It's a Cliché

By -Happy23-

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Hayden Miller è un eccellente pianista, vincitore di moltissime competizioni, prossimo prodigio della Juillia... More

Premessa
Prologo
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12 - Parte 1
Capitolo 12 - Parte 2
Capitolo 13
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42 - Parte 1
Capitolo 42 - Parte 2
Capitolo 43 - Parte 1
Capitolo 43 - Parte 2
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47
Capitolo 48
Capitolo 49
Capitolo 50
Capitolo 51
Capitolo 52
Capitolo 53
Capitolo 54
Capitolo 55
Capitolo 56
Capitolo 57
Capitolo 58
Capitolo 59 - Parte 1
Capitolo 59 - Parte 2
Capitolo 60
Capitolo 61
Capitolo 62
Capitolo 63
Capitolo 64
Capitolo 65
Capitolo 66
Capitolo 67
Capitolo 68
Capitolo 69
Capitolo 70
Capitolo 71
Capitolo 72
Capitolo 73
Capitolo 74
Epilogo
Capitolo 1 Bonus - Parte 1
Capitolo 1 Bonus - Parte 2
Capitolo 1 Bonus - Parte 3
Capitolo 2 Bonus - Parte 1
Capitolo 2 Bonus - Parte 2
Capitolo 3 Bonus - Parte 1
Capitolo 3 Bonus - Parte 2
Capitolo 3 Bonus - Parte 3
Capitolo 4 Bonus
Capitolo 5 Bonus
Profilo Instagram

Capitolo 14

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By -Happy23-

La mattina successiva al ballo mi svegliai più pimpante che mai, tanto che mia madre durante la colazione continuò a lanciarmi sguardi perplessi e indagatori con domande del tipo "ti hanno rapito gli alieni?", "che hai tanto sorridere?", "c'entra un ragazzo?" e quell'ultima domanda attirò anche l'attenzione di mio padre, che iniziò a scavare più a fondo con domande dirette su chi mi avesse portato a casa e se c'entrasse il pianista milionario. 

Ovviamente non dissi niente, principalmente perchè non c'era niente da dire. 

Avevo solo trascorso una bella serata con Hayden e questo mi aveva rallegrato di molto l'umore.

Era così assurdo?

Nel pomeriggio avevamo deciso di incontrarci tutti a casa di Donna, avendo casa libera, e per questo eravamo spaparanzati sul suo divano a mangiare patatine, gelato, nutella... e tutto ciò che prima o poi avrebbe fatto scoppiare il mio cuore.

«Okay, vi devo dire una cosa.» iniziò Donna, bloccando momentaneamente il film con protagonista Tom Holland e facendo grugnire Malcolm che era molto interessato.

La guardai e notai le sue guance chiare farsi più rosse e strabuzzai gli occhi, «oddio!»

Si portò un cuscino sul volto e Malcolm ci guardò con confusione, «cosa? Cos'è successo?»

Lo ignorai e mi misi a sedere guardandola con eccitazione mentre lei si faceva sempre più nervosa, «tu e Travis... l'avete fatto?» dissi, sussurrando con entusiasmo l'ultima parte.

«Oh, mio Dio! Cosa?!» esclamò Malcolm, entrando nel pieno della conversazione.

Si strinse il cuscino al petto mordendosi il labbro e annuì flebile.

Io iniziai ad urlare mentre Malcolm disse a braccia spalancate, «siano lodati tutti Santi, finalmente Donna Wright ha provato il pacchetto completo del cazzo.»

«Malcolm!» strillò lei ma ridendo.

Scoppiai a ridere anche io mentre rubavo una manciata di patatine, «devi raccontarci tutto

«Ogni singolo dettaglio. Ogni singolo centimetro.»

Sorrisi alle parole di Malcolm mentre lei lo guardò male, «non ti dirò niente di quella parte.»

Lui fece una smorfia, «ma così togli la parte più interessante.»

«Smetti di fare il pervertito e lasciala parlare.» gli diedi un colpo sulla fronte e poi la guardai con un ampio sorriso continuando a mangiare le patatine.

