MAL - A WITCH IN CENTOPIA

MatyMrsSnape tarafından

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"Non è un elfa e non è una principessa Lei vuole soltanto essere se stessa" Mal è la primogenita della famig... Daha Fazla

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A Place In This World
Untouchable
Can't Be Tamed
Black Widow
Talking to Unicorns
Renstoration 🩸
Sergent Mal
Breathe
Favourite Crime 🩸
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The Blossom Tree
State Of Grace
Bloody Mary 🩸
Mean
Choose Your Side
End Game 🩸
Sweetest Devotion
Between Us
The Mysterious Visitor
Just Look Up
Closer
Rocks, Stars and Crystals 🩸
Haunted Heart
People Disappear Here
No Body, No Crime 🩸
Hi, Violetta
Monster In Me 🩸
The King Of Unicorns
Paint It, Black 🩸
Illicit Affairs
Seven Wonders 🩸
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Willow
Summertime Sadness
Long Live (The Queen) 🩸
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Brutal 🩸
Dancing With The Devil 🩸🩸
King Of My Heart
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La Isla Bonita
All Too Well 🩸
Ilomilo
Queen Of Mean 🩸
Sara
Cruel World
The Winner Takes It All
Goodnight N Go
First Man
Tell Me It's A Nightmare 🩸
Dreams
Christmas Got Me Blue
(Not) The End

This Love

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MatyMrsSnape tarafından

10 Novembre, mio padre è in crisi:

Ieri Gona ha festeggiato il suo trentesimo compleanno, insieme a tutti noi, e ad una persona moooolto speciale. Unica pecca: per tutta la festa, mio padre ha avuto una crisi e mia madre si è comportata in maniera molto sgarbata, con me. Vedete che avevo ragione a non fidarmi di lei?
In ogni caso, vi racconto meglio, sedetevi comodə.

Ieri mattina, quando mi sono svegliata (erano le otto e mezza, tutto molto normale) ho trovato un biglietto sul comodino, da parte di Gona.
"Ti aspetto in cucina, Mal tesoro. Ricordati che giorno è oggi!".
Ho sospirato, scuotendo la testa: non mi ci voleva un genio per capire che la rossa era ormai arrivata a 30 anni, ed era pronta per festeggiarli, insieme alla persona che da sette anni a questa parte le regalava sorrisi, gioie, e a volte qualche lacrima. Già, quella persona sono proprio io, ma toh guarda, ahahahahahah... scusate, torno seria.

Avevo nascosto il regalo per la rossa dentro la mia cabina armadio, così che lei non si rovinasse la sorpresa, curiosando come suo solito.
Ho prelevato il pacco, infiocchettato e incartato con tutti i crismi, e ho approfittato per crearmi l'outfit da fidanzata della festeggiata (e aggiungiamoci una rima, vai, tanto figurati se rimani seria oggi, Mal, per cui... tiriamo avanti).

Un abito rosso di Gucci, un paio di Manolo Blahnik rosse (le scarpe più preziose del mondo, per farla breve) e un diadema dorato splendente.
Non era male, vero? Dai, gente, non è esagerato, non fissatemi in quel modo.
Vabbè, passiamo al trucco, e poi scendiamo in cucina, che è meglio.

Mentre mi ammiravo allo specchio, mi chiedevo come mai non credevo alle persone che si complimentavano con me per la bellezza dei miei abiti, per la maestria con cui mi truccavo, o semplicemente per il mio aspetto, che per anni avevo giudicato tremendo e devastato dai miei problemi di salute.
Il vero problema è che non ho mai davvero smesso di considerarmi non all'altezza, come non ho mai davvero smesso di pretendere di essere diversa da ciò che purtroppo sono.
Non sapevo più nemmeno io come volevo essere per piacermi davvero, guardarmi allo specchio e dire: "Sono davvero bella".

