Gioco di sguardi #1 (Dramione)

By LazySoul_EFP

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[STORIA COMPLETA] Dal testo: «Cosa vuoi ancora da me?», gli chiese: «L'umiliazione dell'ultima volta non è ba... More

A lezione
Litigi interrotti
Pranzo
In biblioteca
Nell'aula di pozioni
Compleanno
Specchio delle Brame
Grattastinchi
Nello studio della McGranitt
Hogsmeade
Missione di salvataggio
Duello
Insonnia
Facciata
Verità
Finta indifferenza
Boccetta d'inchiostro
Folletto
Messaggio
Orgoglio
Resa
Sospetto
La Pozione
"Coso" babbano
Cinque secondi
Insoddisfazione
Anti-Dolore
Risveglio
Impazienza
A lezione - II parte
Incomprensioni
Bella Addormentata
Dormire insieme
Le bugie hanno le gambe corte
Furia e sbagli
Il giorno dopo
Virus, fotografie e sogni erotici
Prima pagina
Consigli
Normalità
Scuse
Bagno dei Prefetti
Le candele della biblioteca
Smalto
Caos in biblioteca
Come scaricare la tensione
C.R.E.P.A
Tisana di Natale
Ciclo
Scacchi magici
Guferia
In ginocchio
Per la felicità di Colin Canon
Sul treno verso casa
Vigilia di Natale
Fidanzamento
Momenti rubati
Sectumsempra
Addio

Cartoleria Scrivenshaft

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By LazySoul_EFP





«Ci vediamo magari a Hogsmeade più tardi», disse Hermione ai suoi amici, alzandosi dal tavolo della colazione.

Harry annuì distrattamente mentre masticava alacremente un toast imburrato.

Ron la fissò con uno sguardo dispiaciuto: «Vai già?»

Hermione annuì, lanciando una veloce occhiata al tavolo Serpeverde, dal quale Malfoy si stava allontanando con Zabini.

«Non ti ricordi quello che ti ho chiesto ieri?», chiese il rosso, sporgendosi verso di lei, gli occhi chiari che la imploravano di rimanere ancora un po'.

Hermione aggrottò la fronte, confusa dalle parole dell'amico: «No».

Ron sbuffò e aprì bocca, pronto a ricordarle la loro breve conversazione, all'improvviso però il suo volto si fece mortalmente pallido, mentre osservava un punto alle spalle di Hermione: «Dovevi aiutarmi a sfuggirle!», disse con tono strozzato, sollevandosi in piedi, una fetta di torta in una mano e un muffin al cioccolato nell'altra.

Hermione guardò alle sua spalle, cercando di capire cosa stesse guardando il suo amico con tanto terrore.
Quando notò le sue due compagne di stanza, Lavanda Brown e Calì Patil, vicino alla porta della Sala Grande, capì all'istante e non poté impedirsi di sollevare gli occhi al cielo: «Se non vuoi stare con lei, hai solo da lasciarla, Ronald».

«Lo sai che mi fa paura!», disse lui a bassa voce, terrorizzato che la sua ragazza potesse sentirlo.

«Fatti aiutare da Harry, io ho da fare», ribatté la riccia, prima di recuperare la sua borsa e allontanarsi dal tavolo Grifondoro.

«Lo sai che Harry è perso nel suo mondo in questi giorni», disse Ron, seguendo la ragazza: «Sei la mia unica speranza!»

«Ron-Ron!», disse Lavanda con un enorme sorriso sulle labbra, quando il suo ragazzo le si avvicinò.

Ronald si bloccò, una piccola smorfia, che probabilmente sarebbe dovuto essere un sorriso comparve sulle sue labbra sottili: «Ciao, Lav-Lav».

Hermione anche si fermò, indecisa su cosa fare.

Avrebbe dovuto rischiare di arrivare in ritardo all'incontro con Malfoy per aiutare il suo amico?

Hermione guardò il volto di Ron, che le lanciò un'occhiata implorante, mentre Lavanda salutava Calì e si appendeva al braccio del suo ragazzo: «Vuoi già andare ad Hogsmeade, Ron-Ron?»

Hermione prese un profondo respiro e decise che no, non avrebbe rinunciato all'appuntamento con Draco, ma quello non voleva dire che non potesse soccorrere in qualche modo l'amico.

