Attraversiamo il corridoio dirigendoci verso mensa per fare colazione. Adesso sono sicura che a Liam piaccia Samantha, sennò non si comporterebbe così con lei. Io sono solo un'intrusa che si intromette nella loro felicità.

«Veramente Em, a volte mi danno fastidio le sue lune, e non capisco perché si comporta così freddamente con le persone che non conosce.. tipo tu», trasalisco appena mette me di mezzo, lei non sembra accorgersene e proseguita a parlare. «O Aria e me ne dispiace un sacco, ho provato a capire che gli passa per la testa, ma non me lo spiega», mi guarda facendo un smorfia.

«Non ti devi preoccupare», la rassicuro con un minimo di autocontrollo.

«Ho parlato con lui dopo quel giorno, dove siamo stati a casa loro», tira fuori il discorso, mentre prendiamo un paio di pancake e il mio adorato caffè, lei a differenza mia si accontenta di un tè.

Intende il sabato nella quale gli ha pronunciato per la prima volta "Ti amo" e lui non l'ha nemmeno udita. Il giorno prima di aver ascoltato quei messaggi in segreteria che mi hanno disintegrato.

Non voglio presagire come è andata a finire la conversazione o se peggio, lui ha contraccambiato veramente i suoi sentimenti. Però tento lo stesso di essere nel pieno del dialogo. «E?» chiedo una volta sedute, invitandola a proseguire.

«Niente, alla fine mi ha chiesto scusa, ma ha ammesso che lui non è ancora pronto a dirmelo. In fondo posso anche capirlo. Mi ha fatto intendere che gli piaccio e che era molto appagato per come mi sono aperta a lui», gioisce. Questa è la tipica faccia da "innamorata" e mi piange il cuore anche solo al pensiero di starle mentendo. Vorrei urlarle addosso la verità, ma non posso. Non posso diamine.

Stanno bene insieme e io non mi devo permettere di interrompere e complicare la loro relazione.

«Sono felice per te».

Lo sono, davvero.

Mentre terminiamo la colazione sento il mio telefono vibrare sul tavolo.

«Liam?» domanda la mia amica, confusa. Io sussulto sentendo il caffè bollente andarmi di traverso. Inizio a tossire compulsivamente, strappando il mio cellulare dalla sua visuale.

Merda. Merda. Merda.

«Come fa ad avere il tuo numero?» reclama preoccupata.

«I-io...» inizio a balbettare, mentre l'agitazione prende il sopravvento e solo adesso controllo effettivamente il messaggio.

Da Liam Brooks: Controlla il registro.

Aggrotto le sopracciglia, non recependo. Fortunatamente dopo che ci siamo lasciati ho cambiato il suo nome da "Amore".

«Me l'ha dato per l'esame che dovevamo dare insieme», la rassicuro, ricordandomi di avere una bella scusante.

«Giusto! Che sbadata» sorride, sembra rilassarsi mentre vado a controllare il registro. Noto che in "statistica" c'è un pallino rosso. Corro a ispezionare l'area leggermente in ansia.

«Sì!» strillo prolungando la "i" e alzandomi dalla sedia in preda all'emozione. Sono così eccitata che non posso fare a meno di sorridere come una pazza.

A-.

Ho preso veramente A- al mio primo esame!

«Che succede?» cerca di scoprire, divertita.

«Hanno messo i voti dell'esame. Io e Liam abbiamo preso A-!» esulto. Sono veramente fiera. Fiera di noi.

«Oddio, congratulazioni!» favorisce raggiante, prendendo subito il suo telefono sbrigativa. «B+! Lo sapevo che Jeremy era un genio in materia!» esclama subito dopo, così la vado ad abbracciare orgogliosa.

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Mentre arriviamo in struttura siamo talmente esaltate che non possiamo fare a meno di sorridere come delle ebeti. Prendere un voto così alto a Yale per il primo esame è veramente un sogno.

Stiamo varcando per i corridoi quando intercettiamo diverse teste voltarsi in una sola direzione. Osserviamo Aaron Reed trionfare nei suoi stessi passi con un sorrisetto fisso stampato sul volto.

