Prova a fermarmi

By isolatedwr

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(COMPLETA) Per Emily è giunto il momento più atteso della sua vita. Inizierà l'università dei suoi sogni nel... More

Cast.
booktrailer.
prologo.
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Ringraziamenti e progetto futuro.

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By isolatedwr

«Cazzo, do le pappe a Bloom!»fischia Aria, mentre si ammira davanti allo specchio.

Mi scappa un sorriso. «In effetti sei proprio carina», sentenzio ed è vero. Sia Sam che Aria sono davvero stupende.

«Come te», mi squadra per poi farmi l'occhiolino. Scuoto la testa divertita.

Visto che Halloween è la festa dove la gente si veste in tutti i modi possibili, abbiamo sgarrato vestendoci da Winx.
Aria è bloom, Sam è flora e io sono Stella.

Mi sento abbastanza a disagio in questo top striminzito, ma stasera quasi tutti hanno dato il meglio di sé.
Dando voce ai miei pensieri noto passare, dalla finestra della mia stanza, un tizio vestito da hot dog e una ragazza da hamburger. Scoppio a ridere per quella vista.

«Samantha Anderson muoviti, voglio fare una foto!» urla Aria, visto che è chiusa in bagno da abbastanza. Non ho mai visto una ragazza così eccitata per una festa.

«Che antipatica, mi hai chiamato cento volte! Fammi fare almeno la pipì», sbuffa la castana, una volta uscita dal bagno, in tutto il suo splendore.

Noto Ari alzare gli occhi al cielo, ma lascia perdere chiamandoci entrambe per fare questa benedetta fotografia.
Cerco di mettermi in una posa adeguata, sfoggiando il mio sorriso migliore, una volta partito il timer.
Dopo averne scattate una giusta quantità prendiamo le nostre borse, i capotti e usciamo.

«Oggi dobbiamo prendere la mia macchina, purtroppo Liam non può venirci a prendere», mormora distratta, mentre controlla come siamo venute in foto dal cellulare di Aria.

Che culo.

«No, che palle Sam! Ad halloween devi bere», si lamenta quest'ultima per poi riprendere il suo cellulare.

«Se vuoi guidare tu per me va bene.»

«Col cazzo, per questa volta sono contenta di non aver ancora preso la patente», gongola Aria, mentre si sistema la gonna azzurra.
Intercetto Sam guardarmi speranzosa per poi farmi dondolare davanti al viso le chiavi dell'auto.

«Te lo puoi scordare», parlo semplicemente, senza dire altro. Non guido una macchina da secoli... sarei un pericolo pubblico.

Mentre scendiamo le scale intravedo due ragazzi pieni di tatuaggi passare accanto a noi, nemmeno il tempo di vagare lo sguardo su di loro che iniziano a fischiare nella nostra direzione.
Noto Aria girarsi verso di loro per poi sfoggiare un clamoroso dito medio.

«Che fai?» strabuzzo gli occhi. Lei mi guarda confusa così continuo. «Stai attenta, non devi dare attenzioni a persone così, potrebbe succedere il peggio», sussurro, anche se ormai quei cafoni li ho già persi di vista.

Arriviamo in fretta alla 500 color panna di Samantha.
Salgo nel posto accanto al guidatore e Aria dietro, ci allacciamo velocemente le cinture e poi partiamo elettrizzate.
Nel viaggio parliamo del più e del meno e fantastichiamo su come potrà essere la festa.
Tutto quello che abbiamo detto però non è nemmeno immaginabile a ciò che scorgiamo. Apro la bocca scioccata nel vedere questa villa enorme e stracolma di gente.

Attraversiamo il giardino notando persone che fumano, altre che urlano... capto anche due ragazzi che vomitano.
Non so chi siano i proprietari della confraternita, ma penso che avranno molto da pulire l'indomani.

«Dove siete?!» odo gridare Samantha al telefono accanto a me.
«Tesoro non sento niente!» si lamenta. Penso che sia al telefono con Liam, anzi... ne sono sicura.

Ascolto Sam urlare ancora per un po' fin quando non attacca scocciata. «Non riesco a capire nulla di quello che dice, non so dove siano», sbuffa mentre ci addentriamo nella calca.

La musica è alta, troppo. È veramente un macello. Se pensavo che a casa di Liam ci fosse casino, qui dentro non è nemmeno paragonabile... è indomabile come situazione.
Appena siamo arrivate mi sentivo troppo nuda. Qui invece sembro una suora.
Sono tutti vestiti in modo assurdo, molte in bichini e altrettanti a torso nudo. Non ho mai visto una festa così piena, c'è praticamente tutta Yale qua dentro.

