19° - Discussione.

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Appena ne aveva avuto la possibilità, era scappato nuovamente di casa.
Ormai si era abituato, aveva dovuto solamente attendere che Aizawa uscisse per andare a fare la spesa e se ne era andato, come se niente fosse.
Si era portato solamente il cellulare, che però era rigorosamente silenziato. Non aveva voglia di incontrare scocciatori o di conversare con qualsiasi essere umano, così lo aveva praticamente spento.
Aveva anche dei soldi con sé, soldi proprio suoi, non rubati dal portafoglio di Aizawa. Non erano molti, ma poteva viverci per almeno due settimane. E per viverci, intendeva viverci.
La verità era che non voleva tornare dagli altri, sarebbe stato praticamente un suicido. Non sarebbe riuscito a guardarli in faccia, non... Lo sapete, dai, non serve a nulla ripeterlo.
Così era da un po' di giorni che se ne andava in giro per le strade, dormendo qua e là in un qualche hotel economico, facendo se andava bene un pasto al giorno. Una condizione di miseria totale? No, non per lui. Gli andava bene e, dopotutto, non aveva molto da perdere.
In realtà era anche divertente accendere il telefono, entare nella prima schermata dei messaggi e mettere in modalità aereo: poteva vedere tutte le notifiche arrivate senza che gli altri notassero la visualizzazione. Fantastico.
Ne aveva ricevuti di diversi tipi: alcuni con un semplice "come stai", altri "dove sei?" altri ancora "se hai bisogno di parlare, sappi che io ci sono, anche se non siamo molto legati". Ridacchiò quando vide tanta gente interessarsi alle sue condizioni, inutilmente. Come se non fosse ovvio il suo destino. Ogni giorno li controllava, e ogni giorno ghignava davanti alle frasi di preoccupazioni più melense, "ti prego" oppure "io ci tengo a te anche se non sembra, torna" o ancora "possiamo darti una mano, ma devi tornare", tutte frasi inutili e insensate, da persone che prima neanche gli rivolgevano la parola, che non sapeva neanche come avessero fatto ad avere il suo numero. Sì, sotto altri aspetti, quella fuga era stata un vero e proprio spasso. Quasi un passatempo, se voleva: non si annoiava per nulla, poteva andare dove voleva quando voleva, non era costretto a rimanere ad osservare la coppia che lo stava uccidendo ventisette ore su ventiquattro. Se avesse avuto un quirk per creare dei soldi, probabilmente avrebbe scelto di fare una vita del genere. Si sarebbe fatto conoscere da un po' di gente, e poi sarebbe sparito. Puff. Si sarebbe fatto vedere, e sarebbe sparito di nuovo, avrebbe passato tutte le giornate a fare quello che gli pareva quando voleva. Lui non era uno che faceva caos, quindi sicuramente non sarebbe andato a delle feste o cose del genere. Forse si sarebbe comprato Netflix e avrebbe iniziato una vita sedentaria basata sul divoramento di anime e serie TV. Rise un po' al suo stesso pensiero.
Era passata circa una settimana, e lui non era ancora tornato. E non ne aveva intenzione. Di tutti quei messaggi ricevuti, aveva visualizzato davvero solo quelli di Aoyama e Momo: erano state le persone più vicine a lui in quel periodo, doveva almeno far capire che non era morto (non ancora) o altro.
Era seduto dentro ad un bar. Aveva i capelli scompigliati e il volto abbastanza stanco, ma in generale non sembrava messo troppo male. Davanti a sé aveva una tazzina di caffé, forse la quarta che aveva bevuto in quella giornata per non crollare di sonno. Si stropicciò gli occhi e, dopo qualche secondo in cui rimase a fissare il vuoto, si decise a bere la tazzina. Si corpì uno sbadiglio con una mano, e si alzò per andare a pagare. Aveva speso circa la metà dei soldi che gli rimanevano, tra hotel e pasti, ma non riusciva a rinunciare al caffé. Uscì dal bar e iniziò a camminare in giro. Era nuvolo, le nubi coprivano gran parte del cielo, ed un vento invernale continuava a pizzicargli le guance, facendolo percorrere da un brivido di freddo dovuto al gelo di quell'aria. Fece un piccolo starnuto, mentre pregava di non essersi preso un raffreddore (ci mancava solo quello), quando si imbatté in qualcuno. Sperò vivamente che non fosse Kaminari di nuovo, o avrebbe seriamente preso in considerazione l'idea di trasferirsi in Florida fino alla fine dei suoi giorni.
- Oddio mi scusi... - borbottò l'altra persona, finché non lo guardò. - Oh. -

Alzò anche lui lo sguardo.

- Yaoyorozu! - esclamò lui, vedendo la ragazza.

- Shinsou! Pezzo di... - non terminò la frase, ma in compenso gli tirò uno schiaffo in volto.

𝐒𝐇𝐈𝐍𝐊𝐀𝐌𝐈❞ˌ˚» 𝘀𝗶𝗹𝗲𝗻𝗰𝗲 ˡˡ 𝚑𝚊𝚗𝚊𝚑𝚊𝚔𝚒 𝚍𝚒𝚜𝚎𝚊𝚜𝚎Where stories live. Discover now