Fino Alla Fine

بواسطة seicomeungirasole

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La complicità batte tutto, persino quello che potrebbe sembrare impossibile. Lei è Gwen. Una giovane ragazza... المزيد

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16 parte 1
Capitolo 16 parte 2
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47
Capitolo 48
Capitolo 49
Capitolo 50
Capitolo 51
Capitolo 52
Capitolo 53
Capitolo 54
Capitolo 55
Capitolo 56
Capitolo 57
Capitolo 58
Capitolo 59
Capitolo 60
Capitolo 61
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Capitolo 102
Capitolo 103
Capitolo 104
Capitolo 105
Capitolo 106
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Capitolo 108
RINGRAZIAMENTI
Freedom
✋🏻👆🏻
Oh capitan,my capitan!
AAA
Civico 182
Sorpresa
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Hoplites

Capitolo 32

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بواسطة seicomeungirasole

Chiedo la mattinata libera e Agnelli me la concede senza storie, sa che ho bisogno di riordinare la mia mente e riprendere i ritmi di una persona che deve ritornare a lavoro, così all'improvviso, nel bel mezzo delle tanto attese ferie estive.
-ma è successo qualcosa di grave? E poi chi cazzo è questa Ginevra Sozzi?- mi chiede Mat dall'altro lato del telefono.
-sto cercando di capirlo, ora ci salutiamo e divertiti pure per me- stacco la chiamata e bevo la mia preziosa tazza di caffè mattutino.
Sono solo le otto di mattina e mi sembra di aver appena percorso quindici kilometri con dei massi ai piedi.
La sbronza ci sta mettendo parecchio a lasciarmi in pace, sembra che soffra di labirintite,il che è un grave problema per una come me che ha già problemi a rimanere in equilibrio da sobria.
Quando accendo il laptop,le dita digitano velocemente il nome di questa ragazza e le prime foto che vengono fuori ,sono quelle di lei insieme a Paulo.
Ignoro il fatto che si chiami Ginevra, altrimenti tento seriamente il suicidio.
In un'altra vita avrò commesso un omicidio per meritarmi una cosa simile.
Nessuna pagina web parla di lei, se non collegandola come la fiamma estiva di Dybala , praticamente questa si è già fatta parecchi soldi così, figuriamoci che cosa spera di ottenere.
Alle dieci apro la porta di casa mia ai fratelli Dybala che come la madre sono esperti in sorprese.
-scusaci Gwen- mi dicono non appena mettono piede in casa mia,portandosi dietro un bellissimo barboncino bianco.
-non preoccupatevi, stavo lavorando per lui- anche se si meriterebbe due schiaffi in faccia.
"Se stessi per diventare una renna, me lo diresti?"
Ma con che coraggio le dice certe cose!
Mi abbasso verso il cane e ne accarezzo il pelo morbido e lucido.
-si chiama Paulo- scoppio a ridere e loro con me.
-non dirglielo- mi dice immediatamente Mariano e io annuisco continuando ad accarezzargli il pelo e vedendolo scodinzolare.
-avete notizie?- gli chiedo mentre li lascio accomodare sul divano, dove poco più di un mese fa,vi stava seduta la loro mamma.
-so che è una pierre- la pronuncia con l'accento argentino e somiglia più ad un nome che a qualcos'altro.
-l'unico pierre che conosco, è il proprietario del panificio sotto casa mia,quando abitavo a Lion- meglio prenderla sul ridere.
Gli faccio una tazza di mate,andando sul sicuro.
-grazie- mi sorride Gustavo che tra i due mi sembra quello più difficile da conquistare.
-è una Pr, praticamente fa pubblicità per locali e roba simile...aver beccato vostro fratello è come aver trovato un pozzo di denaro...avete parlato con Paulo?- Gustavo guarda Mariano e poi me.
-si- dice sconsolato
-e?- gli chiedo di continuare
-sono sul serio andati insieme a letto per un po di giorni- fingo di non starci male e che la cosa mi ferisca parecchio.
-puoi parlarci tu e vedere se magari a te dice qualcos'altro- mi dice Mariano ma Gustavo lo guarda contrariato.
-io? Non mi importa avere dettagli delle cose della sua vita privata...sono solo un dipendente della Juventus, mi interessa sapere che non finisca nei guai e che non metta nei guai la società- il tono che uso è più duro di quello che penso.
L'espressione di Gustavo è quella di uno che si aspettava una risposta simile, probabilmente a differenza di Mariano non deve essere a conoscenza del rapporto che ho con la madre.
-in genere sei l'unica a cui da retta- mi dice il più giovane dei due e io vorrei ridergli in faccia, se non sapessi che gli mancherei si rispetto.
Paulo Bruno Exequiel Dybala che da retta a me?
Ma in quale universo parallelo.
Per lui conto meno di una monetina con cui fare testa o croce per una partitella tra gli amici.
