Capitolo 41

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Quando aprii gli occhi, sentii la testa esplodere, quasi come se avessi preso una botta.

Riuscii ad alzarmi dal letto solo quando presi una delle pastiglie che tenevo nel comodino.
Cominciai poi a fare mente locale a cosa fosse successo la sera prima, ma l'unica cosa che ricordavo era Valerio, che aveva deciso di fare una sorta di 'Aperitivo con Vale' in live su twich, e a giudicare dalle mie condizioni, io c'ero andando giù pesante.
Forse un po' troppo.

L'unica cosa che speravo era di non aver fatto cazzate, o sarei probabilmente morto dall'imbarazzo.

Appena arrivati in cucina trovai Gian e Diego a parlare, ma appena fecero caso a me si zittirono subito "Come stai?" Mi chiese il più alto, ed io feci spallucce "Mal di testa apparte bene."  Mi avvicinai al frigo per prendere una bottiglia d'acqua, e me la versai in un bicchiere sotto i loro sguardi.

Inizialmente non ci feci nemmeno troppo caso, ma quei due mi stavano proprio fissando, e non avevano nemmeno voglia di smetterla.
E questa cosa mi stava facendo arrabbiare, non poco.

"Regà ma che cazzo c'è da guardá così? Ho mica qualcosa in faccia?" Gli chiesi sbottando, e loro subito distolsero lo sguardo "Non è quello Tanche.." guardai Gian confuso, e lui prese il telefono in mano "Che ricordi di ieri sera?" Mi chiese poi Diego, ed io ancora una volta sollevai le spalle "Niente Diè. 'Aperitivo con Vale' poi buio" Gian si rigirò il telefono tra le mani per un paio di volte, e poi si decise e me lo passò.

E ommioddio.

"Se non me da un bacio in bocca adesso me incazzo e gli do un cazzotto in faccia" cominciai ad urlare il suo nome finché non lo vidi comparire sulla soglia della porta "Me devi da n'bacio. Devi essè passionale" e lo baciai ma, naturalmente prima di farmi approfondire, lui si staccò.
"Ora stai un po' qua" e mentre gli accarezzavo la spalla lui parlò "Non posso sto in partita a biliardo di là" ma non era vero. Ed io lo sapevo. Perché lui stava di la con Aurora, e non era giusto...
"Però me prometti una cosa? Guardami negli occhi" gli afferrai il viso e lo avvicinai al mio "Tu ami me. Solo e per sempre me" e lo baciai. Ancora.

Restituii il telefono a Gian e cominciai ad andare a fuoco "Tanche?" Sollevai lo sguardo e mi voltai verso la porta, trovandomi davanti Valerio, che si era appena svegliato.

Io gli andai in contro e lo guardai "Che cazzo bro.. potevi impedirmi di fare una tale figura di merda.." e nonostante cercassi di prendermela con lui, sapevo bene che non potevo farlo.
Perché li il coglione che non sapeva reggere un bicchiere in più ero io, e non lui.

Valerio mi appoggiò una mano sulla spalla e poi guardò i ragazzi alle mie spalle "Avreste potuto aspettarmi comunque prima di farglielo vedere" Diego sbuffò, e si versò qualcosa nel bicchiere "La prossima volta ti aspetteremo Papà Mazzei" mi voltai verso Diego e lo fulminai con lo sguardo.

Decisamente quello non era il momento giusto per fare il coglione. Anche perché non faceva ridere nessuno, oltre a se stesso, stupido com'era.

Valerio mi toccò la spalla e mi fece cenno di seguirlo, così cominciammo a camminare fino ad arrivare in camera sua e ci sedemmo alla scrivania.

"Tanche, devi sta tranquillo. Non è successo nulla" lo guardai negli occhi e sbuffai "Vale.. ho fatto il panico. Come fai a dire che non è successo nulla frate.. ma mi hai visto? Ero letteralmente patetico" lui negò con la testa "Ti senti così perché sai che non era colpa dell'alcol che pensassi quelle cose . Ma gli altri non lo sanno. Nessuno lo sa" mi presi la testa tra le mani, e mi tirai i capelli "Che devo fa?" Mi diede una pacca sulla spalla e poi parlò "Piu tardi, quando saremo di nuovo in live di che ti dispiace e rifiutati categoricamente di vede quei video" annuii e abbassai lo sguardo.

Valerio mi abbracciò e mi sussurrò di stare tranquillo, poi mentre mi allontanavo da lui sentii il mio telefono squillare e tentennai un attimo sul rispondere, dato che si trattava di un numero che non avevo memorizzato, ma senza pensarci due volte Valerio me lo strappò di mano e rispose mettendo il viva voce.

"Pronto, Tancredi?" Quella voce era familiare, ma io non riuscivo proprio a ricordare di chi fosse "Chi parla?" Chiese Valerio al posto mio, ed io lo ringraziai con lo sguardo "Federico. Sono Federico. Il marito di Luca.non sapevo bene perché, ma il fatto che a chiamarmi fosse lui e non Luca mi metteva estremamente agitazione "È successo qualcosa a Luca?" Gli chiesi così istintivamente, ma dall'altro lato del telefono sentii il suono di una risata "Sto bene Tanche. Non preoccuparti. Tu?È tutto ok?" 

No. Continuo a fare cazzate su cazzate. Quindi no.

"Si. Magnificamente" Valerio mi guardò e trattenne una risata.

"Ho una notizia importante da darti" poggiai il telefono sulla scrivania e cominciai a rigirarmi i pollici, cominciando a fare qualche ipotesi.
Magari venivano a vivere a Milano, o adottavano un bambino o un cane.

'Ci sei ancora?" Mi chiese poi Luca con tono scherzoso, sentendo il silenzio che proveniva dalla stanza in cui eravamo io e Valerio.

"Eccomi. Che dicevi?" Ero pronto a sentirmi dire di tutto, ma quando Federico parlò io spalancai gli occhi, e fui davvero costretto a trattenermi, o probabilmente sarei scoppiato a piangere come un bambino di pochi mesi.

"Quando ci siamo visti, al matrimonio, abbiamo parlato d'arte ed io ho visto un'enorme potenziale in te. Ragion per cui ho mandato un modulo di iscrizione all'università delle belle arti, di Barcellona. E beh... ti hanno preso."

Spalancai gli occhi e guardai Valerio "L'hai.. l'hai sentito pure tu Vale?" Cominciai a balbettare e il mio amico mi abbracciò fortissimo "Tancredi ti hanno preso! Ti hanno preso!" E più lui continuava a dirmelo, più io non ci credevo.

"Ti hanno preso Tanche e te lo meriti davvero tanto"

Io non riuscii a dire niente, che non fosse una serie di grazie senza sosta, rivolti sia a Federico che a Luca.

Non ci credevo.

"It will be our secret"~ Tancredi Galli Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora