Why I always have to be my wrost, my own wrost enemy?

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Cosa ho sbagliato? Continuava a ripetersi tentando di placare la tempesta che infuriava sul castello.
Elsa, tu non hai sbagliato.
- Fai silenzio! -

Un lampo ghiacciato colpì le tenebre.
Come puoi farmi del male se non mi vedi?
- Ti odio, odio tutti! SPARISCI! -
Che sentimento nobile l'odio, è sempre puro e sincero.

Si sedette a terra piangendo.

- Io..Perché non sono come loro? Perché non posso assomigliare a loro?-
Tu sei speciale, meravigliosamente speciale.

Asciugò le lacrime - Lo credi davvero? -
Sì.

- Vorrei tanto poterti vedere -
Devi credere in me. Non è così facile.

Chiuse gli occhi e pregò che quell'amico che pareva esistere solo nella sua testa fosse reale.

Che non fosse una voce derivante dalla pazzia.

Li riaprì.

- Oh...-

Davanti a lei stava un uomo, no, non un uomo, un...essere grigio elegantemente vestito.

Il naso era pronunciato, gli occchi quasi inesistenti e la bocca contorta in una smorfia di dolore.

Era alto, altissimo e le braccia gli prendevano sproporzionate lungo i fianchi.

- Sei..sei...-
Tu, tu...Non era mai successo!

Non riusciva a vedere le sue labbra muoversi, ma lo poteva chiaramente osservare mentre gesticolava agitato ed euforico.
Grazie, grazie.

Aveva lo sguardo felice.

Allora, sei soddisfatta?

Elsa non riusciva a comprendere come qualcuno di tanto fantastico la potesse trovare " speciale".

- Sì, sei molto bello -
Ahah non mi prendere in giro sono orrendo!

- Io ti trovo stupendo -

Mosse la testa verso sinistra come per osservarla meglio.
Sei sincera?
- Aha -

Un leggero ghigno di vanità apparve sul suo volto.

- Sei stato tu ad evocare questo incantesimo? - Domandò indicando l'esterno.
In realtà senza di te non avrei mai nemmeno potuto pensare di fare una cosa del genere.
Sussurrò stringendo i pugni grigi.

- Wow -
Già.

- Come ti chiami? -
Io? Pitch, L'Uomo Nero, Il Cattivo..ognuno ha la propria versione.

- Tu quale preferisci? -
Pitch. Pitch va bene.
- Okay Pitch - Spostò una ciocca bionda verso la spalla - E ora? -

Cara, tu rimani comunque la regina di questo regno. Ci vorrebbe un trono.

Con un gesto, lei, fece apparire una gigantesca sedia di ghiaccio e polvere di incubi e si accomodò.

- Uno anche per te -

Ne costruì un altro altrettanto maestoso.

- Vieni -

Erano entrambi fermi a fissare il vuoto.

- Sai io me la ricordo la mia primavera - Iniziò lei - Non avevo paura di nulla, quando ero piccola, poi... Anna, i troll, i miei poteri hanno rovinato tutto.
La mamma mi ripeteva di credere, che sarebbe cambiato tutto un giorno; papà tentava di dirmi che mi voleva bene.
Tutti ripetevano che mi volevano bene.
Allora perché non mi abbracciavano? Perché se urlavo fuggivano?
Loro erano terrorizzati da quello che sarei potuta essere.
Questa è la verità Pitch.
Hanno provato a proteggermi dal mondo, ma il vero nemico ero io.
Lo sono sempre stata.
Il nemico di me stessa.
Quando sono fuggita per la prima volta avevo davvero buone intenzioni. Volevo la mia libertà tutto qui, ed invece hanno tentato di uccidermi.
Ho fatto il mio dovere e sono stata accusata di essere un mostro -
Pose il braccio su un bracciolo del trono e vi poggiò sopra il viso, come per dormire.
- Ho fatto tutto, ma non è stato abbastanza, non è mai abbastanza -

Un pianto segreto rimbombò nel palazzo nero pece come ormai il cuore della Sovrana.

Elsa non hai colpe. Sono il male quel popolo e tu non devi loro nulla.
È ora che vivano come abbiamo fatto noi da sempre.

Lo strinse forte.
Sorrisero entrambi.
Avevano finalmente trovato qualcuno con cui condividere il destino avverso

Persa nell'invernoWhere stories live. Discover now