✓ Seoul, Why Do You Sound Lik...

Galing kay amemipiaceilcocco

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{COMPLETA} «Pensaci, saremmo proprio una bella coppia. Tu la brava ragazza della porta accanto e io il bastar... Higit pa

intro
prologo
uno
due
tre
quattro
cinque
sei
sette
otto
nove
dieci
undici
dodici
tredici
quattordici
quindici
sedici
diciassette
diciotto
diciannove
venti
ventuno
ventidue
ventitré
ventiquattro
venticinque
ventisei
ventisette
ventotto
ventinove
trenta
trentuno
trentadue
trentatré
trentaquattro
trentacinque
trentasei
trentasette
trentotto
trentanove
quaranta
quarantuno
quarantadue
quarantatré
quarantaquattro
quarantacinque
quarantasei
quarantasette
quarantotto
quarantanove
cinquanta
cinquantuno
cinquantadue
cinquantatré
cinquantaquattro
cinquantacinque
cinquantasei
cinquantasette
cinquantanove
epilogo
the end

cinquantotto

591 22 34
Galing kay amemipiaceilcocco

Jungkook's pov.

Chaeyoung camminava frettolosamente, pochi passi davanti a me. Imbambolato, non potevo fare altro che ammirare la sua figura minuta muoversi.

Mi sentivo così fortunato! Mi aveva finalmente accettato per ciò che ero, nonostante tutto! Ricordavo ancora quando ci eravamo incontrati per la prima volta: a parte il primissimo giorno, mi ero sempre comportato come un emerito bastardo nei suoi confronti, prendendola in giro, schernendola, sminuendola e giocando con i suoi sentimenti. E, quando mi ero accorto ciò che provavo veramente per lei, non mi aveva creduto e se n'era andata, lasciandomi da solo ad affrontare tutto. Non gliene facevo una colpa, soprattutto non dopo che avevo scoperto il vero motivo per cui era andata via. Come avrei potuto farlo? Era stata minacciata da una persona, tutto sommato, importante.

Lo aveva fatto per proteggermi e non sarei mai riuscito a ripagarla appieno. Era la persona più forte, orgogliosa e determinata che avessi mai conosciuto e avevo intenzione di passare il resto della mia vita a ricordarglielo.

«Di qua.» sussurrò dopo un po', voltandosi appena per guardarmi.

Entrambi ci eravamo nascosti sotto innumerevoli strati di vestiti. Il volto era ben celato dal cappuccio della felpa, la mascherina copriva sia il naso che la bocca e, giusto per non lasciare nemmeno un lembo di pelle scoperto, avevamo deciso di indossare persino degli occhiali da sole anche se del sole non c'era nemmeno l'ombra. Era estate ma il cielo aveva assunto i colori dell'inverno. Non sapevo se considerarlo come un indizio negativo: era come se l'universo ci stesse dicendo che, presto o tardi, quel bellissimo castello che ci eravamo costruiti nei giorni precedenti, sarebbe crollato improvvisamente. Speravo con tutto il cuore che fosse solo una mia stupida assunzione.

«Ti dispiacerebbe dirmi dove stiamo andando?» domandai, prendendola per mano per farla rallentare. Sembrava quasi che stesse scappando da qualcuno.

«Ssh!» gridò in un sussurro, portandosi istericamente l'indice davanti alla mascherina, sotto cui c'erano le sue labbra. «Vuoi farci scoprire?»

«Che?» la guardai un po' spiazzato, non capendo.

«I tuoi fan sanno riconoscere la tua voce, scemo!» mormorò arrabbiata, attirandomi in un vicolo stretto in modo tale da non essere visti da occhi indiscreti. «Se parli ad alta voce, rischiamo che qualcuno ti riconosca e questo non è il momento per farti vedere insieme ad una ragazza, non dopo quello che è successo sta mattina!»

Sospirai, scuotendo la testa divertito.

«Sul serio?» chiesi alzando un sopracciglio. Se non avessi avuto la mascherina, avrebbe potuto notare il mio sorriso sghembo e vagamente derisorio.

«Si, sul serio!» esclamò stizzita. «Hai letto cosa dicevano gli articoli? Tutti credono che tu abbia avuto una relazione segreta per anni! Maledizione!»

Quella mattina, dopo il nostro risveglio pieno di coccole, avevo acceso il telefono come di consueto trovandolo pieno zeppo di notifiche da parte di ogni social network. Per quale motivo? Semplice: il CEO della Cube aveva veramente mandato la foto in cui abbracciavo Chaeng a qualsiasi casa editrice e tutte, ovviamente, l'avevano stampata in prima pagina.

"Jungkook ha una relazione segreta dal 2016?"

"Jungkook dei BTS: vecchia (o attuale?) fiamma."

"Riemerge una vecchia foto di Jungkook mentre abbraccia una ragazza. Amica o qualcosa di più?"

"Jungkook ha una fidanzata."

"Jeon Jungkook dei BTS è prossimo al matrimonio!"

Questi erano solo alcuni dei titoli di prima pagina. Dovevo ammettere che l'immaginazione di alcune persone era veramente fervida e ricca di innovazione!

«Chaeng, non ti preoccupare. Non riconosceranno la mia voce!» la rassicurai, poggiandole una mano sulla testa per scompigliarle i capelli al di sotto del cappuccio. «Sei più carina, con i capelli arruffati. Forza, andiamo!»

Sbuffò clamorosamente, prima di riprendere nella sua marcia verso una destinazione a me ignota. Mentre procedevamo, mi affiancai a lei e, con fare casuale, le afferrai una mano, stringendola nella mia. Inutile dire che in un primo momento l'aveva ritirata, guardandosi subito attorno spaventata. Ci avevo messo un po' a convincerla che nessuno ci avrebbe riconosciuti, ma alla fine aveva ceduto.

Era bello poter passeggiare con lei, mano nella mano, attraverso le strade affollate di Seoul. Prima di allora non mi ero mai chiesto che cosa si potesse provare, in una situazione del genere. Innanzitutto, perché ero una persona famosa e sapevo benissimo che mi era vietato avere relazioni ma, soprattutto, perché non c'era mai stata una persona per cui valesse la pena chiederselo. Poi, però, con Chaeyoung al mio fianco, non solo avevo scoperto di avere una voglia matta di scoprirlo, ma ero anche stato in grado di provarlo direttamente sulla mia pelle.

Era bello poter essere invisibile, una volta ogni tanto, soprattutto se ciò mi permetteva di stringere tranquillamente la mano di una persona per me molto importante.

«Eccoci!» esclamò, fermandosi davanti ad un portone.

Lo esaminai attentamente, cercando nella mia memoria un qualche ricordo collegato ad esso ma non trovai nulla. Non avevo idea di dove ci trovassimo.

«Ehm... Ti dispiacerebbe spiegarmi per quale motivo siamo davanti a questo portone?» domandai incerto.

«Certo!» esclamò contenta. Poi si voltò e suonò un campanello. «Prima, però, entriamo.»

Pochi secondi più tardi, una voce a me sconosciuta rispose al citofono. Era una donna e a giudicare dal suo timbro doveva avere all'incirca la stessa età di mia madre.

«Siamo noi!» rispose gioiosa Chaeyoung e subito dopo il portone automatico si aprì.

Mi limitai a seguire Chaeyoung e, silenziosamente, salimmo le scale fino a giungere al secondo piano. Mi guardavo intorno confuso. Dove diavolo mi aveva portato? Non è che stavamo andando a visitare una negromante o, peggio ancora, un qualche amico assassino per uccidermi e rubarmi tutti i soldi?

«Dunque.» disse a bassa voce, una che ci fermammo sul pianerottolo, davanti ad una porta. Lentamente, cominciò a levarsi dal viso gli occhiali e la mascherina, mostrandomi il suo viso in tutto il suo splendore. Non mi sarei mai stancato della sua bellezza!

«Ora ti spiego cosa sta succedendo!»

Era l'ora! esclamai mentalmente.

«Ti ringrazio di cuore per la tua generosità!» la presi in giro.

La vidi roteare gli occhi, prima di proseguire ugualmente.

«Due anni fa, quando lavoravo ancora per voi, ho incontrato una persona. O, meglio, una bambina.» disse, guardando verso il basso, togliendo lo zaino dalle spalle. «È successo lo stesso giorno in cui pubblicarono la foto di me, te e Jimin, mentre uscivamo dal Gocheok Sky Dome. Quella in cui io indossavo la tua sciarpa arancione.­»

Mentre parlava, la vidi cercare qualcosa nello zaino. Attimi dopo, tirò fuori proprio la mia sciarpa. Involontariamente, alzai un sopracciglio.

«Avevo passato la nottata da voi e, il mattino, mentre tornavo verso il mio appartamento, avevo avuto la brillante idea di indossarla perché tirava molto vento.» spalancai leggermente gli occhi e feci per parlare, ma non me ne diede l'opportunità. «Mentre passavo davanti ad una vetrina di un'edicola, una rivista catturò la mia attenzione: la nostra foto era proprio in prima pagina. Ero sconvolta e impiegai un po' di tempo per rendermi conto che girare con quella stessa sciarpa fosse un grosso rischio. Proprio quando stavo per andarmene, una bambina, accompagnata dalla madre, mi riconobbe. O meglio, mi domandò se fossi effettivamente io. Chiaramente, negai, fingendo addirittura di non conoscervi. Sua madre, allora, mi spiegò che era una fan dei BTS e che il suo più grande sogno fosse quello di incontrarti.»