-sapete se la ragazza ha ricevuto soldi in cambio?- il che sarebbe davvero penoso, per lei e per quel cretino a cui tirerei volentieri un pugno in faccia.
-no, anche se Paulo glielo ha proposto- la mia faccia è sconcertata.
Ma chi cazzo ho frequentato in tutto questo tempo?
Mi sembra di aver vissuto una vita diversa da quella che credevo.
-d'accordo, chiamo la Bongiorno e trovatevi un'avvocato perche vi farà sicuramente causa- l'immagine di Antonella mi torna in mente.
Quasi quasi la capisco pure.
-tua madre è un avvocato vero?- annuisco ma spero vivamente che non mi chiedano di tirarla in mezzo.
-posso avere il suo numero?- afferra il suo cellulare dalla tasca dei jeans .
Li guardo come se mi avessero appena chiesto di resuscitare un morto .
-vuoi mia madre come avvocato?- vorrei piangere fino alla fine dei miei giorni.
-si- rassegnata mi alzo e recupero il numero dalla mia rubrica.
-prego- gli porgo il cellulare e se lo memorizza velocemente nel suo.
Più tardi vanno via per incontrare mia mamma, sono cosi stanca di tutto che non mi interessa sapere che fine farà tutta sta storia.
Mentre sto pranzando la chiamata di Gonzalo cattura i miei occhi.
Stacco, non voglio parlare nemmeno con lui.
Il problema è che lui continua ad insistere anche con vocali e messaggi, prima che mi porti all'esasperazione,gli rispondo.
-che c'è ?- gli chiedo incazzata
-ti sei alzata con il piede sbagliato?- spera forse di farmi ridere
-mi hai chiamato per prendermi per il culo?- non ho nessuna voglia di essere carina ne tanto meno simpatica
-okay, sai di Ginevra - dice più a se stesso che a me.
-che cosa volete da me? Ti prego ditemelo perché mi sento impazzire...che devo fare?- sono sul punto di piangere dal nervoso.
-Gwen- mi dice dispiaciuto.
-scusa, devo andare- stacco, spostando il piatto ancora pieno di cibo e appoggio la fronte sul legno freddo del tavolo.
Non so nemmeno se ce l'ho ancora un cuore e se si ,in che condizioni si trova?
Le lacrime scorrono da sole e non ho alcuna intenzione di fermarle, mi serve lasciare andare tutto.
Sento i miei singhiozzi e finalmente capisco che cosa significa avere una casa in cui vivere da sola e lasciare che le cose mi scavalchino per un po e possa essere fragile.
Quando il mio cellulare comincia a suonare nuovamente, vorrei poterci camminare e saltare sopra, poi il nome di Alicia mi fa mancare il respiro.
Prendo una boccata d'aria e rispondo, asciugandomi le lacrime con il dorso della mano e sentendo il sentore di salato sulle labbra.
-pr-onto- la mia voce è palesemente quella di una che ha appena finito di piangere.
-querida- mi saluta dolcemente e so che si è accorta che non sono proprio al massimo delle mie forze.
-posso esserti di aiuto- le chiedo
-no, nessun aiuto..volevo solo sapere come stai- inevitabilmente le lacrime ritornano nei miei occhi cosi come i singhiozzi e la debolezza.
-scusami- riesco a dire nel pianto
-è okay, va bene sfogarsi e ti ho chiamato per questo- il suo volto dolce e la sua voce melodiosa mi cullano lentamente.
-grazie- afferro un tovagliolo e mi asciugo alla meglio
-se fanno del male lì, bisogna prendersi del tempo per potersi risanare- ha proprio ragione.
Paradossalmente la sento più vicina di mia madre, lei ha imparato a conoscermi così in fretta che mi chiedo come abbia potuto fare. Questi Dybala hanno il potere di stravolgermi la vita e girarmi sotto sopra come si fa con i calzini.
-mi sento confusa- le confido
-ferita- dice lei per me e poi ascoltando il mio silenzio continua a parlare tenendomi compagnia per alcuni istanti.
-stai un po' meglio?- vorrei dirle che mi piacerebbe parecchio ma che non sto meglio per niente.
Non quando la sua voce e il suo volto mi ricordano quello del figlio.
Sapete cosa, non bastava che avessero la stessa dolcezza e gli stessi occhi caldi,non era nemmeno sufficiente che parlassero un italiano meravigliosamente morbido e pieno di pronunce miste a quelle spagnole...no,dovevano persino somigliarsi in viso.
Gli stessi tratti morbidi,lo stesso accecante sorriso e lo stesso inconfondibile colore di capelli.
Non un banale marrone scuro ma quello delle castagne autunnali, uno dei frutti di stagione che più preferisco .
-stasera ho il volo per Torino, devo incontrarmi con Antonella e poi con tua mamma- mi accorgo di come le cose stiano andando veloci.
Forse hanno paura che Paulo si metta nei casini,più di quanto è stato già capace di fare.
-spero mia madre possa fare qualcosa per te- lo spero per lei,perche lei se lo merita di avere l'onore intatto.

