Prova a fermarmi

By isolatedwr

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(COMPLETA) Per Emily è giunto il momento più atteso della sua vita. Inizierà l'università dei suoi sogni nel... More

Cast.
booktrailer.
prologo.
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Ringraziamenti e progetto futuro.

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By isolatedwr

«Ecco il tuo caffè lungo», esordisce Trevor una volta arrivato al tavolino dove sono appoggiata.

«Grazie. Sei la mia salvezza», gli faccio un sorriso sincero, avvolgendo immediatamente le mie mani gelate, intorno alla tazza con sollievo. Ormai è inizio novembre e le temperature sono calate molto.

Mi corregge. «Il caffè è la tua salvezza. Mi dai l'idea di una che si potrebbe addormentare da un momento all'altro», ridacchia mentre si sistema il grembiule.
Ancora non lo vedo nei panni di un cameriere, con il suo fascino e tutti i suoi tatuaggi...
Devo ammettere però che è virile anche con una divisa azzurra.

«Ho avuto sei ore di fila e sto studiando da due giorni senza un attimo di pausa, fai te.»
Purtroppo ho la brutta abitudine di studiare sempre tutto all'ultimo e ho la prima sessione di esami in questi giorni.

Sbuffa. «Ti posso capire Em, sono nella tua stessa situazione e devo anche lavorare», mette il vassoio sotto al braccio per poi lasciarmi insieme ai miei libri.
Sfoglio i miei appunti ancora un po', cercando di accumulare qualcosa in più.
Domani l'altro devo vedermi anche con Liam per l'esame di statistica, Dio, datemi la forza!

A proposito di quest'ultimo, come per magia lo vedo entrare all'interno del bar insieme a Richard. Strabuzzo gli occhi e abbasso il volto cercando di non farmi vedere. Ma lo trovo dappertutto?

Si appoggia al bancone col suo charme, ridendo per qualcosa che ha detto Trevor.
Sposto lo sguardo verso il castano accanto a lui e solo ora noto che Richard sta guardando nella mia direzione. Impreco sottovoce per essere stata colta.
I suoi occhi sono incatenati con i miei. A differenza di quelli di Liam questi mi suggeriscono tutto, trasudano afflizione e rammarico; vorrebbe venire da me e urlarmi quello che ho sbagliato, ricominciare da capo, ma ha paura che non mi vada a genio.

Decido di prendere l'iniziativa.

Mi alzo dalla sedia dirigendomi verso di lui, senza staccarmi dal suo sguardo indagatore. Scorgo una scintilla di paura attraversare il suo volto, ma io non mi do per vinta arrivando a un metro dal suo viso.

«Ciao», mi rivolgo solamente a Ric. Guardo di sbieco Liam che mugola sottovoce seccato da morire. Gira completamente il corpo e osserva Trevor preparare una spremuta d'arancia, tutto questo per non avere a che fare con me. Che infantile.

«Ehi, come stai?» domanda Richard un po' a disagio. C'è una grande tensione nell'aria. La percepisco.

«Bene, tu?»

«Bene», risponde solamente. Restiamo per un po' zitti, non sapendo che dire. Sono imbarazzata e Liam non alleggerisce l'atmosfera iniziando a ridere sotto ai baffi, per questa conversazione abbastanza patetica.
Se il mio sguardo potesse incenerire le persone, Liam sarebbe già morto da un pezzo.

«Senti, ti va di parlare?» mi rivolgo a Richard, già scocciata per il cretino accanto a sé.

Proprio quest'ultimo risponde al posto suo. «Senti, avremmo da fare», replica ripetendo il "senti" nelle stesso tono.
Mi sta facendo male la mascella dal fastidio, ma cerco comunque di frenare l'impulso di andare lì e tirargli qualcosa addosso.

«Per favore», mormoro semplicemente fissando intensamente il castano davanti a me.
Osservo i suoi lineamenti addolcirsi.

Si volta verso il coglione. «Mi puoi dare cinque minuti?» lo prega.

«No», nega senza guardarci, iniziando a sorseggiare la sua spremuta, che gli ha appena porto Trevor.

Ho seriamente paura che mi possa venire un'ulcera in questo istante.

«Ne basta uno», mi rivolgo all'antipatico che finalmente gira la testa verso di me per rivolgermi un minimo di attenzione.
Mi studia perentorio.

Quegli occhi mi fanno imbestialire quanto più contorcere... divento gelatina sotto al suo sguardo.