Il mio sguardo si addolcì istantaneamente. Nonostante fossero passati tanti anni dal mio debutto e ormai il nostro fandom fosse di scala mondiale, sapere di avere una piccola fan in giro per le strade della città mi scaldò il cuore.

«Non ricordo esattamente le sue parole, ma la bambina stessa mi confidò che la tua voce, Jungkook, l'aiutava in ogni situazione. Al tempo io non ti sopportavo, per cui il mio primo istinto fu quello di dirle che stesse solo sprecando il suo tempo a fantasticare su di te!» ridacchiai, immaginandomela furibonda con la bambina. «Poi, però, col passare del tempo e soprattutto con il progredire del nostro rapporto, mi venne in mente un'idea che, però, non ebbi mai la possibilità di mettere in atto. Fino ad oggi, per lo meno.»

Mi rivolse un tenero sorriso, incerta sul da farsi. Anche le mie labbra si curvarono all'insù.

«Questa è casa sua?» domandai, indicando con un cenno della testa la porta alle sue spalle. Lei timidamente annuì. «Cosa stiamo aspettando?»

Per un attimo, i suoi occhi si spalancarono per la sorpresa. Probabilmente, temeva che mi arrabbiassi o che decidessi di andarmene. Non aveva capito che, se me lo avesse chiesto lei, avrei fatto qualsiasi cosa?

Improvvisamente, il suo viso scoppiò in un sorriso a trentadue denti e i suoi occhi si illuminarono.

Cominciò a saltellare emozionata sul pianerottolo e mi trovai costretto a prenderla per le braccia per farla calmare: volevo evitare che tutti gli abitanti del condominio ci venissero a sgridare per il troppo rumore.

«D'accordo!» esclamò, dopo essersi rilassata. «Prima però, dobbiamo renderti presentabile.»

La guardai torvo e in quello stesso istante le sue dita si avvicinarono al mio viso. La osservai confuso mentre, con delicatezza, rimosse gli occhiali dal mio volto. Dopo averli infilati nella borsa, si sporse in punta di piedi per raggiungere gli elastici della mia mascherina, posizionati dietro le orecchie, e lasciai che togliesse anche quella. Infine, fece scorrere il mio cappuccio all'indietro, liberando i miei capelli dall'oppressione del tessuto scuro. Involontariamente, le mie mani si posarono sulla sua vita e i suoi occhi si fissarono con decisione nei miei.

«Perfetto.» mormorò e qualcosa nel suo tono mi suggerì che si stesse riferendo a me. Di fatti, dopo un attimo di smarrimento, spalancò gli occhi e un leggero rossore le ricoprì le gote.

«Ehm... A-andiamo.» borbottò e cercò di allontanarsi da me, ma non glielo permisi.

Anzi, l'attirai più vicina a me in modo tale che il suo corpo aderisse completamente al mio. Le sue mani si poggiarono sul mio petto e mi rivolse uno sguardo stranito.

«Anche tu lo sei.» sussurrai, avvicinando il mio viso al suo per far sfiorare i nostri nasi. Le sue sopracciglia si aggrottarono e io le rivolsi un piccolo sorriso. «Anche tu sei perfetta, principessa.»

Mi sporsi un po' in avanti per lasciarle un leggero bacio sulla punta del naso e, se possibile, le sue guance diventarono ancora più rosee. Amavo sapere che la causa del suo imbarazzo fossi io.

«Ora possiamo andare.» dissi, allontanando le mani dalla sua vita e scostandomi di poco da lei.

Per qualche secondo, continuò a fissarmi imbambolata ma ben presto riprese coscienza di se stessa così, mi diede le spalle per bussare alla porta. Io rimasi dietro di lei.

«Sai, vero, che c'è la possibilità che adesso non sia più una nostra fan?» le dissi a bassa voce, mentre attendevamo che qualcuno ci venisse ad aprire. Avevo visto nel suo sguardo quanto fosse importante per lei quell'incontro e volevo che fosse pronta nel caso in cui, come le avevo detto, si fosse rivelato un fiasco.

«Sono sicura che non sia così, l'ho capito dal modo in cui i suoi occhi brillavano mentre parlava di voi – soprattutto di te.» rispose con decisione e in quello stesso momento, la porta si spalancò.

«Si?» la voce dolce di una bambina giunse alle mie orecchie e, di conseguenza, abbassai lo sguardo sulla figura minuta che teneva ancora la mano sulla maniglia della porta.

I suoi occhi erano spalancati e sembrava sul punto di svenire. Ma non era me che stava guardando anzi, probabilmente non si era nemmeno accorta della mia presenza.

I suoi occhi erano fissi sul volto di Chaeyoung.

«Dafne?»

**

visto che stiamo giungendo ad una fine, vi lascio qualche pensierino

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