Una vecchia paura

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Oggi sono venuta allo stadio a vedere la partita della Roma, Nicolò mi ha rimproverato che non ci sono mai voluta venire e quindi ora eccomi qui. Se in precedenza non lo avevo mai fatto è perché in realtà ho paura che il mio ragazzo subisca un altro infortunio e so che sono una vigliacca, ma se succedesse non vorrei essere presente, perlomeno a casa mi potrei sfogare come voglio, qui non potrei farlo senza dare nell'occhio. Ogni volta che qualcuno gli fa un fallo, pure se piccolo, tremo, sono da sola perché i miei amici avevano un impegno e non sono potuti venire a farmi compagnia, quindi non so con chi sfogarmi. Siamo a metà del secondo tempo quando il difensore dell'altra squadra commette un fallo bruttissimo su Nicolò, tanto da beccarsi il cartellino giallo, il mio ragazzo è a terra dolorante e in quegli istanti mi si ferma il cuore, accorrono i soccorsi e poco dopo lo vedo rialzarsi e tiro un enorme sospiro di sollievo, anche se esce dal campo zoppicando, ma almeno lo fa sulle proprie gambe, viene sostituito e si sistema in panchina, da dove sono non riesco a vederlo quindi non so cosa sta succedendo, se sta bene o meno e sono un fascio di nervi e preoccupazioni. La partita finisce, esco dallo stadio e a quel punto non so che fare, vorrei aspettare Nicolò ma non so tra quanto uscirà, ammesso che non debba fare degli accertamenti sulle sue condizioni, ha il telefono spento, alla fine dopo aver aspettato abbastanza tempo, decido di tornare a casa. Sono rientrata da un'oretta circa quando ricevo una sua chiamata

<<Nico, dimmi che stai bene ti prego, ero così in pensiero>>

<<Sto bene Sophia, stai tranquilla, ho preso solo una brutta botta ma nulla di grave>>

<<Sono così sollevata di sentirtelo dire, quando ti ho visto per terra, ho avuto così paura...>>

<<Ho avuto paura anch'io ma per fortuna niente che non si possa risolvere con un po' di riposo>>

<<Scusa ho pensato solo alla mia preoccupazione senza considerare quanto potessi essere preoccupato tu, dopo tutto quello che hai passato>>

<<Piccola, è tutto apposto, solo che...>>

<<Cosa Nico?>>

<<Ho bisogno di te>>

<<Amore mio, vengo subito da te>>

<<Grazie>>

<<Non devi ringraziarmi, ci vediamo tra poco>>

<<Non vedo l'ora di averti qui>>

<<Anch'io non vedo l'ora di vederti>>

Quando arrivo da lui, mi apre la porta e non mi da' nemmeno il tempo di mettere piede in casa che mi sta già baciando con foga, premendomi contro la porta e facendo aderire i nostri corpi, mi ricorda la prima volta che ci siamo baciati, anche se questa volta c'è molta più irruenza da parte sua, tra un bacio e l'altro mormora

<<Ho bisogno di te Sophia>>

<<Sono qui Nico>>

<<Non sai quanto cazzo ho bisogno di te>>

Il modo in cui mi sta baciando mi fa realizzare quanto abbia avuto paura oggi e probabilmente questo è il suo modo per sfogarsi, ad un certo punto cerco di farlo calmare un po'

<<Nico, piccolo, sono qui non vado da nessuna parte>>

Gli accarezzo la schiena dolcemente ma è come se non ne volesse sapere, allora lo lascio fare, lascio che si prenda quello che gli serve, se questo è utile a farlo sentire meglio, continuando a baciarmi, mi trascina in camera da letto, dove con gesti febbrili mi spoglia, poi lo fa anche lui, ci mettiamo nel letto dove mi prende senza nessuna dolcezza, è solo istinto e passione, rabbia e dolore che si mescolano tra di loro, non mi fa male, non me ne farebbe mai questo lo so e non mi spaventa questo suo modo di agire, solo che è la prima volta che si comporta così e non ci sono abituata, non ha mai fatto l'amore con me con questa intensità, quando finiamo, si addormenta stremato, ci rimango male, ma sono consapevole del perché del suo comportamento e non ce l'ho con lui per questo, lo osservo dormire e poco dopo anch'io chiudo gli occhi.

Rimani - Nicolò ZanioloWhere stories live. Discover now