4° - Scuola.

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Erano appena finite le lezioni mattutine, ed era ora di pranzo.

Ed erano state uno schifo, come al solito.
Odiava quel posto, quella classe, quei compagni.
Molti, se non tutti, stavano alla larga da lui per via del suo quirk. E del suo aspetto.
Non curato, un carattere non propriamente allegro, l'avere un quirk chiamato letteralmente "Brainwashing"... diciamo che non era certo il tipo di persona che interessava alla gente, anzi, la intimoriva.
Per cui nessuno aveva detto nulla del suo ritorno a scuola. Perché non importava a nessuno.
Se c'era o non c'era, a loro non faceva differenza, anzi, forse era anche meglio. Ma aveva smesso di pensarci, di farci caso, perché se gli avesse dato più peso di quanto effettivamente doveva dargli probabilmente si sarebbe già dovuto uccidere.
Lui non parlava con loro, loro non parlavano con lui. E quando lo facevano era semplicemente per insultarlo, per ricordare quanto fosse strano ed inadeguato rispetto agli altri, quanto fosse debole e poco preparato. Quindi sì, in sostanza odiava rientrare lì.
Si stava dirigendo verso la mensa, come ogni giorno. Non aveva fame, come ogni giorno.
Si sedette nel primo posto libero che trovò. Il tavolo era completamente vuoto, e preferiva così.
Iniziò a mangiare, circondato da una grande onda di schiamazzi e urla provenienti da altri tavoli con gente che al suo contrario aveva una vita sociale. Anche se il livello di voce degli altri era troppo elevato per i suoi timpani, fece le spallucce e tentò di esternarsi dal mondo, come non lo sapeva neanche lui. Qualche volta avrebbe solo voluto schioccare le dita e far sparire tutto quello che si trovava vicino a lui, ma purtroppo non funzionava così.
Iniziò a guardarsi intorno, forse per tentare di trovare qualcun altro che stava per esplodere per via degli alti toni di voce, e constatò si essere purtroppo l'unico solo, di nuovo. Uno dei gruppi più casinisti, vide, era quello dell'aliena rosa e del ragazzo con i capelli rossi sparati in aria. C'erano anche altri con loro, uno dai capelli biondi con un fulmine nero e uno con i capelli completamente scuri. Continuavano a ridere e scherzare, e lui non riusciva a capire con che voglia si reggessero ancora in piedi. Lui stava letteralmente morendo dentro. Di sonno.
Faceva abbastanza freddo, ma dopo tutto era la prima settimana di dicembre, non poteva aspettarsi altro.
Per lui quelli erano stati dei mesi molto duri. Non era stato ammesso al Dipartimento Eroismo e, dopo aver visto invece un grappolo d'uva pervertito passare al suo posto, si era ripromesso che si sarebbe impegnato al massimo per farsi passare di sezione. Poteva succedere.
Si metteva a studiare giorno e notte, ed in realtà i risultati si vedevano. Aveva una media altissima in tutte le materie, ed in molte anche il massimo. Per cui sì, lui sperava sinceramente che lo cambiassero di sezione.
- Hey Shinsou. –

Alzò lo sguardo dal suo piatto. Un ragazzo della sua classe era davanti a lui.
- Ho bisogno dei compiti fatti, oggi non ho tempo per finirli. –

Lui inarcò un sopracciglio.
- Cos'è che avresti di così importante da fare? –

Quello sbuffò infastidito.
- Non ti riguarda. Me li dai i compiti? –

Hitoshi rise.
- Assolutamente no, non ho motivo per farlo. – rispose secco.

- Ma tu sei il più bravo della classe, che ti costa! –

- Essere il più bravo comporta dello studio, sai? – ribatté.

- Eddai Shinsou, già stai antipatico a tutti, se fai così è ovvio che non ti parla nessuno! – replicò quello, col tono di voce più alto. Qualcuno si voltò verso di loro a guardare.

- Chi dice che io voglia che qualcuno mi parli? –

- Eddai! Sono solo dei compiti! –

- Che non ho voglia di passarti. –

Quello sembrava iniziare ad arrabbiarsi.

- Ovvio che non ti abbiano preso nel Dipartimento Eroismo – iniziò, stando ben attento a farsi sentire – Uno con un quirk da Villain, come fa ad essere un Hero? – si mise a ridere.

𝐒𝐇𝐈𝐍𝐊𝐀𝐌𝐈❞ˌ˚» 𝘀𝗶𝗹𝗲𝗻𝗰𝗲 ˡˡ 𝚑𝚊𝚗𝚊𝚑𝚊𝚔𝚒 𝚍𝚒𝚜𝚎𝚊𝚜𝚎Where stories live. Discover now