«Non dovevi farti aiutare da Harry con i compiti di Pozioni, Ronald?», chiese la riccia, con tono casuale, pensando che quella potesse essere una buona scusa da rifilare a Lavanda per sfuggirle.

«Oh, sì, è vero», balbettò Ron, grattandosi la nuca e lanciando uno sguardo di ringraziamento all'amica: «Scusa, Lav-Lav, mi era sfuggito di mente».

Hermione ebbe giusto il tempo di vedere lo sguardo dispiaciuto sul volto di Lavanda Brown, prima di sfoggiare un sorriso di circostanza e salutarli con un gesto della mano: «Devo andare, a dopo».

Uscì dalla Sala Grande prendendo un profondo respiro per calmare i nervi.

Il comportamento di Ronald in quell'ultimo periodo le dava alquanto fastidio.

Da quando aveva iniziato ad uscire con Lavanda — quindi da circa un mesetto — il rosso aveva smesso di passare del tempo con lei e Harry, dedicandosi anima e corpo a soddisfare ogni richiesta della sua "Lav-Lav". Non che la cosa avesse urtato particolarmente Hermione, che era la prima a cercare di ritagliarsi del tempo da sola per studiare senza avere i due amici in mezzo ai piedi (o per stare con Draco); quello che irritava la riccia era come Ron, una volta presa la decisione di voler lasciare Lavanda, invece di dirle chiaro e tondo le sue intenzioni, avesse iniziato a perseguitare lei e Harry, rifilando alla sua ragazza scuse su scuse per non passare del tempo con lei.

Hermione era stata costretta più volte a rimandare il proprio studio per "aiutare Ronald con i compiti" o "parlare con Ronald di cose importanti", così che Lavanda non importunasse il rosso.

Più volte Hermione aveva provato a far capire a Ron che quel suo comportamento era sbagliato e che avrebbe dovuto parlare seriamente con la propria ragazza e trovare una soluzione, oppure lasciarla definitivamente.

Sfortunatamente, il giovane Wealsey sembrava troppo spaventato dal carattere imprevedibile di Lavanda e dalla possibilità di ricevere una Maledizione Senza Perdono nel caso in cui avesse osato terminare la loro relazione, per ascoltare i consigli dell'amica.

Appena Hermione mise piede fuori dal castello scosse la testa, decisa a scacciare tutti quei pensieri poco gradevoli e a pensare soltanto al pomeriggio ad Hogsmeade che l'attendeva.

Un ampio sorriso le illuminò il volto.

Ancora non riusciva a credere che Malfoy l'avesse invitata a passare del tempo insieme, e non nella Stanza delle Necessità, ma nell'affollata Hogsmeade.

Quel fatto la lasciava alquanto perplessa su cosa si sarebbe dovuta aspettare da quell'uscita.

Voleva forse dire che Draco Malfoy la considerava la sua ragazza?

Non avevano mai parlato della questione, in parte perché Hermione non sapeva come sollevare l'argomento senza causare in se stessa e in Malfoy dell'imbarazzo, in parte perché aveva paura di rompere il precario equilibrio che sembrava aver raggiunto la loro "relazione".

Eppure Hermione non poteva fare a meno di chiederselo: il loro era un rapporto esclusivo? Malfoy voleva che fosse un rapporto esclusivo? E lei? Cosa voleva, lei?

Se da una parte era spaventata da come avrebbero potuto reagire Harry e Ron, se lei e Malfoy fossero usciti allo scoperto, dall'altra avrebbe voluto non avere segreti con quelli che considerava i suoi migliori amici e poter raccontare loro ogni cosa — tralasciando magari qualche dettaglio privato.

Le dispiaceva non poter parlare con Draco per i corridoi come se niente fosse, proprio come facevano nella Stanza delle Necessità, non poterlo baciare, non potergli prendere la mano e non poterlo guardare per più di due secondi, per paura che qualcuno la notasse.

Si stava affezionando a lui più di quanto avrebbe mai pensato all'inizio.

Certo, Malfoy continuava ad essere lo stesso: il borioso, arrogante, figlio di papà, Serpeverde, Purosangue e con il cervello pieno di idee e valori bigotti; continuava ad essere lo stesso ragazzo che aveva odiato per anni, lo stesso che l'aveva insultata e fatta sentire piccola e insignificante.