Avevo ricevuto troppe critiche, troppi insulti e troppe prese per il culo, durante tutta la mia vita, e ciò mi ha portato a non credere più ai complimenti, a meno che non fossero da parte di Gona.
O di mio padre. Perchè mia mamma... risparmia all'osso sui complimenti, o su qualunque cosa abbia delle note positive, per me. Credevo fosse migliorata, col comportamento, invece...

Invece quando sono entrata in salotto, dove mi attendeva la famiglia al completo, ho notato che mamma mi fissava con uno sguardo tipico di quando una persona deve parlarti ad ogni costo. Io l'ho ignorata e sono andata dritta da Gona:
-Tanti auguri a te- ho canticchiato, per poi baciarla.
-Oh, Mal tesoro... guardati, sei una meraviglia.
-Anche se il rosso è il tuo colore?
-Certo. A te, però, stanno bene tutti i colori, anche quelli più abbaglianti. Se io provassi a mettere uno dei tuoi abiti, penso che mi farei schifo.
-Non dive così, chèrie- si è intromessa Azalea- tu hai il tuo stilè e Règine ha il suò. Siete pevfette tutte e duè.
-Grazie mamma. Tanto per tornare seri... dov'è la torta?-
È pur sempre un compleanno, non vorremmo stare qui a chiacchierare tutto il giorno, vero?

Finita la colazione, a base di cappuccini caldi e crostata al cioccolato e rose (di pasta di zucchero), Gona mi ha preso per mano e teletrasportato in giardino.
-Dove andiamo?- le ho domandato, curiosa e leggermente spaventata.
-Ora lo vedrai. Seguimi.
-Ma... posso passare dagli unicorni, prima? Avranno fame, dopotutto. Ah, un attimo, non hai aperto il regalo?
-Tesoro, una cosa alla volta, d'accordo? Vieni con me-

Quando abbiamo passato l'ingresso del cimitero reale, i miei dubbi sono svaniti: la rossa voleva evocare lo spirito di suo padre, il generale Pepper, e restare qualche minuto con lui. Finalmente avrei avuto occasione di conoscerlo, visto che nelle sedute spiritiche non è mai apparso.

Ma, dopo qualche secondo, eccolo comparire dalla sua tomba, non in carne e ossa ma in versione fantasma: Gona aveva ereditato parecchio da lui, primo fra tutti il colore dei capelli, nero notte, e l'amore incondizionato per il colore rosso. Per quanto riguardava gli occhi color ghiaccio, Gona li aveva presi da sua madre, così come la statura, magra e abbastanza alta. E non dimentichiamo i poteri, che con una valanga di studio e perfezionamenti vari, l'avevano resa la strega più potente di Dystopia.

Poi un giorno, mi aveva incontrato, e si era innamorata di me all'istante. Non mi era mai stato chiaro quale mia caratteristica l'avesse colpita, più delle altre, magari più tardi potrei chiederglielo. Sì, decisamente più tardi.

Gona aveva salutato il fantasma di suo padre, completamente in lacrime. Potevo solo immaginare quanto potesse mancargli, dato il modo in cui sia lei, sia Azalea ne parlavano.
-Buon compleanno, tesoro- le aveva sussurrato lui- ti auguro di vivere al meglio questi trent'anni. Non ci vorrà molto perchè tu li viva meglio dei miei.
-Papà... sei sempre il solito. Ah, posso presentarti... Mal?

Ho nascosto un sorriso e un lieve rossore sulle guance, non dovuto al mio blush White Rose di Revolution Pro, anche perchè è chiaro e non si sarebbe notato, quindi vabbè.

