I'll show you a monster

684 49 7
                                    

Galandar che si toglie la corona rassegnato. La regina Halma che piange disperata, le serve che la aiutano a restare in piedi mentre Alfred li osserva senza fare commenti.

I troll che raggiungono il castello con una pergamena così malandata che, per un attimo, ha paura di poterla sbriciolare.

La legge ad alta voce, ripete ancora una volta il contenuto, una volta ancora.

Il re che ordina di distruggere l'ala nord della biblioteca, la servitù che blinda le finestre, Anna che cerca sua sorella.

Elsa che urla. Elsa che odia. Elsa che prova rancore.

Come dimenticare quel giorno?

Come dimenticare il primo segno di disperazione della bimba?

Le prime domande della minore, i primi incubi, l'amico immaginario, il regno intero ghiacciato.

Il ritorno come sovrana. La partenza di Anna ed infine il destino realizzato.

"Non deve sapere, è un segreto, è un segreto" Ripeteva misurando la stanza, il maggiordomo.

Quello che aveva visto quella sera era da eliminare alla radice.

Non dormì e studiò le mappe del regno: c'erano quattro passi che portavano al centro cittadino.

Uno passava dal mare, due dalle isole del Sud e l'ultimo dal ducato di Wiselton.

L'ultima volta li avevano avvistati mentre Hans confabulava qualcosa con le corone di quelle ultime terre.

Nemmeno si accorse che era giunta l'alba.

- Alfred? -

- Sì Elsa? -

- Stavate dormendo sulla scrivania per caso? -

- Assolutamente no -

Si fece largo fra le carte.

- Cosa stai indossando?! È orripilante!-

- Questo? -

Disse indicando l'armatura di ghiaccio

- È da uomo! -

- Io lo trovo comodo e poi non mi dà un'aria più minacciosa-

Rispose aggrottando la fronte e ruggendo.

- Ho anche fatto una spada -

Disse mostrando una lama meravigliosa.

Era luccicante sotto le prime luci del Sole.

L'elsa, nera e durissima, si adattava perfettamente alla mano della sua creatrice.

Era affilata e sull'elstremo era inciso un fiocco di neve ed una frase "Il freddo per me è il prezzo della libertà".

- Lo trovo didsdicevole, inoltre voi non sapete nemmeno tiarare di scherma -

- Potrei imparare - Disse fendendo l'aria.

- Direi, mia cara spadaccina, che riuscite a combinare abbastanza guai senza armi -

Il viso della sovrana si rabbuiò improvvisamente.

- Cosa intendete? -

- Elsa perché ieri sera? Perché? -

Una donna entrò affannata

- Sua Maestà il principe Hans è fuori dalle mura ! -

- Molto bene, preparate l'esercito -

Si volse verso Alfred

- Ne parleremo più tardi . Chiamate Jack Frost -

- FROST! SIAMO SOTTO ATTACCO! -

Si alzò dal letto e pregò di non aver mai accettato.

Il mattino non gli era mai piaciuto: troppa gente per strada e gli occhi non volevano mai aprirsi.

Nonostante la stanchezza si presentò all'appuntamento con il Generale puntualmente.

- Ascoltate: lasciate fare a noi, se la situazione si dovesse fare critica interverrete -

Annuì fiducioso.

- Arcieri e cavalleria leggera in seconda fila! Cavalleria pesante con i testudo in prima!

Catapulte il più lontano possibile dalle mura! -

Elsa pareva una vera regina.

- Sei molto bella -

Sobbalzò un secondo ed infine arrosì di vergogna.

- Grazie, tu sembri molto assonnato invece-

- Eh già - Rispose lanciandosi sulla paglia per i cavalli.

- Non sono molto mattiniero -

- Dovrai farci l'abitudine: la guerra non aspetta i tuoi tempi- Lo canzonò e si recò verso il resto dell'esercito.

Il porto era ormai stato preso e tutte le navi appartenenti ad Arendelle bruciate.
I cittadini era stati portati nel palazzo e era stato loro offerto vitto ed alloggio. L'armata nemica era di più di ventimila uomini, diecimila catapulte e mille cannoni di piombo.

- Sua Maestà le mura crolleranno! -

- Lasciate fare al nostro ospite! -

Replicò la sovrana.

Jack fece quanto era nelle sue capacità, ma loro erano preparati: dardi infuocati erano sparsi per tutto l'accampamento e le armature erano state rese immuni al freddo.

- Elsa io posso solo manipolare la neve e il gelo! Il caldo mi impedisce d'attaccare dobbiamo chiamare a raccolta anche gli alleati -

Lo squadrò infastidita.

- Non ci saranno altri nostri soldati morti per oggi: interverrò in prima persona. -

Le porte vennero aperte e, al posto del regolare battaglione, apparve una massa ordinata di terrificanti anime di cavalieri di ghiaccio.

Alfred assistette al massacro inerme: tutti soldati furono dilaniati dalle armi soprannaturali di quegli esseri, altri torturati ed i sopravvissuti segnati a vita dalla paura.

- MOSTRO! -
- LEI È UN MOSTRO! -

Solo Hans, coraggiosamente, restava fermo davanti all'avanzare dell'armata infernale.

- Regina Elsa noi sappiamo vero chi alla fine vincerà questa guerra, vero? Noi sappiamo chi ne uscirà sconfitto! -

Tutto si fermò per un tempo che sembrò infinito.

I mostri sparirono.

Il popolo uscì dal castello.

Sua Maestà camminava fra le macerie.

- Io vincerò mio caro -

Un urlo, ed un corpo distrutto a terra.

- L'ha ucciso -
- L'ho visto anch'io e con quale brutalità -
- È una donna crudele -
- Concordo, chi mai farebbe una cosa simile altrimenti ? -

Cercò di ignorare quelle voci insistenti.
Li senti? Tu non sei una di loro.
- Stai zitto...-
Anche Anna lo pensa, Kristoff, Alfred e pure quel tuo amichetto.
Tutti hanno paura di te.

Si guardò intorno: Jack la fissava con occhi sbarrati.

- VI HO SALVATI BRUTTI STUPIDI! NON LO VEDETE ! -

Nessuno rispose.

Le madri strinsero i figli e la servitù tremò scioccata.

- BENE, VOLETE UN MOSTRO? E CHE MOSTRO SIA! -

Scomparve poi in una nuvola di neve e oscurità.

I cavalieri ricomparvero.

Arendelle spronfondò nella disperazione.

Persa nell'invernoWhere stories live. Discover now