Prova a fermarmi

By isolatedwr

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(COMPLETA) Per Emily è giunto il momento più atteso della sua vita. Inizierà l'università dei suoi sogni nel... More

Cast.
booktrailer.
prologo.
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Ringraziamenti e progetto futuro.

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By isolatedwr

«Emily?», mormora Liberty, questa volta a voce più alta. Noto il panico negli occhi di Liam, mentre osserva Trevor alle spalle di sua sorella.

Quest'ultima sembra riscuotersi dalla sua trance, mentre corre verso di me per abbracciarmi. «Oddio, da quanto tempo!» strilla eccitata. Perdo quasi l'equilibrio, visto la tanta forza nel quale si è lanciata su di me.

«Ciao!» esclamo, ancora molto stupita. Non riesco a credere che è a un palmo da me.

Nel momento in cui si scosta, mi prendo qualche secondo per guardarla.
È cresciuta, molto, se prima la superavo di una spanna, adesso è alta quasi quanto me.
Il suo volto è maturato e devo ammettere che è molto più bella di quando aveva sedici anni.
I suoi occhi color giada però sono rimasti li stessi.

«Wow, Em sei bellissima! Hai fatto un glow up da urlo», sorride fissandomi e poi lanciando un'occhiata a suo fratello, che a quanto pare mi sta scrutando pure lui.

«Anche tu», le sorrido abbracciandola un'altra volta.

Non credevo che mi mancasse così tanto, ne ho preso coscienza solo nel momento in cui l'ho vista.

Eravamo ottime amiche a Boston, dato il fatto che mi recavo molte volte a casa sua per Liam. Abbiamo solamente un anno di differenza e quindi ci siamo ritrovate molto in quei tempi. Passavamo giornate in cucina e nottate in compagnia di serie tv. Ed era anche la pacifista di quando io e suo fratello avevamo un battibecco.

Stavo molto bene con lei ed era diventata una delle ragazze a cui tenevo di più. Peccato che quando io e il moro accanto a me ci siamo lasciati, le cose non sono andate a buon fine.
Ci eravamo promesse di restare in contatto, ma le chiamate ogni giorno diventavano sempre meno e io a casa di loro non ci avevo messo più piede.

Solo adesso noto l'espressione di Trevor. È allibito e non sta comprendendo tutto ciò, una scintilla di preoccupazione si imbatte in me. E adesso che gli diciamo?

Mentre entriamo dentro casa, come pensavo, quest'ultimo chiede: «Che succede?»

Intercetto Lib aprire bocca, ma fortunatamente Liam prende in mano il discorso. «Esatto; non lo so nemmeno io. Vi conoscete? Accidenti il mondo è piccolo!» mente a disagio, lanciandomi occhiate in segno d'aiuto.

Sospiro. «Sì, siamo amiche. Andavamo a scuola insieme. Come mai è qui?» domando, sempre a Liam, come se sua sorella non esistesse. Ho troppa paura di porre la domanda a lei ed essere sgamata.

«È mia sorella», sorride andando da lei per abbracciarla di lato. Lei sembra capire la situazione e se ne resta zitta.

A me duole il petto a forza di menzogne.

«Ah. Vabbè, adesso vado in camera, devo finire di preparare la valigia. Sei qui per Ric?», mi chiede Trevor un po' dopo, rivolgendosi a me. Non sembra molto convinto di quello che sta accadendo, ma fortunatamente non approfondisce niente.

«Sì, ma a quanto pare non c'è. Torno in dormitorio», lo informo, già pronta per uscire da qui.

«Oh no, tu resti», mi impone la ragazza dai capelli scuri, convinta accanto a me.

«Avrà da fare», le intima Liam, ammonendola con sguardo torvo.

«Non rompere, non la vedo da tanto e voglio stare un po' con lei. Per te va bene Em?» è speranzosa per una mia risposta affermativa e in questo lasso di tempo mi trovo parecchio in difficoltà.
Da un lato vorrei restare perché mi è mancata molto, ma dall'altro so che Liam non apprezzerebbe e mi sento abbastanza a disagio in sua presenza.

