Prova a fermarmi

By isolatedwr

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(COMPLETA) Per Emily è giunto il momento più atteso della sua vita. Inizierà l'università dei suoi sogni nel... More

Cast.
booktrailer.
prologo.
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Ringraziamenti e progetto futuro.

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By isolatedwr

«Fammi un caffè Trev», parlo non appena arrivo davanti al bancone del bar.

Lui accenna un sorriso e io prontamente aggiungo: «Doppio.»

«Ricevuto.» Afferra una tazzina ben lavata, per poi disporla sotto alla macchinetta. Dopodiché, con le sue movenze sinuose, agguanta il filtro e lo riempie con del caffè macinato.

«Allora? Come stai?» mi chiede sempre girato verso la macchina.
Sposto lo sguardo altrove, forse per vergogna.

«Insomma. Tu?»

Si volta aspettando che il liquido bruno si versi nella tazzina. «Insomma.»
Nonostante la risposta, a differenza mia, sorride.
«A casa non siamo più così uniti», continua facendomi sentire maledettamente in colpa.

Abbasso lo sguardo paonazza. «Mi spiace.»
Mi porge il caffè e io lo bevo in un solo sorso. «Liam e Richard non si parlano vero?» domando tamburellando le mie unghie laccate sul bancone del bar.

Lui rivolge un attimo lo sguardo sull'altra barista, con lui dietro al bancone, per accertarsi che stia servendo un cliente. Successivamente dirige i suoi occhi scuri sulla mia figura. «No, direi di no. Le sole volte che si sono rivolti la parola stavano per finire a botte.»

Rabbrividisco all'idea, ma nell'attimo dopo aggrotto la fronte.
Non capisco perché Liam ce l'abbia tanto con Richard... alla fine gli unici che hanno sbagliato siamo noi.

«Hai parlato alla fine con Samantha?» domanda poi facendomi mozzare il respiro all'istante, perché lui non ha idea di tutti gli avvenimenti che sono successi in queste ultime ventiquattro ore.

«Ci ha scoperti...»

Sbarra gli occhi. «Seria?!» Annuisco immediatamente e lui, colto alla sprovvista, compie una smorfia. «Cazzo. Peso...»

Sospiro guardando fuori dalla porta. «Già...»

«E come è andata a finire?»

«Come pensi sia andata a finire?» Sbuffo.

Scrolla le spalle. «Di merda.»

«Corretto.»

«Cavolo Emily, mi dispiace», tentenna dopo un attimo di silenzio e sembra quasi... intimorito.

Lo fisso negli occhi per poi scuotere la testa. «Non devi dispiacerti, la colpa è mia. È giusto che sia finita così. Non la merito.»

Pare contrariato. «Non dire così, avete legato molto voi due. Secondo me le cose si risolveranno.»

«Non lo so... stento a crederci. Ci odia», proferisco mettendo al centro del discorso anche Liam.

A proposito di quest'ultimo... dovrebbe arrivare qui a momenti.

«Aria lo sa?» chiede a seguire. Io nel mentre tento di non sorridere per il fatto che ogni volta che si parla fra noi c'è sempre di mezzo lei.

«Era con noi quindi sì», rispondo mentre lui, nel frattempo, sta preparando una spremuta di arance a un signore in camicia.

«Capito. E come l'ha presa?» si informa dopo aver porto la spremuta al sessantenne che prontamente lo paga. Trevor sorride ringraziandolo. Aspetto che il signore se ne vada prima di ribattere.

«Meglio di come pensavo», borbotto e lui mi guarda pensieroso.
«Trevor», lo chiamo.

«Sì?»

Vedo dritta al punto. «Ti interessa Aria?»
Per un attimo mi guarda con sconcerto, ma nel momento in seguito scoppia a ridere.

«Intendi dire se me la scoperei?»

Strabuzzo gli occhi guardandomi intorno. «Che dici!» lo rimprovero allarmata.

Lui sembra altrettanto divertito. «Che c'è? È figa», ghigna.

«Comunque non intendo in quel... senso», arrossisco.

Lui allora, contro le mie aspettative, scuote la testa. «No allora no. Non sono un tipo da... relazioni», replica e per un istante sembra quasi a disagio. Si gratta il braccio pieno di tatuaggi e poi la sua collega richiama la sua attenzione.

«Vado un attimo in cucina», lo informa e lui annuisce mentre gli passa di fianco.
La ragazza, che avrà più o meno una trentina di anni, mi lancia un'occhiata prima di sgattaiolare via.

Trev riprende la mia attenzione. «Come mai me l'hai chiesto?»

«Perché sei diverso con lei», replico all'istante facendogli aggrottare la fronte.

«In che senso?»

«Sei più... giocoso», cerco la parola giusta e lui un'ennesima volta ridacchia. Ma la sua risata sembra quasi nervosa.

«Be' mi piace infastidire la gente e lei è una preda facile.»
Il mio sguardo probabilmente sembra ancora indagatore perché si affretta a ribadire. «Seriamente Em. Non avrei problemi sennò ad ammetterlo anzi, se mi interessasse adesso staremmo già insieme. Sono molto schietto per queste cose.»

«E chi lo dice che ad Aria interessi?» accenno con una scintilla di divertimento negli occhi.

Alza le spalle come se fosse ovvio. «Io piaccio a tutte.»

Inizio a ridere a crepapelle, mentre lui fa il finto offeso. Provo a guardarlo male. «Che sbruffone.»

Sta per rispondermi, ma a un certo punto scorge qualcuno dietro di me. «Guarda chi c'è.»

Mi giro furtivamente e inizio a contemplare Liam in tutta la sua bellezza, nel lasso di tempo in cui entra nel bar.
Si guarda intorno, cercando a quanto pare me, e appena i suoi occhi si incastrano con i miei sorride.

Ovviamente ricambio.

Ci raggiunge con poche falcate.
Seppure stia spostando semplicemente dei piedi, riesce a essere così maledettamente attraente, cosa di cui ovviamente non mi accorgo solo io, perché tutte le ragazze del locale si girano nella sua direzione.

Ma lui ha occhi solo per me. E io ancora non me ne capacito.

«Ce l'ho fatta», annuncia una volta difronte a noi.
Non mi saluta con abbracci o baci, ma non è una cosa di cui mi preoccupo. È stato sempre riservato in pubblico e lo accetto... lo sono pure io.

«Caffè vero?» gli chiede Trevor con una punta di sarcasmo.

«Doppio. Ho bisogno di caffeina.» Si toglie il cappello di lana che stava indossando e si passa una mano tra i suoi capelli sbarazzini. Io ridacchio perché il modo in cui l'ha detto è stato simile al mio.

«Vi vedo stanchini», ammicca Trev, come se volesse riferirsi a un'altra ipotesi... nonostante tutta la merda in cui ci siamo cacciati.

Liam lo guarda male. «Chissà perché.»

Il suo amico alza le mani in segno di resa. «Ti farò questo benedetto caffè, ma continuo a sostenere sul fatto che ne bevi troppo.»

Liam gli lancia un'altra occhiataccia sbattendo una banconota da cinque dollari sul bancone. «Muovi il culo. A limite vengo lì e me lo preparo da solo.»

Trevor alza gli occhi al cielo, però cerca in ogni modo di non sorridere. Dopodiché si gira compiendo lo stesso procedimento di prima.

«Ah, fammelo d'asporto. Voglio parlare un po' con Emy», aggiunge sulla sua schiena.

Nel momento in cui Trevor non ci riserba della sua attenzione, il moro dagli occhi più belli del mondo mi circonda da dietro con le braccia, avvicinandosi pericolosamente a me.

«Ciao», mi sussura contro l'orecchio, procurandomi decine di brividi.

Mi stringo a lui girando il volto per incontrare il suo sguardo. «Ciao», bisbiglio di rimando.
Mi sorride accostandosi sul mio corpo. Mi regala dei teneri baci a stampo facendomi gioire come una bambina in cerca di affetto.

«Emy eh?» chiede Trevor tutto d'un tratto. Ci stacchiamo di botto e con mia sorpresa le guance di Liam sembrano diventare di una tonalità più rossastra.

«Stai seriamente arrossendo?» Sono allibita, ma lui cerca immediatamente di ricomporsi alzando gli occhi al cielo come in segno di difesa.

Afferra il caffè d'asporto ringraziando con un cenno del capo Trev.
Quest'ultimo gira lo sguardo su entrambi guardandoci pensieroso.

«Non pensavo di poterlo mai e poi mai dire, ma cazzo... siete belli insieme», si congratula e a me fa ridere perché sembra davvero stupito di averlo detto.

«Grazie», mormoro a disagio. Liam lo guarda quasi con ammirazione, ma nell'istante dopo si ricompone.

«Dai ora andiamo. Ciao amico.»

«Ciao cazzone», lo saluta in modo scherzoso facendolo ridacchiare. Successivamente Liam appoggia una mano sulla mia schiena, invitandomi a uscire da lì con lui.

Nel mentre ha già finito e buttato il caffè quindi prenderlo d'asporto non è servito a un granché.

Appena esco una folata di vento mi infreddolisce all'istante e con mia sorpresa dei fiocchi di neve iniziano ad accarezzarmi il viso.

«Nevica!» esclamo in preda all'eccitazione.
Amo la neve anche se odio il freddo.

Un bel controsenso eh?

Lui mi sorride prendendomi per meno. Si indirizza in una via stretta, molto isolata, ricoperta di tettoie. Molto probabilmente per ripararsi un secondo da tutta la neve che sta cadendo intorno a noi.

Si avvicina a me, afferra il suo cappello e me lo appoggia sulla testa in un modo talmente dolce da farmi battere il cuore sempre più velocemente.