Ero molto felice per lei. Sapevo quanto gli piacesse Travis, e quanto avrebbe voluto che la prima volta fosse con un qualcuno di importante ed ero contenta che fosse stato lui.

Se solo l'avesse fatta soffrire gli avrei tagliato le palle.

«Poco dopo che tu e Hayden siete andati via, l'abbiamo fatto anche noi.»

«Ecco perchè sono rimasto da solo come un coglione.» commentò Malcolm.

«Ti ho anche avvisato.» ruotò lei gli occhi e poi agitò una mano, «comunque, siamo andati a casa sua perchè i suoi sono via quindi aveva casa libera.»

«Furbacchione.»

«Malcolm, chiudi la bocca.» ridacchiai ruotando gli occhi.

«Be', io non sospettavo niente ma speravo che quella fosse la serata, dalle cose che ci siamo dette duranti i balli e dagli ultimi giorni che siamo diventati più uniti,» raccontò con voce elettrizzata ed emozionata, «quando siamo saliti in camera sua- oddio, aveva riempito la stanza di candele e il letto era cosparso di petali di rose.»

«Aw, che dolce.» mormorai, unendo le mani al petto.

Era cosi emozionata, lo si leggeva nei suoi occhi ed ero così felice per lei.

«Bla bla, arriva alla parte succosa

«Dio, Mal. Fai schifo.» sibilai scioccata, guardandolo male.

Ruotò gli occhi, «fai silenzio e falla finire, Mak.»

Lo uccido.

Tornai alla mia amica che sospirò guardando le dita che giocavano sul cuscino sopra di lei e si morse il labbro, «mi ha detto che se non fossi stata pronta avremmo fatto anche altro, voleva solo mostrarmi che ci tenesse davvero a me e che non aveva mai sentito per nessuna quello che prova per me.»

«Oddio, penso di amarlo anche io.» dissi, portandomi in bocca altre patatine.

Affogavo la mia solitudine col cibo. Era un ottimo fidanzato.

«Così l'ho baciato perché cazzo- volevo scoparlo.» concluse con un sospiro sollevato e sognante.

«È stato dolce?» domandò Malcolm con un piccolo sorriso, felice di vedere la nostra amica così spensierata.

Lei arrossì leggermente e annuì mordendosi il labbro, «anche perché gli avrei tirato un calcio se non l'avesse fatto.»

Mi sembra giusto.

«Oddio, sono così contenta per te.» dissi sorridente pulendomi le mani e bocca con un tovagliolo.

Ricambiò il sorriso e mi mandò un bacio volante, «grazie, amica.»

«Ora manchi solo tu.» ammiccò lei subito dopo.

«Dovrete aspettare ancora moolto.» ridacchiai tirando su un sorriso.

Non c'era nessuno che mi interessasse.

«E con Miller?»

Guardai Malcolm con un sopracciglio inarcato, «e con Miller, cosa?»

«Oh, andiamo. Si vede che c'è qualcosa. Ieri siete stati insieme tutto il tempo, lo sai che vi hanno filmato?» ribattè Donna.

«Cosa?» strabuzzai gli occhi al commento, «ci hanno filmato? E mi si vede? Oddio, ti prego, dimmi che non si vede la mia faccia.»

Lei tirò fuori il telefono e nel mentre disse, «non ti si vede, sono video abbastanza orrendi. Hanno per lo più ripreso lui.»

«E hanno fatto bene, era un Dio in quel vestito.»

Be' grazie mille Malcolm.

Poco dopo si allungò verso di me per mostrarmi il suo telefono e i video che gli avevano fatto.

Effettivamente si vedeva quasi sempre lui. Solo in una c'ero io, ma era mossa e di spalle, per fortuna.

«Non ne sapevo niente...» affermai, continuando a guardarli.

«Strano, non segui i suoi upday

Diedi un colpo alla spalla a Malcolm che scoppiò a ridere.

«Comunque, non siamo nemmeno amici. Ci troviamo solo bene insieme.»

«E il fatto è che vi trovate molto tempo insieme,» disse Donna con fare curioso, «sicura di non provare niente?»

Sospirai, «giuro, non provo niente.»

«O menti o sei di ghiaccio. È impossibile rimanere indifferenti con lui, e dato che hai già avuto una cotta-»

«Avevo tredici anni!»

