Leggende nordiche.

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Alfred passeggiava per i corridoi del Palazzo gestendo nervosamente la crisi.

- No, nessun esercito per ora e nemmeno squadre di ricerca per la principessa: andrà tutto bene -

- C..Cosa no, no non è morta -

- CALMATEVI - Il viso segnato dal tempo era rosso di rabbia, capiva perfettamente in quel momento le pressioni che aveva dovuto affrontare Elsa.

Se solo quella ragazza avesse parlato invece di far sfociare le sue emozioni in quel caos.

La popolazione era furiosa, i regnanti vicini impazienti fremevano per prendere il controllo della situazione.

La soluzione più gettonata era uccidere la regina.

Si sentì prendere dallo sconforto: no, non l'avrebbe mai permesso.

La sua piccola bambina di ghiaccio sarebbe sopravvissuta, nel bene e nel male.

Si abbandonò su una seggiola ricordando quando ancora le sorelle non erano nate: il castello enorme risuonava delle risate di Halma e Galadar. Non si poteva dire che fosse vero amore fra loro, ma li univa un forte amicizia e tanto era bastato per tenerli uniti fino alla fine.

Lei era nata in un afoso pomeriggio di luglio, mentre tutta la corte gridava disperata che il bosco stava prendendo fuoco; e, come quel giorno, la giovane era cresciuta forte, bella e complessa. In pochi potevano comprendere cosa le passasse per la testa negli attimi in cui scoppiava in lacrime senza un motivo preciso.

Nessuno eccetto Galadar.

Si incontrarono per la prima volta ad una trattativa per il traffico dei carri nelle terre dell'antica Gorvos, la zona che comprendeva anche la Montagna del Nord e che dopo il loro matrimonio divenne parte integrante di Arendelle.

Il principino aveva diciotto anni, due in più di Halma, ed era l'esempio lampante di come i vizi possano distruggere anche l'animo più gentile: burbero e ubriacone rimase affascinato dall'arroganza della giovinetta.

Ci vollero tre lunghissimi mesi per organizzare le nozze ed altrettanti per far accettare ciò alla ragazza.

La decisione era stata presa in gran segreto dai loro genitori ed imposta con la violenza.

Poteva ancora udire nelle proprie orecchie le grida durante la notte seguente alla festa.

Non furono periodi facili.

Dopo la morte dei parenti di Halma il rapporto fra i due coniugi migliorò, portandoli persino ad affezionarsi l'uno all'altra.

La prima bambina nata fu chiamata Elsa. Era bionda con due grandi occhi azzurri.

La secondogenita Anna come la trisavola. Aveva ereditato i capelli marroni della madre e lo sguardo furbo del padre.

Sin dall'inizio le sorelle non erano in grado comunicare, per la più giovane lo negasse.

La futura regina eccelleva negli studi e nelle arti, la goffa ragazzina invece non era nemmeno in grado di disegnare una pera.

E poi poteri. Furono la goccia che fece traboccare il vaso.

Un profondo solco si scavò e a nulla servirono le lezioni dei Troll.

Il cuore di Elsa era ghiacciato per l'eternità.

Per un attimo aveva davvero creduto che l'amore fra le due potesse aiutarla, ma gli improvvisi scatti d'ira e i pianti disperati nel mezzo della notte lo avevano fatto ricredere.

Cercò un libro tra quelli appoggiati sul mobile.
Leggende nordiche

Si intitolava uno.

Aprì il primo capitolo.
Jack Frost.

Sorrise fra sé ed iniziò a leggere.

Persa nell'invernoWhere stories live. Discover now