It's a Cliché

By -Happy23-

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Hayden Miller è un eccellente pianista, vincitore di moltissime competizioni, prossimo prodigio della Juillia... More

Premessa
Prologo
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12 - Parte 1
Capitolo 12 - Parte 2
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42 - Parte 1
Capitolo 42 - Parte 2
Capitolo 43 - Parte 1
Capitolo 43 - Parte 2
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47
Capitolo 48
Capitolo 49
Capitolo 50
Capitolo 51
Capitolo 52
Capitolo 53
Capitolo 54
Capitolo 55
Capitolo 56
Capitolo 57
Capitolo 58
Capitolo 59 - Parte 1
Capitolo 59 - Parte 2
Capitolo 60
Capitolo 61
Capitolo 62
Capitolo 63
Capitolo 64
Capitolo 65
Capitolo 66
Capitolo 67
Capitolo 68
Capitolo 69
Capitolo 70
Capitolo 71
Capitolo 72
Capitolo 73
Capitolo 74
Epilogo
Capitolo 1 Bonus - Parte 1
Capitolo 1 Bonus - Parte 2
Capitolo 1 Bonus - Parte 3
Capitolo 2 Bonus - Parte 1
Capitolo 2 Bonus - Parte 2
Capitolo 3 Bonus - Parte 1
Capitolo 3 Bonus - Parte 2
Capitolo 3 Bonus - Parte 3
Capitolo 4 Bonus
Capitolo 5 Bonus
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Capitolo 1

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By -Happy23-

Il primo giorno di scuola era sempre molto caotico. Era ricco di saluti, abbracci, risate e... pettegolezzi: chi si era fidanzato e con chi? Chi aveva fatto cosa durante l'estate? Chi aveva fatto chi? Perché quello era stato arrestato? E via dicendo.

Ma c'era una voce, talmente scioccante, che aveva fatto bisbigliare tra loro bidelli e cuoche.

«Vi prego, ditemi che è uno scherzo.» chiesi, con l'ansia che mi stava facendo brutti scherzi allo stomaco.

«È quello che dicono tutti e poi spiegherebbe il perché della sua presenza in casa.»

«Ma perché tornare ora? Fare l'ultimo anno qui, in mezzo a gente mai vista. Perché sei così... pazzo

A quanto pare, il mister, ragazzo prodigio-proibito, Hayden Miller, avrebbe frequentato l'ultimo anno di liceo nella città natale di suo padre. Era una notizia che aveva fatto velocemente il giro della scuola e anche dei social.

Hayden, probabilmente, non aveva mai messo piede in una scuola vera dalle elementari, da quanto si sapeva in giro infatti, aveva studiato fin da giovane privatamente perciò questa era davvero una voce che non poteva non attirare la curiosità di chiunque.

Ma la mia attenzione era rivolta al fatto che avessi rischiato l'arresto entrando nella sua proprietà; anche se preso da un atto magnanimo sconosciuto non aveva chiamato la polizia, ma questo anche perché avevo corso, molto velocemente.

«Perchè ti importa? Non ti ha denunciata, in fondo.» scrollò le spalle Malcolm.

«Be' ma è sempre in tempo per farlo.»

Le prove le aveva e poteva usarle.

«Mh, secondo me è per l'altro motivo.» mi guardò alzando e abbassando le sopracciglia.

Avvampai, «smettila.»

Donna spalancò gli occhi e mi guardò da oltre l'anta aperta dell'armadietto, «oddio, hai ancora un cotta per lui?»

«No!»

Alcuni studenti si girarono. Bene, prima figura di merda.

«Oh, andiamo. Ogni volta che vedi un articolo su di lui hai sempre qualche commento hot

Chiusi di scatto l'armadietto e guardai male Malcolm, «io non faccio commenti hot.»

«Riprendiamo la chat di un mese fa?»

Che stronzo. Ero ubriaca!

«Sentite, non ho nessuna cotta, okay? Mi è passata da molto, non ho nessun problema ad ammettere che sia un bel ragazza tutto qua,» sputai velocemente e si guardarono non credendo alle mie parole, «sono seria, ho solo paura che possa cambiare idea e denunciarmi. Sapete che cosa rischio?»

«Mak, se non l'ha fatto subito, non lo farà ora.» cercò di rassicurarmi Donna, chiudendo il suo armadietto.

Facile per loro dirlo. Loro erano stati fuori ad aspettare. Ero io la criminale.

«Magari potrebbe decidere di vendicarsi per aver perso quella competizione.» mormorai, mordendomi le unghie.

Era un brutto vizio che non riuscivo a togliermi.

Malcolm ruotò gli occhi e si avvicinò posando le mani sulle mie esili spalle, «tesoro, mi dispiace dirlo, ma mentre tu sbavi sulle sue foto lui non si ricorda neanche di te.»

Punto primo, non sbavavo su nessuno e secondo, si ricordava di me.

«Makayla Adams, corretto?» Come dimenticare la sua voce che pronunciava il mio nome. Ma questo era un dettaglio che a loro non avevo raccontato.

«Hai ragione. E poi se dovessi incontrarlo, basterà ignorarlo, giusto?»

«Si come no, inizierà a sbavargli dietro e inizierà a fare pensieri sconci guardandogli le mani.» commentò Malcolm con tono ovvio.

«Smettila di parlare di me come se fossi una pervertita.»

Sogghignò e mi avvolse un braccio attorno alle spalle mentre mi sfiorava l'orecchio con le labbra, «ammetti di non aver mai pensato alle sue dita?»

Fissai il pavimento mentre sentivo il mio stomaco contorcersi perchè sapeva che non potevo farlo. Sarebbe stata una bugia.

Ma era stata solo una fantasia detta ad alta voce durante la mia prima canna con lui. Tutto qua.

«Sei stronzo.» sibilai, guardandolo con la coda dell'occhio.

«E tu una piccola bugiarda.»

Gli diedi un colpo al petto e si allontanò ridendo.

«Mak, non pensarci e ora è meglio dividerci. Non possiamo fare tardi il primo giorno, a dopo.» Donna baciò sulla guancia me e Malcolm e si allontanò.

Guardai la mia migliore amica sparire tra la folla che riempiva il corridoio. Avrei voluto essere come lei, cosi vogliosa di non arrivare in ritardo.

«Uccidimi.» sospirai, guardando disperata Malcolm.

«E poi chi ucciderà me?»

Alla fine decidemmo di separarci perchè non era il caso di arrivare tardi alla prima lezione del nostro ultimo anno.

Mentre mi dirigevo verso la mia aula, feci vagare gli occhi rapidamente tra le persone cercando di scovare quel personaggio che tutti stavano ansiosamente aspettando.

Ancora non ci credevo che Hayden Miller avesse deciso di frequentare l'ultimo anno. Per di più non si sapeva nemmeno il perché. Di lui non si sapeva mai niente; solo qualche giorno fa erano uscite delle foto di lui mentre lasciava un edificio in cui risiedeva una grande scuola di musica e da cui seguiva lezioni di importanti e bravissimi pianisti.

E ora poteva essere nel bagno dei maschi della mia scuola.

Per tutta la notte non avevo fatto altro che rigirarmi tra le coperte e rimuginare sul fatto che si ricordasse di me. Erano passati ormai due anni e ancora ricordava il mio nome. Non era un qualcosa che mi tranquillizzava, ad essere sincera.

Pensai a lui anche durante la prima lezione e non era un buon segno.

⚜️

Quando entrai in classe per la seconda ora, quella di biologia, quasi mi venne un colpo al cuore. Hayden Miller era lì, in carne ed ossa, seduto al primo banco, l'attenzione rivolta al suo telefono ma sapeva che quella del resto dei presenti era per lui. Ancora mi chiesi perché voler seguire l'ultimo anno in una scuola vera e non da privatisti come aveva sempre fatto.

Ma soprattutto mi chiesi se ci fosse un modo per scomparire.

Come se si sentisse osservato distolse per qualche secondo lo sguardo dal telefono e lo puntò sulla persona ferma davanti alla porta come un'imbecille, la sottoscritta.

Mi sentii tremare la terra sotto i piedi appena i miei occhi si incrociarono, aveva un colore di occhi molto intenso. Erano blu cobalto. Ora che non c'era più la notte ad avvolgerlo, mi sembrò che quelle iridi fossero più brillanti del normale.

Mi stava guardando troppo, ovviamente mi aveva riconosciuta. Certo ora ero asciutta e indossavo la divisa della scuola, ma se mi aveva riconosciuta in mezzo all'oscurità, con i capelli appiccicati alla faccia e il trucco colato, sicuramente non poteva non farlo adesso.

Decisi che fosse meglio interrompere quella connessione visiva e con passo svelto mi incamminai verso il fondo della classe. Nonostante fossi di schiena, sentii un brivido percorrermi le ossa e quando lasciai le cose sul banco e tornai a voltarmi verso davanti, notai la sua testa girata a metà, come se mi avesse osservato per tutto il tempo.

Dovevo stare calma. Se non mi aveva denunciata subito, perché farlo ora? Giusto?

Tirai fuori il telefono e velocemente mandai un messaggio al gruppo mio e dei miei due amici.

-Miller è con me a biologia.

Non sapevo se avessero già iniziato la lezione ma poco importava, sapevo che qualcuno avrebbe risposto. Infatti, Malcolm non tardò a rispondere.

-Cazzo, lo sapevo che l'avresti avuto tu. Sono invidioso.

Ruotai gli occhi scocciata, idiota di un Malcolm.

-Mi ha fissata

-E tu sei venuta

-Sei irritante e un porco.

-E tu sembri una tredicenne di fronte alla sua prima cotta

Avvampai all'istante e feci per ribattere ma aggiunse subito dopo,

-Oh, aspetta... ma è esattamente cosi ;)

Non riuscii a rispondere perchè il professore entrò e dovetti bloccare il telefono rimanendo irritata per il commento di Malcolm.

Non era la mia cotta, dannazione. Ammetto che qualche anno fa lo era stata, ma poi mi era passata.

Insomma...

Ma da che parte stai?

«Buongiorno, ragazzi e ragazze.»

La voce del prof attirò l'attenzione e mi obbligai a concentrarmi.

Ma fu difficile farlo perché da qui potevo vedere la sua schiena coperta dalla camicia della scuola e passai tutta l'ora a fissarla, aveva anche delle spalle larghe. E i capelli si arricciavano alla nuca-

Perché lo stavo fissando cosi insistentemente?

Dio, Malcolm aveva ragione. Sembravo una tredicenne di fronte alla sua cotta.

Mi lanciai un'occhiata attorno e mi sentii meglio nel notare che le ragazze della mia classe stavano prestando più attenzione al ragazzo in prima fila che alla lezione stessa.

Mi sentivo meno in colpa.

Alla fine ero giunta alla conclusione che attirava l'attenzione perchè era bello.

E io... ero semplicemente attratta dalle cose belle.

⚜️

Al suono della campanella, mi fiondai fuori dalla classa ad una velocità supersonica. Dovevo evitare di incrociare il suo percorso. Avevo spagnolo, che era dalla parte opposta per cui dovevo sbrigarmi, per fortuna avevo già i libri nello zaino di quella materia e non dovevo fermarmi all'armadietto.

Durante il vagare per la scuola tra corridoi gremiti di studenti, tirai fuori il telefono per controllare i messaggi del gruppo. Anche Donna aveva risposto.

-Perchè non gli parli?

-Perchè non voglio attirare l'attenzione su di me 
e ricordargli del fatto di essermi tuffata nella sua piscina di notte?

Subito dopo rispose Malcolm.

-Noiosa, parlaci e poi metti in pratica la tua fantasia

-Ora ti blocco.

Arrivai davanti alla porta dell'aula di spagnolo ma la trovai chiusa con un foglio appiccicato: La classe deve riunirsi in aula audio C.

Ma che cazzo... Sbuffai con grugnito frustrato, ora mi toccava tornare indietro e rischiare di arrivare tardi. Feci dietrofront girandomi sui talloni ma nel farlo mi scontrai contro un petto. Merda.

«Oh, um, scus-» la voce mi morì in gola appena alzai lo sguardo e ritrovai due iridi blu.

C'era qualcuno che si stava divertendo lassù...

Hayden mi guardò dall'alto per qualche secondo, poi fece un cenno con il mento indicando il foglio sulla porta, «sai dov'è quell'aula?»

Anche lui faceva spagnolo?

Ingoiai il mattone che si era bloccato in bocca e mi allontanai da lui, tornando a respirare, e annuii nervosamente, «si, um, bisogna tornare indietro, lungo questo corridoio.»

«Okay, posso seguire te?»

Aveva la stessa voce roca e vellutata di quella notte. Cercai di concentrarmi ovunque tranne che su di lui perché ogni centimetro di quel corpo era affascinante.

«Certo.»

Iniziai a camminare, stringendo le cinghie dello zaino con forza e lanciai uno sguardo al pavimento. Vidi la punta delle sue scarpe bianche dietro di me e mi obbligai a mantenere il controllo. Le sue occhiate e le lezioni in comune erano solo coincidenze.

Quando arrivammo la classe era già al completo, per fortuna non era ancora iniziata la lezione per cui non ci beccammo nessun rimprovero dal professore. Il lato meno fortunato era il fatto che ci fossero solo due posti liberi, in ultima fila, al centro.

Senza rivolgerci la parola occupammo quei posti e cercai di creare distanza con la sedia spostandomi da lui. Non che cambiasse qualcosa, sentivo lo stesso il suo profumo ed era abbastanza da farmi perdere la concentrazione. Per non parlare di quando scrisse qualcosa sul suo quaderno di appunti, non riuscivo a staccare gli occhi dalle sue mani. Erano bellissime. Le dita lunghe e affusolate, le vene e le articolazioni che zampillavano fuori a minimi movimenti.

Già sentivo la voce di Malcolm in lontananza che mi dava della pervertita.

«...bene, ora indossate le cuffie e fate partire il film. Ricordatevi di prendere appunti.»

Ugh, odiavo questi esercizi. I film erano sempre vecchi e noiosi e i sottotitoli neanche nella mia lingua.

Presi le cuffie e le indossai mentre mi sistemavo comodamente sulla sedia e iniziavo a scrivere il nome del titolo sul mio foglio: Diarios de motocicleta. Da quanto spiegato dal prof, era la storia di un viaggio in Sudamerica intrapreso da Che Guevara.

Dato che avevo l'attenzione pari ad una mosca, non riuscii a non guardare alla mia destra perché c'era una ragazza che parlava tramite bigliettini con un'amica al suo fianco, e ciò che aveva attirato la mia curiosità era il fatto che il soggetto del loro dialogo scritto fosse il ragazzo seduto al mio fianco.

Voglio chiedergli se vuole pranzare con noi

Vidi scritto sul foglio e quasi mi scappò una risata, avevo la sensazione che non avrebbe mai accettato.

Aspettai la risposta dell'amica e nel mentre guardai lo schermo del computer. Accidenti, dovevo prendere appunti... uffa, era più interessante la conversazione al mio fianco.

Per far finta di prestare attenzione, scrissi la prima frase a caso che comparve sullo schermo. E tornai a sbirciare i bigliettini delle due ragazze.

Ho sentito dire che Rachel glielo ha già chiesto ma ha rifiutato

Ovviamente Rachel Turner non poteva non approfittare del nuovo arrivato. Soprattutto se era un personaggio come Hayden. La cosa che mi stupiva era che ci avesse già provato e non era qua neanche da un'ora.

Davvero? Forse le piacciono le bionde

Fu la risposta e mi accigliai, che razza di ragionamento era?

Sospirai e mi appoggiai allo schienale incrociando le braccia e fissando senza interesse il film. Erano passati solo quindici minuti e volevo dormire.

Poi un oggetto bianco volante catturò la mia attenzione. Un bigliettino era stato lanciato verso Hayden. I miei occhi prima saettarono verso le due ragazze, che avevano un sorriso felino e occhi da cacciatrici, e poi guardai Hayden che, quasi, annoiato aprii il biglietto.

Cercai di allungare il collo per vedere cosa ci fosse scritto, anche se potevo immaginare; avanzai leggermente con il busto ma mi ghiacciai e spalancai gli occhi quando voltò leggermente la testa guardandomi.

Cazzo. Figura di merda.

Con uno scatto tornai come prima e puntai gli occhi sullo schermo, avevo il cuore a mille e il viso rosso. Ma potevo farmi beccare in quel modo? Come una principiante?

Non smisi di guardare il film neanche quando allungò il braccio con il biglietto tra le dita e lo lasciò sul banco vicino alla ragazza.

Non sapevo cosa ci fosse scritto ma non doveva essere niente di positivo date le espressioni sconsolate delle due amiche. Quasi mi venne da sorridere, senza un vero motivo, e presi a scrivere altri frasi a caso sul quaderno appena il prof si girò nella nostra direzione. Inoltre, notai che il foglio di Hayden fosse bianco, il che mi sorprese. Mi aspettavo che prendesse appunti del film. Sembrava quel tipo di ragazzo.

O forse anche lui non ci capiva niente e avevo appena trovato qualcosa in cui facesse schifo.

A dieci minuti dalla fine dell'ora, il prof ci fece spegnere tutto e iniziò a fare domande sul film. Ecco, in quel preciso istante io feci di tutto pur di non farmi vedere, non incrociai mai il suo sguardo e feci finta di scrivere cose inerenti alla lezione, quando in realtà stavo ripassando con la penna le parole già scritte.

Poi fece una domanda ad Hayden e la classe si girò per guardarlo. Lui sembrava fregarsene di quel dettaglio e rispose perfettamente, rimasi davvero stupita, non aveva neanche preso appunti e aveva risposto in modo impeccabile. Parlando in spagnolo.

Quel dettaglio importante aveva risvegliato in me cellule che credevo non potessero eccitarsi.

Wow. Era stato molto fluido e dalle espressioni facciali del prof doveva essere stato anche corretto. Io sapevo mettere insieme due parole e sbagliarle. Lui parlava come se fosse madrelingua, il modo in cui la lingua si arrotolava per pronunciare la R mi faceva pensare cose che non avrei dovuto.

«Bene, per la prossima volta voglio il riassunto per poi commentarlo come oggi. Il film lo troverete nella dispensa sul sito come gli scorsi anni.»

Appena il prof pronunciò quelle parole suonò la campana e come prima mi catapultai fuori dalla classe. Oggi mi sentivo Bolt.

Avevo pausa pranzo, perciò significava incontrare i miei amici e aggiornarci su quella faccenda.

«Voi non potete capire.» iniziai sedendomi al tavolo già occupato da altri, «è con me anche a spagnolo.»

Donna strabuzzò gli occhi e a Malcolm andò di traverso l'acqua.

«Davvero?»