«Vabbè stiamo per contro nostro!» strillo a un palmo da loro. Sono speranzosa, non mi va di vedere né Liam né Richard.

«Ehi rosha!» un ragazzo si avvicina ad Aria e la prende per la vita avvicinandola a sé.
Lei si divincola, schifata da questo biondo abbastanza fatto, così le prendo una mano e la tiro verso di me, guardando male il tipo.

«Che si fa?» grida dopodiché Sam accanto a me. Giro lo sguardo a vuoto, dato che sono schiacciata da corpi più alti di me.

«Balliamo?»propongo scrollando le spalle, per poi sorridere.

Dopo ciò che ho detto iniziamo a divertirci, anche se muoversi è complicato per via di tutta questa vicinanza.
In tutta la confraternita regna un odore inconfondibile di sudore, misto ad alcol ed erba.
Storco il naso appena una vampata di aria mi arriva dritta nelle mie vie aeree.

«Andiamo in bagno, per favore», prega Aria, alla nostra destra, dopo una mezz'oretta. Acconsentiamo entrambe e ci dirigiamo verso il presunto bagno.

Vaghiamo un po' per i corridoi al piano superiore fin quando vediamo un piccola fila sorgere davanti a una porta.

Bingo.

Aspettiamo cinque minuti sin quando non tocca ad Aria.

«Devi andare anche tu?» chiedo all'altra mia amica.

«No, me la tengo», nega guardando schifata quel bagno.
In effetti ci saranno stati una miriade di studenti, ma scoppia la vescica anche a me quindi ho il bisogno di andarci.

«Dio, che puzza di merda c'è lì dentro», mugola Aria una volta uscita, scrollando le mani bagnate con aria disgustata.

Ottimo.

«Ti aspettiamo all'angolo», propone la ragazza vestita da Flora. Annuisco verso di lei.

Sussurro un "bleah" una volta entrata. In effetti odore di cacca c'è.
Mi precipito verso la finestra per far passare un po' d'aria e appoggio la borsetta vicino al lavandino.
Sto per abbassarmi i pantaloncini arancioni quando sento bussare alla porta.

«Occupato.»
I colpi si fanno più forti, senza cessare.

«Occupato!» esclamo, ma i colpi non si interrompono, anzi, aumentano.

Ma che diavolo...

Spazientita mi avvicino alla porta e la spalanco.

«Ho detto...» non mi lascia nemmeno il tempo di parlare che Liam mi sorpassa di filata.

«Esci e chiudi», spara avvicinandosi al water.

Prego?

«Ma esci te subito!»
Sono furibonda. Come si permette di entrare in bagno e cacciarmi pure.

«Sto per vomitare», biascica. Strabuzzo gli occhi gelandomi di colpo. Mi volto e chiudo immediatamente la porta senza fiatare.
Mi avvicino a lui abbastanza preoccupata. È ubriaco fradicio e si regge a malapena in piedi.

Si accovaccia sul water iniziando a eseguire diversi conati. Mi affianco accanto a lui non sapendo cosa fare.
Inizia a vomitare, e seppur mi faccia schifo inizio ad accarezzare la sua grande schiena e le sue spalle larghe, coperte solo da una sottile maglietta nera.
Non si è travestito, ma me lo immaginavo. Non l'ha mai fatto, per nessun motivo.

Passa dieci minuti a vomitare anche l'anima e io non posso fare altro che sfiorarlo con la mia piccola mano, seduta accanto a lui.
Una volta che sembra si sia calmato noto la sua fronte madida di sudore. Mi allungo verso la borsa prendendo i fazzoletti, appena li avvicino al suo volto però mi ferma.

«Togliti», gracchia scombussolato, si vede che è ancora ubriaco, ma sembra star meglio.

Decido di oppormi. «Lasciati aiutare»sussurro, lui sembra resistere cocciuto com'è.
«Per favore», continuo sottovoce.

Lui si lascia andare silenziosamente, tira lo sciacquone mentre gli asciugo il viso dal sudore e dalle lacrime accompagnate per lo sforzo.
Ha un viso d'incanto, seppure il suo corpo sia perfetto il volto è la parte che mi piace di più.
Con la mascella squadrata, quelle fossette che non mostra quasi mai, la pelle dorate e liscia, gli zigomi alti, la bocca piena e quegli occhi contornati da ciglia nere che sembrano ali di farfalle sbattere per quanto sono lunghe.