«Ma è successo lo stesso,» ribattè con tono saccente il mio amico guardandomi furbamente con quello iridi ambrate, «quindi, starai sicuramente mentendo.»

Anche Donna mi lanciò un'occhiata che diceva "non credo a quello che dici".

Mi passai una mano nei capelli e cercai di usare un tono convincente, «mi piace stare in sua compagnia ma tutto qui, sul serio.»

Ed era vero. Oltre a quello, non c'era niente.

«Almeno un po' ti piace, ammettilo.» disse Donna.

Okay, forse un po'.

«Sentite, se anche fosse, non farebbe differenza. Non si andrebbe oltre la semplice conoscenza che abbiamo adesso.»

Non mi sarei mai stancata di dirlo. Lui non avrebbe mai guardato una come me in quel modo.

Gli andava bene passare del tempo con me perché... be', non ne avevo idea, ma ero convinta nel mio pensiero.

Malcolm sbuffò mentre si sporgeva per prendere un pacchetto di Oreo e divorarne uno intero, «non ci credi nemmeno tu.» borbottò con la bocca piena.

Feci una smorfia e ruotai gli occhi, «sei tu che non mi credi.»

«Be', se dovesse succedere qualcosa di piccante sei obbligata a dircelo, lo sai.» ammiccò Donna rubando un Oreo dal pacchetto.

Sospirai e non risposi. Tornammo a riguardare il film con Tom Holland e mi mangiucchiai il labbro senza prestare attenzione al film.

Se mai fosse successo qualcosa di piccante, sarebbe esploso il mondo.

⚜️

«Sei sicura che non ti interessi nemmeno un po'?» 

«Malcolm...» sbuffai, alzando gli occhi per poi fissare fuori dal finestrino, «è già assurdo il fatto che io passi del tempo con lui, non infiliamoci in questioni ancora più complicate.»

«Quindi ammetti che ti piace?» chiese.

Lo guardai con serietà e un pizzico di nervosismo nell'ammettere quei pensieri, «non mi piace- nel senso, mi piace la sua compagnia, anche se sta molto sulle sue... ugh, io non voglio pensare a lui in quel modo, okay? Sarebbe infilarmi da sola nella trappola per i topi, non voglio farlo.»

Mi piaceva molto trascorrere il tempo con lui, ma non volevo lasciare che la mia mente creasse film mentali che mai si sarebbero realizzati e che mi avrebbero rovinato l'esperienza di poter conoscere Hayden Miller.

Dopo essere rimasti un paio d'ore con Donna, io e Malcolm dovevano tornare alle nostre case, e ora lui mi stava dando un passaggio a casa mia. 

Sentii il telefono vibrare nella tasca dei pantaloncini in tuta, e così lo tirai fuori.

Oh, cazzo-

«Oddio, mi sta chiamando Miller.»

«Cosa? Perchè ti chiama?» chiese Malcolm, incrociando il mio sguardo sorpreso.

Non ne avevo idea del perchè, ora che era a New York, perchè avrebbe dovuto chiamarmi?

«Forza, rispondi.» mi diede una gomitata al braccio.

Mi risvegliai dai pensieri e risposi alla chiamata.

«Pronto?» dissi, cercando di non mostrarmi titubante.

In realtà, avevo le mani appiccicose e muovevo la gamba su e giù con insistenza.

«Adams

Un piccolo sorriso si formò sulle mie labbra sentendo il mio cognome. Ormai quello sembrava essere diventato il nostro modo di chiamarci.

«Miller,» ripetei con voce allegra ma anche perplessa, «tutto bene?»

Nel mentre Malcolm alternava lo sguardo dalla strada a me per capire cosa stesse succedendo.

«Si, ti ho chiamato per chiederti un favore.» rispose con voce sicura.

«Sarebbe?»

«Come sai sono fuori città e anche Gloria e Albert sono con me...» iniziò e prese un profondo respiro.

Io rimasi attenta tutto il tempo. Era una sensazione strana sentire la sua voce profonda al telefono. Sembrava una bella sensazione.