«Per me può stare con te anche mezz'ora, torna a piedi», mi guarda male un altro po'.
Sto per rispondergli male, ma prima di me prende parola il barista.

«Liam non rompere il cazzo. Vai pure amico, lo tengo qua io.» Si rivolge a Ric facendogli l'occhiolino, sento sussurrare da quest'ultimo "coglione" in modo scherzoso, mentre mi dirigo al tavolino color crema.
Mi raggiunge subito dopo adagiandosi nella sedia davanti alla mia.

Finisco l'ultimo sorso di caffè, ormai freddo, appoggiando la tazzina di lato, insieme ai libri.
In tutto questo il castano davanti a me non ha mai smesso di guardarmi.

«Allora...» inizio mordendomi leggermente il labbro, capto il suo sguardo saettare proprio in quel punto, difatti serro immediatamente la bocca.

«Allora...» continua lui, aspettando un discorso da parte mia. Sorrido impacciata.

«Mi volevo scusare per quella volta, insomma quando...» si intromette subito.

«Lo so quando, tranquilla non c'è bisogno...» questa volta sta a me interromperlo.

«Invece ce n'è bisogno, sono stata una bambina a comportarmi in quel modo. Ma sinceramente ti ho detto la verità, ho paura degli horror, farei così con chiunque», parlo a raffica senza prendere fiato, distruggendo le unghie con l'altra mano.
È un brutto vizio che ho quando sono nervosa.
«In più puoi ben vedere quanto non sopporti Liam», faccio un risolino, ma Ric non ricambia anzi, rimane impassibile.

Resta in silenzio per assimilare, penso, il mio discorso, prima di iniziare a ribattere. «Lo sai, io non mi sono arrabbiato per il film, né per quando ti sei accoccolata a lui, anche se lì per lì mi dava fastidio.»
Lo guardo confusa non capendo, intravede il mio sguardo stralunato così prosegue. «Hai presente il detto odio uguale amore

Lo freno all'istante. «Stai dicendo una cazzata.»

«Può essere vero, ma ti sembra normale questo detestarvi fin da subito? A me non torna, vi conoscete da pochissimo», sentenzia convinto.

«È normale che mi stia sul cazzo, sarebbe anormale se mi stessero simpatici tutti invece», scrollo le spalle.

«Ma uno non si comporta così con una persona che conosce da poco, quindi o qualcuno di voi ha fatto qualcosa all'altro, o a quanto pare avete parecchia confidenza», puntualizza ovvio.

«Io faccio così con tutti.»

«Non ci credo», risponde senza ombra di dubbio.

«Ric, dove vuoi arrivare?» chiedo burbera, visto che non sa ancora niente della mia vita privata.

«E tu invece dove vuoi arrivare?»
È cocciuto da morire e non mi sta rendendo la conversazione facile. Sbuffo e mi appoggio sulla sedia.
Vede che non controbatto così continua. «Non dico le cose a caso Em.»

«A me pare che ti stia facendo troppi film», obbietto e lo guardo con sufficienza. Sono nervosa, ma non solo per questo discorso, per tutto.

«Ok, allora se mi dici che non c'è niente tra voi per me si può ricominciare da zero tranquillamente.» Alza le mani in segno di resa. Io mi sbilancio con la schiena vicino a lui.

«È vero, non ho assolutamente niente a che fare con lui, ti ricordo che quella che sta per diventare la mia migliore amica è fidanzata con lui», mormoro come se volessi avere una scusa in più per me stessa, in parte ho detto la verità: Tra me e Liam ormai non c'è più nulla.

«Benissimo, tu mi piaci, ormai si è capito, tu potresti essere un minimo interessata?» sussurra speranzoso. Da come l'ho potuto un po' conoscere, so che Richard non ha peli sulla lingua e si butta dove c'è da buttarsi.

E mi piace questo suo lato.

«Sì, ti vorrei conoscere», sorrido e lui ricambia avvicinando la mano alla mia.

«Andiamo, non ho tempo da perdere», sbuca Liam furente, come sempre, carbonizza le nostre mani intrecciate con i suoi occhi, ma io non ci penso proprio a toglierla, anzi non gli degno di un minimo di attenzione.
Richard guarda il suo amico per un breve istante riportando, dopodiché, lo sguardo su di me alzando un sopracciglio.

Mi fa capire quello che intende per odio reciproco, ma io mento facendo finta di non comprendere.

In fondo so fare solo quello.

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