«Si. E gli sono andata anche addosso per poi farmi beccare nel fissarlo.» parlai a raffica sconsolata. Infilzai dei maccheroni con la forchetta e li infilai in bocca, trattenendo la voglia di sputarli per lo schifo.

«Aspetta, che? Racconta dal principio.» agitò una mano Malcolm.

Feci un sospiro e iniziai a spiegare quanto successo in quelle prime ore di scuola.

«Rachel sarà furiosa per aver preso un palo da lui.» mormorò Donna per evitare di farsi sentire dagli altri del tavolo.

«Tutte stanno prendendo pali da lui. Anche durante matematica nella mia classe, non si parlava che di lui e di come avesse rifiutato ogni uscita o richiesta delle ragazze.» commentò Malcolm.

«Be', non deve essere facile per lui...» dissi senza pensarci e sentii i miei amici fissarmi troppo.

«Spiegati.»

Infilzai altri maccheroni e gesticolai con la forchetta, «dico solo che ha sempre vissuto con i riflettori addosso, chissà quante avance avrà ricevuto. Forse vuole solo passare un anno tranquillo, altrimenti cosa ci torni a fare in una cittadina del genere in mezzo a comuni mortali?»

«Forse è ve- cazzo, è qui.» sibilò Malcolm agitandosi sulla sedia per poi tirarsi indietro i boccoli dorati con uno scatto di testa.

Girai la testa, seguendo la sua direzione, mentre nella mensa iniziarono a crearsi dei bisbigli. Aveva il vassoio in mano e stava andando a fare la fila per prendere da mangiare.

«Certo che è davvero da sogno.» mormorò Donna fissandolo con occhi a cuore.

«Ti scende la bava.» scherzai e finii la pasta.

«Dite che si siede con quelli della squadra?» chiese il mio amico osservandolo di tanto in tanto.

«Non penso. Secondo me si siede da solo.»

«Oh, aspetta. Questa è da vedere...» disse Donna ghignante.

Crystal, migliore amica di Rachel, si stava avvicinando. Lui aveva appena finito di prendere da mangiare e lei si era avvinghiata al suo braccio in un millisecondo, peggio di un condor pronto all'attacco. Gli disse qualcosa mentre lo guardava con occhi da civettuola ma lui rimase composto e un senso di gioia divampò in me quando, dopo averle detto qualcosa, lei si staccò da lui offesa e imbronciata.

«Ha rifiutato anche lei.» ridacchiò Donna.

«Dite che è gay? Magari potrei provarci.» ci guardò Malcolm serio.

Fui sul punto di ribattere ma le parole mi morirono in gola quando per la terza volta i nostri occhi si trovarono tra la folla.

«Ti sta guardando.» sibilò a denti stretti la mia amica e Malcolm fece un urletto di gola.

Oh, cazzo.

Come sempre, abbassai lo sguardo e mi mossi a disagio sulla sedia per poi prendere un pomodoro e cacciarmelo in bocca.

«Sta venendo qua.» mormorò Malcolm.

Iniziai a sudare freddo. Perchè insisteva con me?

«È libero?»

Alzai gli occhi e nonostante fossi consapevole che l'intera mensa ci stesse osservando, io rimasi incantata in quell'oceano calmo.

«Si.» deglutii il pomodoro e l'ansia.

Sentii un calcio allo stinco e guardai i miei amici di fronte a me come per dire 'cosa avrei dovuto dire?'

Si sedette, davanti aveva Malcolm che non perse tempo ad attaccare bottone.

«Io sono Malcolm, lei è Donna e lei è Makayla. Molto piacere.»

Bravo. Grande genio. Già che ci sei dagli anche l'indirizzo di casa mia.

Lo fulminai con lo sguardo e mi grattai la guancia nervosamente appena mi lanciò un'occhiata con la coda dell'occhio.

«Piacere, Hayden, ma credo che questo già lo sappiate.» commentò con tono composto.

