Gioco di sguardi #1 (Dramione)

By LazySoul_EFP

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[STORIA COMPLETA] Dal testo: «Cosa vuoi ancora da me?», gli chiese: «L'umiliazione dell'ultima volta non è ba... More

A lezione
Litigi interrotti
Pranzo
In biblioteca
Nell'aula di pozioni
Compleanno
Specchio delle Brame
Grattastinchi
Nello studio della McGranitt
Hogsmeade
Missione di salvataggio
Duello
Insonnia
Facciata
Verità
Finta indifferenza
Boccetta d'inchiostro
Folletto
Messaggio
Orgoglio
Resa
Sospetto
La Pozione
"Coso" babbano
Cinque secondi
Insoddisfazione
Anti-Dolore
Risveglio
Impazienza
A lezione - II parte
Incomprensioni
Bella Addormentata
Dormire insieme
Le bugie hanno le gambe corte
Furia e sbagli
Il giorno dopo
Virus, fotografie e sogni erotici
Prima pagina
Consigli
Normalità
Scuse
Bagno dei Prefetti
Le candele della biblioteca
Smalto
Caos in biblioteca
Come scaricare la tensione
C.R.E.P.A
Tisana di Natale
Ciclo
Scacchi magici
Cartoleria Scrivenshaft
Guferia
Per la felicità di Colin Canon
Sul treno verso casa
Vigilia di Natale
Fidanzamento
Momenti rubati
Sectumsempra
Addio

In ginocchio

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By LazySoul_EFP




Quando Hermione Granger, durante la lezione di Trasfigurazioni, vide la sua boccetta d'inchiostro rovesciarsi sulla pergamena su cui stava prendendo appunti, sentì il battito del suo cuore aumentare e il respiro incastrarlesi in gola.

Un nome si fece largo nei suoi pensieri e le sue guance si colorarono per l'indignazione e la delusione.

Non si voltò verso il ragazzo che sapeva aver lanciato quell'incantesimo e si limitò, con un veloce movimento di bacchetta, a ripulire il banco e la pergamena.

Era la prima volta dopo sei giorni che Draco Malfoy faceva qualcosa per attirare la sua attenzione ed Hermione Granger non si stupì che il ragazzo avesse optato per un dispetto così banale.

Si stava in fondo parlando dello stesso ragazzo che aveva liberato un Folletto della Cornovaglia nel suo dormitorio, che aveva preso in ostaggio il suo gatto per minacciarla, che l'aveva insultata per le sue origini babbane e che l'aveva bullizzata per anni.

Cosa poteva aspettarsi da lui?

Di sicuro non un'improbabile e improvvisa comprensione del dolore che le aveva fatto provare.

Di sicuro non del pentimento.

Quando la lezione terminò, Hermione raccolse le sue cose e uscì dall'aula senza degnare di uno sguardo il banco in cui sapeva trovarsi Malfoy.

Doveva affrettarsi per non arrivare in ritardo alla lezione di Rune Antiche, l'ultima della giornata.

Notò con la coda dell'occhio di essere seguita e, guardando alla sua sinistra, lanciò un'occhiata colma d'irritazione a Cormac McLaggen.

«Cosa vuoi?», gli chiese, continuando a procedere con passo sostenuto.

«Possiamo parlare?», chiese il ragazzo, scompigliandosi con un gesto nervoso i capelli biondo cenere.

«Ora non ho tempo», rispose la ragazza iniziando a salire le scale, diretta al sesto piano.

«Mi faresti l'onore di essere la mia dama alla cena di Natale del Lumaclub?», domandò con tono spavaldo il ragazzo.

Hermione doveva ammettere che ammirava la tenacia di McLaggen, per quanto la trovasse allo stesso tempo inquietante e irritante.

«No», rispose lei con tono asciutto, continuando a salire le scale: «Ma penso che Calì sarebbe più che felice di essere invitata».

Cormac fece una smorfia: «Ci siamo divertiti tanto la volta scorsa», disse, cercando di bloccare l'avanzata della ragazza prendendole il braccio sinistro.

Con un gesto fulmineo Hermione estrasse la bacchetta e la puntò al petto del ragazzo: «Lasciami immediatamente, McLaggen», disse con tono pericolosamente calmo: «Ho detto no e non cambierò idea».

Il Grifondoro, sollevando le mani in segno di resa fece qualche passo indietro, gli occhi sbarrati dalla sorpresa e da un pizzico di paura.

Fu in quel momento che Hermione si rese conto della figura di Draco Malfoy che, qualche gradino sotto di loro aveva assistito a tutta la scena e la osservava con uno sguardo impenetrabile.

La ragazza sentì chiaramente la stretta dolorosa al petto, ma decise di ignorarla e riprese a salire le scale; non aveva intenzione di arrivare in ritardo a lezione solo perché era circondata da idioti.