«Prima di partire mi sono dimenticato di dare il cibo a Jack

«No.» lo bloccai con tono secco, facendo scattare gli occhi ambrati del mio amico su di me con confusione, "che succede?", mimò.

Inspirò a fondo dall'altra parte della cornetta, «non te lo chiederei se non ne avessi davvero bisogno

Ignorai il formicolio allo stomaco perché quelle parole non significavano niente, le aveva dette solo per convincermi.

«Te lo ricordi cos'è successo la prima volta?» replicai piccata e con sarcasmo.

«Ora è chiuso nella teca, se fai in fretta non ti toccherà e tu non sverrai

Questo era quello che pensava lui.

«Non puoi chiedere a... non so,  Heather?» gesticolai speranzosa, sperando di essere sollevata da quell'incarico.

«No

Chiusi gli occhi e mi sentii già avvolgere dall'ansia. 

«Senti, forse devo stare qui più del previsto e oggi è il giorno in cui deve mangiare.» spiegò con calma, sperando che lo capissi.

Aspetta-

«Oggi? Dovrei farlo oggi?» ripetei con incredulità appena elaborai le sue parole.

Rimase in silenzio per un po' e lo presi come un'affermazione.

Sbuffai, «non potevi dirmelo prima?»

«Quindi lo fai?» 

Davvero volevo andare a sfamare un maledetto serpente solo perchè era Hayden?

«Quanto mi paghi, Miller?» chiesi, con un mezzo sorriso che lui non poteva vedere ma forse percepì nel mio tono più leggero.

«Vieni ripagata ogni giorno con la mia presenza, Adams

«Wow, questo è un qualcosa che potrei dire io.»

«Esatto, hai una brutta influenza su me.» disse giocoso e con voce più roca, poi si schiarì la gola, «allora, mi fai questo favore, Adams?»

Mi mordicchiai il labbro insultandomi mentalmente perchè sapevo che avrei accettato. Guardai il mio amico con sguardo afflitto per la mia dignità svanita e parlai, «mi puoi portare da Miller? Devo... fare una cosa.»

Lui inarcò le sopracciglia e poi sogghignò, «posso entrare anche io?»

Ruotai gli occhi, «Malcolm può-»

«Si

Annuii al mio amico che agitò un pungo con esultanza e lo ignorai esasperata guardando fuori dal finestrino.

«Ti invio i codici per entrare

«Va bene.»

Dopo quello mi ringraziò e terminò la chiamata.

Passarono davvero pochi secondi che subito mi arrivò un suo messaggio.

-Codice cancello: 45091
Codice porta d'ingresso: 34895
Codice allarme: 7701

-Se hai problemi, chiamami.

«Dio, sembra la Nasa.» commentai sottovoce per poi bloccare il telefono.

«Cosa devi fare?» chiese Malcolm con estrema curiosità.

Sospirai e nella mia voce si poteva benissimo sentire il pentimento, «sfamare il suo serpente.»

E lo fulminai con lo sguardo sapendo che avrebbe fatto qualche battuta a doppio senso.

Si tappò la bocca e puntò lo sguardo sulla strada. Feci lo stesso mentre incrociavo le braccia volendo già morire internamente.

Sciocca di una Makayla...

⚜️

«Lo stai leggendo correttamente?» chiese Malcolm camminando sotto l'ampio patio.

Eravamo arrivati alla villa di Miller da almeno dieci minuti. Dopo aver superato il cancello, avevo dovuto rincorrere Malcolm per il giardino dato che aveva deciso di visitare ogni centimetro, con tanto di commento della piscina.

Riuscii a bloccarlo solo ricordandogli che aveva le telecamere e magari avrebbero potuto attivarsi al movimento di qualcuno.

Ora mi trovavo davanti all'enorme porta e per entrare dovevo inserire, nuovamente, un codice ma non funzionava.

«So leggere 5 numeri.» replicai piccata.

Sbuffai e fissai il telefono abbandonandomi alla realtà dei fatti: dovevo chiamarlo.

Andai sul suo contatto e feci partire la chiamata fissando l'apparecchio elettronico fisso nel legno liscio della porta vicino alla lunga maniglia in metallo.

«Adams.»