-Molto lieta, generale. O meglio, ex generale. Io sono Mallory Règine, per tuttə Mal, attuale regina di Dystopia.
-Oh santa Cordelia... hai spodestato Panthea? YUHUUUUU! ASPETTAVO QUESTO MOMENTO DA SEMPRE! Ma non ho vissuto così tanto per godermelo, purtroppo.
-Te lo racconto io, papà, intanto che aspettiamo la mamma. Doveva già essere qui, ma non capisco dove si sia persa. Aveva detto che ci avrebbe raggiunto... vabbè, io ancora non la vedo. Comincio?-

In quel momento, Azalea è arrivata correndo, al cimitero reale.
Pepper, sebbene fosse un fantasma, ha notato la sua amata giungere verso la tomba e ha spalancato gli occhi, in cui si intravedevano alcune lacrime.
-Bonjour, mon generàl- gli ha mormorato Azalea, abbracciandolo. Incredibilmente, lo spirito di Pepper non le era sfuggito dalle mani, ma aveva ricambiato l'abbraccio e successivamente baciato la sua amata.
-Mi mancate tutte e due. Quanto vorrei essere lì a festeggiare con voi...
-Oh, Pep... tu me manques aussi.
-Mia adorata, non sei cambiata affatto. Gona, tesoro, dicevamo, come è riuscita la tua Mal a togliere la corona a Panthea?-

Gli ho riassunto brevemente quanto era accaduto negli ultimi cinque anni, da quando avevamo progettato l'omicidio (che alla fine avevamo commesso solo in parte) alla mia incoronazione, avvenuta in super segreto, passando per la rinascita del regno.
Pepper, alla fine del racconto, esibiva una faccia a metà tra lo scioccato e l'ammirato.
E ti credo... chissà quante volte lui, Walter e Delph avevano tentato di strappare la corona dalla testa di quella stronza atomica di Panthea e avevano fallito miseramente.

-Beh... che dire? Tesoro, hai davvero scelto una donna niente male, con cui spendere il resto dei tuoi giorni. Perchè se non ho capito male, state pensando di sposarvi, giusto?
-Esatto, papà. Sicuramente non sarà a breve, ma giuro solennemente che prima o poi...
-Spero prima, che poi, Gona- le ho ricordato.
E giù a ridere.

In effetti non aveva tutti i torti: i miei stavano pianificando ancora il loro matrimonio, e non avevano la minima idea di quando piazzarlo. A parte che qui a Dystopia non fa mai caldo, perciò anche se dovesse capitare d'estate, cambierebbe poco.
Io però, avevo un pessimo presentimento, riguardo ai due futuri sposi... e la vista superiore, purtroppo, me lo ha confermato.
Papà e mamma avevano litigato, abbastanza pesantemente, perchè lui aveva cambiato idea e non voleva più sposarsi, in quanto lei non aveva mantenuto la promessa di trattarmi bene, e con bene intendevo "come si dovrebbe trattare tua figlia".

Ho lasciato Gona e Azalea con il loro generale defunto e sono tornata di corsa al castello, dove, in salotto, ho assistito ad una scena pietosa:
Papà era in lacrime, seduto sulla poltrona, e mia madre lo stava accusando di essere diventato acido ed egoista, esattamente come me. Ed evidentemente non si era resa conto che io ero lì, sulla soglia, e avevo sentito tutto.

-Mamma, ricominciamo?- le ho domandato, stizzita.
-Ricominciamo, cosa? Tuo padre non vuole più sposarmi, ed è solo colpa tua, chissà quali strane idee gli hai stampato in testa!
-Colpa mia? Ma porca di quella troia, ma ti ascolti quando spari certe boiate come questa? Gli avevi promesso che avresti imparato come fare la madre, a trattarmi come il multiverso comanda, mi spieghi come mai sei tornata come prima?
-Io non sono mai...
-BASTA!- ci ha interrotto papà, in lacrime- basta, amori miei, ve lo chiedo per favore. Tamsin, tesoro, ho bisogno di qualche giorno per riflettere, te l'ho appena detto.
-Tu non mi ami più, Theus, ammettilo! Non vuoi più sposarmi perchè non mi ami più e hai occhi solo per...
-MAMMA, PIANTALA DI FARE LA VITTIMA, E CHE CAZZO!-

Silenzio definitivo.
Mia mamma è tornata in camera, e ho accompagnato papà nella stanza accanto alla mia, perchè mi aveva confessato di voler stare da solo almeno fino a Natale.
E dagli torto...