Solo quando arrivò al corridoi del sesto piano, che era ancora vuoto dato che mancavano più di dieci minuti all'inizio della lezione, Hermione prese un profondo respiro e si voltò, incrociando nuovamente lo sguardo di Malfoy.

«So per certo che non hai lezione di Rune Antiche, Malfoy, quindi non capisco il motivo per cui tu mi abbia seguito fino a qui», disse, incrociando le braccia al petto.

Malfoy non pote fare a meno di osservare il gesto stizzito della ragazza e notare come i suoi seni abbondanti in quel modo erano messi ancora più in risalto.

«Quanto egocentrismo, Mezzosangue. Perché mai dovrei seguirti?», chiese con una risata sprezzante: «Sono qua perché volevo parlare col professor Lumacorno che, come ben sai, ha lo studio in questo stesso piano».

Hermione si sentì le guance in fiamme per l'imbarazzo, ma decise di non lasciargli l'ultima parola: «Quindi immagino che anche la boccetta d'inchiostro poco fa, durante la lezione di Trasfigurazione, mi si sia rovesciata per caso sul banco».

Malfoy sfoggiò un'espressione divertita: «No, sono stato io a farla rovesciare; mi annoiavo», ammise, facendo spallucce.

L'imbarazzo venne sostituito dall'irritazione: «Quand'è che crescerai, Malfoy?»

«Crescere? Non mi sembra tu ti sia mai lamentata della mia immaturità durante il sesso».

Hermione si guardò subito intorno, constatando che il corridoio era ancora vuoto, poi fulminò il ragazzo con lo sguardo: «Non so cosa tu voglia Malfoy, ma gradirei che tu mi lasciassi in pace, proprio come hai fatto negli ultimi sei giorni».

Il Serpeverde distolse lo sguardo: «E se fossi qua per chiederti scusa?»

Hermione scoppiò a ridere, coprendosi la bocca con il palmo della mano destra.

Un paio di Corvonero che avevano lezione di Rune Antiche passarono loro accanto, lanciando alla Grifondoro occhiate confuse, ma non dissero nulla ed entrarono in aula, pensando che il Serpeverde e la Grifondoro si stessero punzecchiando come loro solito.

«Pensavo fossi qua per andare da Lumacorno, non per me», disse Hermione, gli occhi che le brillavano ancora per l'ilarità: «E comunque se questo è il tuo modo per chiedere scusa, irritandomi e rovesciandomi l'ennesima boccetta di inchiostro sugli appunti, penso che ti manchino le nozioni base su come si chiede scusa; quindi ti consiglio di studiare in modo più approfondito l'argomento. Buon pomeriggio, Malfoy».

Con quelle parole e il fantasma di un sorriso ancora sulle labbra, la ragazza entrò nell'aula di Runa Antiche, lasciando nel corridoio un imbronciato Draco Malfoy.

Il Serpeverde avrebbe voluto seguirla per continuare la loro conversazione, ma decise di resistere a quell'istinto e di dirigersi verso le scale;  deciso a passare le ore che aveva a disposizione prima di cena nella Stanza delle Necessità.

La prozia Cassiopeia lo accolse con un contenuto cenno del capo, mentre lui si gettava a peso morto sul materasso, che aveva iniziato a usare da letto negli ultimi giorni.

Di fronte aveva l'Armadio Svanitore, che ancora non sembrava funzionare come avrebbe dovuto, ma in quel momento Malfoy più che risolvere quel rompicapo, sembrava avere per la mente tutt'altri pensieri.

Aveva scoperto di non essere in grado di stare nella tessa stanza di Hermione Granger senza pensare a lei costantemente. Ignorarla non lo aiutava, e nemmeno fingere che non esistesse sembrava giovare in qualche modo alla sua salute mentale.

Si mise comodo sul materasso e chiuse gli occhi.

Hermione gli mancava, molto... Forse troppo.

Gli mancava il modo in cui arricciava il naso quando non le andava bene qualcosa, gli mancava la sensazione dei suoi capelli tra le dita, gli mancava il profumo della sua pelle la mattina, appena svegli; quando l'odore di entrambi si mescolava per creare una fragranza unica e non poteva fare a meno di pensare che quello fosse l'odore che avrebbe per sempre associato a casa.

Ogni giorno che passavano lontani, sentiva che il rapporto che c'era stato tra loro s'incrinava sempre di più e Draco Malfoy era terrorizzato: terrorizzato all'idea di non trovare una soluzione e terrorizzato all'idea di trovarla.

Quando il ragazzo sentì le braccia della Granger circondarlo non si fece domande, affondando il capo nei capelli ricci di lei.

«Draco?»

