Capitolo 44

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Non mi ero reso conto della gravità della situazione, finché Lele non si era staccato da me, ed era corso dietro ad Aurora.

Lei non aveva detto nulla. Nemmeno una parola.
Lo aveva semplicemente chiamato, con un'estrema delusione nella voce. E chi poteva biasimarla?

Io rimasi seduto su quel letto, senza maglia, con lo sguardo fisso alla porta.
Non riuscivo a credere di averle fatto una cosa simile, e mi faceva estremamente schifo sapere che se avessi potuto lo avrei fatto anche per sempre.

In quel momento anche la parte di me che si era sempre detta che 'se lui non si frenava di certo non ero io a doverlo fare' si sentiva una merda.

Cioè quello che era sostanzialmente.

Mi portai le mani tra i capelli con ancora lo sguardo verso la porta e sentii una lacrima scendere dal mio occhio a bagnarmi la guancia.

Stupido. Stupido. Stupido.

"Tanche..." sollevai lo sguardo verso Valerio che era sulla soglia e scoppiai in lacrime.

"Ha scoperto tutto Vale." Gli dissi solo, e lui mi abbracciò, mentre piangevo come un bambino.

Mi sentivo ridicolo e vulnerabile in quello stato, eppure non potevo farci nulla, perché stavo male. Davvero tanto male.

Rimasi da solo con Valerio, finché Zoe e Peia salirono, e quando mi trovarono li fui costretto a vuotare il sacco anche con loro.

La notte era passata in fretta tra i miei pianti, i cazziatoni che mi aveva fatto Zoe e tra gli abbracci di Valerio e Peia che invece mi dicevano di stare tranquillo.

Quando sentii la porta di casa sbattere mi alzai dal letto, e lasciai i miei tre amici addormentati in camera, per scendere le scale di corsa.

Subito mi trovai Lele davanti con gli occhi gonfi e rossi "Dov'è lei?" Gli chiesi semplicemente, e lui tirò su col naso "Da Ilaria.. Non vuole vedermi" e nonostante il tono triste che aveva su io non riuscivo a non provare rabbia guardandolo.

Perché aveva gli occhi rossi quando l'aveva tradita per mesi?
Con che coraggio?

Così mi limitai a superarlo infastidito e cominciai a camminare spedito, verso casa di Ilaria sperando con tutto me stesso che Aurora non si rifiutasse di parlare anche con me.

Non appena fui davanti a quella porta, provai a suonare, ma bloccai la mano prima che potesse schiacciare il campanello, chiedendomi davvero se quella fosse la cosa giusta da fare, solo che non riuscii a mantenere il controllo e suonai senza nemmeno volerlo.

Che cazzo..

Dopo più di quattro minuti dietro quella porta mi voltai e feci per andarmene, sicuro che non volessero vedermi, ma invece la porta si aprí e alle mie spalle sentii la voce di Ilaria che mi chiedeva di entrare.

Senza dirmi nulla mi fece cenno di seguirla, e mi portò in una camera in fondo alla casa.

Appena aprí la porta mi fece cenno di entrare e poi si allontanò, lasciandomi da solo con Aurora, che era di spalle e che quindi non si era minimamente accorta di me.

"Hey" le dissi incerto abbassando la voce, e lei mi guardò con gli occhi rossi "Hey.." e quel tono mi colpii notevolmente, perche io mi sarei aspettato che si alzasse e che mi prendesse a schiaffi, o anche solo che si mettesse ad urlarmi in faccia.
E invece no.

Niente di niente.

Con lo sguardo le chiesi il permesso di mettermi al suo fianco, e quando lei annuí mi sedetti sul letto anch'io "Aurora senti io.." Lei non mi fece finire di parlare che subito mi zittí con un gesto della mano.

"Non sono arrabbiata con te."la guardai fisso negli occhi "Sono delusa.. Questo si. Insomma sei l'unica persona a cui ho parlato delle mie incertezze sulla fedeltà di Lele, e tu mi hai sempre assicurato che non fosse possibile. Invece era reale.. e tu... eri l'amante" abbassai lo sguardo in preda alla vergogna, ed io non riuscii a dire altro che non fosse un semplice "Mi dispiace.." perché era la verità, perché io davvero ero dispiaciuto.

Lei negó con la testa "O no. Non devi dispiacerti. Sai: questa storia mi ha fatto capire tante cose, e una di queste sicuramente é che io e Lele non possiamo stare insieme." Abbassai leggermente lo sguardo.

"Lo vuoi lasciare?" Quella domanda mi uscii dalle labbra quasi prepotente, e nonostante non la stessi guardando ero più che certo che in quel momento i suoi occhi fossero puntati su di me.

"Per quale assurda ragione dovrei continuare ad essere la sua ragazza? Mi ha tradito. Non importa con chi, ma lo ha fatto, ed io non posso ignorare questa cosa" per un attimo vidi i suoi occhi farsi lucidi, ma le bastò sbattere le palpebre per farli tornare alla normalità. Ed io davvero stavo ammirando le sue capacità di mantenere il controllo, perché probabilmente io se mi fossi trovato al suo posto avrei scatenato il panico più totale.

"Per quanto mi riguarda: vi auguro tanta felicità. Entrambi la meritate, quindi vi auguro davvero di stare bene insieme" mi strinse una mano ed io la guardai negli occhi "Auro.. ti sbagli su questo.." Lei negò con la testa e mi accarezzò la guancia "Io non credo" non capii bene come ne perché, ma mi fiondai su di lei e la abbracciai, sussurrandole all'orecchio quanto schifo mi facessi da solo per averle fatto una cosa simile, e lei mi strinse tra le sue braccia rassicurandomi del fatto che nonostante tutto lei ci sarebbe sempre stata, in qualsiasi occasione.

Fu in quei pochi istanti che compresi realmente quello che Lele si era perso.
Aurora, che io avevo sempre visto come una ragazza dolce, si era rivelata essere molto più di quello.
Per quanto fossi a conoscenza della sua vastissima bontà d'animo, mai prima di allora l'avevo vista così evidente.

Nonostante le avessi fatto del male, a lei sembrava quasi non importare, ed io davvero non la capivo, sentivo solo un'enorme voglia di seppellirmi per l'imbarazzo che provavo.

Quando dopo più di due ore fui fuori da quella casa, sentii il mio cellulare in tasca suonare e quando lo presi in mano, leggendo il nome di Luca, risposi di corsa.

Ovviamente volevano sapere che cosa avessi deciso, così, presi un bel respiro e parlai
"Ci vediamo la settimana prossima."

"It will be our secret"~ Tancredi Galli Where stories live. Discover now