Ma era anche il ragazzo che le aveva preparato una tazza di tè quando lei stava male per i dolori del ciclo, il ragazzo che le aveva chiesto aiuto quando gli avevano smaltato di nero le unghie di una mano, il ragazzo che negli ultimi giorni le dormiva accanto e la stringeva con una dolcezza, che lei non si sarebbe mai aspettata da lui.

Hermione sospirò, procedendo verso Hogsmeade con passo sicuro, incurante del vento freddo d'inizio Dicembre, che le muoveva il mantello.

Non era certa che quel piccolo cambiamento in Draco potesse bastare a renderlo una persona migliore, ma forse sarebbe potuto essere un ottimo punto di partenza per portare il ragazzo a porsi delle domande sui valori bigotti con cui era stato cresciuto e magari a rinnegarli, col tempo.

Una volta arrivata in High Street, si rese conto che il villaggio era quasi completamente deserto e si chiese, se ciò fosse dovuto all'orario o al vento freddo che spirava quel giorno.

Percorse i pochi passi che la separavano dalla cartoleria Scrivenshaft e osservò per qualche secondo le piume esposte in vetrina, prima di entrare nel negozio.

Come sempre un senso di pace la invase quando si trovò avvolta dall'odore di pergamena, libri vecchi e inchiostro.

Si lasciò distrarre dalla sezione del negozio dedicata ai saldi pre-natalizi, dove faceva sfoggio di sé una piuma Feder dello stesso colore della prima neve invernale e le si strinse il cuore al ricordo di una piuma molto simile che aveva dovuto buttare non molto tempo prima, perché distrutta dal Folletto della Cornovaglia, che Malfoy le aveva aizzato contro.

Cominciò a pensare che, in fondo, Natale era vicino e che avrebbe potuto lasciarsi tentare e spendere qualche galeone per quella bellissima piuma.

«Cosa guardi?»

Sussultò, voltando il capo verso l'espressione curiosa di Malfoy.

«La piuma Feder in saldo», disse, lanciando un'ultima occhiata a quell'oggetto tanto delicato, prima di tornare a dedicare tutte le sue attenzioni a Malfoy: «Quando sei arrivato?»

«Ora», disse lui, osservando a sua volta gli oggetti in saldo: «Come mai ti piacciono tanto le piume, Granger?»

«Non lo so», ammise la ragazza, sentendo le proprie guance arrossire sotto lo sguardo curioso di lui: «Sono belle».

Malfoy sorrise, trovando buffa l'espressione imbarazzata della Grifondoro: «Sono belle», ripeté lui, annuendo appena: «Pensavi di comprare qualcosa?»

Hermione annuì distrattamente, poi arrossì, chiedendosi se Malfoy avrebbe trovato strana la sua passione per le piume, allo stesso modo in cui l'avrebbero trovata strana Harry e Ron: «Forse».

«É una bella piuma, anche se ne ho avute di più belle», constatò con tono casuale: «Dovresti comprarla, usandola capiresti la differenza tra le piumette da quattro soldi con cui scrivi di solito e le vere piume», disse Malfoy, scrollando le spalle.

Un'improvvisa punta di fastidio fece irrigidire la ragazza, mentre assottigliava lo sguardo, posandolo sul viso del biondo: «Conosco la differenza tra una piuma Feder e le altre piume, Malfoy, peccato che l'unica piuma Feder che abbia mai avuto sia stata distrutta dal Folletto della Cornovaglia, che hai pensato bene di sguinzagliare in camera mia».

Il Serpeverde si sentì momentaneamente colto in contropiede da quelle parole e decise di nascondere il leggero senso di colpa che provava, dietro alla sua espressione arrogante: «Hai provato con un incantesimo Reparo?»

La punta di fastidio provata da Hermione poco prima, si trasformò in pura rabbia alle parole del ragazzo e il tono da lui utilizzato, come se dovesse spiegarle quella cosa così basilare perché lei non era in grado di pensarci da sola.

«Certo, che sì, Malfoy, ma non ha funzionato. Le piume Feder sono stregate in modo che incantesimi simili non funzionino», ribatté la ragazza, usando a sua volta un tono di voce altamente odioso.