L'ho consolato, cantandogli una delle sue (e mie) canzoni preferite, ovviamente di Taylor Swift:

🎶 Tossing, turning
Struggled through the night with someone new
And I could go on and on, on and on
Lantern, burning
Flickered in the night, only you
But you were still gone, gone, gone

In losing grip
On sinking ships
You showed up just in time

This love is good
This love is bad
This love is alive back from the dead, oh, oh, oh
These hands had to let it go free, and
This love came back to me, oh, oh, oh
This love left a permanent mark
This love is glowing in the dark, oh, oh, oh
These hands had to let it go free, and
This love came back to me, oh, oh, oh 🎶

L'amore tra i miei genitori, da forte com'era, stava iniziando a indebolirsi e a vacillare, solo e unicamente a causa di mia madre, del suo narcisismo e del suo vittimismo di merda. Stava ferendo, inconsapevolmente sia me, che papà.
E una persona del genere vorrebbe mettere al mondo un altro bambino, come regalo di nozze?
Non glielo avrei permesso, come figlia e come regina, avrebbe guastato ancora di più i rapporti, già traballanti, tra noi tre.
Vedremo se funzionerà...

~◇~◇~◇~◇~◇~◇~◇~◇~◇~◇~◇~

E arriviamo a stamattina, 10 novembre.
Stavo sparando a tutto volume "Reputation", il nuovo album di Taylor Swift, dalla cassa Beat rosa, in camera mia, mentre sistemavo la mia postazione trucco (ho ritrovato la tinta labbra "Friends" di Neve Cosmetics, che avevo imboscato in un cassetto sperduto, solo una cretina come me può fare danni del genere), quando qualcuno ha bussato alla porta.
Inizialmente non ci ho fatto caso, siccome la voce di Taylor che cantava "Don't Blame Me" copriva ogni suono, ma poi ho fermato la canzone e aperto la porta con uno schiocco di dita.
Era... papà?

-Ti ho disturbato, piccolina mia?
-Ma va', stavo solo riordinando. È successo qualcosa?
-Beh... vedi, io... la mamma...
-Hai i sensi di colpa, vero? Papà, non lo capisci che quella vuole costringerti a sposarla, perchè sono trent'anni che aspetta?
-E ne aspetterà altri trenta, se non si scusa, per ieri.
-La parola "mamma" e la parola "scuse" non riescono a stare nella stessa frase, lo sai.
-Come? Ma se al mio compleanno...
-Lo ha fatto apposta, a sto punto. Ha finto alla grande. Scusa se sono così diretta, ma... devi aprire quegli occhioni gialli, papà. Devi realizzare che la donna che un tempo amavi, ora si è rivelata essere una stronza galattica. Devi dirle che il matrimonio è annullato e lei deve levarsi dalle palle, ok?-

Mio padre mi ha guardato, coi lacrimoni che gli scendevano lungo le guance, metà squamose e metà no.
-D'accordo, Mal tesoro. Ci proverò.
-No, papà. Vai e la mandi in culo, perchè se lo merita.
-Ma magari... guarda, vorrei avere la tua brutalità, in queste occasioni, sai?
-Non si nasce brutali, purtroppo. Lo si diventa, dopo aver collezionato traumi su traumi. E mamma dovrebbe farsi un esame di coscienza, se io sono diventata acida, come mi definisce lei-

Papà mi ha abbracciato a lungo, ed è uscito dalla mia stanza.
Adesso sì che avevo veramente paura per lui.

-3 capitoli alla fine... come pensate che andrà? Vai con le ipotesi, daidaidai 🤍

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