«Che fai?» domando curiosa.

«Ti riscaldo», afferma con nonchalance dandomi un pizzicotto scherzoso sul naso. «Anche se in realtà lo so come vorresti essere riscaldata», sussurra alludendo a pensieri poco casti.

Lo guardo male offrendogli una bella pacca sul petto. «Sei scemo.»

«Sei bella» Diventa serio all'istante mozzandomi il respiro. «Scusa, non sono riuscito a trattenermi.»

«Allora non trattenerti mai», ispiro fissandolo con intensità.

«Ok», bisbiglia. Mi prende le guance tra le mani incollando la sua bocca alla mia.

Mi bacia con trasporto facendomi dimenticare di essere sul pianeta terra.
Quando si stacca dalle mie labbra rimane con la fronte spiaccicata alla mia in beatitudine.

«Ti amo», sussurra.
Ogni volta che lo dice sembra essere coma la prima.
Struscio il naso sul suo, appagata dal suo profumo.

«Anch'io.» Gli accarezzo dolcemente una guancia ben rasata. Lui di conseguenza rabbrividisce al mia tocco e per un attimo mi sento davvero importante.

«Non voglio perderti. Mai più.» Sospira con una punta di tensione. «Giura che non lo farai.»

«Cosa?»

«Che non ti allontanerai da me... dopo tutto quello che è successo», mormora timidamente sciogliendomi il cuore.

Faccio un passo indietro per ammirarlo al meglio. «Non potrei mai.» Lui mi guarda con una strana luce negli occhi. In ogni caso mi affretto a rassicurarlo: «Liam sei la persona più importante che ho, non lo farei per nessuna ragione al mondo. Sinceramente non mi è passato nemmeno per l'anticamera del cervello.»

Nel momento in cui glielo dico pare sollevato più di quanto mi aspettassi. Io però aggiungo: «Questo non toglie il fatto che sono dispiaciuta per Samantha.»

«Anche a me dispiace...»

«Eppure non lo sembri fino in fondo», parlo senza pensarci. Molto probabilmente ho errato nel farlo.

Lui si morde il labbro come se fosse indeciso nel dirmi qualcosa, ma poi si sfoga: «Sono quasi sicuro del fatto che le passerà Emy.»

«Come mai?» chiedo dubbiosa. Io l'ho vista nelle peggio condizioni e al momento non trovo un valido motivo per il quale mi potrebbe perdonare. Cavolo, sta pure cercando un modo per cambiare stanza!

«Perché c'è una differenza abissale tra amare e provare affetto. Lei non mi amava.» Scrolla le spalle come se fosse la cosa più naturale da esporre.

«Eppure te l'ha detto...»

«A dirlo siamo bravi tutti.»
Molto probabilmente non mi vede convinta perché si avvicina nuovamente a me, abbassando la testa per guardarmi meglio. «Fidati piccola. So cosa significa amare. E lei non lo ha mai fatto. Le passerà», ripete cercando di rassicurarmi.

«Però... non lo so...» Sospiro. «È che mi ha urlato le peggio cose stamani. Ha detto che sei tutto per lei e che soltanto l'idea di noi due insieme l'ammazza. Vuole pure cambiare camera!» alzo la voce sentendo le lacrime risalire per tutte le frasi che ha pronunciato.

Liam mi afferra le guance. «Guardami», reclama in modo duro. «Lei non mi ama.»

«Io...» Mi interrompe interrottamente.

«Lei non mi guarda come lo fai tu. Io non la guardo come faccio con te. Semplice.
Non c'è nessun tipo di affinità tra di noi. Certo, le voglio molto bene. È una brava ragazza e se in futuro mi vorrà come amico non me lo farò ripetere due volte.
Sono convinto che anche lei riuscirà a trovare una persona che la ami sul serio per la stupenda ragazza che è», conferma con la convinzione che gli balena negli occhi.

Lo fisso ancore e nessuna incertezza sembra colpirlo. Mi appoggio a lui sibilando sulla sua spalla: «Sembri sicuro di ciò che dici.»

Annuisce. «Lo sono.»

«Spero andrà davvero così. E che presto tutto ciò si potrà risolvere»,  fremo.

Lui mi abbraccia stretta baciandomi di tanto in tanto lo zigomo destro.

Dopo un po' mi scosto da lui incrociando le nostre mani. «E adesso cosa si fa?» chiedo.

Lui sospira dalla gioia. «Voglio restituirti tutti i sorrisi che ti ho rubato. E donartene molti altri.»

«Se sorridi tu sorrido io.»

Appoggia nuovamente la fronte contro la mia facendomi tremare sul posto per la potenza del suo corpo. «Facciamolo allora», scandisce a un palmo dalla mia bocca.

Sempre.

Spazio autrice:

Vi prego di leggere il capitolo "ringraziamento e progetto futuro"

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