«Mi hai dato il codice della porta sbagliato, Miller.» affermai seccamente.

Sentii un fruscio, sembravano essere coperte. 

«Sei sicura?»

Schioccai la lingua e buttai indietro la testa con fare stanco per poi rispondere mentre guardavo Malcolm continuare a camminare per il giardino, «si, sono sicura di saper leggere cinque numeri.»

«Aspetta..

Attesi qualche secondo e poi tornai a sentire il suo respiro al mio orecchio.

«Si, scusa ho sbagliato l'ultima cifra.»

Sospirai e tornai davanti alla porta, «dettamelo, e giusto questa volta, vorrei evitare di finire in prigione per un cazzo di codice sbagliato.»

«Disse lei che è già entrata illegalmente nella mia proprietà.»

«Smettila di tirare fuori questa storia.» dissi a denti stretti con le guance rosse.

«Mai

Sbuffai, «muoviti, Miller.»

Per un istante mi sembrò di averlo sentito ridacchiare ma non ne fu cosi sicura perchè si schiarì la voce e iniziò a dettare, «tre, quattro, otto, nove, due

«Aspetta, vai troppo veloce.» mi lamentai.

«Dio, Adams, sei lenta. Tre, quattro, otto... nove... due

Schiacciai il tasto verde e finalmente la schermata lampeggiò di verde e la porta fece un click.

«Oh, fatto.»

«Ricorda l'allarme.» disse.

Giusto anche quello.

Richiamai Malcolm mentre aprivo la porta, che trovai abbastanza pesante, e appena mi fu dietro entrai e gli dissi di aspettare.

«Dov'è?» mi rivolsi ad Hayden che era rimasto in linea.

«Sulla parete di sinistra

Mi voltai e vidi un'altra scatolina elettronica bianca.

Dopo aver sbloccato anche l'allarme tirai un sospiro di sollievo. Dissi a Malcolm di seguirmi e non toccare niente, lui nel mentre continuava a fare commenti su quanto fosse bella e parlava con Hayden dicendo se potesse lasciargli qualche mazzetta nell'armadietto della scuola.

«Ignoralo.» sospirai e attraversai il soggiorno per raggiungere la teca.

Sempre posta in zona di quel bellissimo pianoforte che mai avrei potuto suonare.

«Non so se riesco a farlo.» mormorai fissando la teca ad un metro di distanza.

Alle mie spalle sentivo Malcolm ridere di me.

«Fallo fare a Malcolm.» disse lui con tono ovvio.

Giusto.

Mi voltai con occhi dolci, «Mal...» mi guardò con le sopracciglia aggrottate, «puoi farlo tu?» chiesi con tono supplicante.

Sollevò le sopracciglia, guardò la teca e strabuzzò gli occhi alla vista dell'animale per poi fare un passo indietro, «col cazzo, tesoro.»

Grugnii e ruotai su di me stessa tornando alla teca, «io giuro che ti sto odiando come non ho mai odiato nessuno in vita mia, Miller.»

«È meno spaventoso di quanto sembra

«Per te magari.»

Sospirò, «muoviti, Adams, e non rimanere lì impalata

«Io rimango cosi quanto tempo vog- aspetta! Come sai che sono ferma?» chiesi confusa e alzai la testa veloce guardando in modo frenetico gli angoli della casa.

Poi la vidi, una telecamera. La spia era accesa. Spalancai la bocca scioccata e mi misi una mano sul fianco in posizione di attacco come faceva mia madre pronta ad una sfuriata.

Anche Malcolm puntò lo sguardo in quella direzione e alzò una mano in segno di saluto facendo ridacchiare Hayden al telefono.

«Ci stai spiando? Non ridere- è violazione della privacy.» assottigliai gli occhi continuando ad osservare quell'apparecchio maledetto.

«Sei in casa mia, Adams.»

«E quindi? Potevi dirmelo che ci stavi spiando, maniaco.»

«Drammatica,» ribattè con divertimento, «muoviti, avvicinati alla teca.»

«Intanto, ti calmi.» schioccai la lingua e ignorai l'occhiata mezza divertita del mio amico mentre seguivo l'ordine di Hayden.

