Capitolo 19

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Mi afferrai i capelli tra le mani, mentre disteso sul mio letto ripensavo ancora una volta a quello che avevo fatto due sere prima con Lele.
Potevo ancora sentire le sue mani tra i capelli e il suo sapore nella mia bocca, e questo mi faceva tremendamente arrabbiare.

Non riuscivo a capacitarmi di quanto stupido fossi stato, perché davvero per fare determinate cose bisognava davvero essere stupidi, ed io non ero uno stolto, no decisamente non lo ero, ero semplicemente, per quanto mi dasse noia ammetterlo, un mocciosetto curioso di fare nuove esperienze. E mi sarebbe pure andato bene, se non le avessi fatte con uno quasi fidanzato, perché ok che Lele era uno dei miei migliori amici, ma se non avessi saputo di quello che stava nascendo con Aurora non mi sarei minimamente creato problemi a portare avanti quello che avevo iniziato.

Mentre riflettevo assiduamente su cosa fare, sentii la porta della mia stanza aprirsi, e prima che potessi rendermene conto Zoe era seduta al mio fianco "Heylà!"le feci un cenno con il capo e mi sfregai gli occhi. Ero stanco, non chiudevo occhio da quella sera e volevo trovare un modo per dimenticare quello che avevo fatto, nonostante mi fosse piaciuto

"Che hai Tanche?" Come al suo solito lei mi leggeva in viso. Non era necessario nemmeno che aprissi bocca, e Zoe sapeva già che non stessi completamente bene, così decisi di non mentirle. Non del tutto almeno.
"Niente di che Zo. Sto a pensà a come risolvè un problema" Lei mi guardò in viso e mi sorrise "Ne vuoi parlare con me? Di che si tratta avanti. Dimmi tutto"e li nacquero in me svariati dubbi:
Dovevo davvero dirglielo?
E come avrei fatto?
Con che coraggio?

"Ao?" Mi schioccò le dita davanti  agli occhi ed io sussultai "Ma.. c'entra Lele?" Mi chiese in un sussurro, ed io abbassai la testa cercando di nascondere il colorito roseo che stava assumendo il mio volto "Oddio che hai fatto? Vi siete baciati di nuovo?" La sua curiosità mi stava mettendo in imbarazzo a dismisura, e non faceva altro che ricordarmi lo sguardo con cui Lele mi guardava in quel momento.

Mi aveva fatto sentire così potente..

"Pure peggio Zo.." prima che lei potesse farmi un'altra domanda, la porta si aprì e si richiuse di nuovo "Hey tu!" Aurora si lanciò letteralmente su di me, e abbracciò Zoe completamente esaltata "Come mai sei così felice?" Le chiese infatti quest'ultima, e con gli occhi lucidi di felicità lei ci mostro un incredibile sorriso "Mi ha chiesto di metterci insieme. Ci credete? Io e Lele insieme!" Sentii una fitta allo stomaco.
Mi faceva proprio schifo.

Due giorni prima gemeva il mio nome, e poi: chiedeva a lei di mettersi insieme?
No. Emanuele No. Non ci siamo proprio.
Ma cosa credeva? Che fossi un giocattolo? Che fossi una valvola di sfogo? O che peggio ancora fossi una macchina da laboratorio per testare la sua sessualità? Qualsiasi cosa pensasse si sbagliava.
Si sbagliava di grosso.

"Con..Congratulazioni Auri" dopo più di sei minuti di silenzio la abbracciai, e lei ricambio felicissima "Ti voglio bene Tanche" appoggiò la testa sulla mia spalla, e notai dietro di lei Zoe mimarmi due parole "Che stronzo" io annuii leggermente e quando Aurora si staccò da quell'abbraccio mi riportai le mani tra i capelli e ripresi a tirarli.

Improvvisamente avevo una voglia pazza di alzarmi, raggiungere Lele nell'altra stanza e prenderlo a testate sui denti. Forse volevo scaricare il mio senso di colpa su di lui, anzi probabilmente era così, però era anche vero che quel comportamento mi dava fastidio: Come poteva passare una nottata con me, e poi due giorni dopo proporre il fidanzamento ad una, che non solo gli stava sottissimo da più di tre mesi, ma che soprattutto era mia amica.
Ma cosa pensava? Che sarei diventato il suo amichetto di trombate occasionali?
Assolutamente no.

O magari si. Se non fosse stato fidanzato però.

Era fuori discussione che io potessi anche solo pensare di sottomettermi in quel modo a lui, mentre era fidanzato. Ma non esisteva proprio.
Io avevo i miei valori, e non li avrei mai messi da parte per nessuno: ne per una ragazza ne per Lele.

Anche se adesso cominciavo a pormi delle domande: Perché mi stavo facendo quei complessi?
Infondo la nostra era stata solo una serata di euforia.
Non era successo chissà che cosa, e poi era ovvio che a lui piacessero le ragazze e basta, quindi probabilmente non avrebbe nemmeno più ripensato a quella svista.
Che poi a me non erano nemmeno mai interessati i ragazzi. Si, forse non mi ero mai definito etero, ma nemmeno gay, ne bisessuale.
Mi ero sempre definito uno spirito libero che seguiva il cuore. Questo era quello che mi aveva insegnato il migliore amico di mio padre:

"Non c'è bisogno di scegliere una parola per definirsi. Basta solo accettare di provare dei sentimenti per qualcuno: Sticazzi se é maschio o femmina"

E come sempre Luca aveva ragione.
Non era necessario darsi etichette, e non era importante che quel momento lo avessi vissuto con un ragazzo.
Dovevo solo darmi una calmata e scendere dal pianeta che mi ero costruito nella mia testa, e ad aiutarmi fu proprio Zoe, che mi scosse la spalla "Ma ti sei impallato?" E mi misi a ridere, primo perché volevo smorzare la tensione che stavo sentendo e secondo perché il tono che la mia migliore amica aveva appena usato era uno dei più comici che avessi mai sentito in tutta la mia vita.

Rimasi un po' stupito quando scoprii che Aurora era ancora li, perché dal momento in cui avevo iniziato a pensare, ero stra convinto che fosse uscita.
E invece no.

"Quindi che fate stasera?" Chiese lei a me e Zoe, ed io ci pensai un attimo su "Non ho nulla da fare in realtà. Voi?" Guardai entrambe per aspettare che parlassero, e la prima ad aprire bocca fu Zoe "Pizza e Netflix con Danilo, in camera mia. Te?" sospirai.
Non l'avrei sicuramente rivista fino alle 15 del giorno dopo.

Aurora sorrise nuovamente e arrossì leggermente "Mi ha chiesto di andare al cinema insieme"

"It will be our secret"~ Tancredi Galli Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora