(Revisione) Assassin Night (C...

By Giusychiacchio

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Kate Brown, un'ereditiera, cresce con il suo maggiordomo Gregor, a quattro anni, dopo la morte dei suoi genit... More

PRESENTAZIONE
1. Kate
2. La Presentazione
3. L'inferno
4. Tutti contro Kate!
5. L'insegnante
6. La rottura
7. Giornata tra fratelli
8. Vista sotto la doccia
9. Vecchi ricordi
10. L'anniversario
11. L'attrazione fisica
12. L'appuntamento
13. Immagine Rubata
14. Il fratellino
15. Noi Tre Insieme
16. Tra passione e amore
17. Il trauma cranico
18. Sesso Per Dimenticare
19. Le confessioni
20. "CARO DIARIO"
CHAPTER 21
CHAPTER 22
CHAPTER 23
CHAPTER 24
CHAPTER 25
CHAPTER 26
CHAPTER 27
CHAPTER 28
CHAPTER 29
CHAPTER 30
CHAPTER 31
CHAPTER 32
CHAPTER 33.1
CHAPTER 33.2
CHAPTER 34.1
CHAPTER 35
CHAPTER 35.2
CHAPTER 36
CHAPTER 37
Capitolo 38
SEQUEL

CHAPTER 34.2

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By Giusychiacchio

L'ultimo addio

Quella bara rimase aperta per vari minuti, nessuno osò avvicinarsi, soprattutto Julian. Era il suo turno, ma rimase lì fermo a fissarla senza avvicinarsi, aveva atteso tutto il tempo e ora che poteva guardarla da vicino qualcosa lo stava bloccando.

Le gambe si erano letteralmente bloccata, il suo sguardo era fisso sulla bara, riusciva a vedere a malapena la stoffa bianca che ricopriva l'interno, ma sapere che era lì, a pochi centimetri da lui, gli metteva talmente tanta paura da non farlo. Le sue mani tremavano, i suoi occhi trattenevano le lacrime che minacciavano di uscire da un momento all'altro.

Jason si avvicinò a Julian poggiandogli una mano sulla schiena, fissò i suoi occhi verdi con tristezza.

<<Julian, te la senti di salutarla?>>.

Non ebbe alcuna risposta da suo fratello, sapeva quanto stesse soffrendo, ma non era l'unico a stare così male, Julian non distolse neanche una volta lo sguardo sulla bara aperta, i suoi pensieri così come la sua reazione, erano oscurati, neanche lui stesso riusciva a sentire le sue stesse emozioni, sembrava essere morto insieme a Kate.

<<Julian...>>. Daniel si avvicinò a lui facendo allontanare Jason. <<Se non vuoi...>>. Daniel venne interrotto dallo stesso ragazzo che fece pochi passi in avanti, salì i gradini sotto lo sguardo di tutti e si fermò davanti alla bara guardando finalmente la sua ragazza.

Respirò a fatica, ogni respiro gli si bloccava d'istinto, il petto si gonfiava sempre di più. Chiuse gli occhi e strinse i denti, le sue gambe cedettero di colpo, le ginocchia toccarono il pavimento diventando deboli. Esplose in un pianto isterico mentre le sue mani tentavano di sostenersi poggiandosi sulla bara di legno. Jason sì avvicinò a lui rapidamente.

<<Julian, vieni ti aiuto>>.

<<No! Lasciami stare!>>. Allontanò la mano di Jason prendendola quasi a schiaffi. Poggiò la fronte contro la bara singhiozzando, finalmente si stava liberando da tutto quel dolore che aveva dentro. <<Non toccarmi...>>. Continuò quasi senza voce. Rimase sul pavimento ricordando tutti i momenti passati insieme a Kate, erano tanti, anche quelli più brutti, i litigi o i primi giorni d'inferno per lui furono fondamentali per ricordarla.

Sentiva il suo cuore spezzato in due, lo stomaco sottosopra, qualcosa si era distrutto in lui, qualcosa di fondamentale che avrebbe lo avrebbe aiutato a vivere, ma ora senza sarebbe stato difficile. Kate ormai era diventata un pezzo della sua vita che Julian aveva perso.

Si alzò lentamente, nonostante le gambe non lo reggessero, guardò la piccola Kate stringendo i denti, vederla in quel modo lo distruggeva. Portò una mano all'interno della bara poggiandola sull'abito della ragazza. Indossava un vestitino bianco, terribilmente inadatto a lei, velato sulle spalle, finiva sulle sue ginocchia lasciando scoperte le meravigliose gambe che aveva Kate. Ai piedi portava un paio di scarpe con il tacco, bianche proprio come l'abito. I suoi capelli erano sciolti, ben puliti e curati, così come il trucco che aveva sul viso, ma i segni e le cicatrici erano ancora ben visibili.

Julian le accarezzò la pelle fredda come il ghiaccio, le sue mani tremolanti sfiorarono ogni piccolo o grande segno che aveva, i suoi occhi scendevano lungo tutto il corpo. Sotto le dita sentiva le cicatrici che invadevano ogni superficie della pelle. Le sue mani erano così calde da sentire il freddo del suo corpo. Dentro di lui aumentò qualcosa che non sapeva descrivere, forse era rabbia, odiava vederla in quel modo, ma forse era solo tristezza infinita. Avrebbe voluto gridarle di svegliarsi, stringere le braccia tra le mani e scuoterla fino a farle aprire gli occhi. Avrebbe voluto urlarle in faccia tutto ciò che sentiva, quanto male stava ma il nodo alla gola gli impediva di parlare. Strinse le dita sull'abito e lo lasciò andare lentamente.

<<Non ti sarebbe piaciuto... Lo avresti odiato>>. Le guardò l'abito più volte, insistentemente. <<Avresti preferito un pantalone nero, qualcosa di scuro, ma tu... Tu hai l'anima proprio come questo abito, Kate. Cercavi di essere forte, di fare la dura, ma quando eri con me diventavi la piccola Kate di cui mi sono follemente innamorato>>. Guardò il tavolino accanto a lei, c'erano ancora poche rose

FLASHBACK JULIAN

Kate era sdraiata sul letto insieme a Julian, lui con il cellulare tra le mani, mentre lei si accarezzava da sola il braccio dolcemente pensando a tante cose, il suo sguardo era perso nel nulla. Attirò l'attenzione di Julian, che posò il cellulare sul comodino e avvicinò il corpo a quello di Kate, la strinse fermandole la mano.

<<A cosa pensi?>>.

<<Sarebbe più facile dirti a cosa non penso>>.

<<D'accordo>>. La stinse a sé guardandola negli occhi. <<A cosa non pensi?>>.

<<Tecnicamente non è una cosa possibile, anche se non ci penso, nel momento in cui ti direi qualcosa ci penserei in automatico, di conseguenza non posso dirti neanche a cosa non penso, sarebbe difficile anche quello>>.

Julian si soffermò a pensare, sorrise poco dopo e le stampò un piccolo bacio sul naso, qualcosa di leggero proprio come era lui insieme a Kate, spensierato e felice.

<<Non posso sapere a cosa stai pensando?>>.

<<Ti verrebbe mal di testa>>.

<<Prova>>.

Kate sollevò lo sguardo pensando a dove avesse interrotto il pensiero, poi annuì prese un grosso respiro.

<<Pensavo a tutto questo... Insomma, se non mi fossi innamorata a quest'ora Sebastian sarebbe ancora vivo, avrebbe avuto una vita, magari si sarebbe innamorato di qualche altra ragazza diversa da me. Jayde non mi avrebbe rovinato la vita e io non sarei mai e poi mai venuta qui, non vi avrei conosciuti, soprattutto te. La mia missione non sarebbe esistita ma avrei continuato a lavorare. C'è un altro ma... Se i miei genitori fossero ancora vivi, mi avrebbero insegnato a combattere? Sarei diventata una spia? Io ne dubito, quindi avrei avuto una vita, dei sogni, delle aspettative, magari mi sarei concentrata sullo studio e sarei andata al college prima, con una borsa di studio, conosciuto tante persone e un ragazzo da amare, magari mi sarei anche sposata prima per poi dire dopo anni, ai miei figli, che i loro nonni erano in realtà spie americane>>.

<<Ok, frena. Questo è veramente un ragionamento pazzesco, Kate. Però pensaci, se fosse stato destino ci saremmo incontrati comunque>>.

<<Tu credi nel destino?>>. Chiese sbalordita, Julian era un ragazzo tutto da conoscere, si mostrava in un modo: Freddo, narcisista, amante solo delle donne senza cervello, ma in realtà era dolce, sensibile, e amava una sola ragazza.

<<No, neanche un po'. Ma poi sei arrivata tu>>. Kate sorrise e distolse lo sguardo.

<<Un'altra frase fatta>>.

<<Dico davvero, tra tante persone al mondo, i nostri genitori hanno scelto di essere amici, di sposarsi e fare dei figli>>.

<<Succede, è il ciclo della vita>>.

<<Io vedo la loro morte come un segno del destino, doveva accadere qualcosa che avrebbe spinto i miei genitori ad avvicinarsi alla tua famiglia dopo anni, ad accoglierti tra noi dopo molto tempo>>.

<<Credo sia una cosa fattibile>>. Guardò il soffitto pensando ancora, era una cosa che faceva spesso, rifletteva sulle cose che le erano accadute, la aiutava a non dimenticare e i suoi piani geniali iniziavano sempre in quel modo: Ricordava gli errori fatti in passato e li modificava in modo da renderli perfetti per una prossima missione.

<<Kate...>>. La voce di Julian rimbombò nella stanza dopo vari minuti di silenzio, Kate girò il viso verso il ragazzo, dall'espressione sembrava preoccupato. <<Credi che tutto questo finirà bene?>>.

<<Non voglio mentirti, ho avuto missioni molto più complicate e ne sono uscita quasi sempre distrutta. Ma con Jayde è diverso, una sola tra noi due ne uscirà viva>>.

<<Kate io...>>. Julian smise di parlare, quelle parole gli si bloccarono in gola, voleva confessarle quanto l'amasse, non desiderava altro, ma il terrore di essere rifiutato lo distruggeva. Avrebbe voluto urlare di amarla, da tempo, come se fosse stata la sua prima cotta, qualcosa di veramente puro e importante. Un grande e forte "Ti amo!"

<<Cosa?>>. Chiese Kate avvicinando il viso a lui, accennò un sorriso guardandolo negli occhi, probabilmente si aspettava di sentirselo dire, ci sperava, anche se non sarebbe stato improvviso, riteneva comunque che lo fosse, sempre. Si perse negli occhi di Julian, quel verde misto al nocciola che la faceva impazzire tutte le volte. <<Ti ascolto>>. Disse ancora guardando le sue labbra per pochissimi istanti. Julian era sempre stato la sua Kryptonite, Kate si sarebbe sacrificata per tutti i suoi fratellastri, ma per Julian sarebbe morta senza pensarci un secondo, se solo avessero saputo avrebbero passato molto più tempo da soli, chiarendo ciò che provavano, condividendo molto di più del loro corpo.

<<Sta attenta...>>. Riuscì a dirle solo quello, si sdraiò sollevando lo sguardo, mentre nella testa ripeteva quanto fosse stupido, doveva dirle due semplici parole ma non ci riusciva. Kate sorrise e poggiò la sua testa sul petto di Julian, sollevò lo sguardo e annuì.

<<Se mi avessi detto di fare attenzione un mese fa, ti avrei risposto che non avrei avuto alcuna ragione per farlo>>.

<<E ora?>>. Conosceva la risposta, ma chiese speranzoso. Kate sollevò la testa stampandogli un piccolo bacio sulle labbra.

<<Ora credo di avere una ragione, voglio vivere...>>.

FINE FLASHBACK

Julian chinò la testa in avanti continuando a piangere come un bambino, senza fermarsi neanche per respirare, i fratelli percepirono lo stesso dolore standogli solo accanto.

<<Volevi vivere, avevi trovati un equilibrio e... Hanno spezzato la tua vita come una cazzo di matita, con così tanta leggerezza! Quando in realtà eri l'unica a dover davvero sopravvivere, l'unica persona buona e innocente a questo modo che meritava una vita come una normale adolescente...>>.

Le aprì la mano poggiandole la rosa tra le dita, girò il viso verso il tavolino, con i suoi occhi pieni di lacrime, distrutti dal dolore, completamente rossi, le occhiaie viola che lo avrebbero tormentato per altri giorni a venire, prese le altre rose rimanendone solo una. Guardò ancora una volta Kate e cosparse il suo corpo con quei meravigliosi fiori rossi.

<<Mi manchi tanto, Kate... Vorrei non perdonarti per quello che hai fatto, per esserti sacrificata per me, non ci riesco per niente. Ma ora mi lascerai da solo in questo mondo di merda...>>.

Scese i gradini distogliendo lo sguardo, voleva davvero andare via, ma quasi ad ogni suo passo, si girava verso la bara per guardarla un'ultima volta.

Jason prese un grosso respiro prima di salire, la guardò in silenzio, voleva solo guardarla e ricordarla.

FLASHBACK JASON

<<È in ritardo>>. Jason girò per la stanza quasi preoccupata, Kate aveva promesso che sarebbe andata in camera sua per poter giocare e divertirsi insieme a lui, ma era decisamente in ritardo. Dalla sua stanza sentiva solo rumori, fretta di andare via, passi, parole incomprensibili che cercava anche di ascoltare ma aveva talmente tanta fretta di vederla che il suo cervello smise quasi di funzionare. <<Andiamo... Kate>>.

Sollevò di colpo la testa quando sentì bussare, corse verso il letto e lo scavalcò rotolandoci sopra, scese rapidamente cadendo in avanti, aveva dimenticato di poggiare anche l'altro piede sul pavimento. Si alzò più veloce che poteva e aprì la porta.

<<Ehy, tutto bene? Ho sentito un rumore>>.

<<Si io... Si stavo...>>. Cercò di prendere fiato intanto, sollevò il braccio portando la mano alla nuca, decisamente imbarazzato, girò rapidamente il viso verso camera sua per poi guardare Kate. <<S-stavo...>>.

<<Certo>>. Disse Kate sollevando la mano sulla testa e indicando sé stessa più volte. Jason non capì cosa volesse dirle, forse aveva qualcosa a che fare con la testa della ragazza, così Kate sorrise e gli poggiò una mano sul petto facendolo indietreggiare verso l'interno della stanza, chiuse la porta alle sue spalle e con l'altra mano gli tolse i boxer che aveva in testa. <<Dovresti proprio tagliarti questi capelli, ti impediscono di sentire ciò che hai in testa>>.

Gli lanciò i boxer e si avvicinò al letto del ragazzo, Jason li afferrò e imprecò silenziosamente sentendosi in imbarazzo, era solito fare stupidaggini o essere imbranato, ma quando c'era Kate si sentiva sempre uno stupido.

Kate prese i vari giochi che c'erano sul letto guardandoli uno ad uno, doveva scegliere il passatempo per quella giornata, erano in disordine, sparpagliati in giro per il letto così come tutti i suoi vestiti. Uno dei ragazzi più disordinati che avesse mai visto, ma era geniale, in tutto quello che faceva, Kate aveva pensato più volte di sfruttare il suo potenziale, farlo diventare un mago dei computer, ma a lui interessava altro e non voleva imporgli qualcosa come le era stato imposto a lei da bambina, Jason era libero di scegliere chi avrebbe potuto essere da grande.

<<Ho preso tutti i giochi che avevo, in più ne ho comperato uno nuovo>>.

Kate sollevò la testa dai giochi e annuì, prese il joystick della Ps5 allungandosi di lato verso il comodino, proprio accanto al letto, ci impiegò davvero pochissimo ma beccò Jason con la testa chinata di lato che la fissava. Kate rise rumorosamente facendo risvegliare il ragazzo imbambolato, i suoi occhi distolsero lo sguardo dal sedere di Kate imbarazzato.

<<Dai fa vedere il gioco>>.

<<Ehm... si>>. Prese la busta di plastica che aveva poggiato qualche giorno prima, aveva comperato il gioco solo per lei, per poterci giocare insieme. Lo tirò fuori dalla busta e si avvicinò a Kate porgendoglielo con gentilezza senza mai allontanarsi, voleva sapere lei cosa ne pensasse di quel gioco ancora impacchettato. <<L'ho preso giorni fa>>.

Kate sollevò lo sguardo mentre scartava la carta intorno al gioco ancora sigillato, accennò un sorriso pensando alla scena di prima, Jason aveva sedici anni, a quell'età anche lui pensava a cose perverse, ma non si sarebbe mai aspettata che proprio Jason, il ragazzo più dolce e gentile di quella terra, le guardasse il sedere in quel modo.

<<E se non dovesse piacermi?>>. Lo disse solo per stuzzicarlo, Jason sollevò di colpo lo sguardo e scosse la testa, era così concentrato su quanto avrebbero giocato insieme da non pensare alla cosa più importante, se non le fosse piaciuto il gioco ci sarebbero stati dei problemi, le sarebbe piaciuta comunque Kate? La ragazza guardò la copertina lucida e sorrise.

<<Da giorni e non ci hai ancora giocato?>>.

<<Ti piace?>>. Chiese incredulo nonostante l'espressione felice di Kate, lei annuì guardando attentamente per poi sollevare lo sguardo verso Jason.

<<Sai che non è multiplayer, vero?>>.

<<Io... Si, lo so. Ma mi piacerebbe che ci giocassi tu per prima>>.

Quella era una dimostrazione d'affetto molto importante per Jason, Kate avrebbe dovuto capire quanto il ragazzo ci tenesse a lei semplicemente giocando al nuovo " Kate sorrise e gli porse il gioco.

<<Dai mettilo, ho proprio voglia di giocare>>.

Jason annuì e corse a mettere il gioco nella console, era molto più felice di Kate. Per quanto lei ci provasse, non riusciva a smettere di pensare neanche a lui, era più piccolo, molto diverso da lei ma anche simile, con Jason viveva un'infanzia mancata, non riusciva a resistergli, desiderava stargli accanto per poter finalmente essere una ragazza come le altre.

<<Kate>>. La richiamò Jason, sembrava essersi persa ancora tra i ricordi, lo faceva spesso. <<Qualcosa non va?>>.

<<Qualunque cosa sia non importa, questa è la nostra giornata>>. Disse Kate per non farlo preoccupare, sforzò un piccolo sorriso che a breve divenne sincero. Jason si sedette accanto a lei rimanendo le gambe fuori dal letto, stare sullo stesso letto, ora che provava qualcosa per Kate, era difficile. Prima la guardava con occhi diversi, come una vera sorella, ma non poteva continuare con quel disagio che provava dentro ogni volta che la vedeva.

Kate pensava sempre prima a lei stessa, era sempre stato così, ma da quando c'erano i ragazzi nella sua vita le cose erano cambiate radicalmente. Nessuno avrebbe mai dovuto toccarli, Kate li avrebbe protetti fino alla morte anche se era la più piccola tra tutti loro, eccetto di Jason.

<<Qui ci sono i comandi e puoi...>>. Jason parlava del gioco con passione mentre Kate lo guardava sorridendo, non aveva mai visto nessuno così appassionato in qualcosa e poi si rese conto che avevano tutti quella luce negli occhi quando parlavano di cose diverse:

A Daniel brillavano gli occhi quando si parlava di alcuni dei suoi casi, della legge, da bravo avvocato riusciva a spiegare perfettamente tutto con tanta passione travolgendo anche gli altri.

Per Luke era la sua scuola, per quanto scocciato sembrasse andare tutti i giorni lì e incontrare sempre le stesse persone ne parlava solo bene, naturalmente a modo suo.

Ethan sorrideva tutte le volte che in TV si parlava di moda, delle sfilate che presto si sarebbero dovute svolgere in città o altrove, come ne parlava lui di moda, non lo faceva nessuno, aveva una tale devozione, una passione innata.

Noah era talmente innamorato del suo lavoro da parlarne ogni secondo, naturalmente insieme alla persona adatta era più che perfetto, non sentivo il peso del lavoro un solo giorno, nelle sue vene scorreva del sangue artistico.

Aaron metteva tutto sé stesso quando lavorava, salvare persone lo rendeva terribilmente felice e soddisfatto, nulla era perfetto come guardare uno dei suoi tanti pazienti guariti che gli sorridevano.

Jack trovava nella musica delle risposte importanti, era qualcosa che neanche lui sapeva spiegare, c'era un'attrazione particolare tra lui e il suono, la melodia, la musica.

Julian aveva un'idea tutta sua sulla carriera, a lui piaceva lo sport, la sua forma d'arte era quella, dava tutto sé stesso in qualsiasi tipo di attività sportiva, era bravo da morire e avrebbe avuto un gran bel futuro da atleta.

Jason aveva ancora tanto tempo per scegliere, ma gli piaceva studiare. Amava la chimica e tutto quello che c'era dietro, magari un giorno avrebbe insegnato a Oxford oppure a Cambridge. Era ancora tutto da vedere.

Tante cose facevano emozionare i ragazzi, cose diverse tra loro, ma ciò che li accomunava in modo particolare era la piccola Kate. A tutti brillavano gli occhi in sua presenza, ma ora che non c'era più, qualcosa in loro era morto. Un pezzo di loro era svanito nel nulla come Kate, forse avevano perso anche quella cosa speciale che li accomunava, che li faceva interagire tra loro. Da quando lei era sparita non facevano altro che discutere, evitare di guardarsi, allontanarsi tra loro. Kate era la colla che li univa e senza si stavano allontanando lentamente.

<<Sono pronta>>. Disse Kate guardando lo schermo, la loro giornata insieme iniziò in quel modo. Giocarono facendo a turni, prima lei e dopo Jason. Il ragazzo non smise un secondo di guardarla, girato verso di Kate, i suoi occhi percorrevano i lineamenti del suo viso, guardava le espressioni della ragazza mentre giocava con entusiasmo. <<Ok, ora basta>>. Mise in pausa il gioco e gli porse il Joystick per potersi alzare.

<<Dove stai andando?>>.

<<Prendo qualcosa da mangiare, se dobbiamo restare tutto il giorno qui allora ci toccherà ordinare roba unta e grassa>>.

Jason annuì riprendendo a giocare, erano pochissime le volte che sbagliava, quasi zero, ma quando c'era lei in camera non riusciva a contenere quello che provava. Kate era a telefono, ordinava qualcosa da mangiare e da bere per entrambi. Gli occhi di Jason si soffermavano spesso su di lei, parlava in modo sciolto, ordinava sorridendo e con tanta confidenza. Il ragazzo proseguì quando Kate smise di parlare a telefono, poggiò il cellulare sul comodino e si sedette sul letto accanto a Jason. Il ragazzo la guardò sott'occhio, voleva parlare, dirle qualcosa, ma si sentiva stupido. Le sue dita battevano sui tasti del Joystick rapidamente.

<<Kate, cosa hai preso?>>.

<<Qualcosa che ti farà impazzire. Allora, come procede?>>. Guardò lo schermo mentre Jason stava per esplodere dalla gelosia, morse più volte il labbro inferiore nervosamente.

<<Bene...>>. Kate girò il viso verso Jason, il ragazzo girò rapidamente il viso per non farsi notare, ma ormai era tardi, lei si era resa conto che la stava guardando un po' troppo.

<<Che succede? Ti stai annoiando?>>.

<<Cosa? No, certo che no. Come ti salta in mente?>>.

<<Allora dimmi cosa non va>>. Lo colpì a pieno, Jason mise in pausa il gioco e posò il Joystick sulle sue stesse gambe, grattò nervosamente la nuca e chinò la testa in avanti, si ripeteva se dirlo o meno, finché Kate non si sporse in avanti proprio davanti al suo viso. <<Jason>>.

<<È solo il tuo modo di parlare, quando hai ordinato da mangiare... Io...>>. Jason prese un grosso respiro mentre parlava, si fermò solo per pochissimi secondi, aveva paura di allontanarla per sempre da lui.

<<Cosa? Volevi altro da mangiare? Forse sono ancora in tempo per cambiare l'ordine>>.

<<No, non è questo>>.

Avrebbe voluto parlare di tutto, liberarsi, confessare cosa aveva dentro o magari che lei capisse senza dire nulla, ma era troppo difficile. Kate aveva del potenziale in tutto, sapeva fare molte cose, o quasi, non sapeva sicuramente leggere nel pensiero, la cosa positiva era che dalla sua parte aveva l'intuizione. Kate sorrise distogliendo lo sguardo, non voleva mostrargli la sua reazione, magari si sarebbe offeso, ma non per quello che stava pensando lei. Kate si alzò dal letto e si avvicinò alla porta quando sentì il campanello, finalmente era arrivato ciò che aveva ordinato.

<<Non muoverti, arrivo subito>>.

Jason annuì rapidamente così Kate scese di sotto. Il ragazzo si colpì la fronte con il palmo della mano, lo fece con rabbia, e solo dopo spalancò la bocca soffocando il dolore e le urla. Strinse i denti sdraiandosi sul letto, fissò il soffitto stringendo i denti.

<<Andiamo! Stupido rimbambito... Dillo e basta!>>.

<<Jason?>>. Kate entrò avvicinandosi a lui con diverse buste tra le mani, chiuse la porta usando solo il piede. Si sedette davanti a lui e gli mostrò ciò che aveva preso. <<Va tutto bene? Ti ho sentito parlare da solo>>.

Disse senza farsi dare altre spiegazioni, sapeva cosa le stesse dicendo, questo la rese ancora più confusa ma allo stesso tempo felice. Jason guardò lo schermo cercando di capire se Kate avesse intuito l'amore che provava per lei, era teso, molto impaurito, ma si calmò quando la ragazza poggiò la testa sulla spalla di Jason.

FINE FLASHBACK

<<Sarai per sempre la mia MJ, Kate>>. Disse prendendole la mano destra poggiata sull'altra, lasciò scivolare lo stelo della rosa tra le sue dita fino a far raggiungere i petali sulla sua delicata e fredda pelle. Le poggiò la mano sul corpo lentamente, non volevo lasciarla andare, i giorni prima che morisse erano stati terribili per lui, gli attacchi di panico avevano preso il sopravvento su Jason, non riusciva neanche più a dormire, la notte sognava Kate in un bagno di sangue e le occhiaie sotto i suoi occhi facevano da testimone. Daniel si avvicinò al suo fratellino, gli poggiò una mano sul braccio e gli disse:

<<Andiamo, dobbiamo portarla al cimitero>>.

<<No...>>.

<<Jason>>. Disse ancora Daniel, fece leggermente forza sulle sue braccia per poterlo portare via, ma Jason rimase immobile davanti a Kate, abbassò la testa stringendo le mani sulla bara.

<<No, voglio stare con Kate>>.

<<Jason, ti prego non rendere le cose più difficili>>.

<<Non me ne vado! Non insistere!!>>. Jason alzò la voce facendosi sentire, rimbombò in tutta la chiesa allarmando anche i fratelli.

<<Ti prego, Jason>>.

<<Lasciami stare!! Voglio stare con lei, voglio che torni a casa con me! Non doveva finire così!>>.

<<Lo so, ma andrà tutto bene, lei ci guarda>>.

<<Non mi bevo queste cazzate, lei non è felice perché è in una cazzo di bara e presto sottoterra! Non sarà più qui con noi>>. Gli si bloccarono le parole in gola, pianse mozzando la voce, la pensavano tutti allo stesso modo anche se si davano conforto tra loro dicendo che lei sarebbe stata sempre con loro.

<<A tal proposito>>. Gregor si avvicino ai gradini guardando i due ragazzi fermi accanto alla bara. <<Il corpo di Kate verrà a New York con me, la sotterrerò accanto ai suoi genitori>>.

<<No... Non può farlo. Kate è morta qui, con noi, non può allontanarla in questo modo...>>. Disse Jason tra le lacrime.

<<Sono d'accordo con lui>>. Daniel si avvicinò a Gregor scendendo un solo gradino. <<Come le salta in mente di dire una cosa simile, lei è appena morta, non ci dà il tempo di elaborare il lutto... Di piangere per la sua morte>>.

<<Lei dovrà essere sotterrata nella tomba di famiglia, come è stato scritto nel testamento dei suoi genitori, Kate era minorenne ed essendo io il suo tutore legale dovrò ubbidire, cosa che dovreste fare anche tutti voi>>.

<<Daniel, digli qualcosa, ti prego>>. Noah si rivolse direttamente a Daniel, non erano avvocati come lui, ma sapevano bene di non poter reagire contro Gregor, Kate non aveva preso il loro cognome, se fosse diventata una Lewis i ragazzi sarebbero potuti andare a piangere sulla sua tomba tutte le volte che volevano.

<<Daniel, digli che si sbaglia>>. Continuò Ethan. Suo fratello Daniel scosse la testa distogliendo lo sguardo, così il terzo dei fratelli poggiò le mani sul viso stringendo i denti, in quel momento avrebbe voluto davvero imprecare, far uscire quel lato meno elegante di lui.

<<Non me ne frega un cazzo di quello che dici, della fottutissima legge! Lei resta qui, Kate resterà per sempre con noi>>. Disse Julian avvicinandosi a Gregor. L'anziano si girò verso il ragazzo guardandolo dritto negli occhi, con la sua solita espressione impassibile. Gregor sembrava un uomo duro, senza sentimenti, ma stava soffrendo più di quanto mostrasse, non avrebbe più visto la sua piccola Kate, ciò che non sapevano era che Gregor sentiva di aver fallito, aveva promesso di ai defunti genitori di Kate di proteggerla a tutti i costi, ma vederla in quella bara gli dava un tale sconforto da darsene la colpa, aveva fallito una seconda volta.

<<Emma sembrava essere d'accordo con me quando mi ha chiamato>>.

Girarono tutti il viso verso Emma, la madre dei ragazzi si asciugò il viso e con voce rotta dal pianto disse:

<<Perdonatemi...>>.

<<No, tu non avevi nessun diritto di farlo!>>. Stavolta fu Luke a parlare, si avvicinò a sua madre con rabbia. 

<<Mamma, è vero?>>.

<<Volevo che venisse, Kate meritava di essere salutata anche da lui>>. Rispose guardando Daniel, girò il viso verso gli altri sentendosi responsabile. <<Mi dispiace, ma Kate aveva bisogno di un addio come si deve>>.

<<Ma ora saremo noi a dirle addio per sempre... Dovevi parlare con noi, ma evidentemente tu e papà avete già scelto per lei>>. Disse Jack avvicinandosi a loro. <<Con voi aveva una scelta, poteva vivere in modo normale, ma ora anche la sua morte sarà dettata da altri>>.

<<Non ho avuto scelta...>>.

<<Tutti hanno una fottutissima scelta, anche Kate!>>. Urlò Jason arrabbiato, continuava a piangere disperato.

<<Kate non era pronta a prendere decisioni proprie, il suo lavoro era ubbidire agli ordini>>. Disse Gregor lasciando tutti a bocca aperta, si chiedevano come un uomo del genere avesse potuto sfruttare una ragazzina come Kate mettendo a rischio la sua vita.

<<Le chiedo gentilmente di lasciare questa chiesa, prima che lo faccia io con un calcio nel culo>>. Disse Aaron lasciando i fratelli a bocca aperta, sorpresi del suo linguaggio e per aver mancato di rispetto a Gregor, non sembrava lui, di solito era sempre il più gentile e educato di tutti, anche più di Daniel, ma stavolta aveva perso le staffe. <<Lei non merita di dirle addio...>>.

<<Vedo che non sono molto desiderato>>. Gregor strinse il bastone in una mano e guardò il pavimento accennando un sorriso. <<Ma ricordate che avete passato due mesi insieme a lei, io ho cresciuto quella ragazza come una figlia, credete di aver conosciuto la vera Kate in così poco tempo? Non era altro che un'assassina, una macchina da guerra creata proprio per questo. Fidatevi se vi dico che era pronta a morire in qualsiasi momento>>.

<<Vada fuori...>>. Disse ancora Aaron. Gregor annuì e si girò verso i genitori dei ragazzi.

<<Aspetterò che finiate e dopo delle persone che ho assunto porteranno la bara a New York, ditele addio adesso, non la rivedrete mai più>>. Continuò Gregor, poi girò il corpo verso l'uscita e lentamente andò via, se prima avrebbero potuto andare a New York e farle visita al cimitero, ora erano sicurissimi di non poterlo più fare, non dopo aver detto quelle cose a Gregor. 

