Capitolo 26

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Erano le 23, e come ormai tutte le sere da quattro giorni a quella parte, ero in camera di Valerio cercando argomenti di cui parlare su Twitch, e stavo proprio cominciando a ricredermi, perché se all'inizio quell'app mi dava un certo senso di invasione, in quel momento la ritenevo primo un ottimo modo di guadagnare senza fare un bel nulla e secondo la migliore maniera per stare lontano da Lele, nonché la cosa di cui avessi più bisogno dato che in seguito al sogno che avevo fatto, mi ero reso conto di avere qualche piccolo problema legato alla sua esistenza.

Forse non poi così piccolo.

"Dovresti cominciare a streammare pure solo, secondo me" guardai Valerio per essere certo che quelle parole gli fossero realmente uscite di bocca, e lui mi sorrise "Lo devi fa bro. Per forza" ci pensai un attimo su ed optai per la risposta che più ritenevo opportuna "Ci penserò dopo il matrimonio" lui abbassò il capo e mi guardò soddisfatto, mentre io cominciavo a pensare a cosa mettere in valigia per passare almeno tre giorni a Roma.

Mentre pensavo in silenzio sentii una mano appoggiarsi alla mia spalla e sussultai "L'hai fatta la valigia?" Mi voltai verso Zoe e la guardai male "Ok. Mi hai messo paura, e comunque no. La
Farò domani pomeriggio" Lei mi guardò in faccia e strabuzzò gli occhi "Domani pomeriggio quando saremo già a Roma?" Le rivolsi uno sguardo interrogativo "Ma non dovevamo scendere sabato?" Lei annuì "Oggi è venerdì" Saltai letteralmente giù dalla sedia e cominciai a correre verso la mia camera, ma prima che potessi arrivarci andai a sbattere di faccia contro qualcosa.
O meglio qualcuno.

"Scusa bro ma perché corri così tanto?"

Guardai Diego, mentre ancora ero con il culo a terra e mi rimisi in piedi "Perche pensavo che fosse giovedì oggi e quindi devo ancora fare la valigia"Lui trattenne un sorriso, e si scansò per farmi passare, in modo che potessi subito mettermi a lavoro, e così feci: Entrai in camera mia e dopo aver afferrato la valigia, mi diressi verso l'armadio e cominciai a scegliere un po' di roba a caso.
Non cercavo nulla di preciso, tranne una cosa: una camicia a quadretti gialli e neri, perché era il pezzo forte di un outfit che avevo in mente, e dunque la necessitavo davvero tanto.

Eppure per quanto la cercassi, nell'armadio e anche nei cassetti da disegno non riuscivo minimamente a trovarla, e questa cosa stava cominciando davvero ad infastidirmi, perché checcazzo: come facevano le mie cose a sparire dalla mia stanza?

Così mi affacciai dalle scale, e cominciai ad urlare a squarciagola "Sapete dove sta la mia camicia gialla e nera?" Quasi morii dallo spavento, quando Gian uscì dalla sua stanza e mi urlò contro di non gridare così tanto perché Marta stava dormendo, ed io annuii imbronciato rientrando in camera mia.

Mi resi conto che l'unico posto in cui non avevo ancora cercato era il cassettone interno del letto, e subito lo alzai incrociando le dita "Dove cazzo sta?"
Continuavo a chiedermi senza smettere di cercare, finché una voce alle mie spalle mi fece sussultare
"Cercavi questa?" Mi voltai di scatto verso Lele, e andai a sbattere contro il muro completamente spaventato "Ma ti pare modo di entrare in camera delle persone?" In tutta risposta lui mi passò la mia camicia, che cercavo da ore, e scoppiò a ridere per poi posarmi una mano sopra il mento "Come sono entrato?" Cercai di rivolgergli uno sguardo che mi facesse sembrare duro e a tratti anche incazzato, poi presi un bel respiro e parlai "Come un ladro. In silenzio e stando attento a non farti sentire" lui strinse la presa sul mio mento e poi si avvicinò alle mie labbra, lasciando tra di noi meno di cinque centimetri "Forse non volevo che mi sentissi" lui provò a baciarmi ma io lo spinsi delicatamente indietro, e mi divincolai dalla sua presa "No Lele" mi allontanai dal muro, sul quale ero finito, e mi avvicinai alla porta della mia stanza "Questo é sbagliato" provai a rincarare la dose, cercando anche di essere più credibile possibile, ma lui appoggiò le spalle al muro e prese a guardarmi con un leggero ghigno "Hai paura di innamorarti?" Quelle sue parole mi fecero accendere di rosso dalla rabbia, ed iniziai ad urlargli conto "Tu stai scherzando vero?" Diedi un pugno sulla scrivania per cercare di scaricare la rabbia, ma quando lui si mise a ridere mi voltai di nuovo nella sua direzione e mi ci avvicinai "Io non potrei mai innamorarmi di te, perché sei apparentemente un cucciolo, ma in realtà sei solo un pezzo di merda che non ci tiene proprio alle persone che lo circondano" vidi il sorriso sul suo viso scomparire piano piano, mentre un espressione arrabbiata prendeva il suo posto "E tu che cazzo ne sai? Dimmelo: cosa ne sai tu delle mia vita?"

Il fatto che mi stesse urlando praticamente davanti al viso mi dava tremendamente fastidio, e siccome non volevo far trasparire questa cosa lo spintonai facendolo sbattere contro il muro.
Che poi 'sbattere' era un parolone, visto che io ero molto più piccolo rispetto a lui.

"Io so che tu sei qui e che hai cercato di baciarmi nonostante tu sia fidanzato con una mia amica." Più lasciavo uscire quelle parole, più sentivo crescere la voglia di picchiarlo "Devo ricordarti cosa è successo tra di noi il giorno prima che ti ci fidanzassi? Devo ricordarti tutto quello che è successo in queste settimane?" Lui abbassò lo sguardo, e scosse la testa in segno di negazione "Allora adesso guardami negli occhi e dimmi che tu ci tieni ad Aurora e alla vostra relazione" aspettai qualche secondo che facesse quello che gli avevo chiesto, ma proprio come mi aspettavo lui non fece nulla.
Completamente nessun movimento ne una parola.

E quello pensavo fosse abbastanza per definirlo una persona di merda, così mi limitai ad allontanarmi da lui e a guardarlo con riluttanza "Ora per favore esci. Devo finire di sistemare la mia valigia" e anche se mi pizzicava un po' la gola, mi sentivo completamente fiero e soddisfatto della prestazione che avevo avuto durante quel discorso.

"It will be our secret"~ Tancredi Galli Where stories live. Discover now