«Non vorrei disturbare...» lei mi interrompe subito.

«In realtà mi servirebbe una mano per la cena, visto che questi due nullafacenti non mi aiutano mai», lancia uno sguardo ostile verso i due ragazzi.
Trev di conseguenza le fa una linguaccia scherzosa.

A quanto pare si conoscono.

                •••••••••••••••••

È quasi ora di cena e stiamo mettendo le patate in forno. Abbiamo preparato del pollo fritto, un insalata mista, la macedonia e ovviamente questa leccornia che non vedo l'ora di assaggiare.
Siamo state delle ottime cuoche, avevo nostalgia di stare ai fornelli alla fin fine.

«Ecco fatto», esulto soddisfatta, prendendo uno strofinaccio per pulirmi le mani.

«Venti minuti dovrebbero bastare», constata Lib contenta, guardandomi di sfuggita. C'è un po' di tensione nell'aria e sappiamo entrambe il perché. «Emily ti posso fare una domanda?» sollecita, come se mi avesse letto nel pensiero.

«So già cosa vuoi sapere.»
Lei ridacchia e senza preoccupazione mi confido. So che con lei posso farlo e mi serve una spalla in più al momento. Lo ammetto.
«Innanzitutto non sono qui per Liam, ci siamo incontrati per caso... sono amica di Samantha.»

«La sua fidanzata vero?» chiede. Cerco di reprimere il fastidio e annuisco.

«È la mia compagna di stanza», parlo dopo un po', lei non sembra crederci.

«Seriamente?»

«Già...»

«Ma... lei lo sa almeno di voi?» è curiosa e posso capirla.

Arriviamo in sala e ci sediamo entrambe sul divano. Nell'aria domina un odore di cannella e penso sia opera di questa ragazza furba qua accanto a me.

«No», sbuffo, appoggiandomi a un cuscino e incantandomi un secondo.
Sia io che Liam in questi tempi viviamo una situazione da incubo, che non potrà che finir male, stiamo solamente mettendo tempo al tutto.
Sembra quasi di essere catapultati in un film.

«Come mai non l'avete spiegato a nessuno? In fondo non è colpa vostra se vi siete ritrovati», mormora Lib riscuotendomi dai pensieri.

«Io e Liam non siamo più nulla, è unitile farla soffrire a caso.»

«Ma le state mentendo», cerca di farmi capire con disapprovazione, ma io non rispondo più. Non so nemmeno cosa dirle.

Siamo degli stupidi? Sì.

               ••••••••••••••••••

Alla fine abbiamo cenato esclusivamente noi due, Liam ha mangiato in camera e Trevor si è addormentato, quindi abbiamo preferito non svegliarlo. Di Richard invece nessuna traccia, ma forse è meglio così. Non saprei cosa dirgli se mi vedesse qui.

Ci siamo riviste mezza serie della Casa di Carta e abbiamo parlato del più e del meno. Mi ha rivelato che è qui perché il prossimo anno desidererebbe frequentare anche lei Yale.

Adesso sono in bagno, pronta per tornare in dormitorio. Ma appena accedo alla pagina internet degli orari del bus il terrore si impossessa di me. Dopo le dieci non ne passano più nel periodo estivo.
E il periodo estivo inizia oggi.

Merda.

Faccio un respiro profondo guardandomi un secondo allo specchio. Che cavolo faccio ora?

Senza pensarci due volte esco dal bagno e busso alla porta della camera di Liam.

Appena entro lo trovo stravaccato nel letto a torso nudo.
Mi va quasi a traverso la saliva per la vista di tutti questi muscoli a dir poco inimmaginabili.
Mi stupisco ancora una volta che in passato abbia potuto anche solo posare gli occhi sulla mia immagine, tutt'altro che perfetta.

Noto un nuovo tatuaggio nel fianco destro, ma non riesco a capire di che cosa si tratti, sembra una frase in corsivo.