<<Mamma, fa qualcosa...>>. Disse Jason avvicinandosi a lei, Emma distolse lo sguardo, così il ragazzo si avvicinò a suo padre mostrandogli quanto dolore sentisse dentro. I suoi occhi rossi ne erano una prova, così come la mancanza di forze e voce. <<Papà, ti prego. Non può portarla via...>>.

<<Mi dispiace, non so cosa fare>>. Disse Emma, così Julian si avvicinò a loro e, con tutta la rabbia che aveva dentro, parlò in modo freddo.

<<Cerca di rimediare...>>.

Emma si sentì in difficoltà, quella famiglia si stava sfasciando, Kate con la sua morte aveva distrutto dieci persone, insieme alla loro voglia di vivere e al meraviglioso rapporto che avevano sempre avuto. Smisero di guardarsi, di parlarsi, erano tutti feriti.

<<E quindi finisce così? Proprio come è iniziato... È comparsa nella nostra vita all'improvviso e se n'è andata sparendo velocemente e senza neanche salutare>>. Disse Jack guardando la sua famiglia distrutta, abbassò la testa e continuò a parlare prima di uscire da quella chiesa e tornare a casa da solo. <<Sarebbe stato meglio non conoscerla>>.

Julian salì ancora i gradini e la guardò un'ultima volta.

<<So che tutto questo ti avrebbe ferita, se adesso avessi potuto avresti pianto per come ci stiamo trattando, per come noi abbiamo parlato con Gregor, perché saresti andata via da noi e per quello che ha detto Jack. Ma sappi che io avrei voluto conoscerti, vorrei rifare tutto da capo, ricominciare e riviverti ancora e ancora. Creare un loop temporale che mi farebbe rivivere i momenti passati con te, quelli brutti ma soprattutto quelli belli. Ricordo ancora la prima volta che avrei dovuto conoscerti, anche quello non cambierei affatto. Ti amo, Kate. Non ti dimenticherò mai>>.

Julian le accarezzò un'ultima volta il viso, dolcemente, come non faceva da tempo, poi andò via distrutto dal dolore.

SPAZIO AUTRICE

Questo è il penultimo capitolo, so che sarete super mega tristi.

Il prossimo capitolo riguarderà la loro vita dopo Kate, volevo già avvisarvi, e sarà pieno di colpi di scena.

Oltre a questo volevo farvi una domanda: 

(NON DIMENTICATE DI LASCIARE TANTI COMMENTI E UNA STELLINA)

VOLETE CHE CONTINUI CON "ASSASSIN NIGHT" CIOE' CON IL SECONDO LIBRO

OPPURE VI PIACEREBBE CHE CONTINUASSI CON "THE EXPERIMENT"?

PICCOLO RIASSUNTO:

L'AVEVO GIA' SCRITTO SU INSTAGRAM MA PER MOTIVI DI SCRITTURA, OSSIA, POCHISSIME PAROLE CHE POTEVO SCRIVERE SOTTO OGNI POST, HO DECISO DI PUBBLICARLO QUI, MA POI MI SONO CONCENTRATA SU ASSASSIN NIGHT.

"Maggie scappa di casa allontanandosi da sua madre per poter vivere con suo padre, è molto legata a lui ma con il divorzio lei non ha alcun diritto andare dal padre, essendo anche minorenne e sotto la custodia di sua madre. Si ritrova nella casa delle vacanze, dove passava molto tempo, i giorni festivi, insieme ai suoi geniori da quando era piccola. Decide di vivere lì per un po' abbandonando anche la sua band e il suo ex, con cui ha avuto una relazione molto tossica. Nonostante Maggie sia una ragazza metal, ama studiare, è molto intelligente ed espansiva, ama la psicologia ed è ciò che studia quel suo primo giorno a scuola, quando incontra un ragazzo che è completamente l'opposto, si odiano a primo sguardo, non si sopportano affatto. Il professore di Psicologia da un compito a tutta la classe dividendo ogni coppia. Jace e Maggie finiscono in coppia insieme, hanno un mese di tempo per svolgere quel compito che fatto in un solo giorno rischia di farli innamorare, ma suddiviso in un mese non rischierebbero, o forse sì... Maggie ritornerà a casa e si rimetterà con il suo ex o vivrà la sua nuova vita con il padre e Jace?"

FATEMI SAPERE QUALE DOVREI SCRIVERE PERCHE' SINCERAMENTE A ME INTRIGANO ENTRAMBE.

ULTIMA COSAAAA

A BREVE PUBBLICHERO' IL TRAILER DI ASSASSIN NIGHT, UN PO' IN RITARDO 

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