«Ti piace quello che vedi?» Bisbiglia cogliendomi in flagrante, ma decido di non rispondere. Sa benissimo quanto lo trovo meraviglioso e non c'è bisogno di negare niente.
«Sei una fata?» continua, mentre mi osserva leggermente il vestito. Mi allontano da lui andando a buttare la carta nel cestino.
Non ha bussato nessuno da quando siamo entrati, eppure siamo qua dentro da molto. Probabilmente lo hanno sentito vomitare da fuori e sono scappati.

A proposito, dove sono andate a finire le altre? Non mi hanno aspettato?

«Una Winx», lo correggo lavandomi le mani, si avvicina anche lui per fare lo stesso e sciacquarsi la bocca.
Le sue braccia possenti, appena si piega, mi sfiorano e scariche di elettricità si intrufolano dentro la mia pelle. Il mio stomaco fa una capriola e la mia mente si annebbia.

Si innalza divertito. «Quale? Quella stupida? Aspetta, come si chiama...»

«Stella. E non è stupida», mi incupisco.

«Sì, hai ragione. In effetti è proprio bella», mormora mentre mi guarda senza un minimo di pudore.
Arrossisco maledicendomi.

È ubriaco, devo smetterla.

«Anche se Samantha... L'ho vista prima e fidati, me la scoperei davanti a tutti con quel vestitino rosa» si lecca le labbra e un fastidio prorompente si intrufola nel mio petto. Lui sembra notarlo. «Cosa c'è tesoro? Ti dà noia se parlo così sfacciatamente della mia ragazza? Non so che film ti fai, ma mentre pensi a me, io me la sbatto dappertutto», mi mostra un mezzo sorriso arrogante, nel momento in cui lo supero.
Sono già arrabbiata, benissimo.

«Vattene, devo fare la pipì», indico con un braccio la porta, facendogli capire di togliersi dai piedi.
Non capisco come possa cambiare il mio umore da un momento all'altro. L'attimo prima sono preoccupata, l'attimo dopo mi verrebbe voglia di spedirlo a quel paese.

«Certo, vado immediatamente da Richard a dirgli che mentre lui ti cercava te stavi appollaiata accanto a me», sbotta acido e appena comincio a convincermi che le sue parole non mi fanno né caldo né freddo, sto già parlando senza pensare. Faccio grandi passi verso di lui.

«Ti odio. Levati dalla mia vista», sibilo a denti stretti vicino al suo volto, facendogli capire tutto il disprezzo che provo nei suoi confronti.

«È vero», mi scruta meglio per poi continuare. «Mi detesti perché non riesci a smettere di pensare a me», enuncia.
Esegue un altro passo verso di me.
Cerco di allontanarmi da lui, ma vado a sbattere sulla parete lurida di questo bagno.

«Non ti avvicinare», parlo con voce tremolante, colta alla sprovvista.
Non mi ascolta, arrivando a un palmo dal mio viso, è divertito il bastardo.
Appoggia la fronte contro la mia e inizia ad accarezzarmi i fianchi con movimenti lenti ed erotici.

La pelle si accappona, un dolce calore si diffonde nel mio basso ventre.

«Prova a fermarmi», soffia sulle mie labbra.
Mi guarda e i suoi occhi mi portano con sé, non facendomi capire più niente.

Cerco di parlare, ma dalla mia bocca non esce assolutamente niente. «Ho detto di fermarmi», bisbiglia avvicinando le labbra dietro al mio lobo, uno dei punti che mi danno più piacere... a quanto pare se lo ricorda bene. Mugolo controvoglia appena delicati baci bagnati si intensificano su quel punto.

Me ne pentirò amaramente, ma sono impotente.

«Sei talmente eccitata che non riesci nemmeno a parlare, quanto ti manca il mio cazzo duro dentro di te?» domanda ed è proprio questa inutile e cretina frase a riportarmi alla realtà.
Con uno scatto veloce alzo il ginocchio e lo colpisco proprio in quel punto.

Si scosta immediatamente rantolando dal dolore.
Bene.

«La prossima volto ti faccio tornare a casa senza», fremo di rabbia. Lo supero con una spallata e mi dirigo all'uscita sbattendo la porta.

La pipì la farò dietro un albero.

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