Inspirai a fondo e mi avvicinai alla teca. Mi metteva in soggezione il fatto che lui potesse vedermi e io no. Almeno non ero da sola, ma c'era anche Malcolm. Si faceva gli affari suoi, ma almeno era lì.

Se fossi svenuta, avrebbe potuto soccorrermi.

La luce rossa soffusa della teca rendeva tutto più inquietante per me. Poi lo vidi, era arrotolato ad un pezzo di legno.

«L'hai visto?»

«Purtroppo si.»

«Bene, ora apri il mobiletto

«Mi sto pentendo di averti detto di si, Miller. Sarai in debito a vita per questa cosa.» lo avvisai quasi in un piagnucolai frustato e piegai le ginocchia per poi aprire le due antine.

All'interno c'era un mini frigorifero e altri oggetti, sempre legati alla teca.

«Posso usare dei guanti?» chiesi prima di aprire il frigorifero.

«Dovrebbero essere sempre lì dentro

Cercai in mezzo a quelle cianfrusaglie e infine trovai un scatola di guanti in lattice. Posai il telefono a terra e misi in vivavoce mentre mi infilavo i due guanti.

«Sai pensavo che a loro piacessero gli animali vivi.»

«Si, è cosi, ma ho finito i topi vivi e quelle sono le scorte.»

Un brivido di disgusto mi attraversò la schiena e trattenni un conato di vomito quando aprii il mini frigo e tirai fuori un sacchetto.

«Non mi salterà addosso, vero?» chiesi preoccupata e ancora seduta per terra.

«Non è una cavalletta, Mak.» ribattè Malcolm divertito.

Ruotai gli occhi alla voce del mio amico.

«Tu non mi aiuti, quindi tu non puoi parlare.»

«Non ti salterà addosso, Adams.» ripose Hayden con tono sicuro.

Nonostante questo non ero tranquilla.

Tenni il sacchetto in mano coperte dai guanti e poi mi feci coraggio di alzarmi.

Purtroppo quando lo feci il serpente si stava muovendo e cacciai un urlo allontanandomi dalla teca.

«Sai, quando l'ho comprato, in negozio c'era un bambino di tre anni che ne aveva due attorno al braccio, e rideva

Risucchiai l'aria tra i denti e mi girai verso la telecamera, «sai, questo aneddoto lo inserirò nella categoria: cose di cui non me frega un cazzo

«Sembri arrabbiata

«Ti stai divertendo fin troppo, Miller,» gli puntai un dito contro fissando la telecamera, «posso sempre decidere di lasciare morire di fame il tuo animaletto.»

«Scusa

Trovai una certa compostezza e mi abbassai per riprendere il telefono e metterlo da qualche parte più al sicuro, prima lo stavo quasi per schiacciare.

«La teca si apre da sopra, non devi spalancarla basta una spanna, anche meno.» spiegò con calma.

«Non ci avevo neanche pensato ad aprirla tutta.» commentai.

Prima di avvicinarmi ancora alla teca però aprii il sacchetto, feci una smorfia addolorata. Erano quattro topini scuri, senza vita.

«Sono solo topi, Adams.»

«E tu sei solo un psicopatico che al posto di avere cani o gatti ha un fottuto serpente.»

«È un Pitone Reale.»

«Indovina in quale categoria metterò questa informazione?» dissi con un sorriso ironico verso la telecamera.

«Ricevuto.» mormorò con voce divertita.

Feci un profondo sospiro e allungai la mano verso il tettuccio della teca per aprirla, dall'incanalatura nel vetro supposi bisognasse farla strisciare perciò se guardare l'interno appoggiai le dita e feci pressione per aprirla. Però, poi, per sbaglio, abbassai lo sguardo e vidi il serpente aggrovigliato su un altro ramo e mi ghiacciai.

«No, non ce la faccio. è proprio li. E se per sbaglio dovesse uscire, io non mi metto a raccoglierlo!»

«Ci vogliono solo tre secondi, Adams.»

«E se dovesse toccarmi?» domandai ansiosamente con ancora la mano che sfiorava il vetro.