Alle quattro ,arrivo in ufficio e praticamente a parte me e qualcun'altro non c'è nessuno.
La dirigenza è a Barcellona per vedere giocare la giovanile e trovare un buon acquisto.
I pasticcini della mia dolceria preferita mi fanno tornare il sorriso.
" perdonami" recita il biglietto e riconoscerei la sua scrittura ovunque.
Accendo il trita-carte e lo vedo farsi in tante piccole listarelle.
Vaffanculo a lui, non si merita niente.
Compongo il primo numero della lista ma mi ignorano.
Sicuramente avranno capito che siamo noi e in questo modo non abbiamo speranze di sistemare la cosa.
-scusi se la disturbo Direttore- gli dico,mentre con il cellulare tra la spalla e la guancia,cerco di portare i pasticcini nel primo cestino vuoto.
Un vero peccato e un sacrilegio per una come me ma solo a guardarli mi viene un profondo odio nei suoi confronti.
-non disturbi affatto- mi risponde
-non penso che chiamandoli sistemeremo qualcosa, forse posso provare a raggiungerli a milano e prenderli di sorpresa- gli spiego a grandi linee ciò che ho intenzione di fare e lui mi da il via libera.
Stacco con lui ed esco dagli uffici ritornando in macchina.
-vai già via?- mi domando i ragazzi all'ingresso.
-si, ho bisogno di essere in centro- li saluto e vado dritta alla macchina.
Il traffico è madornale e mi ci vogliono più di venti minuti per raggiungere il primo negozio telefonico disponibile.
Acquisto una scheda e mi viene detto di attendere fino a domani mattina per poterla utilizzare.
Bene, ora mi serve prenotare un albergo e preparare nuovamente la valigia.
Le nuove chiamate di Gonzalo vengono ignorate e più tardi decido proprio di spegnere il cellulare e disintossicarmi un po.
Seduta, da sola, nel terrazzo di casa mia mi godo un po' di solitudine insieme ad un buon piatto di rigatoni con la carbonara.
Fanculo la linea, mangiare attualmente l'unica cosa in grado di rendermi felice.
-Gwen?- la voce di mio padre mi fa saltare dallo spavento
-papa?- gli chiedo confusa appena lo vedo sbucare in terrazza.
Corre ad abbracciarmi e io ricambio.
L'unico uomo della mia vita.
-papà che ci fai qui?- gli chiedo preoccupata
-tua madre ed io alloggiamo in hotel, stasera arriva la madre di Dybala e tua madre è chiusa nel suo ufficio da tutto il pomeriggio con i suoi fratelli....è successo qualcosa di grave?- capisco che sia totalmente allo scuro della situazione ma non spetta a me aggiornarlo.
-non lo so, io non sono tenuta a sapere queste cose...mi hanno chiesto il numero dello studio di mamma e io gliel'ho dato- gli passo il piatto e lui inizia a mangiare volentieri.
-ti prendo del vino?- annuisce e io per la prima volta in questa giornata sono felice.
Quando torno sopra, lo trovo intendo ad osservare il panorama.
-è stupendo- mi dice e io annuisco
-sono contenta di vederti - lo abbraccio da dietro .
Vorrei tornare bambina per alcuni minuti e sapere che mio padre risolverà tutti i miei problemi.
-la mia bambina- mi dice facendomi sedere sulle sue ginocchia.
-papotti- gli dico e poggio il volto nell'incavo del suo collo, purtroppo il pianto non è qualcosa che sono mai riuscita a controllare, per cui gli bagno tutto il colletto e la spalla.
-shhs, amore va tutto bene- mi accarezza la schiena e mi riempie la testa di baci.
-cosa può fare questo papà per la sua principessa?- mi chiede asciugandomi le lacrime dal volto.
-ti voglio bene- gli dico abbracciandolo
-anche io tesoro mio e quando quell'argentino torna qui a Torino,dovrà vedersela con me- mi fa sorridere
-no papà- gli dico anche se so che in realtà una parte di me vorrebbe che si prendesse un ceffone per tutte queste lacrime.
-no? Guarda che ci penserà sua madre..credimi- lo guardo e non sembra per niente scherzoso.
-hai parlato con Alicia Dybala?- gli chiedo
-ovvio, quel ragazzino ha fatto piangere la mia bambina e sua madre mi ha assicurato che avrà quel che si merita- questa cosa che la mia famiglia si sta conoscendo con la sua mi mette parecchia ansia.
-papà per favore, non immischiatevi- gli chiedo e lui mi bacia la fronte.
-proverò a starmene buono- mi dice
-giuralo- lo guardo e come un bambino si porta due dita sulle labbra e una sul petto.
-lo giuro, parola di soldato- sorrido e so che per lo meno ci proverà.
Alle dieci va via, per andare a prendere Alicia dall'aeroporto; io me ne torno a letto sapendo bene che domani devo darmi una mossa se non voglio che la Juventus finisca nei guai.
Non mi importa di Paulo, non è un mio problema.
Forse.
Il sonno è tormentato e più volte mi trovo sveglia con la sensazione di agitazione dentro.
So che Gonzalo non ha colpe ma non ho voglia di parlare con lui e mi sento stronza per questo.
Alle sei, scendo dal letto e mi faccio una doccia,mettendo poi la nuova scheda nel cellulare e memorizzando il contatto dei miei ,della dirigenza e quelli dell'agenzia per cui lavora la ragazza.
Alle otto afferro la valigia e mi metto in strada diretta per Milano.
Mi serve un giorno di tempo per fare qualche cambiamento e risolvere la questione.
Da Torino a Milano ci sono un'ora e quarantacinque minuti di autostrada, forse a duecentoventi di velocità potrei arrivare un po' prima.
Milano la conosco discretamente bene per l'anno di tirocinio che ho fatto alla Mediaset, trovare un alloggio per qualche giorno non è stato difficile.
Quando arrivo, in albergo mi conoscono bene,avendo abitato li per quasi un intero anno , tutto generosamente pagato dal cavaliere.
-Ginevra- quasi inizio ad avere un senso di disgusto per il mio stesso nome.
-Filippo- lo saluto contenta di poterlo rivedere.
-che si dice alla Juventus?- mi chiede
-tutto bene, sono venuta per prendermi un po di tempo per me- magari fosse cosi.
Il pranzo me lo faccio portare in camera e seduta nel letto, mentre mando giù un buon tramezzino con avocado e salmone affumicato, provo a contattare l'agenzia.
Stavolta,rispondono al secondo squillo e penso che alla fine tanto torto non avevo.
-pronto?- la voce maschile che mi risponde apparterrà sicuramente a qualcuno che ha una quarantina d'anni.
-pronto, parlo con l'agenzia *** - imito un'accento milanese che non mi appartiene per nulla ma che ho imparato ad apprezzare.
O mia bela Madunina che te brillet de lontan
tuta d'ora e piscinina, ti te dominet Milan.
Inevitabilmente non posso non collegare le cose.
-si, lei è?- mi chiede.
-mi chiamo Alessia Freddi, ho sentito dire tra le mie amiche che cercate qualcuna per organizzare eventi, io sarei interessata- dall'altra parte ricevo notizie positive .
-ci incontriamo domani pomeriggio alle quattro al Giacomo Caffè in piazza Duomo, per te va bene?- io gli rispondo positivamente e chiudo la chiamata.
Ora non mi resta che camuffare il mio volto che sono sicura riconosceranno.
Alle tre e mezzo ho l'appuntamento con uno dei migliori parrucchieri di Milano, tagliarmi i capelli per la società per cui lavoro,non era nei miei progetti ma sono una persona che ci mette tutta se stessa per fare al meglio il proprio lavoro.
Un carrè alto e i capelli neri come la pece, un paio di extentions per le ciglia e le lentine azzurre, fanno di me una persona quasi totalmente diversa.
In realtà mi piaccio parecchio, somiglio alla versione più devil di me stessa.
Il giorno dopo ho lo stomaco sottosopra e non so nemmeno se riuscirò a tenere il sangue freddo.
Quando arrivo in piazza Duomo, davanti al bar , le gambe mi tremano parecchio e sono grata di aver indossato delle convers comode.
-buonasera- mi avvicino all'unico tavolo con un uomo presente che non è in compagnia di qualcuno.
-sei Alessia Freddi?- mi chiede ed io annuisco. Meno parlo meglio è.
Mi accomodo e so di aver catturato la sua attenzione grazie alle mie gambe lasciate nude dai pantaloncini di Jeans.
Una ragazza immagine è questo che fa, cercare attenzione e lavoro,grazie al suo corpo.
Praticamente una versione legale di una prostituta.
-quanti anni hai ?- mi chiede
-ventitre- almeno su questo non mento.
-da quale parte della città vieni?-
-sono delle parti di Monza- lui annuisce e non mi stupisco affatto che non mi chiedano la carta di identità.
Da qui si vede tutta la serietà del loro mestiere.
-tieni contatti solo a Monza?- se gli parlassi subito di Torino, finirei per farli insospettire.
-no, conosco locali in Francia a Lion, in Svizzera e sono stata insieme con il proprietario del funky buddha a Londra- gli mostro una foto di me,di quando avevo appena vent'anni ed ero più o meno simile ad adesso.
Una scappata di casa.
-perfetto- nei suoi occhi posso leggere  soldi a caretteri cubitali .
-stiamo organizzando una serata al Byblos tra quattro giorni- mi porge dei biglietti
-vendili tutti e il posto di lavoro sarà tuo- mi lascia il suo numero personale e poi si alza salutandomi e stringendomi verso di se.
Brutto pezzo di maiale,pervertito.
Quando torno in albergo ho più o meno ottenuto quello che speravo, ora devo solo trovare un modo per vendere questi biglietti e farmi assumere.
A telefono Agnelli non sa più come ringraziarmi e si offre per trovare persone a cui vendere i biglietti.
Il suo cerchio di conoscenze è sicuramente più vasto del mio.
Per le otto ho già finito il terzo blocchetto dei quattro che mi hanno consegnato.
Mando un messaggio al tipo, dicendogli di aver fatto un'ottimo incasso e mi da appuntamento per l'indomani mattina per prendersi i soldi.

La serata al Byblos è come me l'aspettavo, piena zeppa di gente che può permettersi di pagare quasi cento euro di ingresso per una serata in discoteca.
Quantità di soldi e fiumi di alcool sembrano fare da sfondo ad un posto in cui l'odore del sesso è il nuovo Chanel dell'anno duemiladiciassette.
Sono dispiaciuta nel vedere che la sicurezza non si interessa minimamente se qui dentro, ragazze minorenni,ingurgitano litri e litri di vodka e assumono roba che non voglio nemmeno sapere che cosa sia.
Sono stata ragazzina anche io e per certi versi lo sono ancora; mi piace andare in discoteca e divertirmi ma ,avere poco rispetto di me stessa non è mai stato il mio sogno nel cassetto.
Li vedo e come, uomini che potrebbero facilmente finire in galera per pedofilia, come si fa a non accorgersi che le braccia che tocchi, il viso su cui la loro bocca si accanisce, è quello di una giovane ragazza liceale.
Mi chiedo cosa spinga queste ragazze a trovare divertimento nel sesso.
Ci sta che andare a letto a quest'età e l'unica fonte di vero interesse, certamente Pietro Verri, Cesare Beccaria e compagnia bella non sono proprio questa grande figata ma, vendersi per un po' di fama mi sembra fuori da ogni principio morale.
-per noi sei dentro- mi porge un bicchiere che accetto ma da cui non mi rischio a bere, piuttosto muoio dalla sete.
Vengo assunta immediatamente e ora inizia il vero e proprio compito di arrivare a conoscere la Sozzi.
So che probabilmente Milano dovrà essere la mia nuova città per almeno un mese o forse due.



Hola 🌺
Ed anche quest'anno ha vinto il Real Madrid....è quasi noioso vedere la partita finalendo Champions League (almeno per me).
Sarebbe decisamente più bello se gli altri club calcistici formassero squadre competitive e si appropriassero di questa famosa coppa.
Voi ieri sera per chi avete tifato?
Io ho tifato 💪🏻 Liverpool (nonostante abbia buttato fuori la Roma) .
Mira ❤️, ha fatto un sondaggio scrivendo: Who will win ? Penso che tutti abbiamo messo Liverpool 😂 (la speranza è l'ultima a morire)
Mi dispiace per come sia finita la partita perché, ho visto qualcosa online ieri pomeriggio e purtroppo con mio rammarico devo dire che dall'altro lato (Real intendo) giocavano meglio.
Ed anche quest'anno mr CR7, si porta l'ennesimo pallone d'oro.
Ho il dente avvelenato e Ronaldo mi sta sul ca**o tremendamente per quella sua aria da saputello che snobba tutti .
Fatemi sapere se avete visto la finale di Champs.
Ora vado a letto che qui sono quasi le quattro del mattino e io ho messo piede adesso a casa.
Vi adoro ❤️

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