

"Di solito non si prova qualcosa quando si sta con chi ci piace?" Lui annuì debolmente e si portó le mani tra i capelli "É che non so se siano le emozioni giuste quelle che provo" gli lasciai un bacio leggero sulla guancia e lo abbracciai "Lo capirai poi. Adesso rilassati" restammo abbracciati per un bel po', finché Gian venne a disturbarci "Regà, Vale e Zoe volevano chiamare qualcuno per festeggiare e dare l'addio a questa casa. Che ne pensate?" Io e Lele ci staccammo dall'abbraccio e ci guardammo lievemente negli occhi, per poi annuire contemporaneamente.

Così circa due ore dopo il nostro piccolo appartamento era stato riempito da molti dei nostri amici, tali: Sespo, Rosalba, Cecilia e Peia. Quest'ultima la conoscevo letteralmente da più o meno quattro anni, dato che all'età di sedici anni a causa del lavoro di suo padre si era trasferita a Roma, e come ironia della sorte era stata messa in classe con mia cugina, che quasi subito me la presentó.

Nonostante ci conoscessimo da svariati anni, solo da poco avevamo ripreso i rapporti, e a differenza di quello che molti pensavano eravamo solo ottimi amici, quasi due cugini oserei dire, anche se la maggior parte delle persone sosteneva che tra noi ci fosse del tenero "Hey! Come va?" Ed eccola che subito si mise al mio fianco con quel bellissimo sorriso che la contraddistingueva, e mi porse una cosa da bere "Stavo pensando a quanto questa casa sia stata importante per noi" le spiegai rigirandomi il bicchiere tra le mani "Qui dentro Gian e Marta ci hanno annunciato di stare insieme. È nata e finita la storia tra Diego e la Maino. Qui dentro ho detto addio per sempre a Giulia, e ho anche rafforzato il mio rapporto con Lele" Lei mi guardó curiosa e mi sorrise ancora una volta "In che senso hai rafforzato il rapporto con Lele?"portai lo sguardo verso la parete posta di fronte a me, e dopo aver bevuto un sorso di vino frizzante iniziai a spiegarle quello che intendevo "Diciamo che quando siamo entrati in questa casa eravamo amici, punto. Ci volevamo bene? Si, ma non come adesso. Insomma Gian e Diego li conoscevo entrambi da molto più tempo, mentre lui lo conoscevo solo da sei mesi, così all'inizio è stato anche abbastanza difficile comprenderci. Lui voleva sempre stare appiccicato a Diego e a me andava bene così" presi un altro sorso di vino e continuai a parlare "Poi ho cominciato a rendermi conto che in realtà non andava proprio così bene, e quindi piano piano ci siamo avvicinati. Abbiamo iniziato a passare le notti a parlare,anche di cose alquanto inutili, e proprio in una di quelle notti nacquero i Tankele. Abbiamo parlato di problemi di cuore e da quel momento ci siamo sempre spalleggiati. Gli voglio così tanto bene" sentì due braccia stringermi, mentre qualcuno mi lasció anche un bacio leggero sulla guancia "Te ne voglio anch'io. Tanto. Grazie di esserci Tanche" Ed eccolo.
Così maledettamente appiccicoso.

Ma Lele era così, letteralmente una caramella gommosa.

"It will be our secret"~ Tancredi Galli Where stories live. Discover now