«Non ti toccherà. Se lo fa è perchè gli stai simpatica, ma a Jack non sono molti quelli che gli stanno simpatici

«Ti ricordo che l'ultima volta sono svenuta perchè si è arrampicato sulla mia gamba, Miller.» replicai scioccata dalla sua rivelazione non veritiera.

«Voleva conoscerti

Mugugnai in modo frustato e con il petto che si alzava e abbassava rapido aprii di scatto la teca, non molto, ma l'aprii.

«Non l'hai aperta

Ovviamente doveva intervenire anche sul mio metodo.

«Si, ci passa il mio mignolo.»

«Ci devono passare dei topi, però

Sbuffai e mi allontanai, prima però la richiusi. Lasciai il sacchetto sulla teca e iniziai a sventolarmi le mani contro il viso.

«Ho caldo.» mormorai, sospirai e mi voltai verso Malcolm che stava osservando con fare incantato il mega televisore sopra al camino in vetro, «Mal, apri la finestra o rischio di svenire.»

Si spostò per guardare la telecamera e avere la conferma da parte di Hayden.

«Si, puoi aprirle.» disse in una mezza risata, forse davanti alla stupidità del mio migliore amico.

Senza dire altro lo vidi raggiungere una finestra scorrevole e aprirla.

Pochi secondi dopo l'aria nuova circolava per la casa dandomi nuovo ossigeno di cui avevo estremamente bisogno.

«Bella piscina, comunque.» commentò Malcolm, guardandola da dentro casa.

Schioccai la lingua al palato sapendo perché lo avesse fatto e udì Hayden sghignazzare.

«Basta parlare di quella storia.» sibilai a denti stretti.

Soprattutto perché era stata un'idea proprio del biondo a pochi metri da me.

Mi mandò un bacio volante e poi inspirai a fondo con fare rumoroso.

«Adesso o mai più.» dissi più a me stessa che a loro.

«Attendo con ansia

«Stai zitto.»

Trattenni il respiro e aprii la teca -questa volta di più rispetto a prima- e senza guardare l'interno, rovesciai i topi nella teca per poi chiudere velocemente il tutto.

«Oddio, che terribile esperienza...» mormorai con i brividi in tutto il corpo mentre mi allontanavo alla svelta da quella zona. 

Avevo sudato come se avessi fatto un maratona.

«Ci hai impiegato mezz'ora per un qualcosa che si fa in neanche un minuto.»

Puntai gli occhi alla telecamera e alzai entrambi i gomiti mostrandogli il medio con tutte e due le mani per poi aggiungere, «potresti evitare di smontare la felicità delle persone?»

«Era solo un dato oggettivo

Tolsi i guanti in lattice e poi mi allungai per prendere il telefono e togliere il vivavoce mentre osservavo Mal battere le mani verso di me e chiudere la finestra.

«A parte tutto, ti ringrazio.» 

Avrei voluto sorridere nel sentirlo impacciato ma sapevo che mi stesse guardando perciò evitai e scrollai le spalle, «non ringraziarmi, non sai ancora come ti dovrai sdebitare.»

«Basta che non sia qualcosa di illegale.»

«Ti sembro una che fa cose illegali?» domandai con tono retorico.

Buttò fuori una mezza risata, «abbastanza, Adams.»

«Be', allora tieniti pronto a tutto, Miller.» commentai con leggerezza.

«Ricevuto

Dopo quello ci fu silenzio, eravamo a corto di parole e forse era meglio cosi.

«Be', ugh, meglio che vada...» dissi con tono nervoso, lanciando un'occhiata a Malcolm per fargli intendere che doveva avviarsi verso l'uscita.

«Si, certo. Per l'allarme devi schiacciare il bottone blu, inserire il codice e poi uscire in trenta secondi

«Ricevuto.» 

«Bene.»

Malcolm era già sparito e così ne approfittai per passare sotto alla telecamera e salutare Hayden con un medio e un sorriso.

Questo gli provocò una risata che mi procurò un formicolio allo stomaco nel sentirla così vicina.

«Ci vediamo, Adams

«Ci vediamo, Miller.»


S/A.

Il nostro caro amico Jack🐍

Non c'è molto da dire, ma come sempre voi potete mettere una stellina e commentare se vi è piaciuto!

A presto, Xx👽❤️

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