A quanto pare ama le attenzioni.

Ormai è impossibile non sentir parlare di lui in questa università, è talmente popolare che so persino io della sua esistenza. Da quel che ho compreso è il capitano della squadra di football, adorato veramente da tutti. L'ho già adocchiato a qualche festa o lungo i corridoi, tipo adesso, perché è impossibile non farlo. È proprio una bella vista per gli occhi.

Anche Liam ha una certa fama da quel che ho potuto constatare, ma la sua è proprio fuori controllo.

«Cazzo...» mugugna Sam e solo in questo preciso istante noto che sta venendo verso di noi.

Aspettate. Cosa?

Arriva a un passo dai nostri corpi e inizio a sentire parecchi sguardi addosso. «Ciao!» sorride nella nostra direzione e non possiamo fare a meno di guardarlo imbambolate. È bellissimo.

È veramente alto, forse quanto Liam. Porta i capelli mori alzati sul davanti in un ciuffo spettinato e ha dei grandi occhi verdi veramente penetranti. Noto che porta la felpa con la scritta Yale sul davanti e io non posso far altro che guardarla entusiasta.

La voglio pure io.

«Ehm ciao...» apro bocca visto che Sam non lo fa, ancora incantata. Lui sembra notarlo perché le fa un sorriso furbo.

E che sorriso, mamma mia.

Una fila di denti bianchi spunta dalle sue labbra arcuate.
Questo personalmente lo chiamo "il tipico sorriso da rimorchio."

«Piacere, sono Aaron», si presenta come se non sapesse che ormai lo conoscono anche gli alberi nel parco.

Prontamente gliela stringiamo, altresì se ancora non capisco perché è qui.

«Sei Samantha Anderson, giusto?» si rivolge alla castana che solo adesso sembra ricordarsi di avere un nome.

«Ehm sì», sussulta leggermente intimorita. Si sente un vocione dietro di noi urlare "Ehi Reed!", lui sogghigna rivolgendo un saluto al tizio, per poi riportare l'attenzione sulla mia amica.

«Sai, in questo periodo ci sono la selezione per la squadra, ma anche per l'organismo delle cheerleader», beffeggia guardandola un secondo di troppo. Lei non sembra capire, nemmeno io dopotutto.

«Non capisco perché lo stai dicendo a me», mormora leggermente imbarazzata.

«Io e Corinne, la capitana, ti abbiamo visto ballare l'altro giorno in palestra, così sono venuto da te. Non sei affatto male, saresti un ottima risorsa per la squadra», si congratula con lei. «In più sei discreta, punto in più per farti accettare», la canzona. Lei sembra diventare rossa come la salsa piccante.

«Ehm no, non sono interessata», strascica queste parole irrequieta. Io non sapevo ballasse.

«Vabbè, giovedì ci sono i provini, se ti va sei la benvenuta». Sta per andare via quando si gira all'ultimo secondo, «ah, sei la ragazza di Liam, no?». Lei annuisce, così prosegue, «convincilo per favore», la prega.

«Per cosa scusa?» prorompe senza decifrare simili parole.

«Il nostro quarterback ha dovuto abbandonare la squadra per un grave infortunio. Ho visto alcune partite di Liam e cazzo, gioca come un dannato. Sarebbe perfetto per noi».

«Allora glielo farò sapere, grazie», afferma la ragazza accanto a me sorridente.

«A te. Ora vado, ciao ragazze», ci saluta voltandosi e facendoci gustare il suo perfetto fondoschiena.

Dopo un paio di secondi mi volto verso Sam stralunata, mentre lei entusiasta mi sussurra un "porca puttana" per la sua infinita magnificenza.

E mentre aspetto che inizi la mia prima ora non posso fare altro che pensare a Liam. Non posso che essere felice per lui. Giocare in una squadra così importante è sempre stato il suo sogno e sono veramente orgogliosa di lui. Ma solo adesso mi sale un dubbio:

Perché Sam dovrebbe convincerlo?

Prova a fermarmiWhere stories live. Discover now