Capitolo 29

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Non so in che modo, ero riuscito a smettere di fissare Lele per qualche minuto, ed avevo normalmente salutato Aurora.
Dopo ciò i miei erano venuti ad avvisarci che da lì a poco sarebbe cominciata la cerimonia nuziale, e dunque avevamo tutti preso posto.

Avevamo deciso di stare tutti più vicini possibile, e stavamo scambiando quattro chiacchiere mentre i parenti degli sposi cominciavano a prendere posto.
Quando vidi Luca posizionarsi sull'altare capii che fossimo sul punto di iniziare, e così chiesi ai miei amici il massimo silenzio.
Poco meno di due minuti dopo la marcia nuziale partì, e la persona che fece ingresso sul tappeto rivolto verso l'altare mi fece un attimo rimanere confuso.

Com'era possibile?
Ma davvero stava succedendo?

Io e i ragazzi ci guardammo in faccia e ci sorridemmo, anche se nonostante quello che vedessimo non ci stesse infastidendo minimamente, eravamo comunque abbastanza colpiti.
Poi l'assessore comunale prese a parlare "Signori e signore: Siamo qui oggi riuniti, per celebrare il matrimonio di Luca e Federico" e in quel istante mi sentii davvero stupido, perché per tre giorni io avevo dato per scontato che 'Fede' fosse il diminutivo di 'Federica' e invece no.

'Fede' stava per 'Federico' e no. Non mi dava fastidio, anzi mi rendeva felice, semplicemente mi colpiva molto scoprire della sua omosessualità in quel modo: mentre si sposava.

Ad ogni modo la cerimonia oramai era nel bel mezzo della sua celebrazione, e loro avevano cominciato a scambiarsi le promesse, mentre mia madre era letteralmente scoppiata a piangere.
Con in sottofondo la voce di Luca che giurava amore eterno al suo Fede, mi avvicinai alla mia donna e le diedi un bacio sulla guancia per asciugarle una lacrima "Sei la più bella del mondo" le dissi sussurrando, e lei mi abbracciò "No. Tu lo sei. Davvero. Sei il ragazzo più bello che abbia mai visto" la sua voce tremolante, mi rendeva fiero di lei, perché mi rendeva orgoglioso poter dire che mia madre si stesse commuovendo durante lo scambio delle promesse, di un matrimonio gay.

Alla fine l'assessore comunale pronunciò la fatidica frase "Può baciare lo sposo" e ovviamente loro si baciarono, sotto gli applausi dei loro parenti, ed i fischi dei miei amici.

In quel preciso istante la cerimonia ebbe fine, per dare inizio alla vera e propria festa. Ed io ero pronto. Cazzo se ero pronto.

Mi avvicinai per fare gli auguri agli sposi, e Fede mi porse la mano "Piacere: devi essere quel nipote di cui mi ha sempre parlato Lu. Io sono Federico" gli strinsi la mano e sorrisi "Si credo di essere io. Piacere: Sono Tancredi"dopo esserci presentanti parlammo un po' dei nostri svariati interessi, e scoprimmo di essere entrambi fan di Bansky.

Ovviamente la sua esperienza artistica non era minimamente paragonabile alla mia. Insomma lui era un critico d'arte, io solo un piccolo puntino nell'universo a cui piaceva fare delle tele ogni tanto. Eppure era bello parlare con qualcuno dei miei progetti, e anche se la nostra conversazione non durò poi così tanto, io mi sentii comunque felice di quello che mi aveva detto:
'Basta crederci per fare l'artista. E io lo leggo dai tuoi occhi che ci credi davvero'

Con quelle parole in mente mi avvicinai al giardino, dove oramai i led erano accessi, e in mezzo alla folla cercai i miei amici.
Li trovai tutti insieme intenti a ballare, mentre Aurora e Lele se ne stavano un po' da parte, anche se lei non mi sembrava troppo felice di questo, così mi ci avvicinai e le porsi un bicchiere di cocktail alla frutta "Sembri annoiata Madame" Lei scoppiò a ridere e annuì "Sono solo un po' stanca. Penso che andrò a mettere i piedi dentro l'acqua" io annuii e le chiesi se volesse essere accompagnata, ma lei mi sorrise e mi fece cenno di no "Vai a divertirti con i tuoi amici. Tranquillo" mi diede un bacio sulla guancia, e dopo averne lasciato anche uno leggero sulle labbra di Lele si allontanò da noi.

Appena fummo soli lui sorseggiò il suo drink e mi guardò leccandosi le labbra "Ci vieni a ballare?" E a quella sua domanda, mi sentii avvampare, ma alla fine accettai. Perché infondo: che poteva succedere con un ballo?
Così raggiungemmo gli altri e ci unimmo a loro tranquillamente.

Erano passate almeno due ore dall'inizio di quel ballo che non era stato appunto nulla di che, ma l'ironia della sorte volle che appena ci allontanammo dagli altri per prendere da bere le luci si spegnessero, lasciando tutto quasi al buio, mentre partiva un lento.
Così Lele mi appoggiò le mani sui fianchi e prese a muoversi lentamente.

"Tanche..Tu mi odi?" Mi chiese poi sussurrando al mio orecchio, ed io rabbrividii "No. Non ti odio" gli risposi senza nemmeno rendermene conto, e lui fece avvicinare di più i nostri corpi, facendomi leggermente tremare "Quindi se faccio questo non ti arrabbi no?" Lo guardai confuso "Questo cos.." ma le parole mi vennero strappate dalla gola, quando nel buio della notte, in un posto più o meno appartato, appoggiò le sue labbra sulle mie.

Probabilmente fu l'effetto dei sei drink che avevo bevuto prima, ma non riuscii completamente ad allontanarlo, anzi al contrario, spinto da non so quale coraggio, presi a strusciarmi su di lui schiudendo le labbra per far toccare lo nostre lingue ancora di più, se possibile.
Poi però mi ricordai che avrebbero potuto vederci, e che Aurora che era scomparsa solo poche ore prima, sarebbe potuta tornare per cercarlo, così lo presi per mano e lo feci entrare nella parte della casa che conteneva le stanze, ed aprii la prima che trovai, e dal fatto che fosse una camera singola dedussi che non poteva essere la stanza degli sposi.

Appena mi chiusi la porta alle spalle, lui mi sollevò da terra e mi fece stringere le gambe intorno al suo bacino mentre mi baciava, e in quel momento notai il suo tatuaggio nuovo. Una A.
Proprio sotto l'orecchio.

E ok. Quella lettera doveva essere coperta, e quale miglior modo per coprirla se non lasciarci sopra un succhiotto?

Senza pensarci troppo cominciai a succhiare la sua pelle, e mentre lui gemeva sonoramente, cominciò a sbottonarmi la camicia finché non ci ritrovammo completamente nudi, corpo contro corpo.

Quando mi appoggiò sul letto, e si mise tra le mie gambe, capii che quella sera non ci saremmo limitati al solito preliminare.
Ma saremmo andati piu a fondo. E questo mi eccitava.
Dio se mi eccitava.

"It will be our secret"~ Tancredi Galli Nơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