Draco Malfoy non era munito di molta pazienza e quel poco, che Madre Natura aveva deciso di elargirgli, era già stato sprecato in precedenza con Blaise Zabini, il quale era — come sempre — un ficcanaso insopportabile, che non aveva smesso per tutta la colazione di fargli domanda sui suoi piani per la giornata.

Quindi, quando la Granger iniziò a parlargli con quel tono di voce che lui detestava profondamente, non poté fare a meno di ribattere in modo altrettanto odioso: «Stai per metterti a piangere, Granger? O forse vuoi che ti compri un'altra piuma? Se devo essere sincero non ti facevo una tale opportunista».

Le mani di Hermione si strinsero forte a pugno, mentre sentiva il suo corpo tremare per la furia che cercava di contenere: «No, Malfoy, non voglio una nuova piuma e non sto per scoppiare a piangere. Sarebbero però gradite delle scuse dato che, fino a prova contraria, è colpa tua se io non ho più quella piuma Feder nella mia collezione».

Malfoy rimase a guardare la ragazza con sguardo a dir poco allucinato, mentre si ripeteva mentalmente le parole che gli erano appena state rivolte: «Delle scuse?», ripeté, sbattendo le palpebre un paio di volte, osservando il volto furioso e bellissimo della Grifondoro.

«Sì, Malfoy, delle scuse», confermò lei, incrociando le mani al petto, osservando il biondo con sguardo risoluto.

Il Serpeverde scoppiò a ridere, di una risata incredula, sprezzante.

Una risata che ferì profondamente Hermione.

«Tu vuoi che ti chieda scusa per una stupida piuma, Granger? Non ti sembra di esagerare?»

«Nel mio mondo, Malfoy, quando qualcuno sbaglia, chiede scusa, non scoppia a ridere. Quindi no, non mi sembra di esagerare, anzi, mi sembra il minimo».

Rimasero a fissarsi per qualche secondo, nessuno dei due intenzionato a cedere per primo e a distogliere lo sguardo.

«Nel mio mondo, Granger, un Malfoy non deve mai chiedere scusa», disse il Serpeverde, con un ghigno in volto.

Hermione abbassò lo sguardo e Draco si stupì di aver vinto tanto facilmente quella sfida di sguardi.

«Allora credo che non abbiamo altro da dirci, buona giornata, Malfoy», disse lei, trattenendo a stento le lacrime di rabbia e delusione, che minacciavano di rigarle le guance.

Prima che il ragazzo potesse in qualsiasi modo fermarla o realizzare quello che gli era appena stato detto, la Granger era già uscita dal negozio.

Il Serpeverde fece per seguirla, ma si bloccò, rendendosi conto che litigare con lei in mezzo ad High Street avrebbe potuto attirare l'attenzione delle persone sbagliate.

Non per la prima volta in vita sua, Malfoy si trovò nella scomoda situazione di non sapere cosa fare e, come capitava di solito, optò per la scelta più facile e decise di non fare nulla.





***

Buongiorno!

Eccoci alla fine di un altro capitolo.

Mi sono resa conto che era da un po' che non parlavo di Harry e Ron, per questo a inizio capitolo ho deciso di darvi una breve panoramica di quello che sta succedendo nella vita di questi ultimi: Harry mangia toast e Ronald è il solito Ronald, niente di nuovo insomma.

Per quando riguarda Hermione e Draco siamo arrivati ad un punto di svolta nella loro "relazione", avrete notato che entrambi i personaggi non sanno bene come gestire quello che c'è tra di loro, vorrebbero continuare a vedersi, ma sono consapevoli che i piccoli gesti di avvicinamento degli ultimi capitoli non sono abbastanza per cancellare le differenze e il passato. Ecco perché basta pochissimo per farli litigare.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che abbiate tempo e voglia di lasciarmi qualche commento per farmi sapere la vostra opinione!

Come al solito vi invito a seguirmi su Instagram (il nome è sempre lazysoul_efp), nel caso foste interessati a sapere per tempo le diverse pubblicazioni, partecipare a sondaggi e ricevere spoiler.

Al prossimo capitolo!

Un bacio,

LazySoul_EFP

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