Whispers in the dark

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- Sua maestà!-
- Di qui sua maestà-
- Sua maestà la magia!-
- Sì, sì la magia! -
Strinse i pugni e creò alcuni pupazzi di neve. Non erano per nulla simili ad Olaf, anzi erano quasi spaventosi, ma nessuno sembrò farci caso.
Loro non dovevano controllare gli impulsi, la paura , il dolore.
Così innocentemente liberi.
Nessun prezzo da pagare per ciò, nessun dovere da abbandonare.
Malediceva in silenzio tutto il mondo.
- Elsa le vorrei ricordare che il mio braccio non è nato per divenire un ghiacciolo, quindi si calmi e pensi a qualcosa che le dia pace.-
- Mi scusi -
Si sedette a capotavola e rivolse qualche sorriso stanco qua e là ai bambini.
Non mangiò e si limitò a chiacchierare con Alfred.
- Quindi stanno arrivando? -
- Sì, un intero esercito dalle Isole del Sud. Sono ben equipaggiati e armati di frecce infuocate-
- È così spaventato Hans? -
- A quanto pare sua Altezza Reale ha imparato che non si scherza con lei -
- Ahah Altezza?! Se mi arriva a mala pena alle spalle-
- Comunque non saremo in grado di sconfiggerli da soli-
- Potrei farlo io-
- Preferirei di no, sa, basterebbe veramente poco per far perdere la fiducia ai sudditi -
- Cosa consiglia allora? -
- Vedrà, vedrà che ci arrangeremo in qualche modo: ho una sorpresa per lei-
- Alfred odio le sorprese-
Intorno a loro si era riunita una folla di curiosi che volevano salutare la sovrana.
Era piuttosto evidente che non la trovavano veramente adatta a quel ruolo, l'accettavano sì, ma non l'avrebbero mai amata come facevano con Anna.
Sarebbe rimasta per sempre un fenomeno da baraccone, un mostro con cui giocare.

Persino Kristoff aveva preferito andarsene e portar via sua sorella con la scusa di non aver abbastanza spazio per Sven.
Come se nelle stalle reali non ce ne fosse.
Li aveva uditi litigare tutta una notte. Anna lo accusava di non volerla davvero conoscere, Kristoff di pensare solo a lei.
Erano giunti ad un accordo alla fine: avrebbero lasciato Arendelle.
Il petto le era scoppiato quando la sorellina era venuta ad annunciarglielo: aveva dato di matto, gridato e incolpato la ragazza di qualsiasi cose le passasse per la mente. Era stata crudele, eppure il risentimento non l'aveva ancora abbandonata.

- Mia regina torniamo al castello, sta iniziando a fare buio-
- Meglio, Alfred-
Si congedarono e come da tradizione porsero i loro omaggi a tutti i primogeniti delle più importanti famiglie del regno: volevano al suo fianco un re e sapeva di non potersi sottrarre a tal obbligo, ma dopo l'esperienza con Hans aveva preferito aspettare.
Dopotutto aveva solo ventun anni, c'era tempo.

Il palazzo era molto più bello durante la sera: le luci splendevano in tutte le sale e lo si poteva ammirare in tutta la sua magnificenza.
Antico e maestoso si imponeva sull'isola.

-Mi dica questa sorpresa -
- No, impari a rispettare i tempi. Mi aspetti in biblioteca alle otto -
- Che barba! Come vuole! -

Alle sei era già là. Picchiettava sulla seggiola infastidita dall'attesa: cercò qualcosa da leggere.
" Storia del reg..No"
"Leggende su draghi fate e No.."
" Quadri invernali"
Sì, poteva andar bene.
Allungò le gambe sulla scrivania in una posa tutt'altro che regale e sfogliò qualche pagina.
Pini, pini, pini, pini..... Di nuovo pini. Tutto qui l'inverno. Che fantasia.
Sentì freddo e provò una gran sorpresa: non le era mai capitato.
Una voce parlava nel buio di un angolo - Mi puoi vedere? Riesci a vedermi? -
- Chi ? Dove?-
- Non mi vedi -
- Chi? Io sono sola! Tu dove sei? -
- Non sei mai sola Elsa -

- Sua Maestà perché urla? -
- Alfred eri tu? -
- Sono giunto ora - Accese una candela ed illuminò meglio la stanza - C'era un intruso? Devo chiamare le guardie? -
- Non importa, sarà stata una mia illusione -
- Prenda un mantello allora -
- Perché ? -
- Mia cara questa sera andiamo a trovare un mio vecchio amico -
- Mh come si chiama?-
- Jack Frost -

Persa nell'invernoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora