Gioco di sguardi #1 (Dramione)

By LazySoul_EFP

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[STORIA COMPLETA] Dal testo: «Cosa vuoi ancora da me?», gli chiese: «L'umiliazione dell'ultima volta non è ba... More

A lezione
Litigi interrotti
Pranzo
In biblioteca
Nell'aula di pozioni
Compleanno
Specchio delle Brame
Grattastinchi
Nello studio della McGranitt
Hogsmeade
Missione di salvataggio
Duello
Insonnia
Facciata
Verità
Finta indifferenza
Boccetta d'inchiostro
Folletto
Messaggio
Orgoglio
Resa
Sospetto
La Pozione
"Coso" babbano
Cinque secondi
Insoddisfazione
Anti-Dolore
Risveglio
Impazienza
A lezione - II parte
Incomprensioni
Bella Addormentata
Dormire insieme
Le bugie hanno le gambe corte
Furia e sbagli
Il giorno dopo
Virus, fotografie e sogni erotici
Prima pagina
Consigli
Normalità
Scuse
Bagno dei Prefetti
Le candele della biblioteca
Smalto
Caos in biblioteca
Come scaricare la tensione
C.R.E.P.A
Tisana di Natale
Ciclo
Scacchi magici
Cartoleria Scrivenshaft
In ginocchio
Per la felicità di Colin Canon
Sul treno verso casa
Vigilia di Natale
Fidanzamento
Momenti rubati
Sectumsempra
Addio

Guferia

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By LazySoul_EFP



Hermione amava la neve, soprattutto durante il periodo natalizio.

La neve le faceva sempre pensare ai pupazzi che faceva da piccola nel piccolo giardino di casa. A volte da sola, altre volte aiutata dai suoi genitori, creava dei personaggi buffi con una carota al posto del naso, bottoni multicolori al posto di occhi e bocca e vecchi cappelli a coprire le loro teste fredde e bitorzolute.

La neve le faceva sempre pensare ai pomeriggi in casa, o in sala comune, dove raggomitolata sul divano, al caldo delle coperte e del camino acceso, leggeva un buon libro e sorseggiava una tazza di tè; con lo sguardo che ogni tanto vagava per la stanza e si concentrava sulla finestra, oltre alla quale poteva vedere i fiocchi immacolati vorticare dolcemente al suolo.

La neve le faceva sempre pensare a quando, il terzo anno, era andata ad Hogsmeade con Ronald, e aveva sentito, non per la prima volta, le sue guance arrossarsi furiosamente quando Malfoy, seguito da Tiger e Goyle, aveva deciso di rovinare il loro tranquillo pomeriggio con le sue frecciatine e insulti. Ricordava chiaramente il terrore negli occhi dei tre Serpeverde quando Harry, nascosto sotto al mantello dell'invisibilità, aveva iniziato a tormentarli, fingendosi uno spettro dispettoso.

Hermione sospirò appena, scuotendo la testa, mentre continuava a salire le scale che conducevano in guferia, la mano guantata che continuava a rimanere ben salda alla ringhiera in ferro battuto che delimitava la scalinata.

Era da tre giorni che lei è Malfoy non si parlavano, precisamente da quando avevano litigato ad Hogsmeade.

Hermione aveva iniziato a fingere che il Serpeverde non esistesse e Draco sembrava aver deciso di adottare la stessa tecnica.

La Grifondoro sapeva di meritare delle scuse e non aveva intenzione di cedere, fino a quando non le avesse ottenute.

Erano passati solo tre giorni, ma a Hermione sembravano essere trascorse almeno due settimane.

Era tornata a una routine senza Draco: studiava, passava del tempo con i suoi amici, studiava ancora, frequentava le lezioni cercando sempre di essere almeno quattro passi davanti ai suoi compagni e fingeva che tutto fosse perfetto.

Le faceva quasi paura la semplicità con cui riusciva a nascondere i propri veri sentimenti; la rabbia, la delusione, la tristezza e il dolore che provava ogni volta che pensava a Draco Lucius Malfoy.

Erano tre notti che si addormentava con le lacrime agli occhi, tre notti che dormiva poco e male.

Non era facile ammettere a se stessa di essersi innamorata di lui, di Draco Lucius Malfoy, Serpeverde e Purosangue, eppure era successo e le ci sarebbe voluto del tempo per sradicare quel sentimento irrazionale dal suo cuore ferito.

Un vento gelido sferzò per qualche secondo la sua figura, costringendola a bloccare la sua avanzata e a stringersi nel mantello nero. Forse andare in guferia con quel tempo capriccioso non era stata una brillante idea.

Posò la mano sinistra sulla borsa che aveva a tracolla, dentro alla quale, oltre ai libri, aveva anche la lettera che doveva spedire ai suoi genitori.

Mancavano ormai poco più di due settimane a Natale e Hermione non vedeva l'ora di tornare a casa per le feste. Sperava che allontanarsi da Hogwarts e quindi da tutto ciò che per un motivo o per un altro gli ricordava un certo Furetto platinato, le avrebbe fatto bene.

Confidava in un Natale chiassoso, circondata dai parenti e coccolata dai suoi genitori.

Confidava nel tipo di Natale che sapeva Malfoy non avrebbe avuto.

Una punta di dolore le fece stringere le labbra in una linea sottile.

Era più forte di lei, non riusciva a non pensare a lui.

Sperava segretamente che presto le cose sarebbero tornate come quattro giorni prima.

Sperava che Draco Malfoy la fermasse per i corridoi, portandola con sé nella prima aula vuota per chiederle scusa; per dirle che gli dispiaceva di averla ferita per anni, di averla insultata e di aver organizzato stupidi scherzi il cui unico scopo era farle del male.

A Hermione piaceva illudersi che Draco fosse diverso da quello che era, meno ossessionato dalla purezza del sangue, meno snob e arrogante... A Hermione piaceva illudersi che Draco fosse innamorato di lei.

Entrò in guferai, scrollandosi di dosso i fiocchi di neve che le erano rimasti impigliati tra i capelli ricci e si guardò intorno, alla ricerca del barbagianni che usava di solito per la corrispondenza con i suoi genitori.

Appena lo individuò, lo raggiunse, accarezzandogli il piumaggio color caramello sul capo: «Hey», lo salutò, estraendo dalla borsa la lettera e uno snack. Mentre il barbagianni mangiava il pezzetto di carne essiccata, gli legò alla zampa la missiva: «Ormai conosci la strada, fai solo attenzione con questo tempo orribile».

Quando il rapace prese il volo, Hermione sentì un rumore alle sue spalle e, voltandosi, vide la figura di Draco Malfoy che si scrollava di dosso la neve e entrava a sua volta in guferia.

I due ragazzi rimasero per qualche secondo ad osservarsi, cristallizzati in quell'istante.

Hermione si chiedeva se il Serpeverde l'avesse seguita fino a lì per tormentarla, mentre Malfoy si domandava quante probabilità ci fossero di incontrare proprio lei, in quel momento, in guferia.

Dopo i tre giorni passati ad ignorarsi ed evitarsi, sembrava a entrambi che finalmente fosse giunto il momento della resa dei conti.

«Malfoy», disse la ragazza, sistemandosi la borsa sulla spalla, così facendo Draco ebbe la possibilità di vedere il modo in cui la tracolla, passando in mezzo ai seni della ragazza, ne mettesse in risalto la curva accattivante. Poi il mantello tornò a coprire il corpo della ragazza e Malfoy distolse lo sguardo.

«Mezzosangue», la salutò lui, sfoggiando il suo tipico ghigno arrogante.

Hermione notò una punta di cattiveria nello sguardo di Malfoy e faticò a nascondere dietro alla sua maschera d'indifferenza il dolore che quella parola le aveva provocato.

Da quanto tempo non la chiamava più con quell'insulto? Perché era tornato ad apostrofarla in quel modo? Era davvero tutto finito?

Hermione si avvicinò all'uscita della guferia, e quindi alla figura del Serpeverde, quando si rese conto che il ragazzo non sembrava intenzionato a lasciarla passare, rimanendo in mezzo al passaggio, si portò le mani ai fianchi, fulminandolo con un'espressione indispettita: «Spostati, Malfoy».

Il ghigno sul volto del ragazzo si allargò: «Non hai detto per favore, Mezzosangue; sembra proprio che i tuoi genitori babbani non ti abbiano insegnato le buone maniere».

Hermione provò una forte indignazione e non riuscì a trattenere la risata sprezzante, che le uscì dalle labbra: «Tu parli di educazione, furetto? Tu che non riesci neanche a chiedere scusa

Rimasero a guardarsi per qualche secondo.

«E cosa pensi che possano risolvere le mie scuse? Di sicuro non faranno tornare la tua piuma intera», disse il ragazzo, con una smorfia in volto, osservando con la coda dell'occhio il movimento di un gufo alla sua destra.

Hermione, colta da un'improvvisa stanchezza, abbassò il capo.

Era stanca di discutere con lui; stanca di sprecare fiato inutilmente per cercare di spiegare qualcosa a qualcuno, che non faceva nessuno sforzo per comprendere.

«Non è una piuma nuova che voglio, Malfoy. Pensavo l'avessi capito. Ora, se non ti dispiace, vorrei andare».

Il Serpeverde, senza dire niente, si spostò dall'ingresso della guferia, permettendo alla ragazza di andarsene.