Il ragazzo insinuò le mani fredde sotto la camicia della ragazza, accarezzandole i fianchi.

«Draco?»

Il ragazzo sollevò lo sguardo incrociando un paio di occhi rossi.

Il Signore Oscuro, senza dire una parola, afferrò Hermione per i capelli, allontanandola da lui. Hermione gridava, piangeva.

Draco era inerme, terrorizzato da quegli occhi rossi, immobile come una statua di sale.

Tutto era rosso.

Le sue mani erano rosse; rosse come gli occhi del Signore Oscuro, rosse del sangue di Hermione.

«Draco Lucius Malfoy mi senti?»

Il ragazzo aprì gli occhi, svegliandosi dal terribile incubo che stava facendo, e iniziò a guardarsi intorno, spaesato.

Dal suo quadro la prozia Cassiopeia lo osservava preoccupata: «Draco, stai bene?»

Draco annuì piano, osservandosi le mani mentre si metteva seduto: «Era solo un sogno», sussurrò, turbato dall'incubo.

Senza pensarci si sollevò in piedi e senza dire nulla si diresse verso l'uscita della Stanza delle Necessità.

Aveva bisogno di trovare Hermione e di accertarsi che stesse bene. Sapeva che la sua era una preoccupazione irrazionale, che quello che aveva avuto era stato un semplice incubo e non un sogno premonitore, ma non riusciva a togliersi dalla testa l'immagine del sangue di Hermione che ricopriva ogni cosa, comprese le sue mani.

La lezione di Rune Antiche doveva essere finita da tempo ormai, quindi decise di cercarla nell'unico posto che Hermione frequentava più della Sala Grande o della sala comune Grifondoro: la biblioteca.

Non era la prima volta che aveva incubi simili, ma non aveva mai provato il tipo di terrore che gli attanagliava la gola in quel momento, impedendogli di respirare come avrebbe voluto.

Quasi corse per i corridoi, attirando su di sé alcuni sguardi stupiti e curiosi.

Una volta messo piede in biblioteca il battito impazzito del suo cuore e la dolorosa stretta alla gola, scomparvero quasi istantaneamente alla vista di Hermione Granger, seduta da sola, con la testa china su una pergamena.

Senza pensare razionalmente si sedette di fronte a lei, studiando la sua espressione assorta e il modo disordinato in cui alcune ciocche le sfioravano il viso, sfuggendo alla crocchia in cui era legato il resto della chioma.

Malfoy prese un libro a caso dallo scaffale accanto a loro e iniziò a sfogliarlo distrattamente, continuando a portare lo sguardo sulla ragazza di fronte a sé.

Doveva trovare una soluzione alla situazione in cui si trovavano.

Non aveva intenzione di continuare a guardarla da lontano e di non fare niente per riaverla indietro.

Era disposto a umiliarsi, era disposto a tutto.

Hermione sollevò lo sguardo e socchiuse la bocca, sorpresa, quando si rese conto di avere Malfoy seduto di fronte a sé. Le era sembrato di sentire il suo odore poco prima, ma le capitava talmente tanto spesso di immaginarlo, che aveva pensato anche quella volta di esser stata imbrogliata dalla sua mente.

Lo stupore venne subito sostituito dall'irritazione; possibile che non potesse godersi il suo momento di studio in tranquillità?

Cercò, con gesti brevi e secchi, di intimare al Serpeverde di andarsene, ma non ottenendo alcun tipo di risultato o reazione dal biondo, s'innervosì ancora di più e, raccolte le proprie cose, uscì dalla biblioteca, decisa a cercare un'aula studio in cui terminare il tema.

Malfoy posò a sua volta il libro che aveva in precedenza preso dallo scaffale e si affrettò a seguire la Granger.

Approfittò del corridoio deserto per afferrare la Grifondoro per il braccio e trascinarla in una stretta alcova.

Fece subito un incantesimo di disillusione, così da nascondere ai futuri passanti la loro presenza e un Muffliato per occultare le loro voci.

Hermione stava per chiedere al ragazzo cosa volesse, quando si trovò le labbra premute contro quelle di lui e ogni pensiero razionale sembrò abbandonarla per qualche secondo.

L'intenzione di Malfoy non era quella di baciarla, ma quando si era trovato in quello spazio stretto, con il corpo della ragazza premuto contro il suo e la bocca tentatrice di lei di fronte agli occhi, non era riuscito a resistere.

Per qualche secondo si baciarono come se gli ultimi dieci giorni non fossero esistiti, con dolcezza e desiderio, assaporando quel momento con ogni fibra del loro corpo.

Fu Hermione a spezzare il momento, allontanandosi con le guance arrossate e le labbra tese in una linea sottile.

«Sei impazzito?», chiese lei con la voce alterata e lo sguardo allucinato.