«Già... quello che tu dovresti sapere, però, è che quel piatto è il più terribile in assoluto.» disse la mia amica indicando il vassoio con una smorfia.

Lui aggrottò la fronte e guardò in basso, aveva scelto il pasticcio speciale, era speciale perchè non sapevi gli ingredienti. Non sapevi se quel retrogusto particolare ti avrebbe fatto vomitare subito o dopo qualche ora.

Ne assaggiò un pezzo e rimasi ad osservare come le labbra piene si chiudessero attorno alla forchetta e la mandibola si muovesse mentre masticava.

Ricevetti un altro calcio e sussultai guardando male Donna.

'Stai fissando troppo', mimò con le labbra e a quel punto smisi di guardarlo per bere e cercare di dare sollievo al mio corpo infuocato.

Poco dopo però sentii un verso di disgusto e non potei non tornare a guardarlo. Aveva un pugno sul petto e un'espressione schifata. Subito dopo prese il bicchiere e bevve un sorso.

«Si, è decisamente terribile.»

«Il nostro consiglio è di scegliere sempre qualcosa in cui puoi vedere gli ingredienti.» parlò Malcolm.

«Me lo segnerò,» disse e poi si bagnò le labbra lanciando un'occhiata rapida a tutti e tre, «posso farvi una domanda?»

Cazzo.

Iniziai a sentire le orecchie fischiare e cercai di non svenire dall'ansia.

«Certo.» risposi titubante.

Incrociò le mani, poggiando i gomiti sul tavolo, e rimase in silenzio per pochi secondi, quasi pensando se andare avanti, per poi sollevare leggermente l'angolo della bocca mentre alternava lo sguardo tra i miei amici, «chi di voi due ha una Range Rover bianca?»

Lo sapevo. Galera per tutti

Tra noi tre cadde un silenzio gelido.

Ci guardammo come se avessimo visto un fantasma.

Poi, iniziò a mangiare nel nostro silenzio e mi lanciò un'occhiata, «devo ammettere che non me l'aspettavo riuscissi a superare il cancello.»

«Anche se non sembra è molto agile

Guardai Malcolm e se lo sguardo avesse potuto uccidere a quest'ora sarebbe cenere.

«Comunque, la macchina è sua.»

«Malcolm!» sbottò Donna, dandogli un colpo al braccio.

Mi guardai attorno nervosamente e mi accorsi che quasi tutta la mensa aveva interesse verso di noi. O meglio, sul perché Hayden fosse seduto qua.

«Che c'è? Ormai ha detto che non vuole denunciarci, giusto?»

Hayden sembrava a disagio di fronte alla scioltezza e menefreghismo di Malcolm.

«Si.»

«Visto,» schioccò la lingua guardando Donna che ruotò gli occhi, «io sono la mente del piano.» ammiccò indicandosi.

«Non dovresti vantarti. Ho rischiato l'arresto.»

Mi fece il verso e poi guardò il nuovo arrivato, «non è sempre cosi fastidiosa, tranquillo.»

Hayden era rigido e sembrava essersi pentito di essere venuto qua. Abbozzò un sorriso che uscì a mo' di smorfia e poi si schiarì la voce mentre si alzava prendendo i lati dal vassoio.

«Avvicinatevi ancora alla mia proprietà e scatterà una denuncia per tutti e tre.»

Lo guardammo andarsene in silenzio.

Non aveva usato un tono minaccioso. E proprio il fatto che lo avesse detto con tranquillità e freddezza mi fece pensare che non stesse affatto scherzando.

«Wow, ha davvero un bel culo.»

Contemporaneamente io e Donna guardammo Malcolm cercando di capire quale fosse il suo problema.

Che cazzo era appena successo?

S/A.

Hola amigxs 👽

Non so voi ma Makayla e Malcolm me li immagino cosi:

Well, like I said, c'è e ci sarà trash💀

Lasciate un voto e un commento se volete!

Xx. ❤👽

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