Erano tre giorni che non si parlavano e Malfoy si era dimenticato quanto fosse difficile conversare con Hermione Granger. Si portò le mani tra i capelli, scostando alcune ciocche dal viso in un gesto nervoso.

Cosa aveva voluto dire la ragazza con quelle parole?

"Non è una piuma nuova che voglio, pensavo l'avessi capito".

Cosa doveva capire? Cosa voleva da lui?

Malfoy si diresse con passo deciso verso Mizar, il suo gufo reale. L'animale dall'aspetto imponente e minaccioso porse subito la zampa al padrone.

Dalla tasca interna del mantello, Draco estrasse una lettera che arrotolò e legò all'arto proteso del rapace.

«Portala a mia madre», disse semplicemente, accarezzando appena il piumaggio sul capo del gufo.

Il ragazzo si portò una mano al viso, sospirando, mentre osservava Mizar spiccare il volo.

Era stanco.

Erano tre notti che alle dieci in punto si presentava di fronte alla Stanza delle Necessità e, quando si arrendeva all'evidenza che Hermione non l'avrebbe raggiunto, passava gran parte della notte di fronte all'armadio svanitore, per cercare di aggiustarlo. Più volte si era addormentato sotto lo sguardo attento della prozia Cassiopeia, gettandosi su un vecchio materasso abbandonato.

Non ne andava fiero, ma aveva ripreso a passare ore di fronte allo Specchio delle Brame, pur di avere l'illusione di essere stretto dalle braccia di Hermione e sentire le sue labbra sulla sua pelle.

Ma per quanto i sentimenti che nutriva nei confronti della Grifondoro fossero forti, non poteva chiederle scusa. Non quando chiederle scusa avrebbe significato andare contro i suoi valori e i suoi principi.

Non riusciva a togliersi dalla testa il pensiero che se avesse iniziato a chiederle scusa per quello stupido dispetto e quindi per la piuma, allora avrebbe dovuto chiederle scusa per tutto quanto; per gli insulti, per le cattiverie, per le frecciatine, per l'odio...

Avrebbe dovuto ammettere di aver sbagliato, per anni, a considerarla una stupida ed inutile Mezzosangue, fermandosi a dei pregiudizi e giudicandola basandosi su di essi, invece di scoprire davvero chi fosse Hermione Granger.

E una volta che avrebbe ammesso tutto quanto, cosa gli sarebbe rimasto?

Se avesse voltato le spalle ai suoi valori, cosa sarebbe rimasto?

Uscì dalla guferia con passo incerto, osservando il cielo plumbeo.

Da dove si trovava riusciva a vedere la figura in lontananza di Hermione, che tornava verso il castello con passo sostenuto.

«Vuoi che mi metta in ginocchio, Granger? Vuoi che ti implori di perdonarmi?», sussurrò, una smorfia ad arricciargli le labbra.

Chiuse per qualche istante gli occhi, sentendo un doloroso groppo alla gola.

Sapeva che l'avrebbe fatto, sarebbe corso da lei perché ne aveva bisogno, aveva bisogno del senso di libertà e pace che solo lei riusciva a trasmettergli.

E in quel momento ne aveva bisogno più che mai.

Una volta a casa per Natale lo attendeva il Marchio Nero, lo attendeva il Signore Oscuro, lo attendeva lo sguardo assente di sua madre, lo attendeva il suo destino.

Draco iniziò a scendere la scalinata, facendo attenzione a dove metteva i piedi.

Anche quella sera sarebbe andato di fronte alla Stanza delle Necessità e l'avrebbe aspettata, sperando in un miracolo. E così avrebbe fatto fino a quando il vuoto che sentiva nel petto non sarebbe diventato una voragine, fino a quanto il bisogno che aveva di lei non sarebbe stato insopportabile. Solo a quel punto sarebbe tornato a cercarla, per una frecciatina, uno sguardo, qualsiasi cosa che gli avrebbe permesso di non soccombere alle tenebre che aveva dentro.


***

Buonasera!

Questo capitolo non è stato facile da scrivere, spero comunque di essere riuscita a rappresentare bene i loro sentimenti contrastanti.

E sì, Hermione è innamorata di lui, ma questo non vuol dire nulla, non fino a quando lui continua a comportarsi come uno stupido.

Quindi vedremo poi nei prossimi capitoli se Malfoy riuscirà a chiederle scusa.

Secondo voi ce la farà?

O è un caso perso?

Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che abbiate tempo e voglia di farmi sapere cosa ne pensate!

Come sempre vi ricordo, per chi fosse interessato, che ho un account su Instagram (lazysoul_efp), dove faccio cose belle tipo tenervi aggiornati sulle pubblicazioni e sondaggi a caso.

Detto ciò vi auguro una buona serata e vi auguro una serena quarantena,

LazySoul_EFP aka Lisa

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