«Sì, ora possiamo tornare a baciarci?», domandò Malfoy, sporgendosi per riprendere da dove la ragazza l'aveva interrotto.

Hermione estrasse fulminea la bacchetta, puntandola al petto del ragazzo: «Non costringermi a usarla, Malfoy».

Il Serpeverde sbuffò, pestando il piede sinistro a terra.

Alla Grifondoro, per qualche secondo, sembrò di avere davanti un bambino di tre anni, invece che un ragazzo di quasi diciassette.

«Ti comporti così, ancora per quella stupida piuma, Granger? É questo il problema? Ti compro tutte le piume che vuoi, basta che...»

«Non voglio delle nuove piume, Malfoy, voglio delle scuse», disse, aumentando la presa intorno alla bacchetta.

«Non c'è nulla che non si possa comprare. Granger».

Malfoy capì di aver detto qualcosa di sbagliato quando vide il volto di Hermione farsi livido: «Oh, è questo che vuoi, quindi», disse con tono incredulo e schifato allo stesso tempo: «Vuoi il mio corpo, vuoi comprare il mio corpo come se fossi un oggetto qualsiasi?»

Draco Malfoy rimase per qualche secondo senza parole.

Era quello che voleva da lei? Solo il suo corpo?

Non riusciva a convincersene.

Forse all'inizio era stato così, ma le cose erano cambiate.

Draco si lasciò cadere sulle ginocchia, senza staccare lo sguardo dal viso della ragazza: «Non sei un oggetto qualsiasi», disse, prima di aggiungere con voce incerta : «Scusa se involontariamente ho distrutto la tua piuma preferita».

Hermione Granger abbassò la bacchetta e lo fissò per qualche secondo, poi distolse lo sguardo, senza dire niente.

«Abbiamo fatto pace?», chiese Draco, rialzandosi in piedi, cercando di leggere il volto impenetrabile della ragazza.

Hermione avrebbe voluto dirgli di sì, avrebbe voluto gettargli le braccia al collo e dimenticare quei dieci giorni infernali, ma non ci riusciva.

«Mi hai chiesto scusa per la piuma, dimenticandoti tutto il resto», sussurrò alla fine lei, tornando a guardarlo negli occhi.

Lesse confusione nello sguardo di Malfoy.

«Non dovresti chiedermi scusa solo perché vuoi "fare pace", Draco; dovresti chiedermi scusa perché t'importa di me e dei miei sentimenti».

Calò un breve silenzio, spezzato nuovamente dalla ragazza: «Se hai bisogno di tempo, prenditi tutto il tempo che ti serve, ma non pensare che io sarò qua ad aspettarti quando sarai pronto a chiedermi scusa per davvero».

«Chiederti scusa per davvero? Ci vedi, Granger? Mi sono messo in ginocchio!», disse lui, cercando di bloccare la fuga della ragazza.

«Non è abbastanza», disse Hermione, prima di spezzare l'incantesimo di disillusione e il Muffliato, e andarsene verso la sala comune Grifondoro, lasciandosi alle spalle un confuso Serpeverde.

Nella fretta di fuggire, Hermione non aveva prestato attenzione all'unica persona che stava percorrendo il corridoio del terzo piano proprio in quel momento e che, alla vista di Hermione Granger e Draco Malfoy in quelli che sembravano atteggiamenti intimi, aveva sbarrato gli occhi e si era nascosta dietro ad una statua.

Solo quando entrambi i ragazzi furono scomparsi, Astoria Greengrass uscì dal suo nascondiglio, con le mani che le tremavano appena e un'espressione di puro orrore in volto.


***

Buongiorno popolo di Wattpad!

Eccoci alla fine di un altro capitolo, che spero vivamente vi sia piaciuto.

Spero si capisca che Hermione vorrebbe da Draco delle scuse sincere, delle scuse che facciano riferimento a tutto il dolore che per anni lui le ha causato e per il quale non le ha mai chiesto scusa. Personalmente, non trovo esagerato il comportamento di Hermione, mi spiego meglio: Hermione non potrebbe mai accettare di non essere rispettata e ammirata dalla persona di cui è innamorata e al momento Draco, da questo punto di vista, lascia un po' a desiderare, ammettiamolo, per questo vuole da lui uno sforzo ulteriore e gli chiede delle vere scuse.

Spero che abbiate tempo e voglia di lasciarmi qualche commento per farmi sapere cosa pensate del capitolo!

Come si comporterà Astoria?

Draco riuscirà a chiedere scusa a Hermione prima che sia troppo tardi?

Per chi fosse interessato può seguirmi su Instagram (nome account: lazysoul_efp), dove vi parlo di cose e vi tengo aggiornati sulle varie pubblicazioni.

Un bacio,

LazySoul_EFP

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