«Sì?» domanda aspettando pazientemente un cenno da parte mia. Sembra notare il mio sguardo, ma fortunatamente non mi prende in giro.

Mi ricompongo subito. «Senti, chiederei a Richard, ma non c'è. Mi daresti un passaggio? Ho guardato e non passano più autobus», lo prego titubante, lui di conseguenza si alza dal letto, sempre con solo dei boxer neri addosso. Cerco di non adocchiarlo, ma è un impresa ardua.

«Emily non posso. La mia macchina è dal benzinaio per il cambio dell'olio. La vado a riprendere domani», parla sempre con l'apatia che gli scorre nelle vene.

«E adesso come faccio?» squittisco mentre l'ansia prende il sopravvento. Ci mancava solo questa.

«Resta qui», scrolla le spalle, mentre si sposta verso l'armadio.

Io scuoto immediatamente la testa. «Liam non posso.»

«Perché no?» domanda lui dopo un po' e io ci ripenso.

«Hai ragione, vado in camera di Ric», sto per uscire dalla porta, ma lui mi blocca prepotentemente.

«No», sbotta. Si avvicina di un passo a me, ma io ne faccio uno indietro, colta alla sprovvista.

«Perché no?» adesso tocca a me porre questa domanda scocciante.

«Perché no.»

«Non è una risposta», gli faccio presente, lui di conseguenza alza gli occhi al cielo.

«Non c'è nemmeno, magari quando torna sarà stanco», tenta di proferire, ma io non ci casco.

«Come se gli desse fastidio la mia presenza...»

«Smettila», mi intima perentorio

«Smettila tu!» prorompo, lui mi guarda male e così capisco. «Ti dà fastidio eh?» schernisco, ridacchiando un po' subito dopo.

«Sì», ammette come se niente fosse. Sento la stanza diventare sempre più calda insieme alle mie guance, mentre una piacevole morsa si attua nel mio stomaco, comprimendolo.

Il moro continua a fissarmi, così decido di rimanere nella mia strada. «Liam non posso dormire qui, sei fidanzato.»

«Andrò da Liberty nel divano, ma te resti qua», mi obbliga dirigendosi nuovamente verso il suo armadio. «Metti questa.»
Mi lancia una sua maglietta che prendo al volo per un pelo.

Sono priva di parole e lui senza dire altro si infila una felpa e un Tony grigio ed esce da camera sua.

              •••••••••••••••••••

È passata una mezz'ora e ancora non riesco a prendere sonno. Queste lenzuola sanno troppo di Liam e mi è difficile non pensare a lui.
Alla fine è stato carino a cedermi la sua stanza, ma so che l'ha fatto esclusivamente per non farmi andare in camera del suo amico.

Quest'ultimo l'ho sentito arrivare una ventina di minuti fa, ma non oso farmi vedere, se mi trovasse qui, sul letto del ragazzo dai capelli corvini, darebbe di matto.

Sto quasi per abbandonarmi tra le braccia di Morfeo, sin quando odo la porta di camera aprirsi. Stringo gli occhi, percependo il cuore accelerare precipitosamente per paura di un Richard sulla soglia, ma la situazione non sembra degenerare.

Solo dopo pochi secondi mi sforzo di aprire una palpebra, cercando di non farmi scoprire. Scruto Liam intento a spogliarsi nuovamente, ma io faccio comunque finta di dormire.

Il fiato inizia ad accorciarsi mentre scosta le coperte e si fa spazio accanto a me.

Mi abbraccia stretta, come se avesse paura di una mia reazione. Mi potrei scostare senza problemi, ma non lo faccio. Seppure sia dannatamente sbagliata come situazione, non ci riuscirei mai.
La sua presenza è fin troppo importante per me.

E in questo stato, in collisione con il suo corpo; con le gambe attorcigliate alle sue, la testa sul suo petto e i respiri che si uniscono, mi addormento.
Tra le braccia dell'unico ragazzo che è stato in grado di farmi battere il cuore.

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